Tutti i dubbi su Ryanair

 Ryanair, la compagnia area low cost tra le più gettonate d’Italia e d’Europa, non sta attraversando un buon momento. Dopo una serie di critiche e perplessità sulle condizioni di lavoro del personale di bordo e sulla pressione fiscale a carico dell’azienda che avrebbe annichilito la concorrenza, adesso si torna a parlare di tagli, gaffe e dubbi.

L’Antitrust multa Ryanair per la tassa sulla carta di credito

Chi ha viaggiato con Ryanair sa che i prezzi dei voli sono bassissimi rispetto alla concorrenza ma anche il servizio non è da meno, nel senso che per i trasferimenti brevi ci sono condizioni interessanti ma per chi deve fare un percorso più lungo, c’è da pagare tantissimo per il bagaglio trasportato in stiva.

Ci sono poi tutti gli altri servizi a pagamenti che non danno tregua, per esempio il caffé costa due euro a bordo di Ryanair e per tutto il viaggio prosegue la promozione di tantissime altre cose in vendita. Eppure i passeggeri sono soddisfatti del risultato finale, quindi dei risparmio e nel giro di un anno Ryanair ha potuto godere dell’aumento del 3 per cento del numero dei passeggeri.

Ryanair fa ricorso contro l’Antitrust dell’Unione Europea

Eppure, stando ad un sondaggio tra i 3000 piloti iscritti al sindacato ombra legato a Ryanair, l’azienda investirebbe pochissimo nella sicurezza. Forse è questo che fa scendere il biglietto? La risposta non è scontata ma dagli approfondimenti del caso potrebbe derivare la disfatta del titolo.

Telecom e la cessione sfortunata di La7

 Quanto a gestione degli affari, l’ultima Telecom, sta facendo acqua da tutte le parti. Dopo il naufragio dell’affare con Tre, il titolo in borsa di Telecom Italia è stato bersagliato da azionisti e investitori. E la cosa più strana è che non c’è tregua nemmeno a Ferragosto visto che è stata pubblicata la relazione trimestrale dell’azienda.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

I dati parlano chiaro: il gruppo Telecom Italia ha avuto 130 milioni di euro di perdite dalla cessione di La7. La rete in question è stata ceduta all’imprenditore Cairo il 30 aprile 2013 dopo un’importante ricapitalizzazione.

La cessione di La7, per quanto sia avvenuta nel primo semestre dell’anno, è stata così importante che adesso avrà un impatto sui conti annuali dell’azienda. Telecom Italia stima che complessivamente, la cessione di La7, peserà sui bilanci dell’azienda per 130 milioni di euro. Certo è che i consuntivi saranno chiusi soltanto alla fine del 2013.

Possibile downgrade per Telecom

E’ ancora presto per parlare ma la preoccupazione è palpabile. Il 30 giugno, infatti, nei bilanci di Telecom è stata inserita una minusvalenza, con tanto di oneri accessori, pari a 105 milioni di euro. Il corrispettivo per la vendita della rete alla Cairo Communication è stato di un milione di euro.

Dopo la ricapitalizzazione, La7 ha raggiunto un livello di patrimonio netto concordato di 138 milioni di euro.

La brutta avventura di Apple in Italia

 Nel mondo la fama della Mela Morsicata precede di gran lungo il lancio dei nuovi prodotti Apple ma adesso, complice la crisi, anche l’azienda di Cupertino deve tirare la cinghia. In realtà a bersagliare Apple ci ha pensato più di un’azienda e più di un governo. E’ nota al grande pubblico la rivalità accesa con Samsung, così come è nota la scelta inglese di punire in modo esemplare l’elusione fiscale.

Apple cresce nei ricavi ma non è al top

Intanto Apple, in tutto questo tempo, ha continuato con la sua attività commerciale ma le vendite non sono andate bene e di recente si fa un bilancio tutt’altro che positivo anche con riferimento al nostro paese.

Il cartello Apple sugli eBook

In Italia, Apple, si serve di un retail per le vendite e sembra che l’anno scorso, questa controllata abbia chiuso i battenti registrando una perdita di 11,5 milioni di euro. In virtù di questa cifra dovranno poi essere versati all’Erario ben 2,5 milioni di euro. L’utile dei negozi, che è un altro dato da considerare attentamente, si è fermato a 10,7 milioni di euro.

Il 2012, in generale, è stato un anno triste per tutte le imprese che si occupano di tecnologia. Non sorprende quindi che Apple abbia chiuso in rosso in Italia, sulla base dei risultati portati a casa da Apple Retail ed Apple Itala.

Venduta la Steinway

 La Steinway è una delle aziende più importanti nel settore della costruzione e della vendita degli strumenti musicali. Di recente, per la crisi economica e per una serie di vicissitudini aziendali, è stata messa all’asta. Se l’è aggiudicata il re degli hedge fund che ha offerto qualcosa come 40 dollari per azione. Il titolo, però, dirà presto addio a Wall Street.

Vendite al dettaglio, bene solo i discount

Chi è il re degli hedge fund? Chiaramente nelle cronache finanziarie si parla di John Paulson che in questa asta che passerà alla storia, è stato il vero protagonista. La Steinway, infatti, è conosciuta in tutto il mondo come l’azienda che produce i migliori pianoforti, oltre che gli altri strumenti musicali.

Continua la crisi dei commercianti

L’asta se l’è aggiudicata quindi Paulson versando 503 milioni di dollari che corrispondono a 40 dollari per azione. Con questa operazione Paulson si è aggiudicato il 100 per cento del gruppo che adesso controlla integralmente e che presto dirà addio alla borsa.

Paulson, durante l’asta, era stato in parte impensierito dall’offerta di Kohlberg&Co che avevano fatto un’offerta di 35 dollari ad azione. Peccato che il suo rivale sia uno dei maggiori investitori al mondo. Basta pensare che Paulson ha ottenuto ricavi incredibili dalle scommesse sul crollo del mercato immobiliare che c’è stato nel 2008. Adesso dovrà imparare a suonare un altro motivo.

Nuove prospettive per Blackberry

 Il mercato degli smartphone e dei telefoni cellulari evoluti sta andando avanti lasciandosi alle spalle vecchie tecnologie e progetti che non trovano spazio e gradimento nel grande pubblico. In questo momento le aziende che non hanno un business di massa, come può esserlo quello di Apple e Samsung, devono prendere tempo per elaborare nuove strategie.

RIM prova a rifarsi il trucco

Il gruppo Blackberry, ad esempio, sta vagliando delle strategie alternative che saranno utili alla società per resistere alla fase di contrazione attuale del mercato ed avere nuovo slancio per il futuro. Il management di Blackberry è talmente convinto della strada intrapresa che ha pensato di esporre le quatto soluzioni in cantiere ai giornalisti del Wall Street Journal.

Record di utili e calo delle vendite per Samsung

La concorrenza delle altre aziende in primis e la contrazione delle vendite di telefoni e smartphone, ha messo alle strette la società canadese. La prima soluzione pensata è nella costituzione di una join venture, un modo come un altro per accettare con eleganza l’aiuto esterno.

La seconda soluzione, invece, è nello smembramento della società in divisioni che si occupino dello sviluppo di una sola linea di business. La terza soluzione, altrettanto interessante è nella vendita completa della società che, comunque, potrebbe trovare una scappatoia ai guai finanziari – ecco la quarta soluzione – attraverso l’uscita dalla borsa.

Continua la discesa dello spread

 Tutti coloro che non credevano nella riuscita dell’impresa, è servita la delusione su un piatto d’argento. Nonostante il recente downgrade operato ai danni del nostro paese dalle maggiori agenzie di rating, infatti, lo spread continua a scendere ed è finito sotto la soglia dei 240 punti.

Spread e borsa italiana da record

L’ultima volta che ci ricordavamo un differenziale così basso, era il 7 luglio del 2011. Adesso siamo ancora in estate ma è passata la tempesta che si era abbattuta sullo Stivale in relazione all’incremento continuo del debito. L’Italia è pronta, almeno stando alle ultime notizie, allo sprinti finale.

Letta promesso uno spread più basso

Intanto la Germania continua a spingere verso l’alto tutti i listini del Vecchio Continente visto che l’indice Zew che deve misurare la fiducia delle imprese tedesche nell’economia del paese, è superiore perfino alle stime più ottimistiche. Intanto, dall’altra parte del mondo, in Giappone, il premier propone di ridurre il peso delle tasse a carico delle aziende più grandi. Solo l’annuncio della nuova strategia è sufficiente per il Nikkei che schizza verso l’alto guadagnando il 2,75 per cento.

Si prospetta allora un Ferragosto all’insegna del riposo finanziario. Le borse si sostengono in Europa sulla base delle notizie legate ai dati macroeconomici, mentre in Giappone si teme il solito rally dovuto all’ennesimo deprezzamento dello yen nei confronti del dollaro e dell’euro.

Possibile downgrade per Telecom

 Le aziende di un paese in crisi sono esse stesse in crisi. L’equazione non fa una piega e nel caso dell’Italia inizia a trovare conferme nel rating che le agenzie attribuiscono ai colossi del nostro tessuto industriale. La mente corre subito all’affare Telecom

Telecom Italia doveva fare moltissimi passi avanti grazie all’accordo per l’integrazione di Tre Italia. Poi tutta la trattativa è saltata e questo ha destabilizzato gli investitori. Moody’s non ci ha pensato due volte ed ha deciso di “minacciare” l’industria telefonica italiana.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Telecom Italia e il suo titolo azionario, adesso, saranno sorvegliati speciali. L’ex monopolista, infatti, dovrà rendere più chiari il deterioramento delle finanze e i cosiddetti margini domestici. Insomma, dovrà fornire delle indicazioni relative al suo stato di salute visto che l’economia è in una fase molto delicata e critica, in più la concorrenza nel ramo telefonico è aumentata sensibilmente.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Fitch aveva detto senza ripensamenti che Telecom Italia aveva le finanze dissestate e aveva effettuato il downgrade del titolo. Adesso è la volta di Moody’s che addita soprattutto il deterioramento dei ricavi nel contesto della crisi economica europea.

Moody’s ha preso in esame i conti semestrali dell’azienda che sono stati chiusi con un rosso di 1,5 miliardi di euro, in seguito alle svalutazioni da avviamenti.

Consumi in calo e arretra Nestlè

 I consumi, in Italia come all’estero sono in calo. Nel nostro paese, che come suggeriscono diverse analisi, sembra aver intrapreso il cammino verso la luce oltre la crisi, gli italiani non comprano più pane e pasta e hanno effettuato un giro di vite anche sulle spese per la prevenzione e la cura della propria salute.

Nuovi concorrenti per la Nestlè

Ma in questo momento dobbiamo concentrarci sui consumi alimentari per capire meglio la crisi in cui sta incappando l’azienda Nestlè che fino a pochi mesi fa poteva dirsi sostenuta dalle abitudini di spesa dei paesi emergenti. La multinazionale che ha sede in Svizzera, infatti, ha dovuto archiviare il primo semestre dell’anno con dei risultati inferiori a quelli previsti.

Stage da Nestlé

In pratica il primo semestre del 2013 si è chiuso per Nestlé con una crescita del 3,7 % che ha portato gli utili fino a 4 miliardi di euro, pari a 5,1 miliardi di franchi. Il mercato si aspettava qualcosa in più ma a zavorrare i risultati c’è stato soprattutto l’immobilismo delle economie in via di sviluppo e la progressione davvero minima dei paesi emergenti.

Gli azionisti, in fin dei conti, possono ritenersi soddisfatti e ascoltano con piacere il bilancio provvisorio del management della Nestlè che spiega come entro la fine del 2013 si ambisca a fare molto meglio del primo semestre. La crescita attesa è pari al 5 per cento.

Piazza Affari la migliore di oggi

 Il FTSE MIB della borsa di Milano, oggi, è stato davvero eccezionale ed ha fatto in modo che il mercato tricolore brillasse nell’imperio finanziario europeo. L’indice in question, infatti, ha avviato la seduta di contrattazioni in rialzo grazie alla performance del titolo Tod’s.

Della Valle ha colpito ancora, aiutato dalla pubblicazione dei conti relativi al primo semestre. Certo non è stato l’unico titolo a brillare, visto che hanno tenuto bene anche i titoli bancari. Soltanto il Monte dei Paschi ha avuto un andamento opposto, ma è anche normale, visti gli aggiornamenti sul caso della banca senese.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

Tutti gli indici europei si sono mantenuti sulla scia di Piazza Affari. Sono andati bene anche il Ft-se 100, il Dax 30 e il Cac 40. Tutti in Europa, dunque, sembrano essere concordi con la visione ottimistica del futuro proposta dalla BCE: la ripresa è dietro l’angolo.

Piazza Affari ha dimenticato il Cavaliere

Sicuramente sull’andamento delle borse europee ha inciso positivamente anche il report pubblicato nella sessione notturna relativo all’andamento dell’economia cinese. Tutti i timori legati al comportamento della Fed sono stati polverizzati dalle notizie che arrivano dal Sol Levante.

Unico neo dei mercati è stata la borsa di Tokyo che ha chiuso le contrattazioni con un calo dell’1,59 per cento dell’indice Nikkei 225 che è arrivato a 13.605,56 punti.

Walt Disney perde quota per colpa di Depp

 Johnny Depp è sicuramente uno degli attori più amati dalle ragazze e dalla donne in generale per il suo aspetto fisico e la presenza scenica. Doti che però non sono state sufficienti per il successo dell’ultimo film targato Walt Disney: The Lone Ranger.

La pellicola in questione, infatti, ha reso meno del dovuto, visto che gli incassi si sono fermati a 87 milioni di euro, insufficienti a coprire le spese del film che ammontano a 250 milioni. Questo vuol dire che nel prossimo trimestre la Disney dovrà affrontare una perdita finanziaria in un range tra i 160 e i 190 milioni di dollari.

La Panini acquista anche Topolino

A tamponare questa emorragia, dicono gli analisti che temono anche per il tracollo del titolo Disney in borsa, ci saranno la televisione e i parchi a tema. L’allarme per la Disney è scattato subito ed ha in qualche modo anticipato i risultati del secondo trimestre.

Disney Cruise Line cerca baristi

Gli incassi di The Lone Ranger sono fermi a 250 milioni di dollari e non ci sono speranze per le prossime settimane, quindi la perdita per l’azienda produttrice sarà ingente. In generale, la Disney ha portato a casa utili per 1,85 miliardi di dollari, in aumento dell’1 per cento rispetto agli 1,83 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2012.

I ricavi sono stati pari a 11,58 milioni di dollari, in crescita, sempre rispetto all’anno scorso, del 4 per cento. Peccato che gli analisi si aspettassero qualcosa di meglio: almeno ricavi per 11,64 miliardi.