Previsioni e borse legate alla Cina

 Il rallentamento dell’economia cinese era già stato vaticinato dagli speculatori e dagli investitori finanziari, ma non si conosceva ancora l’entità di questo rallentamento. La Cina, adesso si sa, nel secondo trimestre dell’anno è cresciuta soltanto del 7,5 per cento, una crescita molto lenta e anche inferiore alle attese, soprattutto dal punto di vista percentuale.

PIL cinese in ribasso dopo il secondo trimestre

Fortunatamente la borsa di Tokyo era chiusa per ferie e quindi non ci sono stati contraccolpi traumatici nella gestione dei report legati alla Cina. Tutto si è svolto nel Vecchio Continente dove gli acquisti nelle principali piazze sono stati modesti. Nello specifico, per quello che riguarda l’Italia, sembra sia ancora troppo alta la tensione e le aspettative riguardo la soluzione del debito pubblico.

La Cina, tutto sommato, è riuscita a sostenere gli scambi nei listini asiatici, nonostante la crescita al di sotto delle aspettative. I listini europei, invece, hanno subito di più il contraccolpo e infatti la partenza positiva della settimana è stata immediatamente contraddetta da un indebolimento degli scambi.

Dichiarata la bancarotta di Detroit

A Wall Street, intanto, il Dow Jones è avanzato soltanto dello 0,1 per cento, un incremento lieve che sembra aver fatto dimenticare all’improvviso i record segnati alla fine della settimana scorsa. Il Nasdaq, invece, è rimasto lo stesso, nonostante i report legati alle vendite al dettaglio negli States, diano queste in salita dello 0,4 per cento nonostante l’aumento previsto dello 0,8 per cento.

Sports Direct in Inghilterra cresce ancora

 Ci sono delle aziende che in questo periodo di crisi riescono ancora a far sorridere i loro dipendenti, senza minacciarli di nuovi tagli del personale o dei compensi, quanto piuttosto aumentando loro lo stipendio. E’ successo ai dipendenti di Sports Directs in Inghilterra che con il superbonus ha fatto quadruplicare i salari dei commessi.

Banche inglesi sotto la pressione della BoE

Nel dettaglio sembrano siano stati distribuiti ben 135 milioni di sterline di bonus ai dipendenti visto che proprio grazie al loro lavoro, l’azienda è riuscita a crescere del 40 per cento raggiungendo una valutazione di 200 milioni di sterline. Tutti i commessi saranno premiati e per capire quanto gradito sia il risultato è sufficiente specificare che i commessi che saranno pagati meno, riceveranno ben 70 mila sterline.

Se il Regno Unito avesse adottato l’euro

Premi di questo tipo sono molto frequenti tra cui svolge lavori nel campo dello sport o della finanza. Insomma per banchieri e calciatori il premio di Sports Direct per i commessi sono soltanto bruscolini. Invece, considerando lo stipendio di un commesso che annualmente è di circa 20 mila sterline lorde, si capisce bene che quegli 85 mila euro, vale a dire 70 mila sterline, sono davvero tanti.

In totale i dipendenti a tempo indeterminato di Sports Direct sono due mila e non sembra che nella storia inglese ci sia stata prima d’ora un’azienda capace di fare altrettanto bene.

Google delude ma continua a crescere

 Google, da troppo tempo coinvolto nei processi per elusione fiscale, è comunque un’azienda che continua a crescere. Peccato che la crescita in termini economici e finanziari non sia accompagnata da un incremento della reputazione sul mercato.

In questo particolare terreno d’azione, infatti, il mercato, Google delude ancora. In particolare gli investitori additano quel che è fatto per lo sviluppo della pubblicità sul mobile, oltre che il calo delle vendite. La flessione degli introiti è dovuta soprattutto alla perdita di appeal degli smartphone e dei tablet.

L’OCSE contro l’elusione fiscale

In generale, però, il fatturato continua a crescere e registra un ottimo +19 per cento, giungendo a quota 14,11 miliardi di dollari. Una crescita importante anche se posizionata sotto la soglia attesa dagli analisti che avrebbero voluto gioire al raggiungimento dei 14,46 miliardi di dollari.

In rialzo, intanto, ci sono anche gli utili che registrano un buon +16 per cento raggiungendo quota 3,23 miliardi di dollari. Nel secondo trimestre del 2012, usato per fare le necessarie comparazioni, gli utili si erano cristallizzati intorno ai 2,79 miliardi di dollari.

Google leader dell’adv mobile

Adesso, quindi, a Google non resta che convincere gli inserzionisti pubblicitari che tutto va a gonfie vele. Peccato che ci sia poco studio e poca applicazione riguardo le campagne pensate per i dispositivi mobili. Il fatto è che se la maggior parte delle ricerche è fatta tramite smartphone o tablet, è importante trascurare per un attimo i pc per concentrarsi di più sul mobile.

Generali è too big to fail

 Ci sono della aziende in giro per il mondo, considerate da tutti troppo grandi per fallire. Quando si entra a far parte di questo club esclusivo, in genere, si ottiene una visibilità mediatica che invoglia gli investitori. Questi ultimi, tra l’altro, possono stare sicuri che il fallimento sarà evitato a tutti i costi perché sconveniente per l’azienda e per la società civile ed economica di riferimento.

Gli effetti della liberalizzazione

In questo speciale insieme di aziende, negli ultimi giorni, è entrato anche il gruppo assicurativo Generali che ha riscosso il plauso dalla comunità finanziaria europea ed italiana. Generali è stato indicato come “troppo grande per fallire” dal Financial Stability Board.

DETTOFATTO di Generali

Essere troppo grande per fallire, comporta che l’azienda s’impegni a mantenere alto il livello di riserve, più alto del normale. In più devono essere stilati dei piani organizzativi per limitare i danni economici e i fallimenti nel momento in cui la crisi durerà troppo o ci sarà una nuova ricaduta nel baratro della recessione.

La lista dei “too-big-to-fail” è composta da alcune importanti aziende assicurative europee. Oltre a Generali troviamo anche Axa, Allianz, Prudential e Aviva. In più ci sono le tre aziende statunitensi Aig, Metlife e Prudential financial e un gruppo assicurativo cinese: Ping an.

Record a Wall Street ma crolla l’Asia

 Nell’ultimo giorno di contrattazioni della settimana, l’Asia diventa la zavorra dei listini occidentali, o meglio, europei. Intanto Wall Street recupera terreno e segna un altro record. Tokyo affronta dunque una fase negativa legata probabilmente all’attesa generata dalle elezioni.

Retrocesso anche il Fondo Salva Stati

Domenica i giapponesi tornano alle urne e ci potrebbe essere una nuova maggioranza a sostegno della politica di Shinzo Abe. Nel frattempo, mentre l’Asia trema nell’attesa del responso delle urne, gli indici americani volano sostenuti dal giudizio delle agenzie di rating.

L’ultima a pronunciarsi è stata Moody’s che sostiene di aver visto migliorare l’outlook degli Stati Uniti dopo due anni performance con segno negativo. Per gli Stati Uniti, così come per la Germania una settimana fa, è stata confermata la tripla A.

Confermata la tripla A per la Germania

I listini europei, invece che seguire l’onda dell’entusiasmo americano, sono costretti a fare retromarcia e legano il loro destino a quello asiatico. Le borse del Vecchio Continente finiscono nel quadrante “rosso” e l’unica piazza che riesce a resistere meglio delle altre è Milano.

Le vendite in Europa, in questo momento, sono tornate ad essere moderate per questo non sorprende che gli investitori abbiamo deciso di trasferire di nuovo i loro soldi in America dove il Nikkei ha superato la soglia dei 15 mila punti.

I migliori investimenti per l’estate 2013

 Le borse si muovono velocemente e non per nulla agevole stare dietro a quanto succede. Ma se si ha intenzione di fare degli investimenti è necessario capire quali sono i titoli sui quali è meglio puntare per avere alti rendimenti e, soprattutto, per evitare di perdere quanto investito.

 Telecom cede terreno in borsa

Ci si può affidare a degli esperti della materia, ma per chi preferisce fare da solo gli esperti consigliano di puntare su quei titoli che, negli ultimi periodi, hanno mostrato una maggiore resistenza agli scossoni politici ed economici.

Tra questi, ci sono sicuramente alcuni nomi di società quotate in Borsa che hanno saputo reggere bene sul lungo periodo e che, quindi, si configurano come scelte privilegiate: Salvatore Ferragamo, Ansaldo Sts, Yoox e Tod’s, società che hanno dominato i listini degli ultimi tre anni.

Una seconda scelta di investimento sicura e redditizia sono i titoli bancari. Gli esperti, inoltre, consigliano di stare lontani dei titoli legati all’energia, sia i petroliferi che gli utility.

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Parlando di casi specifici, invece, gli analisti vedono molto bene gli investimenti sul titolo Fiat che è cresciuto del 42% da inizio anno e che, se l’acquisizione della Chrysler andrà a buon fine, è destinato a crescere ulteriormente.

Telecom cede terreno in borsa

 La compagnia Telecom inizia a perdere i pezzi e le azioni colano a picco raggiungendo livelli minimi e anche imbarazzanti per gli investitori. Si parla di 0,50 euro ad azione. La situazione è stata determinata dalle ultime notizie riguardo il CdA dell’azienda.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Il Consiglio d’Amministrazione di Telecom, infatti, ha deciso di archiviare, o meglio, di sospendere lo scorporo della rete, dopo che l’Agcom ha scelto di rivedere le tariffe. Tutti gli altri operatori non hanno apprezzato le mosse di Telecom perché hanno accettato la decisione dell’Autority, operata secondo le regole.

A Piazza Affari, questo comportamento di Telecom non piace affatto e infatti il titolo perde quota. Lo scorporo della rete era atteso con grande entusiasmo dagli investitori che adesso si ritrovano con un pugno di titoli Telecom tra le mani, che hanno perso il 3 per cento del loro valore.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Le azioni Telecom, per l’esattezza, hanno subito una flessione del 3,6 per cento, mentre il listino di riferimento di Piazza Affari perdeva lo 0,4 per cento. Il problema è tutto nello scorporo della rete che è considerato fondamentale per lo sviluppo del sistema di telecomunicazioni tricolore.

Se la fattibilità di questo progetto è a rischio, per via dei dubbi dell’Agcom, le ripercussioni sull’azienda Telecom sono inevitabili.

Il Real Madrid supera in valore il Manchester United

 Se avete il pallino dello sport vi piacerà sicuramente investire nel mondo del calcio dove esistono tantissime squadra che hanno provveduto a quotarsi in borsa. Un club tra i più visibili dal punto di vista finanziario è il Manchester United.

La squadra londinese, però, è stata da qualche settimana, superata in valore da un altro club “meridionale”: il Real Madrid, vale a dire la squadra del calciatore da record Cristiano Ronaldo, ma anche la squadra che presto sarà allenata da un italiano. Sembra ormai ufficiale il passaggio al club spagnolo di Carlo Ancelotti.

Il calcio italiano non è più il migliore

A fare la classifica delle squadre con il valore maggiore ci ha pensato la rivista Forbes che attribuisce il balzo in avanti del Real Madrid ad un incremento dei ricavi e dei contratti pubblicitari. Oggi, il Real Madrid vale ben 3,3 miliardi di dollari. Dal 2011 al 2012 la squadra ha registrato una crescita dei ricavi del 62 per cento.

L’UE vuole tassare il calciomercato

In questa speciale classifica non va assolutamente bene il “campionato” italiano che non fa capolino nelle prime posizioni con uno dei club tricolore. La prima squadra italiana, infatti, è il Milan ma per vedere gli italiani in cima alla classifica bisogna spostarsi dal calcio all’automobilismo. Infatti il marchio sportivo italiano maggiormente quotato è la Ferrari che in graduatoria è 21esima.