Fiducia per le banche centrali

 I mercati sono fiduciosi sul destino dell’Europa e per questo dimostrano con un’impennata degli indici, di fidarsi delle banche centrali. Lo spread italiano, tra l’altro, è tornato al di sotto dei 300 punti.

► Scende lo spred e vanno bene le banche

Le difficoltà economiche europee sono indiscusse e si accompagnano ad un’instabilità politica condivisa tanto che molti governi e gli investitori, hanno deciso di affidarsi alla politica bancaria delle banche centrali. La decisione di sostenere l’economia da parte della BCE e dei suoi omologhi, ha determinato un rialzo degli indici.

Anche per il FT la guerra di valute non esiste

Milano è cresciuta del 2,78 per cento ieri, ma anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid sono in ascesa, rispettivamente del 2,32%, 2,09%, 1,26% e 2,15%. L’entusiasmo dei mercati europei traina anche gli scambi di Wall Street che in questo momento si giova anche della scia positiva dei servizi. Il Dow Jones, quindi, cresce dello 0,6 per cento e il Nasdaq, con il +1,2%, arriva ai livelli massimi.

Niente entusiasmo sul fronte americano

Sul versante americano colpisce la battuta d’arresto del titolo Apple che è sceso sotto i margini definiti dalla capitalizzazione e viaggia sui livelli minimi da un anno a questa parte. A livello monetario, la FED ha deciso di continuare con il programma d’acquisto di 85 miliardi di euro di bond al mese, così tutte le divergenze sull’argomento sono state annullate da una scelta decisa.

L’altra banca centrale da tenere d’occhio è certamente quella giapponese che ha ribadito l’importanza e anche la necessità di acquistare titoli di stato a lunga scadenza.

EasyJet tra i grandi della Borsa

 EasyJet, da compagnia low cost, si è trasformata in soggetto finanziario di tutto rispetto nei mercati europei. La compagnia, ormai, può vantare 18 anni di onorato servizio, cominciato, c’è da dirlo, con due velivoli presi addirittura in affitto.

Adesso EasyJet ha un volume d’affari che ne giustifica l’entrata nel Ftse 100 che comprende tutte le maggiori aziende quotate nei listi della City. A livello finanziario vale circa 5 miliardi e può contare sul una forza lavoro composta da 8 mila dipendenti.

Programma laureati 2013 di EasyJet

I voli a basso costo sono stati l’emblema di una generazione: quella dei ragazzi decisi a girare il mondo con quattro soldi, quella delle persone che hanno sperato da sempre che il trasporto areo diventasse alla portata di tutti. Adesso la flotta di Easyjet, iniziata con due veicoli in affitto, è diventata molto grande: 220 aerei che trasportano ogni anno 55 milioni di passeggeri, che coprono 600 rotte in 30 paesi del mondo.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Il valore finanziario di EasyJet è di 4 miliardi di sterline ma nessuno, quando si presentava al mondo il 28 enne Stelios Haji-Ioannou, erede di un impero greco dei trasporti, poteva pensare ad un successo simile.

EasyJet ha avuto il merito di far passare l’idea che viaggiare in aereo è semplice, è divertente e costa molto poco.

 

Wall Street non basta come traino d’Europa

 Le borse, lo sappiamo benissimo, sono legate a doppio filo l’una all’altra e se per esempio Wall Street mette in fila una serie di risultati positivi, questo comporta un traino sicuro anche per i mercati europei. Stavolta però, la borsa americana non è stata sufficiente a risollevare le sorti dell’Europa che ha chiuso le contrattazioni un po’ più contrastata.

Scende lo spred e vanno bene le banche

In Europa, quindi, i mercati che avevano chiuso nei giorni precedenti con rialzi rassicuranti, non sono riusciti a consolidare il risultato a metà settimana. Il sogno di ripartire, iniziando dalla finanza, si è di nuovo infranto contro il muro delle vendite e della sfiducia degli investitori.

Le elezioni italiane e gli investimenti

D’altronde, dal Vecchio Continente, non arrivano notizie rassicuranti: gli ultimi dati Eurostat sul PIL, parlano di una contrazione dello 0,6 per cento messa a segno nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Nel 2012, quindi, la crescita è stata di molto rallentata. Nel nostro paese, per esempio, Bankitalia è stata costretta a prendere coscienza del fatto che due famiglie su tre hanno un reddito insufficiente a coprire le spese di un mese.

A livello finanziario, ad ogni modo, piazza Affari va meglio delle consorelle europee, trainata dall’entusiasmo per la vendita di La7. C’è stato quindi un crollo del titolo TiMedia, la società cedente, e un aumento delle quotazioni della Cairo Communication, la società che ha acquistato la rete televisiva.

Si è ucciso David Rossi del MPS

 Quella del Monte dei Paschi di Siena è una vicenda che sta assumendo contorni grotteschi perché sembra che sia intimamente legata ad alcuni politici eletti nel nostro Parlamento, oltre che coinvolgere una fetta importante degli investitori del nostro paese.

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Ci siamo fatti molto domande in questi mesi, per cercare di capire che fine fanno i mutui e i prestiti accesi con il Monte dei Paschi, per capire quali sono i personaggi realmente coinvolti nello scandalo dei derivati. Il buco finanziario e la necessità di porvi rimedio, ha determinato però una disattenzione rispetto ai veri attori del MPS.

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Per questo è stata accolta con molta sorpresa e costernazione, la notizia del suicidio del capo della comunicazione della Banca, David Rossi. Aveva 51 anni ed ha deciso di togliersi la vita nel suo ufficio. Non era indagato nella vicenda della Banca ma due settimane fa la sua casa privata e il suo ufficio, erano stati comunque perquisiti. Prima del folle gesto, sembra abbia lasciato un biglietto per la moglie con su scritto: “Ho fatto una cavolata”.

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Il fatto che non fosse indagato ma abbia subito una perquisizione, in aggiunta al biglietto, fa pensare che gli inquirenti fossero alla ricerca di prove che probabilmente restano ancora nascoste. Rossi, era considerato vicino a Mussari, il quale, alla Presidenza della banca, aveva preso il posto di Alessandro Profumo.

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Si aspetta il tonfo del titolo bancario in borsa.

 

L’Istat manda a picco Piazza Affari

 Il nostro paese non è solo al centro di una crescita debole, ha proprio l’indice di crescita cristallizzato, in pratica non cresce affatto. Secondo molti interpreti del caso italiano, poi, c’è da considerare lo spettro dell’ingovernabilità che sarebbe emerso dalle urne elettorali.

Goldman Sachs è innamorata di Grillo

Inutile dire che non tutti la pensano allo stesso modo, quindi, se sa un lato Fitch e Moody’s pensano ad un nuovo downgrade del nostro paese, dall’altro Krugman e Goldman Sachs, trovano provvidenziale l’avvento in Parlamento del Movimento a 5 Stelle che potrebbe essere l’unica voce antiausterity per il futuro.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Torniamo adesso ai dati Istat che hanno depresso Piazza Affari. L’Istituto nazionale di statistica ha illustrato come la riduzione de PIL sia andata di pari passo con un aumento della pressione fiscale e della disoccupazione e con una crescita del debito pubblico. La situazione che il prossimo governo deve affrontare è molto critica.

Ill rating italiano in bilico

Il mondo della finanza non ha reagito bene a dati Istat e l’ultima seduta di contrattazioni della scorsa settimana si è conclusa con una flessione dell’1,43 per cento dell’All Share e con un ribasso del Ftse Mib fino a quota 1,54%. Lo spread è tornato molto al di sopra della soglia Monti assestandosi sui 330 punti.

Tra tutti i titoli del listino tricolore, il peggiore è stato quello Mediaset, coinvolto nelle ultime vicende giudiziarie della famiglia Berlusconi. Male anche Finmeccanica, A2A e Fiat.

Apple pronta per le ultime novità

 I tempi della crisi non sono finiti, anzi, gli Stati si stanno attrezzando per “sostenere” la debolezza economica sul lungo periodo. Gli stati come le aziende che cercano escamotage per non perdere competitività con i loro prodotti e per fare in modo che siano appetibili sul lungo periodo ad un gruppo di consumatori con sempre minore potere d’acquisto.

Apple chiede aiuto agli executive

La Apple ha intenzione di non lasciare nemmeno un punto percentuale di crescita sul terreno e da diversi mesi non fa che annunciare un iPhone economico. In realtà l’azienda di Cupertino non ha svelato le carte ma molti siti esperti delle strategie di Cupertino, parlano di “coincidenze” importanti.

Apple cede nel giorno in cui cresce Wall Street

Per esempio, il sito giapponese Macotakara ha ripreso il discorso sull’iPhone low cost, spendendo numerosi post sulle particolarità del prodotto: avrebbe uno chassis in policarbonato, sarebbe venduto ad un prezzo inferiore rispetto ai modelli ora in circolazione e potrebbe determinare uno slittamento nella presentazione dell’iPhone 5S.

Low cost, tanto per intenderci, vuol dire che il prodotto in questione sarà venduto a circa 330 dollari e avrà come obiettivo, quello di scardinare la concorrenza rappresentata dai prodotti che sfruttano il sistema operativo Android oppure Windows Phone.

I margini lordi dell’azienda dovrebbero così tenere il passo, senza sprofondare nella crisi, con un interessante tenuta del titolo di Cupertino che da poco ha provato a sensibilizzare i suoi manager sulla gestione finanziaria dell’azienda.

Marchionne minaccia l’Italia

 L’Italia, alla fine delle elezioni, ha dimostrato che la popolazione è ampiamente scontenta di come vanno le cose e il voto al Movimento 5 Stelle, non è un voto di protesta, come si affrettano a dire in tanti, ma un voto contro l’austerity e un voto contro una serie di imposizioni economiche e fiscali inefficaci a garantire la ripresa.

Confermata la crisi del settore auto UE

Si è tornati così a parlare di una possibile uscita dell’Italia dall’euro. Ma a chi farebbe bene questo abbandono della moneta unica? Non di certo agli investitori, stando a quanto dichiarato da Sergio Marchionne. L’amministratore delegato della FIAT, infatti, durante il Salone dell’Auto di Ginevra, ha addirittura minacciato il nostro paese spiegando che se non si mette un freno all’instabilità politica, non ci saranno più investimenti della FIAT in Italia. Marchionne minaccia di abbandonare lo Stivale anche nel caso si decida di lasciare l’euro.

Continua la crisi dell’auto

Una dichiarazione che molti analisti hanno interpretato come il punto di vista di un imprenditore attualmente in difficoltà, alla guida di una delle aziende che maggiormente stanno perdendo terreno in Europa. Il settore delle automotive, in generale, è in crisi e in Europa sono diminuite le vendite. A crescere restano soltanto le imprese asiatiche.

Marchionne, poi, ha approfondito il tema degli investimenti, spiegando che ci si è concentrati molto sui titoli Chrysler.

Scende lo spred e vanno bene le banche

 Le difficoltà economiche che interessano l’Italia, sono condivise con il resto dell’Eurozona ma oggi la cronaca finanziaria non sembra essere interessata alla decrescita del PIL, quanto piuttosto alle decisioni delle diverse banche centrali che stanno cercando di convogliare gli sforzi per sostenere le economie dei diversi paesi.

L’Istat manda a picco Piazza Affari

Il fatto che tutti siano concentrati sulle banche centrali, si evince anche dalla chiusura delle borse di Wall Street ieri sera e di Tokyo stamattina. La borsa americana è cresciuta poco ma è in ascesa dello 0,27%, resistendo alle cattive performance di un titolo importante come Apple. Tokyo, invece, ha chiuso ugualmente in positivo trainando verso l’alto le piazze europee, Milano, per esempio, ma anche Parigi, Londra e Francoforte.

In discesa il cambio tra euro e dollaro americano

Mentre per l’Italia scende lo spread, è in corso l’Ecofin, dove, per il nostro paese, partecipa il ministro uscente dell’economia, Vittorio Grilli. All’ordine del giorno ci sono il superbonus per la banca e il sistema bancario Basilea 3 che, inizialmente hanno messo d’accordo tutta l’Europa.

Le borse di tutto il mondo, comunque, sono in rialzo dopo le dichiarazioni del vice presidente della Fed e del governatore in pectore della Bank of Japan, riguardo la necessità di continuare nel caso dell’America con il programma di acquisto mensile dei bond e nel caso del Giappone con l’acquisto dei titoli di stato a lunga scadenza.

Apple chiede aiuto agli executive

 La gestione finanziaria di un’azienda è tanto importante quanto la gestione del ciclo di produzione, per questo Apple ha deciso di sensibilizzare il management pubblicando delle linee guida. In sostanza si chiede ai manager di tenere un tot di azioni Apple, commisurato allo stipendio percepito e per un minimo di 5 anni.

Apple pronta per le ultime novità

Le linee guida per il management sono entrate in vigore il 6 febbraio scorso e prevedono nel dettaglio che gli executive conservino per cinque anni le azioni di Cupertino per un valore pari a 3 volte il loro stipendio di base. L’unica eccezione possibile si fa per l’amministratore delegato, Tim Cook.

Apple cede nel giorno in cui cresce Wall Street

A lui è chiesto di tenere azioni per 10 volte il valore del suo stipendio di base, aumentato del 50% fino a 1,36 milioni di dollari, e per un numero di anni non inferiore a 10. Queste linee guida hanno il chiaro obiettivo di sensibilizzare il management di Cupertino riguardo la parte finanziaria dell’azienda, la gestione del patrimonio azionario e via dicendo.

La proposta era già stata fatta durante il meeting annuale degli azionisti, ma in prima battuta la proposta era stata bocciata. A far passare  le linee guida ci hanno poi pensato gli investitori istituzionali.

In pratica, preoccupati dell’andamento del titolo Apple, investitori come il Calpers, avevano promosso le linee guida protettive del titolo della Mela morsicata.

Lloyds Banking Group in ripresa

 E’ considerata la più grande retail bank del mercato britannico, è la Lloyds Banking Group e nel 2012 ha dato segnali evidenti di ripresa, interessanti per investitori ed azionisti in generale.

Tagli banche inglesi 2013

La Lloyds Banking Group è sempre in rosso ma le perdite sono state ridotte fino a quota 570 milioni di sterline. Nel 2011 il buco era di 3 miliardi e mezzo di sterline accumulate in un anno. Quello che ha determinato la crisi del gruppo è stato il costo dei risarcimenti assicurativi PPI che sono stati venduti, dicono gli analisti, in modo illegale.

I risarcimenti sono saliti fino a 6,8 miliardi di sterline e quindi, gli accantonamenti, non sono bastati. Nel 2012, infatti, erano stati risparmiati soltanto 3,6 miliardi di sterline e per via della crisi, 1,5  miliardi erano relativi soltanto al quarto trimestre.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito

Alla situazione appena descritta si deve aggiungere che una settimana fa Lloyds ha dovuto anche pagare un ulteriore multa di 4,3 milioni di sterline per il risarcimento tardivo dei clienti dell’assicurazione.

Da dove arrivano quindi i segnali positivi? Dalle lettura degli utili che sono quadruplicati arrivando a 2,6 miliardi di sterline, partendo da 638 milioni di base, ma anche dalla diminuzione dei costi che sono scesi del 5 per cento raggiungendo quota 10,1 miliardi.