Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

 L’andamento di un titolo in borsa dipende sicuramente dalle vicende interne all’azienda, all’istituto di credito e via dicendo, ma è legata anche molto alle percezioni degli investitori. Dopo la pratica adottata da molti di condividere il debito grazie all’emanazione delle obbligazioni, tra gli investitori ci sono anche tantissimi “cittadini comuni” con il pallino del trading online.

Nel caso MPS è stato interrogato Baldassarri

Per questo è giustificata ed interessante la ricerca condotta da Voices From the Blogs, cioè l’Osservatorio sui social media dell’Università statale di Milano, sul caso del Monte dei Paschi di Siena.

 Cosa pensa la politica dell’affare MPS

Il sondaggio è partito dall’analisi di ben 63 mila tweet postati dagli utenti per commentare il caso dell’istituto di credito senese. Le conclusioni che si possono elaborare sono numerose ma una, in particolare, assume importanza rispetto all’andamento degli investimenti e risponde alla domanda: chi ha causato il disastro MPS?

 Bankitalia e il prestito segreto a MPS

In pratica dall’analisi dei tweet pubblicati si è cercato di capire a chi attribuiscono la colpa della crisi della banca, i cittadini. La risposta non è scontata nel senso che la responsabilità dell’accaduto non sembra essere tutta sulla testa dei banchieri ma sembra invece che sia nelle mani della classe politica che ne fa le spese anche in termini di “immagine”.

Quello che colpisce maggiormente nella vicenda, quindi, è “la faccia tosta dei politici”, e “cacciarli” sarebbe l’unica soluzione proposta dai cinguettatori.

Nel caso MPS è stato interrogato Baldassarri

 Il caso MPS, secondo molti esperti del mondo finanziario, è stato soltanto la punta dell’iceberg del malcostume del nostro management. Eppure sentiremo parlare ancora per parecchio del tempo dell’istituto di credito senese, visto che sono in corso degli interrogatori molto importanti.

Uno degli ultimi in ordine cronologico è stato quello dell’ex capo dell’area finanza della banca, Gianluca Baldassarri, sentito dal Gip di Milano nel carcere di San Vittore a poche ore dall’interrogatorio di Giuseppe Mussari a Siena. Quest’ultimo, nel capoluogo toscano, era stato accolto dalle proteste della popolazione, che gli hanno lanciato addirittura delle monetine.

 Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

Dopo l’interrogatorio, per Gianluca Baldassarri, il Gip ha chiesto la convalida del fermo e poi anche la custodia cautelare perché si teme una una fuga dell’interessato e il possibile inquinamento delle prove a suo carico. Anzi, il Gip di Milano, sentiti i colleghi di Siena, ha messo nero su bianco alcuni atteggiamenti di Baldassarri che ne confermano la malafede: l’aver nascosto la cassaforte dell’ex direttore generale di MPS, il contratto con l’operazione Alexandria e la banca giapponese Nomura cercando di ostacolare la vigilanza di Bankitalia, il tentativo di pilotare più testi e smobilitare titoli.

 Bankitalia e il prestito segreto a MPS

Baldassarri si è difeso da queste accuse dicendo che non c’era alcun contratto nascosto, ma tutt’al più conservato in cassaforte e ha dichiarato anche di aver messo sempre al corrente i manager dell’acquisizione dei titoli, come vuole la prassi.

La situazione di MPS si complica così come le condizioni del titolo in Borsa. Si aspetta con fiducia il resoconto della settimana di contrattazioni.

Commerzbank in crisi, un 2012 disastroso

 Non è tutto oro quel che luccica, anche se si parla di realtà tedesche e anche se la protagonista della vicenda è la seconda banca della Germania. Il 2012 di Commerzbank, infatti, si è chiuso con un crollo incredibile degli utili che ha falciato anche il risultato operativo di questo istituto di credito semipubblico.

 Test per la moneta unica

A parlare, sotto la pressione dei media che vogliono vederci chiaro, è stato il presidente Martin Blessing che pur avendo rinunciato al suo bonus, non ha potuto schivare le critiche, visto che un ritorno economico, nonostante la crisi l’ha avuto raddoppiandosi lo stipendio.

Poi, alle cattive performance della CommerzBank si sono aggiunti i risultati deludenti del PIL e questo ha determinato un aumento della tensione finanziaria intorno alla Germania. L’istituto tedesco, adesso, dovrà necessariamente affrontare un piano di ristrutturazione che comporta l’intervento dello Stato, visto che dopo l’avvio della crisi nel 2008-2009, la banca fu salvata con il contributo statale.

 Germania tra PIL e guerra delle valute

Nel 2012, per restare in tema, gli utili di Commerzbank sono scesi a sei milioni di euro ed è un risultato catastrofico se si fa un confronto con il passato prossimo, quando gli utili andavano oltre i 600 milioni di euro. Oggi la situazione è aggravata dalle pessime prospettive dell’Eurozona. Il non pagamento delle cedole degli azionisti, è soltanto il primo passo verso la ristrutturazione.

 

 

Scalare un’azienda per vendetta si può

 La scalata ad un’azienda, qualche volta, può essere anche il frutto di una serie di antipatie e rancori personali, covati negli anni e venuti allo scoperto nel momento più profittevole. Rileggendo l’epopea di Herbalife in borsa in queste ultime settimane, potremmo considerarlo un riassunto efficace della situazione.

 Borse tirate in basso dai dati sul PIL

I protagonisti della vicenda, fondamentalmente, sono due: Carl Icahn e Bill Ackman entrambi scalatori di successo nel mondo della finanza. Carl Icahn, forse, è più popolare del suo rivale, visto che a lui si è ispirato il protagonista del film Wall Street, Gordon Gekko.

In questa storia Icahn ha avuto la peggio perché sta rischiando davvero il KO dopo che Bill Ackman con una serie di accuse pubbliche, ha deciso di passare operativamente a contrattacco. Alla radice dello scontro il possesso dei titoli Herbalife, quotati sul mercato americano.

 Apple cede nel giorno in cui cresce Wall Street

Bill Ackman ha deciso di vendere allo scoperto a Wall Street un miliardo di azioni di Herbalife, accusando l’azienda di essere soltanto una “catena di sant’Antonio”. Non è certo l’etica ad aver ispirato il gesto, né la contrarietà recondita rispetto ai prodotti dietetici. Piuttosto è l’ostilità verso Icahn che da parte sua ha reagito comprando il 13% delle azioni di questa società.

Una scalata per vendetta che non impedirà alla Sec di vedere chiaro nel business di Herbalife.

L’India vuole un chiarimento con Finmeccanica

 Giuseppe Orsi avrebbe pagato delle tangenti ai politici indiani per ottenere l’appalto per la costruzione di un particolare tipo di elicotteri. Queste dichiarazioni seguite alle sue dimissioni e all’avanzare dell’inchiesta, hanno invogliato i leader indiani a richiedere una spiegazione, un approfondimento, un chiarimento.

► L’inchiesta su Orsi e le caratteristiche di Finmeccanica

Gli indiani sono stati chiamati in causa dall’azienda di Orsi che adesso, tramite una nota di AgustaWestland, prova a rasserenare gli animi degli investitori e degli attori coinvolti in questa storia. Il management indiano, però non ci sta a lasciar cadere tutto in questo modo e sembra sia pronta una delegazione in partenza per Roma.

Il sottosegretario indiano alla Difesa sta preparando un viaggio. Tutta la questione è stata rimessa sulla piazza mediatica dalla polizia investigativa. Già lunedì ci dovrebbero essere delle novità Intanto AgustaWestland fa sapere che le operazioni finora concluse sono state portate a termine in modo conforme alla legge.

Insomma, quella delle tangenti, è una questione esplosa con l’arresto di Orsi che ha portato alla Presidenza di Finmeccanica vacante, ma è già in forse per mancanza di prove certe. La risposta indiana, in prima battuta, è stata forte con la proposta unilaterale di cancellazione del contratto che vale ancora mezzo miliardi di euro.

Adesso, ci saranno 7 giorni di tempo per riparare i danni. I capi di Finmeccanica sono fiduciosi.

 

Della Valle ci prova per La7

 Il patron di Tod’s fa sul serio riguardo il suo ingresso nel mondo dei media. Il settore del lusso, soprattutto in finanza, è andato molto bene e l’azienda di Della Valle, insieme a Ferragamo e pochi altri, ha guidato gli scambi a piazza Affari.

Se le banche d’affari hanno già individuato otto motivi per investire nelle azioni Tod’s, non faranno fatica a capire se l’offerta dell’imprenditore è congrua o no con quanto si aspettano la rete e Telecom da lui. In questo momento, tra l’altro, sembra che Della Valle abbia chiesto l’intervento di una banca d’affari internazionale.

 Ferragamo e Tod’s trascinano in alto le borse

Nelle prossime settimane partirà una valutazione concreta dell’offerta. Per il momento si sa che è stata inviata una lettera da Della Valle a Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, per spiegare la volontà di fare un’offerta concorrenziale per La7, oggi controllata da Ti Media. L’impegno di riservatezza c’è ma occorre aspettare il resoconto degli avvocati. Poche settimane che dovrebbero essere sufficienti anche a convincere altri imprenditori del made in Italy ad investire nella rete.

Le indiscrezioni parlano di cinque o sette persone che potrebbero unirsi a Della Valle nell’impresa che non esclude, in questo momento, nemmeno la partecipazione di alcuni volti noti della rete. In questo senso si fanno i nomi di Enrico Mentana e Michele Santoro.

 

Aumenta la cedola ENI

 Paolo Scaroni ha annunciato che quest’anno il dividendo per gli azionisti aumenterà del 4 per cento rispetto all’esercizio passato. La società sta bene ed è giusto premiare chi crede in lei. Gli azionisti dell’ENI avranno quindi un dividendo per azione di 1,08 euro, rispetto a 1,04 euro pagati per il 2011. Una parte del dividendo 2012 è già stata data in acconto, si parla di 0,54 euro per titolo.

Indagato l’ad di Eni, che ne sarà del titolo?

Il gruppo petrolifero ha dato questa interessante notizia dopo l’approvazione del preconsuntivo 2012. L’azienda, praticamente, è cresciuta in modo costante nel contesto europeo caratterizzato da una forte battuta d’arresto del comparto energetico.

► Opec alza stime domanda mondiale petrolio

Per l’ENI il dividendo accresciuto è soltanto uno dei tanti passi in avanti. Anche l’utile operativo dell’azienda è cresciuto, con un rialzo del 14,6 per cento su base annua, arrivando a quota 19,75 miliardi . Molto di questo successo, secondo Scaroni, si deve alla divisione Exploration & Production.

Per quanto riguarda l’utile netto, anche questo dato continua a crescere con un rialzo che si sostanzia nel +2,7 per cento che lo porta a quota 7,13 miliardi di euro. Scaroni, commentando tutti i dati in questione, sottolinea che almeno per la sua azienda il 2012 è stato un anno da record. I risultati ottenuti in Mozambico, nell’Africa Occidentale, in Indonesia e nel Mare di Barents, sono a dir poco entusiasmanti.

L’inchiesta su Orsi e le caratteristiche di Finmeccanica

 La Presidenza di Finmeccanica è vacante ma questo non c’impedisce di di entrare nei dettagli dell’inchiesta sul Presidente dimissionario Giuseppe Orsi e sulle caratteristiche dell’azienda Finmeccanica. Entrambi i discorsi possono essere utili per indirizzare gli investimenti nel futuro.

Dettagli sull’inchiesta a carico di Giuseppe Orsi. Partiamo dall’inchiesta su Giuseppe Orsi che attualmente è in custodia cautelare in carcere ed è al centro di un’indagine per corruzione in cui è coinvolto anche Bruno Spagnolini che guida la società Augusta Westland che avrebbe dovuto produrre gli elicotteri incriminati. Le tangenti attribuite ad Orsi sarebbero state pagate nel 2010. All’epoca sembra siano stati versati 50 milioni di euro al management indiano per aggiudicarsi l’appalto per la costruzione di 12 elicotteri AW101 da parte dell’Augusta Westland che in quel periodo era proprio gestita da Orsi. La costruzione degli elicotteri è iniziata nel febbraio del 2010, dopo l’assegnazione della gara e i primi elicotteri sono stati consegnati alla fine del 2012. L’appalto vinto era di 550 milioni di euro.

 Crisi Piazza affari per colpa di scandali grandi imprese

Le caratteristiche di Finmeccanica. Il gruppo industriale in questione ha la sua sede a Roma e complessivamente impiega circa 70 mila persone sparse in 50 paesi in tutto il mondo. Ha una decina di controllate tra cui l’Agusta Westland, Selex o Alenia. I settori produttivi in cui opera sono quello dell’aeronautica, della difesa, dell’energia e dei trasporti.

 Grilli su Finmeccanica e sulla ripresa italiana

Effetti della fusione tra American Airlines e US Airways

 La fusione tra l’American Airlines e l’US Airways porterà alla nascita della più grande compagnia aerea del mondo. Le due compagnie americane hanno deciso di fondersi per acquisire un maggiore potere economico e commerciale e la decisione non è stata affatto sofferta, anzi approvata all’unanimità dai due Consigli di Amministrazione.

L’AMR Corporation che è proprietaria dell’American Airlines ha detto sì a questo matrimonio e non è stata lasciata sull’altare dal nuovo partner, l’US Airways. Adesso, però, è necessario che le nozze siano ratificate dall’antitrust a stelle e strisce e dai giudici fallimentari che si stanno occupando dell’AMR Corporation.

► Fusione American Airlines – Us Airways

Quest’ultima società, tra l’altro, non è entrata in un periodo di crisi di recente, anzi ha dichiarato la bancarotta nel novembre del 2011 e da allora, in effetti vanno avanti le trattative per la fusione delle due compagnie aeree. L’US Airways, in termini di grandezza, è sicuramente più piccola dell’American Airlines ma avrà da guadagnare molto dalla fusione, soprattutto in termini strutturali.

► Air France smentisce la trattativa

La fusione sarà completa e, nei piani degli attori coinvolti nell’impresa, dovrebbe concludersi entro il 2013. La nuova compagnia, che scaturirà dalla fusione, dovrebbe avere un valore complessivo di 11 miliardi di dollari che in euro equivalgono a 8,2 miliardi.

Il risultato delle fusione sarà che la disponibilità di 900 aerei, 3200 voli ogni giorno e 95 mila dipendenti.