Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

 Gli equilibri dell’industria dolciaria italiana stanno cambiando: Bistefani, infatti, ha deciso di mettersi nelle mani della Bauli, facendo “cambiare i connotati ai suoi prodotti”. Una scelta che oltre ad incidere sull’immaginario collettivo degli amanti dei Krumiri e dei Panettoni, avrà un effetto deciso sul mercato finanziario.

 Bauli pronta per rilevare la Bistefani

Erano mesi che la Bauli e la Bistefani trattavano per raggiungere un accordo commerciali e forse a causa dell’intensità del lavoro durante le feste, a Natale sembrava che la fusione dovesse essere gettata alle ortiche. L’azienda veronese Bauli non era più interessata a mettere le mani sul patrimonio della piemontese Bistefani.

I sostenitori del made in Italy, invece, hanno spinto affinché si ricucisse lo strappo e i vertici delle due aziende si accordassero per costruire un gruppo da 5oo milioni di fatturato, con 1100 addetti. La volontà di tutti era di salvare capra e cavoli: posti di lavoro e produzione italiana.

La firma dell’accordo è arrivata la settimana scorsa, leggermente spinta dall’aggravarsi della situazione finanziaria della Bistefani. Non si conoscono però i termini finanziari dell’accordo ma si sa soltanto che l’industria piemontese aveva accumulato in questi anni ben 35 milioni di euro di debiti. La Bistefani, a detta del presidente uscente, poteva vantare anche 75,4 milioni di euro di ricavi nel 2011, ma in questi due anni ha pagato per la crisi delle sue controllate, tra cui ad esempio la Luigi Viale SpA, presente nel settore GDO con il marchio Dimeglio.

Impregilo resta alto e si punta alla rinascita

 La crisi delle costruzioni interessa non solo le singole ditte che non trovano più spazi edificabili nel nostro paese, ma interessa anche i grandi colossi dell’edilizia tricolore, tra cui, ad esempio, l’azienda Impregilo. Le azioni di quest’ultima, però, restano ad un buon livello in borsa e sono quasi tutti sicuri che ci sarà presto un rilancio.

 Calano i permessi per le nuove costruzioni

Impregilo, a piazza Affari, continua a rimanere sopra la soglia dei 4 euro e molto di questo “volare alto” si deve alle scelte di Salini che ha pensato di lanciare un’offerta per il titolo. In realtà, c’è da considerare anche la volontà di Gavio di ribaltare la situazione e le intenzioni dell’imprenditore romano che vuol e arrivare ad avere nelle sue mani il 50,1 per cento delle azioni Impregilo.

 Per l’immobiliare ripresa dal 2014

Il titolo in questione, al momento, ha una liquidità ridotta, ma si potrebbe approdare ad una situazione totalmente nuova se fossero mantenuti i valori dell’Opa di Salini che adesso, a vederla dall’esterno, possono apparire anche eccessivi, rispetto al 29% delle azioni che sono del gruppo Gavio. Di fatto, però, offrono agli investitori, un modo per monetizzare la loro posizione rispetto al titolo.

Gli analisti fanno presente che se riuscisse l’impresa di Salini di accaparrarsi la maggioranza assoluta di Impregilo, allora per Gavio la situazione si complicherebbe di molto e rimanere azionista di Impregilo sarebbe davvero difficile.

Soluzioni per la crisi Apple

 Apple denunciata da Greenlight Capital è una notizia che sta facendo il giro del mondo, soprattutto negli ambienti finanziari, riportando in primo piano le vicende dell’azienda di Cupertino. Allo stesso tempo, almeno gli investitori italiani, prendono atto del fatto che Apple assume in Italia.

Fatti a parte, per molti investitori, questo è il momento ideale per concentrare l’attenzione sui titoli dell’azienda che fu di Steve Jobs. Dopo le accuse della Greenligh Capital, Apple ha risposto in un comunicato stampa che sta per discutere della restituzioni di ulteriori capitali agli azionisti. Entro la fine della settimana dovrebbe mettere sul piatto della bilancia ben 10 miliardi di dollari.

Dopodiché, entro tre anni, dovranno essere restituiti altri 45 miliardi dollari. In pratica gli investitori potrebbero avere un guadagno di 32 dollari per ogni azione.

Davanti a questa situazione l’Economic Times, ha provato ad immaginare come usare i fondi cash dell’azienda, invece che provvedendo alla restituzione. Le strade percorribili sono ben 9 strade percorribili. Proviamo ad indicarne almeno una. In primo luogo la Apple potrebbe acquistare circa 213 milioni di iPhone da distribuire agli abitanti del Texas e del Mississipi. Un modo per far circolare il nome e per far riprendere le vendite di dispositivi con il marchio della Mela Morsicata.

Apple denunciata da Greenlight Capital

 Se ci sono dei titoli azionari sui quali vale la pena investire, si tratta dei titoli tecnologici ed in particolare, giacché si gioca in borsa, vale la pena rischiare un po’ andando a mettere le mani nel tesoro dei giganti come Google ed Apple. Tanto sono grandi queste aziende, quanto sono sensibili a quel che accade sul mercato.

Prendiamo ad esempio Apple che dopo qualche settimana trascorsa in sordina, in seguito al crollo a favore di Exxon, e dopo la pubblicazione dei consueti dati trimestrali, è di nuovo nell’occhio del ciclone.

 Apple lascia lo scettro ad Exxon

Le tensioni intorno al titolo Apple nascono dal fatto che è in corso una polemica tra Cupertino e Greenlight Capital o meglio tra l’azienda di Cupertino e un azionista in particolare, David Einhorn che si conosce nell’ambiente come un esperto di fondi.

In questo momento, quindi, Apple è chiamata pubblicamente a difendersi dall’accusa di adottare una strategia depressiva che le consente di tenere in mano un bel gruzzoletto di liquidità. Il problema è che questi soldi sono tenuti lontano dai luoghi in qui possono essere tassati. 

 Elusione fiscale Apple

Cupertino, un po’ come ha fatto anche Google, è andata a mettere al sicuro i suoi 137 miliardi di dollari all’estero.

L’UE vuole tassare il calciomercato

 Il rating dell’Europa potrebbe crescere se le intenzioni, sul fronte fiscale, fossero effettivamente rispettate. L’UE, infatti, proprio nel momento in cui si conclude il mercato di riparazione per i team calcistici, ha deciso di affrontare il tema del calcio mercato.

► L’IRAP milionaria sul calciomercato

Introdurre una tassa di questo tipo potrebbe avere due effetti: uno positivo sulla credibilità del Vecchio Continente e uno negativo sulle finanze delle diverse squadre che, qualora fossero anche quotate in borsa, potrebbero vedere il loro titolo perdere quota.

► Atteso il tonfo in borsa dell’AS Roma

In sostanza sono stati i consulenti coinvolti nella Commissione europea a proporre una tassa che rimetta in equilibrio i rapporti finanziari tra i diversi club in Europa. Un sistema che richiama alla memoria il funzionamento dell’NBA ma che, in fin dei conti, ha più di un obiettivo.

► Anche in crisi il mercato del calcio frutta alle squadre

Per esempio un goal non marginale è quello della valorizzazione dei vivai delle squadre. Come funzionerebbe infatti la tassazione? Il passaggio di un giocatore da una squadra all’altra vale milioni di euro. Su questo scambio è introdotta l’imposta e il ricavato viene redistribuito tra le squadre.

► Calciatori meno tassati in Italia

Il meccanismo non è stato definito nei dettagli alla stampa ma è tutto spiegato in un documento che sta completando la società di consulenza Kea European Affairs. Di certo c’è che questo business muove più di 3 miliardi di euro l’anno.

Microsoft rileva Dell

 L’azienda Dell, un po’ come farà presto Seat Pagine Gialle in Italia, ha deciso di abbandonare il terreno impervio della borsa, accettando al tempo stesso un’offerta d’acquisto combinata dal direttore dell’azienda stessa, da Silver Lake e dalla Microsoft. Il valore dell’affare si aggira intorno a 24,4 miliardi di dollari e almeno nel settore tecnologico, non si ricordata un’acquisizione del genere dal 2007.

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In quell’anno, infatti ci fu l’acquisizione di Alltell da parte di Tpg e Goldman Sachs per 25 miliardi. Nella liquidazione delle azioni, ogni azionista otterrà circa 13,65 dollari per titolo che è un valore superiore agli 11 dollari della quotazione in borsa, nel momento in cui sono iniziate a circolare le voci sull’acquisizione. In pratica Dell ha perso più della metà del suo valore in cinque anni visto che tempo addietro i suoi titoli valevano anche 40 dollari l’uno.

► Le dieci aziende in cui si lavora meglio

L’esperienza di Dell in borsa è durata circa 25 anni. Nel 1988 era stata lanciata una Ipo che aveva catapultato l’azienda nel magico mondo del Nasdaq. L’Ipo valeva 30 milioni di dollari e fu giudicato un record. Adesso, agli azionisti andranno circa 24,4 miliardi di dollari tra i contanti e le azioni.

Microsoft parteciperà all’operazione con un prestito da 2 miliardi di dollari, cui si aggiungeranno gli altri due soci con le loro doti di titoli e contanti.

L’epopea di Seat Pagine Gialle

 Tra le azioni meno costose del mercato internazionale, c’è anche la “nostra” Seat Pagine Gialle, unica azienda a finire in questo elenco che non inorgoglisce nemmeno un po’ i broker del Belpaese. Ai tempi d’oro, le azioni di questa azienda, erano anche scambiate a 20 euro l’una, adesso valgono poco più di 3 millesimi di dollaro.

Cos’è successo e come possono approfittarne gli investitori? L’azienda Seat Pagine Gialle, attualmente, è vicinissima al fallimento e a dirlo è il management che si sta ingegnando per trovare una soluzione che da un lato garantisca la continuità aziendale evitando di creare un buco nella realtà industriale italiana e dall’altro riduca ai minimi termini l’indebitamento così da rendere sostenibile il rimborso dei debiti.

► A sorpresa il rimbalzo di MPS a piazza Affari

Il grosso problema incontrato in questa operazione è la presa di coscienza del cambiamento del panorama industriale. Oggi, tra l’altro, Seat si trova a non poter nemmeno rispettare le scadenze del 2013. Per questo una delle poche strade percorribili sembra essere quella del concordato preventivo.

La richiesta è stata presentata al Tribunale di Milano, mentre si disponeva la sospensione del pagamento delle rate semestrali di interessi, in scadenza il 31 gennaio. La debolezza strutturale dimostrata dall’azienda, che fino a questo momento non aveva dato segni di cedimento, ha convinto giudici e creditori sulla validità del concordato.

A sorpresa il rimbalzo di MPS a piazza Affari

 Piazza Affari, dopo un lunedì archiviato in modo del tutto negativo con una perdita complessiva del 4,5 per cento, nella prima parte della giornata di oggi, ha visto svolgersi le contrattazioni in terreno positivo. Un po’ come è successo anche negli mercati europei.

 Le borse di Milano ed Madrid sono dei gamberi

Alla fine della mattinata si parlava di un incremento dell’1 per cento, favorito anche dal rimbalzo del titolo del Monte dei Paschi di Siena e dalle vendite legate al titolo Enel Green Power. Sull’andamento di alcuni titoli ha influito anche la questione della Kpn di Amsterdam che per esempio ha trascinato verso il basso il titolo Telecom Italia.

Crolla del tutto anche il titolo di Seat Pagine Gialle che è tra le azioni meno costose del mercato e dopo un ribasso – soltanto teorico – del 40 per cento, ha chiesto un concordato preventivo per far fronte alla situazione di crisi in cui galleggia.

Altalena poco felice anche per lo spread che ha raggiunto la sua punta massima di 294 punti per poi riportarsi sotto la soglia Monti. Attualmente il differenziale tra Bund e BTp a 10 anni è fermo sui 286 punti con un rendimento cresciuto fino al 4,47%.

 Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

Leggermente meno burrascoso il percorso dello spread tra i bonos e i bund che tutto sommato si è tenuto intorno ai 387 punti con un tasso del 5,48 per cento.

Le azioni meno costose del mercato

 Immaginate di essere al bar e di pagare un caffé. Con la stessa quantità di denaro, nel mercato, si possono comprare anche più di 300 azioni. Ci sono infatti dei titoli che, presi singolarmente, valgono davvero pochissimo. Li ha esaminati il Sole 24 Ore individuandone ben 385.

► A Milano affonda SAIPEM

Tanto per restare in Italia si parte con i titoli di Seat Pagine Gialle che costavano, alla fine della settimana scorsa, qualcosa come 0,0027 euro, cioè  3 millesimi di euro. E questo dopo un rimbalzo del titolo del 3 per cento. La presa di coscienza di questo valore ci porta indietro nel tempo fino a marzo del 2000 quando le stesse azioni erano scambiate per 7 euro l’una. Nonostante un ripensamento integrale dell’azienda, il crollo definitivo c’è stato proprio l’anno scorso con un calo dell’81 per cento.

► E’ Wall Street a spingere Milano in alto

Nella classifica delle 10 azioni con i valori più bassi della storia, Seat Pagine Gialle è al quarto posto, preceduta soltanto da Inter Rao UES, le cui azioni costano 0,007 dollari l’una, da VTB Bank, le cui azioni si scambiano a 0,002 dollari e da ATM Holding per cui si spendono 0,0027 dollari ad azione. In dollari, i titoli di Seat Pagine Gialle valgono 0,0038 $.

Le prime due società che abbiamo citato in questa speciale e sfortunata classifica, sono indicizzate alla borsa di Mosca, mentre la terza opera in territorio olandese.