Saxo Bank spiega il disastro euro

 Il CEO di Saxo Bank Lars Seier Christensen, presente ad un evento molto importante per il mercato finanziario, tenutosi a Londra, spiega che non è mai stato protagonista di un periodo economico così turbolento ma al tempo stesso interessante sotto il profilo analitico. Il riferimento è alla crisi dell’euro.

C’è chi crede nella fine dell’euro

Perché non funzionano l’euro e l’Europa? La prima domanda cui il CEO di Saxo Bank deve rispondere è questa. La risposta sembra semplice: l’euro è un disastro e la sua situazione non è destinata a migliorare nel giro di pochi mesi. Bruxelles da sempre promette di essere sulla strada del recupero ma negli ultimi sei mesi non ci sono stati segnali positivi nel Forex all’indirizzo della moneta unica.

I titoli sloveni sono considerati tossici

Quando la crisi interesserà anche la Slovenia e Malta che sono sul punto di crollare, sarà evidente che la metà dei paesi dell’area euro, sono andati in rovina proprio dopo aver adottato l’euro nel quale avevano riposto le migliori speranze. L’euro, oggi, più che essere una moneta, è da considerare un costrutto politico senza fondamento economico e fiscale.

Visto l’impegno politico nel mantenimento dell’euro è molto probabile che si continui a fare di tutto per tenere in vita la moneta unica ma l’euro, ormai è spacciato e su questo non ci sono dubbi. Il fatto è che l’unità politica necessaria al sostentamento dell’euro, si pensava potesse essere costruita con l’unione monetaria. Ma così non è stato.

La Bank of Korea taglia i tassi

 La Bank of Korea ha tagliato i tassi, così come poi ha fatto la BCE pensando di essere di stimolo alla’economia. Il tasso di riferimento è quindi stato abbassato di 25 punti base fino al 2,5 per cento che rappresenta il minimo dall’inizio del 2011.

La BCE e i tassi d’interesse sui mutui

La decisione della banca centrale è arrivata dopo l’approvazione del Parlamento di Seul del budget supplementare di 5,300 miliardi di won che dovranno essere usati come stimolo per l’economia. Il Giappone aveva fatto la stessa cosa e la Corea del Sud ha semplicemente seguito l’esempio del colosso asiatico. In quella porzione di mondo, infatti, gli stimoli monetari e quelli fiscali sono da considerare prioritari per lo sviluppo.

► La Nuova Zelanda parte dal kiwi

La notizia relativa alla Corea è stata soltanto la seconda bella notizia dopo la scelta della Reserve Bank of Australia di abbassare i tassi di riferimento fino al minimo storico del 2,75 per cento. Questo non vuol dire che la politica monetaria espansiva sia finita, anzi, sembra che le porte siano ancora aperte. La Corea del Sud, in fondo, ha dato il via alla prima riduzione di tassi nel giro di sette mesi.

Diverso è il discorso portato avanti dalla Fed che invece ha deciso di frenare il suo quantitative easing.

 

 

I market mover del 9 maggio

 Il mercato valutario oscilla anche sulla base dei dati economici che giorno per giorno sono diffusi dalle agenzie dei vari paesi. Questi dati costituiscono i market mover di giornata. Il 9 maggio, il mercato valutario, sarà condizionato dalla diffusione dei dati sull’occupazione validi per l’Australia e per la Nuova Zelanda.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

Secondo gli analisti questo dato dovrebbe restare stabile e ci dovrebbe essere perciò una flessione del dato neozelandese. Questo dato sarà diffuso durante la notte. Mentre la mattina sarà condizionata dai movimenti dell’euro definiti dalla BCE e dalla sterlina.

Crescente il cambio euro dollaro

La BCE, infatti, rilascerà il Bollettino con le informazioni e i dati statistici definiti dall’ultimo meeting del consiglio direttivo. La decisione della Banca Centrale Europea, infatti, è stata quella di tagliare i tassi. Per quanto riguarda la sterlina, invece, ci sarà l’influenza del dato sulla produzione manifatturiera che è data in calo dallo 0,8% allo 0,4 per cento. Qualora il market mover in questione sia superiore alle attese, è probabile che la sterlina subisca una spinta al rialzo.

La sterlina, che come dicevamo è la grande protagonista di giornata, sarà influenzata anche dall’appuntamento della Bank of England, che annuncerà nel pomeriggio le decisioni sulla politica monetaria.

Crescente il cambio euro dollaro

 Dopo una fase che potremmo definire di stasi, legata al fatto che la crisi economica, collegata alla crisi valutaria ha messo in ginocchio il Vecchio Continente ma non ha risparmiato il resto del mondo, adesso il mercato valutario sta vivendo una nuova fase “crescente” almeno per quanto riguarda il volume degli scambi.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

La prima notizia presente nel mercato riguarda il cambio tra il dollaro neozelandese e il dollaro americano che tutti conoscono come kiwi. Questo è arrivato ai minimi storici, fino a quota 0,8350, ed ora la Nuova Zelanda ha deciso di avviare una politica economica di svalutazione della valuta locale per far ripartire l’economia.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Per quanto riguarda il cambio tra euro e dollaro, entrano in ballo i rapporti economici e le prospettive di crescita del Vecchio Continente e dell’America. Ad influenzare questo cambio, di recente, è intervenuto il dato sulla produzione industriale della Germania. Il dato diffuso che ha subito colpito gli investitori, si è dimostrato superiore alle aspettative, almeno in relazione al mese di marzo.

Oggi il cambio euro/dollaro si assesta intorno al +1,2 per cento che è anche lo 0,5% in più del mese precedente. Nel giro di pochi minuti dalla diffusione dei dati sulla produzione industriale tedesca, la coppia euro/dollaro è passato da 1.3106 a 1.3138.

 

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

 Il mercato Forex è senz’altro uno dei mercati più interessanti per chi investe nelle opzioni binarie visto che scommettere sui trend descritti da una moneta è apparentemente più semplice che investire sulle scelte economiche dei singoli stati.

► Cosa muove l’euro

Per individuare un trend monetario, infatti, è bene che siano selezionati i giusti market mover. Oggi, sotto la lente d’ingrandimento, c’è il dollaro neozelandese visto che è la valuta più venduta tra le major currencies.

► Cosa influirà sul mercato valutario oggi?

Il governatore della Banca Centrale di Wellington, vale a dire la Reserve Bank of New Zealand, ha impresso la sua direzione al mercato valutario visto che ha deciso che sul mercato sarebbe stato messo un freno al continuo apprezzamento della valuta nazionale.

Il dollaro neozelandese, infatti, è cresciuto al ritmo del 10 per cento circa sul mercato delle monete estere. Il tasso di cambio tra dollaro neozelandese e dollaro americano, nel Forex, comunemente chiamato “kiwi”, è crollato ed è arrivato ai minimi storici, vale a dire a 0,8350.

Diametralmente opposto il cambio EUR/NZD che è salito fino a 1,5710 il valore massimo dalla fine di marzo. Adesso è probabile, come prevede anche Credit Suisse, che si provveda ad un ulteriore taglio dei tassi d’interesse per indebolire il dollaro neozelandese.

C’è chi crede nella fine dell’euro

 Il mercato valutario procede con un andamento molto particolare. L’euro nel dettaglio è sotto i riflettori per via della crisi che sta interessando il Vecchio Continente. Per diversi anni, quindi, ci si è chiesti quanto entrare nell’euro sia stato vantaggioso per gli stati membri dell’Eurozona. Oggi molti paesi ripensano all’adesione alla moneta unica, tranne la Lettonia, decisa a togliersi di dosso lo stereotipo di paese povero.

La Fed condiziona il mercato Forex

Uno scenario variegato su cui entra a gamba tesa il cofondatore di Saxo Bank, un certo Lars Seier Christensen che considera l’euro una moneta destinata al fallimento. Anche il suo saliscendi, in fondo, secondo Christensen, non è che un’illusione ben costruita.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Il fatto è che l’euro, finora, si è appoggiato a fondamenta poco solide. Tutto il sistema della moneta unica, quindi, potrebbe crollare, a meno che qualcuno non voglia fare delle modifiche in modo da eliminare i problemi di sempre. Il CEO di Saxo Bank ritiene che molti investitori sapessero fin dall’inizio che l’euro non era il massimo delle cose auspicabili ma tutti speravano nell’unione fiscale e nei grandi trasferimenti di denaro. La popolazione invece, non era preparata ad un passaggio simile.

Qualcosa riguardo il destino dell’euro, potrebbe cambiare da settembre dopo le elezioni tedesche a patto che le aspettative, il terzo mandato per Angela Merkel, sia confermato dalle urne. Leggi anche: Come cambiare bitcoin in euro

L’euro è troppo forte?

 Il partito anti-euro è sempre più pericoloso e, al di là della sua rappresentanza nell’uno o nell’altro parlamento, sottolinea il problema della forza della moneta unica. Un paradosso, oggi giorno, ossessiona gli analisti: se l’euro diventa più forte, potrebbe minacciare la resistenza dell’euro stesso?

La crisi secondo Jens Weidmann

Il fatto è che una moneta forte scoraggia la ripresa economica. Basta vedere quello che sta succedendo in Giappone dove la banca centrale ha deciso di iniettare continuamente liquidità sul mercato per evitare l’apprezzamento dello yen e sostenere l’economia locale.

Il modello giapponese di riferimento per la Grecia

Nello stesso tempo, l’Europa, ha bisogno che gli investitori credano nella ripresa del Vecchio Continente e se questo accade vuol dire che l’euro è di nuovo in salita.

Dunque c’è bisogno che l’euro cresca per consolidare la fiducia ma c’è anche bisogno che l’euro resti ai minimi livelli per sostenere la ripresa economica. Un passaggio monetario non facile da superare.

La situazione dell’euro è la seguente: la moneta unica, negli ultimi 15 mesi ha toccato la sua punta massima, è arrivata ad essere scambiata 1.3711 contro il dollaro. Il rialzo in termini percentuali è stato del 14 per cento ed è cresciuta di 4 punti percentuali soltanto in riferimento alla prima parte dell’anno.

Una lieve flessione si deve soltanto alla gestione un po’ maldestra del salvataggio di Cipro.