L’Iran boccia senza mezzi termini la proposta di congelamento della produzione e il petrolio crolla di nuovo sotto quota 31 dollari, facendo affondare le Borse europee e non solo. Da Wall Street all’Asia, fino al Vecchio continente, la caduta è immediata.
Materie Prime
Petrolio, trattative ancora incerte
Il petrolio prosegue nella sua fase di oscillazioni intorno alle prospettive di un taglio della produzione da parte dei Paesi Opec e della Russia. Nel frattempo i listini europei provano a consolidare i rialzi, in scia ai listini asiatici. Milano sale del 2,1%, sfruttando il rimbalzo di Telecom e l’andamento di Mps. In linea le altre: Londra aggiunge lo 1,45%, Francoforte 1,8%)e Parigi il 2%.
Borse europee, volatilità malgrado accordo sul petrolio
Volatilità sui listini europei malgrado l’annuncio di un’intesa tra Russia e Arabia Saudita per bloccare la produzione di petrolio ai livelli attuali. Accordo mal digerito.
Il petrolio affossa i listini
Il petrolio crea nuovi problemi alle Borse e agli investitori. Durante gli ultimi mesi la correlazione tra andamento del prezzo dei brarili e mercati azionari è sempre più marcata.
Prezzo petrolio a rischio crollo, a cosa si deve questo movimento?
L’inverno particolarmente caldo e questo determina una riduzione importante del prezzo del petrolio e delle altre materie prime energetiche, ancor più che per quelle agricole. Lo evidenzia un ampio report di Goldman Sachs dedicato alle materie prime, “Winter weather a bigger risk for energy than agriculture”.
Un’altra prospettiva sui prossimi rapporti commerciali USA-Iran
Le Figaro, quotidiano francese, offre una prospettiva diversa sulla fine delle sanzioni economiche per l’Iran e nel dare la notizia spiega che dopo 40 anni finalmente gli Stati Uniti potranno esportare nuovamente il loro petrolio anche in medioriente. Così sottolineano una delle contraddizioni su cui anche i media italiani hanno posto l’attenzione.
La fine delle sanzioni economiche verso l’Iran
Per il settore delle materie prime il prossimo anno sarà senz’altro interessante visto che a gennaio gli Stati Uniti inizieranno a rimuovere una parte delle sanzioni economiche nei confronti dell’Iran secondo un accordo internazionale che in cambio prevede il fermo del programma nucleare iraniano.
Anglo-American taglia 85.000 posti di lavoro
A differenza di quanto si verifica per molti comparti industriali, nel campo delle materie prime è meglio abbandonare il gigantismo.
Allarme da champagne a cacao ma banane made in Italy
Bisognare fare attenzione all’ambiente e non soltanto per scrupolo ecologico ma anche perché l’agricoltura potrebbe soffrirne, potrebbero infatti venire a mancare delle materie prime e dei prodotti lavorati che fanno ormai parte del nostro menu. L’allarme lanciato alla Conferenza sul clima.
Usa primo produttore mondiale di petrolio
L’Arabia Saudita e la Russia erano nel mirino degli States da anni ma adesso finalmente gli industriali a stelle e strisce possono gridare al mondo che è avvenuto il sorpasso: gli Stati Uniti nel 2014 sono stati il più grande produttore di petrolio al mondo.