Perché è urgente la riforma del catasto

 La campagna elettorale si è giocata sui temi fiscali, in particolare il riferimento di tutti i discorsi dei politici in corsa è stato alla tassa sugli immobili. Un tema sul quale si sono divise nettamente la Destra e la Sinistra. L’ex ministro Mara Carfagna, ospite di In Onda, il programma d’informazione di La7, ha ribadito che il suo partito ha promosso a lungo la sospensione, o l’abolizione dell’IMU al fine di far ripartire i consumi degli italiani.

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In realtà a preoccupare sul lungo periodo è l’immobilità registrata sulla riforma dei dati catastali. In questo momento, infatti, nel nostro paese a rischiare di più sono coloro che abitano nelle periferie e posseggono soltanto una prima casa. Tutto l’apparato catastale, infatti, poggia ancora su una normativa del 1939 che prendeva le mosse dai proprietari degli immobili senza grandi differenze tra chi abitava in centro e chi abitava nelle periferie.

Imu: modello def e istruzioni

Adesso invece, urge l’aggiornamento della legislazione alla situazione del paese. Il principio di riferimento è sempre lo stesso: fare in modo che chi ha di più, paghi di più. Chi possiede più case, deve pagare più tasse ma deve essere più equa anche la differenziazione delle imposte. Chi abita in centro non può pagare meno di chi abita, ad esempio in periferia.

Vendere casa senza fare errori

 Il mercato immobiliare, in tempo di crisi, appare molto insidioso ed è sempre più facile per chi compra casa incappare nel falso affare e per chi vende casa non riuscire a concludere la trattativa ottimizzando i guadagni. Ecco allora che su numerosi portali compaiono i consigli per evitare di compiere errori durante la vendita di un immobile.

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Sicuramente un errore molto comune è quello di fissare un prezzo di vendita superiore a quello di mercato con la speranza che poi, durante la trattativa, contrattando con l’acquirente il prezzo effettivo di vendita, ci si metta in tasca quello che si desidera. Il prezzo in genere è aumentato del 5 o anche del 15 per cento ma questa mossa può scoraggiare gli acquirenti che hanno già definito un budget.

Si vende casa ma con lo sconto

Fissare il prezzo più alto è una mossa che si fa o per ottenere alla fine il prezzo desiderato, oppure perché si è fatta una valutazione dell’immobile eccessivamente “presuntuosa”. L’errore da evitare, il secondo, è quindi quello di pensare che la propria casa sia migliore delle altre.

Il terzo errore è sempre afferente al prezzo. Gli esperti sconsigliano di ostinarsi nel mantenere un certo livello quindi evitando di abbassare il costo allungando i tempi della trattativa. Per quanto riguarda l’atto effettivo della vendita, l’errore da evitare è quello di presentare la casa in cattive condizioni: con poca luce, con qualche difetto evidente, per esempio la perdita di un rubinetto e così via.

Diminuiscono ancora i prezzi delle case

 Continuano a calare i prezzi degli immobili italiani. L’ Istat ha infatti recentemente diffuso i dati relativi all’ indice Ipab, l’ indice dei prezzi delle abitazioni, che risulta dalle compravendite effettuate sia a scopo di investimento sia a scopi abitativi. 

Si vende casa ma con lo sconto

 Nel leggere gli ultimi rapporti messi a disposizione dalla Banca d’Italia sembra essersi lasciati alle spalle lo spettro della crisi immobiliare. Tutto quello che riguarda crisi delle vendite e non solo, infatti, è stato messo in cantina per prendere coscienza del fatto che 6 aziende su 10 riescono comunque a piazzare un immobile sul mercato.

Non tutti gli agenti immobiliari, stando al report indicato,  hanno appeso la cravatta al chiodo. C’è infatti il 60 per cento degli operatori del settore che anche nel primo trimestre dell’anno, ha continuato a lavorare concludendo degli affari. Affari per chi compra, beninteso, visto che le case in vendita sono state acquistate con un buono sconto medio del 15,6 per cento.

Si acquista casa anche senza mutuo

Nei primi mesi del 2013, ecco i dati ufficiali, il 64,5 per cento delle agenzie immobiliari ha venduto almeno una casa. Una volta su due questa casa è stata acquistata in contanti, quindi senza dover accendere un mutuo presso un istituto di credito. Questo vuol dire che il crollo dei mutui non è direttamente proporzionale al crollo delle vendite.

Per vendere basta abbassare i prezzi

Di fatto, ogni qual volta l’operazione di vendita è andata a buon fine, la trattativa si è conclusa con uno sconto che è stato mediamente del 15,6 per cento. Se i dati fossero confermati, nel primo trimestre del 2013 ci sarebbe un leggero miglioramento rispetto all’ultima parte del 2012.

Potere d’acquisto e crisi immobiliare

 Il crollo del mercato immobiliare è oggi da considerare un dato di fatto visto che tutte le statistiche annunciano la riduzione del 50 per cento delle compravendite. Adesso, a livello speculativo, si cerca di capire le origini di questa situazione. L’ultima proposta interpretativa è quella di Federconsumatori e dell’Adusbef.

Queste due associazioni che si occupano della tutela dei consumatori hanno annunciato che il crollo del mercato immobiliare dipende dall’azione combinata dell’aumento dei prezzi delle case e della perdita del potere d’acquisto delle famiglie.

► Anche l’Istat conferma il calo immobiliare

Il rapporto cui le due associazioni fanno riferimento è quello dell’Associazione nazionale costruttori edili, l’Ance che ha parlato del dimezzamento delle compravendite nel nostro paese. Un dato che risulta quanto mai catastrofico. Non si deve pensare però che la stretta sui mutui abbia inciso in modo determinante,  né che a fare la differenza siano le tasse sulle abitazioni.

► La Cina e l’immobiliare tricolore

La radice principale della situazione contingente del mercato immobiliare è nella perdita del potere d’acquisto delle famiglie. Questo è diminuito del 14,1 per cento in cinque anni, dal 2008 ad oggi. Se poi si considera che i prezzi delle case non sono mai diminuiti, il gioco è fatto.

Con riferimento ai prezzi delle case bisogna specificare che la diminuzione dei costi degli immobili è stata lieve e limitata alle zone marginali e periferiche, così lieve da non poter influire sulla ripresa delle compravendite.

La Cina e l’immobiliare tricolore

 Il nostro mercato immobiliare è da troppi mesi in una fase di stallo e visto il perdurare della crisi europea e nazionale è sempre più complicato vedere la luce alla fine del tunnel. Nonostante questa amara considerazione è necessario rendersi conto che una via d’uscita c’è e arriva dall’Oriente. Ancora una volta le speranze sono riposte nella Cina.

Anche l’Istat conferma il calo immobiliare

La Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali ha spiegato che in circa 5 anni, dal 2007 al 2012, le compravendite di immobili nel nostro mercato nazionale, sono diminuite del 40 per cento. Questa flessione non è andata di pari passo con il calo dei prezzi degli immobili che sono scesi soltanto del 25 per cento dal 2008 ad oggi.

Gli italiani, alle strette anche per questioni lavorative, stanno posticipando l’acquisto della casa, mentre sembrano tornare alla carica gli investitori cinesi che sembrano propensi a trasferirsi nel nostro paese. Per avere una prova di quanto appena detto, è sufficiente leggere velocemente gli annunci immobiliari disponibili sul portale d’intermediazione immobiliare internazionale Juwai.com dove l’Italia è tra i paesi che più attraggono gli investitori cinesi. Il 37% delle richieste che arrivano dalla Cina, sono rivolte al mercato tricolore.

Si acquista casa anche senza mutuo

Il nostro paese, nonostante l’instabilità politica, è attraente per via del business del lusso e degli immobili usati a fini finanziari.

Anche l’Istat conferma il calo immobiliare

 E’ arrivata anche la conferma dell’Istituto nazionale di statistica in relazione al settore immobiliare: le vendite delle case, nel 2012 sono diminuite del 22,6 per cento. A subire il tracollo maggiore sono state le unità residenziali. Più contenuto il calo degli immobili ad uso economico.

Si acquista casa anche senza mutuo

Se si considera un periodo più ampio dell’anno solare e si osservano le statistiche disponibili dal 2006 ad oggi, si scopre che le compravendite immobiliari sono state falciate del 43 per cento. I mutui, allo stesso modo, hanno subito una battuta d’arresto.

Anche nel settore creditizio, infatti, c’è stata una flessione delle richieste di prestiti finalizzati alla compravendita immobiliare pari al 37 per cento se si considera lo scarto di un anno, quindi il 2012. Il calo è stato superiore al 50 per cento se invece si considerano le richieste di mutui dal 2006 ad oggi.

1 su 2 acquista casa con il mutuo

L’Istat, ad ogni modo, spiega che l’anno passato è stato il peggiore di tutti dal punto di vista immobiliare e nel quarto trimestre del 2012 la situazione si è aggravata rendendo il recupero più complicato.

Se si effettuasse un’analisi geografica del mercato immobiliare si scoprirebbe allora che la flessione principale delle compravendite c’è stata nelle isole dove il calo dell’acquisto di unità abitative è stato del 24,5 per cento e quello delle unità economiche del 30,6 per cento.

Si acquista casa anche senza mutuo

 Il mercato immobiliare si evolve rapidamente e sempre più spesso capita di trovare dei privati che acquistano una casa in tempo di crisi senza dover accendere necessariamente un mutuo. Il fatto è che non hanno così tanti soldi a disposizione per il pagamento ma ricorrono ad altri strumenti.

Risparmia sul mutuo condividendo la casa

La crisi ha bloccato le compravendite immobiliari che oggi sono molte meno e spesso oppongono un venditore che non vuole negoziare il prezzo dell’immobile per garantirsi un certo guadagno e le famiglie che non hanno a disposizione i soldi necessari per l’acquisto.

Aumentano gli importi dei mutui

Secondo un’indagine di Supermoney esistono almeno tre alternative all’accensione di un mutuo ipotecario: il rent to buy, il buy to rent e l’help to buy. Approfondiamo i primi due metodi.

Il primo dei tre consiste nella sottoscrizione di un contratto di locazione che dopo un periodo di tempo prestabilito si trasforma in contratto di compravendita. In pratica con le rate diluite nel tempo si paga l’importo dell’immobile al proprietario anziché alla banca.

Il buy to rent è un meccanismo simile ma si parte con il contratto di compravendita a pagamento rateizzato. Il passaggio di proprietà è immediato ma se il debitore è inadempiente, l’ex proprietario è tutelato.

 

 

1 su 2 acquista casa con il mutuo

 Il mercato immobiliare italiano, in questo periodo, si sta emancipando dalla crisi e ci sono dei deboli segnali di ripresa legati anche alle offerte di credito fatte dalle banche. Ci sono gli istituti di credito che offrono promozioni per i giovani e istituti di credito che per politica aziendale, vanno incontro a chi ha difficoltà ad accendere un mutuo.

In realtà, secondo una recente indagine socio-demografica effettuata dal centro studi Tecnocasa, per illustrare le differenze tra acquirenti e venditori nel nostro paese, si spiega che soltanto un italiano su due per comprare un immobile accende un mutuo.

Deutsche Bank è il miglior mutuo variabile

I dati sono riferiti al secondo semestre del 2012 quando soltanto il 55,9 per cento degli acquirenti ha acceso un mutuo per compare casa. Il 76,2 per cento delle vendite, tanto per essere precisi, ha riguardato l’abitazione principale, mentre ci sono stati anche il 17,5 per cento delle persone che hanno comprato una casa uso investimento e il 6,3 per cento degli acquirenti che hanno invece coronato il sogno di avere una casa per le vacanze.

Le offerte dell’ultimo minuto

L’acquirente tipo individuato nella ricerca è un impiegato (39,1 per cento dei casi) ma acquistano un immobile anche gli operai, i liberi professioni, i dirigenti e gli imprenditori. La minoranza è rappresentata da commercianti e artigiani che rappresentano solo il 5,7 per cento del campione.

Per vendere basta abbassare i prezzi

 Vendere una casa, oggi, è sempre più complicato e molto dipende dal fatto che i proprietari di un appartamento, di una villa o di una qualsiasi unità immobiliare, non sono disposti a svendere la loro casa. E’ anche per questo che i prezzi degli immobili restano molto elevati.

Se le case non si vendono, però, va in crisi anche il settore dei mutui e come si sa, dall’immobiliare dipende molta dell’economia nazionale. Molti analisti dicono che se le banche proponessero mutui più accessibili, anche attraverso una modifica delle garanzie, la compravendita immobiliare sarebbe molto più semplice.

Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

Al contrario, un ex giornalista del Sole 24 Ore, oggi impegnato in una scuola dedicata a chi vuole imparare l’arte dell’investimento, spiega che tutto sarebbe più semplice se si riducessero i costi delle case del 30 per cento circa.

Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Il problema, infatti, è nell’incontro tra la domanda e l’offerta. I potenziali acquirenti di una casa, prima ancora di rivolgersi al proprio istituto di credito, sanno già il loro budget e sanno di non poter comprare una casa al prezzo proposto dalle agenzie e dal mercato quando il prezzo è eccessivamente gonfiato.

Il consiglio è quello di vendere oggi ad un prezzo anche più basso al fine di non vedere il proprio immobile svalutato nel giro di due o tre anni.