Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

 I prezzi delle case, nonostante la crisi, sembrano scendere meno del previsto perché da un lato ci sono i potenziali acquirenti che hanno difficoltà nell’accensione del mutuo e non possono accettare l’acquisto di una casa a prezzi superiori alla loro capacità di spesa, dall’altra ci sono i proprietari che vogliono aspettare il momento propizio per vendere e massimizzare gli introiti.

► Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Quando si parla di compravendita degli immobili, sembra sempre di essere di fronte ad una bolla immobiliare, ma per capire cosa sta succedendo è utile ricostruire il panorama degli ultimi 40 anni. Lo ha fatto l’Economist rilevando la variazioni del prezzo delle case al netto dell’inflazione.

► Torna la fiducia nella casa

Il primo dato che si evince è quello relativo al periodo in cui c’era la lira e l’Italia è stata interessata da alcuni momenti di iper inflazione. In pochissimi anni, il valore nominale della valuta locale, è stato modificato sensibilmente.

Se poi si considera il periodo che va dal 1975 ad oggi, si scopre che l’aumento reale dei prezzi è stato del 44,5 per cento che, in termini assoluti è un incremento elevato, ma poi, in termini relativi, non ha comportato chissà cosa.

Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

 Il mercato immobiliare italiano ha un andamento molto particolare perché nonostante si parli di crollo, nel senso di calo poderoso delle vendite, i prezzi continuano ad essere più alti del previsto. L’Istat, nel mese di marzo, ha dato alle stampe il Rapporto Immobiliare 2013 che è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con l’Abi.

Torna la fiducia nella casa

Quello che si evidenzia è che la contrazione delle compravendite è poderosa e rispetto al 2011 è salita fino al 27,5 per cento. Tutto farebbe pensare ad uno stallo capace d’indurre una riduzione dei prezzi, invece i prezzi delle case non scendono. 

► Si abbassano gli affitti in tempi di crisi

Il Codacons si spiega la situazione in questo modo: le famiglie, oggi, sono indebitate, sull’orlo del fallimento e tassate dall’IMU. La loro intenzione è sicuramente quella di vendere casa, ma i debiti sono talmente tanti che vogliono evitare la svendita. Quindi il crollo delle compravendite è maggiore del crollo dei prezzi.

Secondo Mario Breglia di Scenari Immobiliari, invece, il mercato odierno è caratterizzato dal fatto che i prezzi possono scendere soltanto per quel che riguarda il guadagno mentre i costi di produzione non sono da considerarsi comprimibili. 

Solo l’Adiconsum dice che un piccolo calo dei prezzi c’è stato, ma è stato talmente lieve da poter essere considerato impercettibile.

Torna la fiducia nella casa

 La ripartenza del mercato immobiliare è il sintomo più evidente della ripresa dell’economia in generale. Il fatto che i consumatori riprendano a cercare e comprare casa non è tanto legato alla concessione di mutui a tassi più vantaggiosi, quanto al recupero della fiducia nel mattone, da sempre considerato l’investimento per eccellenza.

Per le case i prezzi sono in calo

Una recente analisi, condotta da Immobiliare.it su un campione di 12 mila utenti, dice che nell’ultimo trimestre sono cresciuti i cittadini che hanno pubblicato un annuncio immobiliare o che hanno fatto una ricerca per una casa. Insomma, rispetto all’immobiliare è cambiata la percezione dei cittadini.

L’analisi di Immobiliare.it cerca di focalizzare l’attenzione sulla fiducia dei consumatori nel primo trimestre del 2013. La propensione all’acquisto ha sfondato la soglia del 50 per cento definita nel 2012 ed è arrivata al 55 per cento nel 2013.

Mutui più convenienti per gli ecologisti

Nel campione d’intervistati ci sono un buon numero di persone che ritengono che adesso non sia più il momento di vendere. Questo insieme di intervistai è in crescita e sono il 72 per cento in più dell’anno scorso. Il 12 per cento degli intervistati, poi, ritiene che adesso ci sia possibilità di vendere le case a buon mercato mentre il 10 per cento ritiene sia meglio aspettare almeno un anno, per far sì che si trovino i prezzi migliori.

1 italiano su 10 investe all’estero

 La crisi non scoraggia coloro che hanno un gruzzoletto da parte e vogliono investire nel mattone che ancora una volta si conferma tra i desideri maggiori degli italiani. Le statistiche dicono che chi ha da parte dei soldi, o accende un mutuo, o va a comprare una casa all’estero.

Non ci sarà la bolla immobiliare

A dirlo sono i dati dell’Osservatorio WIRE sui mercati immobiliari internazionali, che vengono aggiornati ogni due mesi. Per il primo bimestre del 2013 si racconta che per ogni 10 italiani che acquistano una casa in Italia ce n’è uno che compra una casa all’estero e questa tendenza è cresciuta del 10 per cento nel 2012.

Obama vuole 5 miliardi di dollari

Il bello è che non sembra essere prevista un’inversione di tendenza degna di nota, mentre è da tenere in considerazione che mentre all’estero si compra bene, nel nostro paese è sempre più complicato ottenere un mutuo e i prestiti bancari stessi sono in calo del 30 per cento nell’arco di un anno.

Adesso scatta la domanda di rito: verso quali nazioni si votano gli italiani? Sembra che la città più gettonata sia Londra ma molti sono interessati anche alle case disponibili a New York. Molto interessante anche Parigi ma il fatto che ci siano poche case disponibili, fa sì che i prezzi restino troppo elevati anche per chi è desideroso di avere una “casa fuori porta”.

Arredare bene prima di vendere e affittare

 Per vendere una casa o per affittarla con maggiore facilità è fondamentale che sia arredata in modo essenziale e con gusto. Per questo ci sono numerose soluzioni, ma molto spesso non si hanno i soldi per portare a termine l’opera e non si hanno nemmeno le garanzie necessarie per chiedere un prestito. Che alternativa c’è a questa soluzione?

Ikea Business ha pensato di proporre la sua insieme all’Associazione italiana Home Stager StageHomes un seminario gratuito per aiutare i proprietari di una casa ad arredare i loro appartamenti. Non è molto difficile immaginare che la soluzione sia molto in linea con la modularità espressa da Ikea. Si adotteranno i prodotti dell’azienda perché il principio fondamentale è che devono essere trovate delle soluzioni smart, delle soluzioni che piacciano ma siano anche economiche o meglio, esprimano un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Le banche concedono ancora pochi mutui

L’Associazione Italiana Home Stager sarà quindi il 9 maggio presso il negozio di IKEA a Roma in zona Anagnina, dalle ore 16,30 alle ore 18 per tenere un seminario dal titolo “la filosofia dell’home staging incontro Ikea Business”.

Non ci sarà la bolla immobiliare

La notizia è rimbalzata su molte riviste che si occupano del mercato immobiliare che hanno sottolineato come questo seminario, se messo in pratica dagli astanti, sarà in grado di accelerare i tempi di vendita e di affitto.

Le banche concedono ancora pochi mutui

 La BCE, considerando la diffusione degli indici della produzione industriale nel Vecchio Continente, potrebbe decidere di abbassare presto i tassi d’interesse nel Vecchio Continente. Una scelta che potrebbe essere provvidenziale per il rilancio dell’economia dell’Eurozona.

Se si abbassassero i tassi d’interesse, le banche potrebbero ottenere dei vantaggi immediati e le imprese che vogliono avere accesso al credito, potrebbero essere facilitate nell’impresa.

Contributi alle coppie di giovani mutuatari in Umbria

In realtà il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha più volte fatto appello alle banche affinché concedano più mutui alle imprese. Gli istituti di credito, però, non ascoltano le richieste che arrivano dall’alto ed hanno addirittura blindato l’elenco dei requisiti per ottenere un mutuo.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Si pensi soltanto alla scelta effettuata di recente dalla BNL che ha deciso di chiedere agli aspiranti mutuatari un nuovo documento, un certificato emesso dall’INPS che sia in grado di dimostrare che l’impresa è in regola con il pagamento dei contributi.

Una richiesta analoga potrebbe essere fatta anche ai contribuenti privati. Chi vuole ottenere un mutuo deve dimostrare con ogni mezzo la sua capacità contributiva. Quindi è possibile che i finanziamenti incontrino ancora più ostacoli magari per via di un ritardo nell’invio della certificazione da parte dell’istituto di previdenza o del datore di lavoro.

 

Si abbassano gli affitti in tempi di crisi

 Una famiglia che non abbia una casa di proprietà, in genere, va in affitto. Quindi la richiesta di immobili, da acquistare o da locare, resta grosso modo standard. Magari le richieste di mutuo per l’acquisto della casa sono in calo ma questo non vuol dire che una sorte simile tocchi anche ai canoni di locazione.

Dicono sia sempre meglio comprare

Eppure chi ha una casa e l’affitta teme sempre di più che in un periodo di crisi gli affittuari non siano in grado di ottemperare ai loro obblighi economici, per questo la tendenza è a ridurre il costo delle locazioni. Le statistiche dicono che i proprietari degli appartamenti messi in affitto, per invogliare gli inquilini a restare in casa, senza cercare soluzioni più economiche, propongono degli sconti.

Arredare bene prima di vendere e affittare

Un proprietario su quattro sembra metta in saldo gli appartamenti. Le statistiche sono state raccolta da Solo Affitti che è un’agenzia in franchising specializzata nella locazione degli immobili.

Se poi si vogliono quantificare i ribassi in termini percentuali, facendo delle distinzioni di natura territoriale, si scopre che li ribassi nelle città metropolitane sono del 33 per cento. La causa del trend immobiliare descritto, dicono gli analisti, è da rintracciare nell’acuirsi della crisi. Gli sconti proposti vanno dai 30 ai 70 euro ma raggiungono anche i 100 euro nel centro Italia

Non ci sarà la bolla immobiliare

 I dati dei prezzi delle case e i report relativi al crollo delle compravendite hanno impensierito le associazioni dei consumatori che sembrano già preparate ad una nuova bolla immobiliare, ma Confedilizia è pronta con la smentita: la crisi c’è ma la bolla immobiliare è esclusa.

Una bolla immobiliare anche in Italia?

Il mercato immobiliare italiano è in una fase di forte crisi. Secondo l’Agenzia del Territorio le compravendite di unità immobiliari sono calate del 25 per cento e la tanto agognata soglia delle 500 mila negoziazioni, non è stata superata. Una situazione del genere non si verificava dagli anni Ottanta e tutto è da imputare agli effetti di lungo periodo della crisi.

Gli italiani, con un lavoro precario o con gli stipendi percepiti mediamente oggi, hanno difficoltà a passare dalla visione della casa all’acquisto della stessa. Questo fa pensare al fenomeno della bolla. Un po’ com’è successo diversi anni fa negli Stati Uniti e di recente anche in Spagna.

L’Erario fornisce i dati sul mercato immobilare

Si vendono meno case e, secondo gli ultimi rapporti, anche il prezzo medio al quale si conclude la compravendita è inferiore al passato, si parla di un calo dei costi delle case del 5 per cento. Adusbef e Federconsumatori hanno provato a rilanciare l’allarme. Confedilizia ha sconfessato la loro analisi.

Gli immobili di lusso ci sono ma non si comprano

 Gli immobili di lusso, nel nostro paese, sono parecchi e per anni sono stati l’oggetto dell’investimento immobiliare di tanti magnati arabi. Adesso invece la crisi ha colpito anche questo settore così che si arriva a dire che le residenze di lusso, pur rappresentando una parte importante del patrimonio italiano, sono difficili da piazzare sul mercato.

La lunga vendita delle abitazioni di lusso

Chi vuole un’abitazione di questo tipo, chiaramente, non ha certo un problema economica ma è anche vero che i prezzi degli immobili di un certo calibro sono rimasti troppo alti e così piazzarli sul mercato è sempre più difficile. Le statistiche dicono anche che si sono allungati i tempi di vendita: mentre nel primo semestre dell’anno scorso per vendere un’abitazione di lusso dovevano passare almeno 13,9 mesi, adesso, invece, è necessario aspettare anche 16,5 mesi.

La legge svizzera contro gli stipendi dei manager

Il problema sembra essere nella qualità architettonica degli immobili di lusso che lascia a desiderare gli acquirenti. Un quadro approfondito della situazione, l’ha fatto l’Osservatorio di Tirelli & Partners che si occupa principalmente di edifici di lusso.

Da un lato, in questo periodo, ci sarebbe la carenza di richieste da parte degli acquirenti e dall’altra l’insoddisfacente stato degli immobili di lusso. Negli ultimi anni, poi, è cresciuto anche il gap tra il prezzo effettivo di vendita e il prezzo richiesto in prima battuta dal venditore.