I danni economici della caduta del governo

 Il nostro paese sta migliorando la sua posizione economica ed ha anche recuperato la stabilità politica che molti investitori auspicavano da tempo. Eppure c’è qualcosa che non convince del tutto e si comincia a pensare alle possibili ricadute economiche di un crollo del governo.

A lanciare l’allarme ci ha pensato l’associazione degli artigiani di Mestre, la CGIA. Quest’associazione spiega che il governo, dopo il downgrade delle agenzie di rating e dopo le ultime minacce legate ad un ulteriore possibile declassamento, deve affrontare dei nodi importanti.

Un’impresa su tre chiude i battenti

Non è soltanto arrivato il momento delle riforme che dovrebbero mettere ordine nel mondo del lavoro e lenire la piaga della disoccupazione giovanile. Adesso si stratta di riformare le tre imposte più urgenti: l’IMU, la Tares e l’IVA.

L’IMU è il campo di battaglia dei partiti politici ed oggi è all’esame del ministro delle finanze che propone delle soluzioni alternative per fare in modo che non si abolisca questa imposta che condannerebbe il paese ad una nuova fase di recessione.

Nuove proposte sull’IMU da Saccomanni

Si deve decidere quindi se e come procedere con l’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto senza danneggiare i consumi italiani. In più bisogna capire bene cosa includere nella Tares. La riforma di queste imposte, però, non deve mettere in difficoltà il governo, o renderlo meno stabile, perché se il gabinetto Letta dovesse vacillare, per gli italiani ci sarebbe lo spettro di nuove tasse.

Si parla di 7 miliardi d’imposte in più: impossibili da digerire con la peggiore delle austerity.

Le borse scommettono sull’Italia

 I mercati finanziari non hanno tenuto in grande considerazione il downgrade operato dalle agenzie di rating ai danni del nostro paese. Anzi, hanno dimostrato di voler puntare tutto sul nostro paese, di scommettere sulla ripresa del tricolore nello scacchiere internazionale.

La ripresa è vicina secondo la BCE

Se lo spread bastasse a confermare o smentire questa speranza, allora dovremmo fare un gran bel sorriso visto che il differenziale tra Btp e Bund è sceso in questi giorni sotto la soglia dei 250 punti. Proprio mentre le preoccupazioni sulla stabilità del governo Letta sono state messe in discussione dall’atteggiamento del PdL, legato alle scelte in materia fiscale e alle decisioni relative all’ex premier Silvio Berlusconi.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

I segnali di ripresa, come quello sullo spread relativo all’Italia, interessano tutto il Vecchio Continente e infatti i paesi periferici dell’Eurozona stanno tirando un sospiro di sollievo poiché si sono allentate anche le preoccupazioni degli investitori che spostano i capitali dalla Germania verso gli stati prima considerati “a rischio” come Italia e Spagna.

Il rendimento dei titoli di stato italiani, intanto, è in calo come lo spread. In settimana i Btp avevano un rendimento in calo al 4,18 per cento e il differenziale ha sfiorato i punti minimi oscillando intorno alla soglia dei 250 punti. Piazza Affari comunque resta piatta, come Parigi. Soltanto Londra avanza leggermente.

Cresce ancora la disoccupazione in Grecia

 La Grecia, fino a qualche settimana fa, era data per salva. La crisi sembra aver lasciato Atene che adesso deve preoccuparsi soltanto del suo rientro sui mercati finanziari. Eppure le condizioni sociali non sono così rassicuranti visto che il mondo del lavoro è bloccato e la disoccupazione continua a crescere.

Schäuble vuole aiutare ancora Atene

L’allarme disoccupazione non è soltanto italiano, visto che anche la Grecia teme per la mancanza di posti di lavoro e ha pochissime speranze per i più giovani. Secondo gli ultimi dati statitici a disposizione, i ragazzi compresi nella fascia d’età 15-24 anni, possono puntare sul settore turistico ma si tratta soltanto di previsioni e speranze.

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

La disoccupazione in Grecia, comunque, ha raggiunto il suo tasso record, salendo fino al 27,6 per cento. Il riferimento temporale è al mese di maggio. Da allora 2 cittadini su 3 sono in cerca di una nuova occupazione e per il momento hanno le braccia incrociate.

Il dato più preoccupante, però, è quello relativo ai giovani. In tal caso infatti, per gli under 24, si parla di tasso di disoccupazione al 64,7 per cento.

La Grecia, tra l’altro, dovrebbe avere meno problemi degli altri paese, visto che riceve ancora i fondi di salvataggio internazionali. Le erogazioni di tali fondi vanno avanti dal maggio del 2010 ma la cattiva gestione finanziaria del paese ha lasciato un buco difficile da coprire.

La ripresa nel consumo di energia

 Molti analisi lo chiamano consumo critico, rivolta della spesa. In pratica quando si verifica che il prezzo di un prodotto o di un servizio è troppo elevato, i consumatori dovrebbero smettere di farne uso. Soltanto con un calo della domanda, infatti, si può sperare in un calo del prezzo.

Chiaramente non è un percorso lineare quello che abbiamo indicato, ma ci serve per introdurre una notizia molto interessante riferita al nostro paese.

Per le tasse crolla la domanda di energia

I consumi elettrici in Italia sono in aumento e questo potrebbe voler dire che la ripresa economica e produttiva è più vicina. Nell’ultimo mese, i consumi elettrici sono addirittura aumentati dell’1,5 per cento. Dai dati a portata di mano si evince che la domanda di energia non è mai stata a questi livelli, così alta, da 20 venti mesi.

Scatta dal 1° aprile la diminuzione delle bollette

La richiesta potrebbe essere legata ad un nuovo slancio dell’attività industriale. Il rapporto mensile della Terna, la società che gestisce la trasmissione elettrica in Italia, dà conferma della sensazione. Il recupero, a questo punto, potrebbe durare a lungo.

Tutto il report, però, è da prendere con le pinze visto che il paragone con il 2012 non lascia scampo all’ottimismo visto che la domanda di energia a luglio 2013, rispetto all’anno precedente, è in calo del 3,6 per cento.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

 I movimenti di Piazza Affari dimostrano che il mercato, soprattutto quello italiano, crede nella ripresa economica che coinvolgerà il Vecchio Continente e in primo luogo il nostro paese. A determinare l’andamento positivo dei maggiori indici tricolore, è stato l’ultimo incontro tra Palazzo Chigi e Bankitalia.

L’austerity spagnola sembra avere ragione

Sembra che dopo questo particolare meeting il differenziale si sia portato ai livelli minimi, sfiorando i 250 punti base. Il sunto dell’incontro, infatti, è che siamo arrivati ad un punto di svolta, il Belpaese sta risalendo la china anche se alcuni indicatori sembrano dire il contrario.

Nonostante il generalizzato ottimismo che spinge verso l’alto anche le borse del nostro paese, la produzione industriale sembra essere in fase calante. L’andamento dell’economia del secondo trimestre, tra l’altro, è negativo. In generale, sulle altre borse, si osserva il calo dello yen che ha determinato il rimbalzo della borsa e un avvio di Wall Street un po’ sottotono.

In ripresa le richieste di mutui per la casa

Quello che si raccontano il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è che lo spread è credibile anche agli occhi degli investitori stranieri tanto che scendono lo spread e anche il rendimento dei titoli di stato.

Eppure, il PIL italiano, nel secondo trimestre, è in calo dello 0,2 per cento e si registra il ventiduesimo calo congiunturale consecutivo dell’indice della produzione industriale. La ripresa c’è ma il come portarla avanti è ancora da definire.

Come si polverizza lo stipendio degli italiani

 Italiani brava gente, quante volte l’abbiamo sentito ripetere? Eppure, al di là delle buone maniere dei nostri connazionali, dal punto di vista finanziario non godiamo di altrettanta stima. E il riferimento non è certo alle agenzie di rating che hanno ulteriormente declassato lo Stivale.

Gli italiani, dal punto di vista finanziario, sono considerati instabili e un po’ lenti nell’operare le riforme necessarie a garantire la ripresa al paese. Qualcuno ha anche accennato al fatto che sono degli spendaccioni, nonostante la crisi. In realtà le ultime statistiche parlano di una crisi dei consumi anche in Italia.

Cos’è la spending review delle famiglie

Una considerazione che appare ancora più plausibile se si considerano le spese che danno fondo allo stipendio mensile, quelle voci che per le famiglie e per i cittadini in generale, sono indispensabili. Ad occuparsi dello screening dei salari ci ha pensa la Confederazione Italiana Agricoltori, la CIA che spiega: ogni 100 euro di stipendio, ci sono 60 euro di spese.

Per il FMI l’Italia ha ancora molto da fare

Queste spese sono legate alla casa, alle utenze, alla manutenzione, nonché all’uso della macchina. Nel dettaglio, le spese per la macchina includono sia l’RC auto, sia la benzina. Mentre le spese legate all’abitazione e le utenze, sono i mutui e il consumo di luce e gas.

Considerando queste spese “obbligate” si capisce bene cosa sia il carovita.

L’austerity spagnola sembra avere ragione

 Gli investitori che vogliono qualche dritta sul prossimo paese che accuserà grandemente la crisi, devono provare a leggere un interessante articolo pubblicato sul wall Street Journal e firmato da Simon Nixon. Il giornalista in questione ha dedicato molta attenzione alla situazione finanziaria del governo di Madrid.

Quando si parlerà di ripresa economica

La domanda che tutti si pongono, in queste settimane, è se la Spagna sia davvero sul viale della ripresa e se il piano di austerity promosso da Berlino ed adottato dal governo spagnolo, abbia avuto ragione sul medio periodo. L’austerity, in generale, è criticata su più fronti. Basta considerare quello che sta succedendo in Portogallo.

La Spagna ha dovuto effettuare delle riforme strutturali ed ha prediletto la strada della competitività, del taglio dei salari, al fine di raggiungere l’obiettivo della svalutazione interna senza dover mettere le mani nei tassi di cambio. Secondo Simon Nixon l’esperimento si può considerare riuscito.

Non ci sarà la bolla immobiliare

La Spagna, tra l’altro, è emblematica dal punto di vista finanziario visto che ha subito più di un colpo in periodo di crisi: ha dovuto fronteggiare la crisi del mercato immobiliare, ha dovuto rimettere in sesto le finanze di molte banche visto che il sistema creditizio ha vacillato.

I segnali oggi restituiti dal mercato, fanno pensare agli ottimisti, di essere in una fase crescente. Gli scettici, invece, prevedono l’avvio di una fase di stagnazione.