L’esigenza di un rating imparziale

 Le agenzie di rating sono degli strumenti in mano ai privati e questo danneggia tantissimo i paesi che la loro agenzia di rating non ce l’hanno. Nel nostro paese, la procura di Trani ha avviato anche un’inchiesta per capire fino a che punto sono manipolate le valutazioni.

Declassate 18 banche italiane

Il nostro paese, tra l’altro, nell’ultimo periodo è stato notevolmente bersagliato dalle agenzie di rating che ne hanno declassato prima la reputazione in generale e poi hanno effettuato il downgrade di alcune banche tricolore. Una declassamento che pone in una condizione molto rischiosa anche il governo.

Adesso, al di là di quello che succederà a Montecitorio, è necessario fare in modo che siano create delle agenzie di rating non più private ma imparziali. Il nostro paese ha già elaborato una proposta e forse verrà presentata in modo articolato anche al G20.

Dov’è arrivato il debito italiano

Il problema più grande evidenziato non solo nello Stivale è che abbassando il rating dei titoli di stato di un paese, si mette lo stesso in una condizione di difficoltà ma allo stesso tempo gli si chiudono le strade d’accesso al credito sovrastatale. L’Europa, per esempio, che ottiene i bond come garanzia della credibilità di un paese, non offre denaro ai paesi che hanno un rating basso.

Troppo cara la benzina in Italia

 Le abitudini degli italiani cambiano, anche sul fronte degli spostamenti: si usa sempre meno la macchina, si acquista sempre meno un’autovettura e la scelta, qualora questo mezzo di trasporto fosse “inevitabile”, ricade sempre più spesso sulle auto alimentate a gas. Sembra quasi che gli italiani abbiano trovato una exit strategy per l’aumento del prezzo dei carburanti.

Benzina KO per colpa della Siria

Di recente, tra l’altro, si è tornati a parlare dei costi della benzina e del diesel che sono cresciuti, almeno nel nostro paese, per via delle tensioni in Siria che hanno gettato il panico nel settore delle materie prime e procurato l’aumento del prezzo del greggio al barile, e per via della nuova accise che si pensa d’introdurre per finanziare la riforma dell’IMU.

I consumi di petrolio diminuiscono

Di conseguenza il prezzo della benzina in Italia, appare il più alto d’Europa. Secondo le rilevazioni compiute in agosto, nella prima decade del mese, il prezzo medio della verde alla pompa era di 1,74 euro. In Polonia per un litro dello stesso carburante si pagano soltanto 1,29 euro. Il paragone, però, deve tener conto del fatto che in Polonia è ancora usata la moneta locale, lo zloty polacco.

Proviamo a considerare un altro paese, la Spagna, dove la situazione economica è critica almeno quanto quella italiana. Qui, il prezzo della verde alla pompa non supera 1,42 euro al litro.

La Panini acquista anche Topolino

 Il mondo dei media  e il mondo finanziario, trovano numerosi punti di congiunzione legati soprattutto alle aziende che operano nel settore, sono quotate in borsa, oppure hanno una ricaduta interessante sul mondo della finanza. Fa sicuramente parte di questo club la Panini che di recente ha acquistato un nuovo tassello.

La notizia, in questo momento, non si può dire che sia ancora ufficiale ma i dipendenti dell’azienda che stanno protestando per un eventuale taglio del personale, sono abbastanza affidabili. Andiamo con ordine e riepiloghiamo i fatti che non trovano ancora spazio nei comunicati ufficiali.

Dole in vendita ed ecco l’offerta

La Panini di Modena, che non ha nemmeno commentato le notizie in circolazione, avrebbe deciso di acquistare il settimanale Topolino che passerebbe così da un editore all’altro nella preoccupazione espressa dalla rappresentanza sindacale.

Il consiglio del NYT agli imprenditori

Topolino, nel nostro paese, è stato pubblicato da Mondadori fino al 1988, poi è passato nelle mani della Disney Publishing. Adesso ci potrebbe un’ulteriore passaggio di consegne nelle mani della Panini. La preoccupazione espressa dai lavoratori che producono Topolino, riguarda essenzialmente la sede di lavoro, visto che la Panini è di Modena. Secondo alcuni si tratta di un sistema per ridurre il personale senza ricorrere ai licenziamenti.

Per il momento è stato indetto uno sciopero di due giorni che dovrebbe portare nuova luce anche sui dati legati alle vendite.

Si sceglie il nuovo capo della FED

 Se è vero che con le opzioni binarie si riesce a scommettere su tutto allora si starà sicuramente preparando la strada per le puntate sul nuovo capo della FED. I nomi in ballo sono diversi e nonostante l’incertezza sulle elezioni, si sa già che il nuovo governatore dovrà affrontare una situazione molto delicata.

La FED mantiene invariati i tassi

Gli Stati Uniti sono in una fase di ripresa ma visto che  molto del business americano è legato anche alle esportazioni, non è stato piacevole, nelle scorse settimane, prendere atto del rallentamento cinese. Si è deciso perciò di chiedere nuovamente aiuto alle politiche monetarie definite a livello centrale dalla Federal Reserve.

Bernanke gioca a fare l’alleato di Draghi

Attualmente a capo della FED troviamo Ben Bernanke che è stato nominato da George W. Bush nel 2006. Il suo mandato di quattro anni, scadeva nel 2010 ed è stato riconfermato da Obama per altri 4 anni. L’anno prossimo, però, ci potrebbe essere una modifica e per la prima volta, il presidente Obama, lancia in pasto ad investitori e giornalisti tre nomi di papabili successori di Bernanke: Lawrence H. Summers che è un economista ed è stato nella sua carriera anche preside dei Harvard nonché ministro di Clinton e consigliere sui temi economi dell’attuale presidente; Janet L. Yellen che attualmente è il vicepresidente della FED e poi infine Donald L. Khon che in passato ha ricoperto l’incarico di vice presidente della FED tra il 2006 e il 2010.

Il papa contro i crac finanziari della chiesa

 La Chiesa greca a disposizione dello Stato riproponendo una vecchia proposta del 2009, allora ignorata dal governo in carica. In pratica gli ortodossi hanno deciso di entrare in società con lo stato, valorizzando il patrimonio di immobili e terreni che appartengono loro e mettendoli a disposizione delle casse dello stato.

La Chiesa, quindi, ha deciso di scendere in campo in modo deciso, prendendo di petto la crisi, dimostrando una vicinanza sempre maggiore alle sofferenze dei cittadini e dei fedeli. Una tensione analoga è stata espressa di recente dal Papa che nonostante sia in viaggio in Brasile, non dimentica alcune piaghe.

Il discorso sull’IMU degli immobili della Chiesa

Papa Francesco ha deciso di rimuovere tutti i vertici della chiesa cattolica slovena, accettando le dimissioni dell’arcivescovo Stres e dell’arcivescovo Turnsek. Questa decisione è stata presa sulla base di un principio del diritto canonico: il comma 2 del canone 401 che parla di rinunce “per grave causa”.

La grave causa in questione è il dissesto finanziario della diocesi di Maribor che ha accumulato ben 800 milioni di euro di debiti. Il crac finanziario della chiesa slovena ha coinvolto anche delle banche del Paese. Già durante il pontificato di Benedetto XVI si era dimesso il precedente arcivescovo di Maribor.

I vertici in carica adesso avrebbero esposto la chiesa del paese ad ulteriori e gravi rischi economici.

Come si evita la recessione in Germania

Mentre nel nostro paese le agenzie di rating osservano i germi della recessione, ci sono realtà in Europa che convincono ancora. Una di queste è quella tedesca. Alla Germania è stata confermata la tripla A, sia in relazione agli sforzi compiuti durante la crisi, sia in relazione alle strategie adottate per evitare di sprofondare nella recessione.

 Quest’ultima è stata evitata attraverso l’adozione delle cosiddette misure anti-crisi: sono state aumentate le spese. Ma è davvero così che vanno le cose? Le ultime notizie parlano di un aumento del morale dei consumatori tedeschi che hanno dimostrato a luglio di stare molto meglio.

La disoccupazione cresce ancora

Se il consumatore è felice, spende di più e questo contribuisce al sostegno del Prodotto Interno Lordo. L’aumento del PIL, tra l’altro, è fondamentale per compensare, in Germania come negli altri paesi, il calo delle esportazioni. L’Europa, infatti, è in crisi ma allo stesso tempo sono in crisi anche altre nazioni nel mondo.

Il morale dei consumatori è stato rilevato dai ricercatori del gruppo GFK che hanno pubblicato un rapporto sul sentiment dei tedeschi, dopo aver intervistato circa 2000 persone. L’indice di riferimento del sentiment è cresciuto arrivando d un punteggio molto elevato.

Per l’ Istat la fiducia dei consumatori è in crescita

Il valore registrato è stato addirittura superiore alle stime effettuate dagli analisti e questo farà sì che il governo sostenga la domanda interna in modo da sopperire al calo delle esportazioni verso la Cina e verso il resto dell’Europa.

Inflazione e spesa a giugno

 Il calo dell’inflazione, spesso, è auspicabile per il nostro paese. I dati di giugno parlano di un calo dell’indice inflazionistico ma di una persistenza agli stessi livelli di spesa. In pratica i prezzi dei prodotti e dei servizi non sono più in aumento. Se prima si parlava di una crescita dell’1,2 per cento dei costi, adesso siamo arrivati ad una crescita dell’1,1 per cento.

La FED mantiene invariati i tassi

Ma non per tutte le categorie di beni visto che quelli più richiesti hanno un prezzo in salita del 2 per cento. Basta pensare all’aumento continuo del costo dei carburanti. Riassumendo: ha subito una battuta d’arresto la crescita dei prezzi ma non per il cibo e i carburanti che invece continuano ad avere costi eccessivi, anche in aumento del 2 per cento a luglio.

In termini percentuali si tratta dell’aumento maggiore registrato da marzo ad oggi. Il primo trimestre dell’anno, però, era stato chiuso con un tasso d’inflazione superiore a quello attuale, si parlava dell’1,6 per cento rispetto all’1,1 per cento di luglio.

Il PIL crescerà ancor meno del previsto

L’ISTAT ha fatto notare come sia ancora preoccupante il rincaro del prezzo dei carburanti. La benzina per esempio costa lo 0,9 per cento in più di giugno ed ha complessivamente un costo dello 0,3 per cento superiore a quello registrato nel 2012.

 

 

Confermato il dl lavoro

 Il decreto lavoro, adesso, ha finalmente ottenuto il placet del Senato e allo stesso tempo i nostri politici hanno deciso di sbloccare circa 20-25 miliardi di euro per coprire tutti i debiti delle Pubbliche Amministrazioni.

Il mondo del lavoro non è soltanto un problema da affrontare con le parti sociali, secondo molti politici, italiani ed europei, è la chiave di svolta per l’economia europea e nazionale. In questo momento le scelte effettuate sono state relative alla predisposizione di incentivi per favorire l’assunzione di giovani.

Le modifiche del Decreto Lavoro al testo del dl sulle Srls

Se ripartisse il mondo del lavoro non ci sarebbe nemmeno bisogno di aumentare di un punto percentuale l’imposta sul valore aggiunto, il cui rialzo, al momento, è stato posticipato. In più sempre nel decreto che ha preso le mosse da Palazzo Madama, sembra sia stato definito lo stop alle pubblicità riferite alle sigarette elettroniche.

Le novità del Decreto del Lavoro per l’acausalità dei contratti a termine

Il PD, da parte sua, ha provato a scagliare una freccia a favore delle imprese creditrici delle Pubbliche Amministrazioni ed è riuscito a spuntarla. Il dl in questione, infatti, prevede lo stanziamento di nuove risorse economiche utili a quietanzare i pagamenti delle PA alle imprese creditrici, attraverso la garanzia dello Stato.

Le misure sono state considerate molto interessanti e potenzialmente utili a dare il via a nuovi investimenti. Il Dl è stato approvato con 203 voti favorevoli, 35 voti negativi e 32 astenuti.

La disoccupazione cresce ancora

 La disoccupazione è ormai considerata una vera e propria piaga sociale e per questo si pensa a strumenti sovranazionali per combattere uno degli ostacoli maggiori allo sviluppo dell’economia moderna. Il tasso di disoccupazione, però, resta alle stelle.

Prepensionamento forzoso e mobilità per gli statali in esubero

L’ultima ricerca a nostra disposizione spiega che il tasso dei disoccupati è rimasto ad un livello superiore al 12 per cento per il terzo mese consecutivo. Rispetto a maggio si può anche parlare di calo ma se poi si prendono in esame i dati su base annua, si scopre che l’indice è in aumento. Il tasso di occupazione, invece è fermo al 55,7 per cento, praticamente il livello minimo mai registrato dalla metà del 2000 fino ad oggi.

In che situazione è la zona euro

Questa situazione accomuna le nazioni che in Europa sono maggiormente in crisi mentre non interessa la Germania dove il tasso di disoccupazione è ai minimi storici. La crisi, ad ogni modo, sembra non lasciare in pace il nostro paese dove i ragazzi e i cittadini in cerca di un’occupazione, a maggio, sono cresciuti dello 0,1 per cento.

Il tasso di disoccupazione giovanile, riferito alla popolazione tra 15 e 24 anni, è cresciuto fino al 39,1 per cento, un aumento dello 0,8% del tasso. Se si considerano gli under25 si scopre che sono alla ricerca di un lavoro ben 642 mila ragazzi.