Cosa ha pensato Letta per i giovani disoccupati

 L’Italia non ha soltanto bisogno di un governo di unità nazionale, di un patto per la crescita e via dicendo ma ha bisogno che la stabilità politica si traduca in riforme, in interventi strutturali per risollevare l’economia del paese. Senz’altro la scelta d’insistere sul mercato del lavoro dovrebbe premiare l’Italia.

La CIG in deroga non ancora finanziata

Il governo Letta, infatti, ha già dato il via ad una serie di misure per l’occupazione giovanile che già domani dovrebbero essere discusse nel Consiglio dei Ministri. I soldi a disposizione non sono tantissimi, visto che è stato pensato di mettere sul piatto della bilancia soltanto un miliardo di euro.

I giovani credono nel lavoro in Italia

Il fondo in questione, comunque, sarà sufficiente per alleggerire il peso della ripresa economica. Sul paese, infatti, gravano già i costi della cassa integrazione, l’immobilità delle aziende che assumono sempre meno personale, laddove non hanno provveduto alla razionalizzazione del personale e la persistenza dei salari molto bassi.

L’obiettivo, in termini pratici, è sfruttare questo “tesoro” per creare immediatamente 70 mila posti di lavoro per i giovani ed in particolare per coloro che non hanno ancora compiuto 30 anni. Ci saranno dunque 500 milioni di euro per defiscalizzare l’assunzione dei giovani, più 100 milioni di euro per finanziare l’autoimprenditorialità, più 200 milioni per chi offrirà stage e tirocini e infine 25 milioni di euro per le nuove cooperative formate da giovani e attive nei settori dei beni culturali e dei servizi alla persona.

Se la Merkel vincesse di nuovo in Germania

 Per avere un’idea chiara di quello che succederà in Europa a livello economico, è importante prevedere gli scenari post elettorali tedeschi. La situazione di crisi globale e nazionale è stata gestita fino a questo punto da Angela Merkel, ci si chiede quindi come potrebbe evolversi l’economia e la finanza nell’UE e in Germania se la Cancelliera fosse confermata alle urne.

Bibow affronta il rapporto tra euro e Germania

Ormai si può fare il conto alla rovescia visto che mancano soltanto tre mesi alle elezioni tedesche e Angela Merkel, nei dibattiti televisivi e non, continua a confermare la volontà d’insistere su certe direttrici. Per esempio, dalla Germania arriva il placet o meglio l’appoggio ai programmi di austerità, soprattutto se a metterli in pratica sono gli stati europee indebitati maggiormente.

Il credit crunch cinese non piace all’Europa

Insomma, se dovesse vincere di nuovo la Merkel e rafforzare il potere della Germania in Europa, ci sarebbe da temere per le condizioni dei paesi maggiormente in crisi. Secondo Brzeski ci sarebbe un continuum con quello che sta succedendo adesso.

Al contrario, una vittoria di una coalizione diversa, magari formata dal CDU e dall’opposizione di centro sinistra dell’SPD, allora si apre la strada al rafforzamento dell’integrazione, soprattutto di quella bancaria. Il problema, in questo secondo scenario, è che la Germania potrebbe avere delle difficoltà ad assorbire delle nuove linee guida.

A Krugman non piace l’atteggiamento della FED

 L’ultimo meeting della FED ha dato respiro alle borse visto che si temeva un allentamento da parte della Federal Reserve nel momento in cui l’America sembra aver bisogno di sostegno. Le scelte della FED, però, non sono apprezzate universalmente, anzi c’è chi ritiene che ci sia stato un vero e proprio errore di valutazione.

I problemi monetari partono dalla BCE

Ancora una volta a parlare di quello che sta succedendo in Americo è il premio Nobel per l’economia Paul Krugman che sul suo blog, riferendosi all’ultimo meeting della FED, dice:

“Spero di sbagliare, ma questo potrebbe essere un gravissimo errore di proporzioni storiche”.

Una frase che va dritto al cuore di Ben Bernanke, il governatore della Fed che spiega che il piano d’acquisti noto al mondo finanziario come “quantitative easing”, potrebbe concludersi già il prossimo anno. Il mercato non ha sicuramente aspettato a reagire alla notizia: le borse sono colate a picco e tutti i tassi d’interesse sono schizzati ai massimi livelli.

Sale la disoccupazione in America

L’economia degli Stati Uniti, secondo Paul Krugman, è ancora lontana dalla ripresa. Si può avere la certezza di questo assunto semplicemente guardando il grafico della disoccupazione e poi anche quello dell’inflazione dove si nota l’indice molto al di sotto della aspettative.

La FED secondo Krugman dovrebbe aspettare che l’economia USA recuperi il terreno perduto con la crisi e dovrebbe far crescere l’inflazione prima di ogni altra cosa.

Il fallimento ordinato delle banche non trova accordo

 Le banche, in questo momento, sono sotto il tiro della finanza, dell’economia e della politica perché è stato visto che nonostante gli interventi degli istituti centrali e dei vari stati a favore delle banche, continuano ad esistere dei problemi strutturali.

Anche Intrade colpito dallo scandalo

I ministri delle Finanze dei paesi dell’Unione Europea si sono dunque riuniti per discutere dell’opportunità di un fallimento ordinato degli istituti di credito ma i negoziati, durati ben 18 ore, non hanno portato ad alcuna conclusione.

Le posizioni dei vari rappresentati sono rimaste antitetiche e quindi è stato rinviato tutto a mercoledì. Secondo Moscovici, l’incontro non è da ritenere vano poiché è stata percorso comunque il 90 per cento della strada che dovrà condurre ad una conclusione unitaria.

Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro

Il meccanismo del fallimento ordinato delle banche è difficile da definire e perfino i ministri preposti al controllo delle finanze pubbliche, non sono riusciti ad avere una visione unica sul regolamento da attuare. Il vertice del Lussermburgo di mercoledì dovrebbe essere definito.

Si cerca in pratica di trovare una strategia univoca per liquidare le banche che in un periodo di crisi possono trovarsi in difficoltà, al fine di non gravare sui contribuenti. Secondo Pierre Moscovici, mancano ancora pochissimi questioni da risolvere.

 

Secondo il BRI bisogna tagliare la spesa

 La Banca dei Regolamenti Internazionali ha stilato la sua relazione annuale da cui sono venuti fuori dei suggerimenti per l’Italia, per far sì che i nostri conti siano sempre in ordine.  In più, sempre nel documento citato, si può leggere un velato rimprovero alla politica monetaria europea che non ha saputo sfruttare gli interventi delle banche centrali.

I conti del nostro paese, dopo l’era Mario Monti, si può dire che siano stati messi in ordine, infatti, in Europa si apprezza tantissimo l’operato del Professore. Gli investitori e i consumatori hanno ritrovato la fiducia nel nostro paese ma è chiaro che adesso serve qualcosa in più.

Lo sguardo sul debito proposto da Bankitalia

Secondo il BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali, è bene continuare sulla strada della riduzione del disavanzo dello stato, visto che il debito pubblico, continua ad aumentare ed ormai ha raggiunto dei livelli che potremmo definire da record.

La BCE punta il dito sull’Italia

Peccato soltanto che l’Italia possa fare ben poco in questa direzione visto che non è possibile, in questo momento specifico, continuare ad aumentare le tasse. L’unica alternativa, quindi, sembra essere riposta nella riduzione della spesa, strumento essenziale per la minimizzazione di costi di breve termine legati al risanamento delle finanze.

In più è importante intervenire in modo puntuale ed efficace sul mercato del lavoro. Cose già dette?

Di nuovo in salita la fiducia dei consumatori

 Se un paese è in crisi, per la paura di ritrovarsi senza soldi in un domani in cui la crisi si potrebbe aggravare, i cittadini evitano di fare spese ed eliminano quelle superflue. Soltanto se cambiano le condizioni e c’è maggiore speranza, allora la fiducia risale la china e si può quasi dire che il peggio sia passato.

Noi, l’Italia, siamo proprio in questa seconda fase, forse anche per via della risoluzione della questione politica che finalmente ha portato alla definizione di un governo. In realtà, chi ha calcolato l’indicatore della fiducia dei consumatori, l’Istat, spiega che qualcosa è intervenuto anche nei criteri di calcolo.

Aumenti della benzina minano il portafoglio delle famiglie

Il risultato non cambia: la fiducia dei consumatori è in aumento è ha raggiunto i livelli massimi da marzo 2012 ad oggi. L’Istat spiega “per correttezza” che sono state introdotte delle modifiche nel campione di riferimento e nelle tecniche stesse di rilevazione. Entriamo un po’ nei dettagli.

Il vecchio potere d’acquisto solo nel 2036

Il clima di fiducia dei consumatori è cresciuto a giugno, rispetto al mese precedente, passando dall’86,4 al 95,7. In pratica si è giunti ad un livello molto positivo, il più positivo da marzo 2012. Le modifiche introdotte hanno in parte modificato le rilevazioni del mese di giugno ma rischiano anche di creare una discontinuità profonda rispetto al passato.

Ma non è tutta questione di statistica, infatti, molto è dovuto anche alla sospensione del pagamento dell’IMU sulla prima casa che ha ridato vigore alle spese dei cittadini.

I giovani credono nel lavoro in Italia

 L’indice di fiducia dei consumatori è importante per sapere se i cittadini che abitano il Belpaese sono più o meno disposti a spendere e se effettivamente credono nella ripresa economica futura dell’Italia. Di fatto però, ci sono anche altri segnali che non vanno sottovalutati, tra cui la fiducia riposta dai giovani laureati nel mondo del lavoro nostrano.

Ferrero cerca venditori in tutta Italia

Una recente ricerca dimostra che il sogno di moltissimi ragazzi che stanno concludendo il percorso di formazione accademica è quello di lavorare in Italia, alla Ferrero. Fino a pochi anni fa, invece, questa posizione di primato era stata propria di Google che in teoria e in pratica ha sempre rappresentato il miglior posto di lavoro possibile.

Forbes ha stilato la classifica degli uomini più ricchi del mondo

La ricerca  cui facciamo riferimento è stata condotta da Universum e si chiama Italy’s most attractive employers. In pratica si analizzano le risposte di 20 mila studenti universitari italiani cui è chiesto d’indicare il posto di lavoro ideale. I giovani laureati e laureandi dicono di volere trovare un posto di lavoro stabile in un’azienda tricolore.

Il mito, oggi, è rappresentato dalla Ferrero. Google, invece, adesso è soltanto al secondo posto di questa classifica. Il gruppo Ferrero è diventato molto importante anche nelle classifiche che sono state stilate in modo analogo in Francia e in Germania.

La CIG in deroga non ancora finanziata

 La Cassa Integrazione in deroga non ha ancora ottenuto il finanziamento necessario da parte del governo e per questo moltissime aziende sono ancora indecise se adottarla o meno. Il problema è che il varo del decreto legge previsto da Letta ha subito un blocco. I sindacati hanno lanciato l’allarme per moltissimi lavoratori e per le aziende che così, con il ritardo delle procedure, potrebbero condizionare molte richieste anche in futuro.

La Cgil fa i conti sulla CIG

Secondo i sindacati, il ritardo nel finanziamento della Cassa Integrazione in deroga, non è un caso, ance se il governo Letta, all’inizio del suo incarico, aveva promesso di destinare alla causa ben un miliardo di euro. Allora dove si sono fermati i fondi?

Le misure contro la disoccupazione nel Decreto del fare

L’ostacolo sembra di natura burocratica e deriva dal funzionamento del ministero dell’Economia. La distribuzione del denaro non è ancora stata firmata nonostante il decreto sia praticamente pronto.

Così centinaia di migliaia di lavoratori resteranno senza stipendio in tutta Italia. L’argomento della Cassa Integrazione in deroga è stato al centro della manifestazione organizzata dai sindacati a Roma. Susanna Camusso, leader della CGIL ha criticato con queste parole l’operato di Letta e del suo staff:

“Dopo l’annuncio per le risorse stanziate per la cassa in deroga, perché non si sbloccano le risorse disponibili? Se qualcuno pensa che non firmando per liberare le risorse necessarie non si richieda più la cig in deroga o non si facciano più accordi sulla mobilità, si sbaglia di grosso.”

Tutti i soldi inviati al mondo del lavoro

 Per rilanciare l’occupazione nel nostro paese sono stati previsti dei fondi a livello comunitario e nazionale. Si parla in tutto di un miliardo dedicato al lavoro, da corrispondere in assegni di 500 euro agli stagisti. in più si prevede uno sgravio di 10 mila euro per le aziende che assumo ragazzi sotto i 30 anni.

Cos’è il bonus mobilità per gli studenti

Entro il 2015 ci saranno a disposizione da parte della comunità europa, tra i 4 e i 5 miliardi di duro. Entro la fine del mese, tra l’altro, si dovrebbe tenere un consiglio europeo che consentirà di spostare i fondi strutturali. In fin dei conti si tratta di un percorso abbastanza lungo e definito con due tappe.

A livello nazionale il governo contribuirà con la definizione di un decreto per rendere più flessibile l’occupazione dei giovani. Le date da registrare, soprattutto per chi investe in opzioni binarie ed ha la necessità di individuare un trend sono il consiglio dei ministri di mercoledì e poi il consiglio europeo che si terrà tra il 27 e il 28 giugno.

Microimprese finanziate dalla Regione Puglia

L’obiettivo di tutti gli interventi sarà quello di combattere la disoccupazione con particolare riferimento alla disoccupazione giovanile. I contratti a termine saranno resi più flessibili per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e alle aziende che assumono under 30 saranno consegnati 10 mila euro.

Aumenti della benzina minano il portafoglio delle famiglie

 La benzina è in costante aumento dal 2010 ad oggi e fino alla fine dell’anno in corso, la somma degli aumenti dovrebbe arrivare a 223 euro che diventeranno 230 nel 2014. I dati sono riportati in uno studio della Cgia di Mestre.

Alla fine del 2013 l’aumento del prezzo della benzina dovrebbe salire fino a quota 233 euro dal 2010 ad oggi e poi arrivare a 230 euro nel 2014. I rincari dei carburanti avranno effetto anche sui prezzi di tutte le merci che viaggiano su gomma.

In Italia a soffrire sono soprattutto i consumi

Un ulteriore aumento dei prezzi è da considerare grave per Capezzone del PdL, mentre per la CGIA di Mestre l’incidenza maggiore sarà sui consumi. In due anni, dal 2010 al 2012, si contano sette aumenti delle accisi e un aumento dell’IVA.

Se si fa un conto dell’aumento delle spese delle famiglie dovute ai rincari della benzina, si scopre che una famiglia spende 217 euro in più per i trasporti. Nel 2013 spenderà 223 euro in più rispetto all’inizio della crisi e nel 2014 la spesa salirà a 230 euro. Questi sono i rincari per la benzina ma per quanto riguarda il diesel è ancora peggio.

Quando non servono le schede carburante

Infatti dal 2010 al 2012 l’aumento è stato di 379 euro, e salirà a 388 euro per il 2013 e a 397 euro per il 2014. La stima è fatta per una percorrenza media di 15 chilometri annui a famiglia.