Il punto sul salvataggio di Cipro

 Cipro doveva essere salvata in qualche modo perché in un momento di crisi del debito come quello che sta interessando da diversi mesi il Vecchio Continente, perdere anche soltanto una pedina dello scacchiere europeo, può incrinare l’equilibrio dell’UE nella sua interezza.

Il caso di Cipro, però, è emblematico, visto che le conseguenze del suo bailout hanno un effetto immediato su diversi paesi e sul mercato valutario. Per esempio chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio, eppure, l’effetto di Cipro sul mercato valutario è indiscutibile.

Nel prendere in considerazione tutti questi elementi si scopre anche che ci potrebbe essere un’alternativa a tutta questa situazione ma la discussione è ancora aperta all’interno del governo cipriota. L’alternativa è proprio nella doppia tassazione, più piccola per i piccoli risparmiatori e più elevata per i grandi risparmiatori. Se fosse accettata questa visione, probabilmente, si potrebbe arginare la corsa agli sportelli bancari.

La Germania, intanto, dice la Reuters, caldeggia un cambiamento di programma. Secondo il portavoce della Merkel, il governo tedesco è convinto che per salvare Cipro sia necessario l’intervento di tutti, banche, correnti e proprietari ma il “come” deve essere definito dal governo dell’isola. Insomma si può cambiare programma ma l’ultima parola spetta a chi ha il polso della situazione.

La versione di Saxo Bank su Cipro

 L’effetto di Cipro sul mercato valutario potrebbe essere quello di una flessione delle quotazioni della moneta unica, che, da un certo punto di vista, quello degli investitori esterni, potrebbe essere anche interessante. Peccato che si tema una corsa agli sportelli bancari per anticipare il prelievo sui depositi e questa immediata crisi di liquidità non potrebbe essere salutata con altrettanto ottimismo.

Le conseguenze del bailout di Cipro sono tante, specie sul mercato europeo e le borse reagiscono già alla notizia del governo di voler diversificare gli interventi. Chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio perché sembra che le nostre banche non abbiano poi così tanti soldi depositati a Cipro.

L’idea, comunque, d’intaccare il portafoglio dei risparmiatori, è stata criticata da più parti. A livello finanziario è da tenere in grande considerazione, la riflessione operata dal Cofondatore e CEO di Saxo Bank, Lars Seier Christensen.

Quest’ultimo, infatti, per descrivere il bailout di Cipro usa l’aggettivo di “socialista” visto che si opera una tassa  del 6,5 sui piccoli correnti e una tassa del 9,9 per cento sui depositi dei grandi correntisti. Una cosa del genere, tra l’altro, on era mai stata vista in Europa e le conseguenze di un’operazione del genere sono del tutto imprevedibili.

La Germania contro l’antieuropeismo italiano

 I risultati delle elezioni hanno fatto emergere un sentimento antieuropeista molto forte nel nostro paese. Secondo Paul Krugman, infatti, il Movimento a 5 Stelle, guadagnando così tanti successi, ha soltanto fatto avanzare la protesta contro l’austerità posta dall’Europa.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Eppure, se adesso l’Italia uscisse dall’euro, ci sarebbero delle gravi ripercussioni su tutta l’economia del Vecchio Continente. Ecco perché, ad esempio, si teme tanto anche il contagio di Cipro. Il salvataggio dell’isola, deciso nel fine settimana, comporta un prelievo sui conti deposito ciprioti. Le nostre banche, comunque, sono poco esposte da questo punto di vista e non ci dovrebbero essere problemi.

Chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio

Cipro a parte, nella prima giornata di contrattazioni a parlare è ancora il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann che fa suonare il campanello d’allarme per il nostro paese. Ci potrebbero essere delle battute d’arresto nell’economia se si lasciasse l’euro e l’Italia sarebbe chiamata a fare delle riforme così dure da poter dire che le conseguenze sarebbero drastiche.

Ecco le parole di Weidmann:

“Se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani, allora ciò non può e non deve essere un motivo per interventi della banca centrale.

Ogni Paese è responsabile delle sue azioni, quindi una completa garanzia o un finanziamento della banca centrale sono per questo motivo escluse in base ai trattati. I cittadini ed il governo decidono sulla linea della politica nazionale e devono sopportarne le conseguenze”.

Le conseguenze del bailout di Cipro

 Da diverse ore, in relazione all’affare cipriota, sentiamo parlare di bailout, un termine che in economia indica il salvataggio di uno stato operato grazie all’intervento delle banche o delle istituzioni pubbliche. Per semplicità parleremo di salvataggio.

Cipro si aiuterà da sola?

Nel fine settimana l’Europa ha pensato che sia giusta salvare Cipro ma all’erogazione di circa 10 miliardi di euro, ha chiesto che siano affiancate delle riforme, la prima è di tipo “fiscale” e prevede un prelievo forzoso sui conti deposito che può arrivare fino al 9,9 per cento.

Raggiunto l’accordo europeo per salvare Cipro

Gli analisti ritengono che per la prima volta questo salvataggio potrebbe danneggiare gli altri paesi periferici dell’UE e generare un’altalena dell’euro che sicuramente non fa bene al mercato azionario globale.

L’euro, intanto, perde forza e nel mercato ForEX è scambiato a 1,29 dollari, che rappresentano il livello più basso raggiunto nel 2013. Intanto il Presidente cipriota prova a spiegare che per il bailout del paese è stato praticamente costretto ad accettare la tassa sui conti deposito. Lo stesso Presidente del Comitato Affari economici e monetari del Parlamento si è detto scosso dall’introduzione della tassa.

In generale quel che è successo a Cipro viene indicato come simbolo di una crisi europea che non è stata ancora risolta e gli investitori, stavolta, sanno già tutto.

L’Italia si aiuta se fa le riforme

 Il fermento in Europa, in questo fine settimana molto particolare, si lega almeno a due fatti di cronaca, il raggiunto accordo europeo per salvare Cipro e le banche tedesche campionesse di evasione, cui dobbiamo aggiungere le dichiarazioni di Weidmann sugli aiuti all’Italia.

Il presidente della BundesBank ha detto infatti che se l’Italia non continuerà a fare riforme per il paese, quindi se non seguirà la strada tracciata da Monti, non potrà sperare di essere aiutata economicamente dalla BCE. Le parole di Weidmann illustrano la paura dell’Europa in senso lato: quella di vedere trionfare nel nostro paese il sentimento antieuropeista che trascinerebbe l’Italia fuori dall’euro. L’abbandono della moneta unica da parte del nostro paese mina alla radice l’unità dell’Europa intera.

Poi, come spiega sempre Weidmann, l’Italia e i paesi dell’UE sono responsabili delle loro azioni e se fanno qualcosa per cui saranno escluse dall’accesso a fondi e trattati, ne pagheranno le conseguenze. La responsabilità delle scelte, però, non è esclusivamente del governo, ma secondo la BundesBank, è nelle mani di tutti i cittadini che “scelgono” la linea della politica nazionale. Riguardo al resto d’Europa, secondo Weidmann la situazione si è soltanto calmata ma senza la risoluzione dei problemi strutturali, non ci sarà alcun superamento della crisi.

Insomma, è più una quiete prima della tempesta che la pace dopo la crisi.

Banche tedesche campionesse di evasione

 L’Europa non fa che riservarci delle sorprese in questi giorni e mentre i ciprioti e l’UE stanno ancora digerendo la notizia del raggiunto accordo europeo per salvare Cipro, un’informazione tutt’altro che positiva arriva dalla Germania, considerata il motore dell’UE: le banche tedesche sono sotto indagine per aver evaso miliardi e miliardi di euro.

Qualche notizia in più sul sistema creditizio cipriota

L’informazione in questione è stata data dalla Sueddeutsche Zeitung e spiega che sono interessate dall’argomento soltanto alcune banche e diversi clienti. Tutto si lega ad alcune dichiarazioni mendaci, che hanno consentito agli istituti di credito di ottenere rimborsi fiscali sui rendimenti di capitale, andando oltre il dovuto.

Tutta la truffa non è stata messa a segno in pochi giorni, ma è stata perpetrata per anni, dal 2008 fino allo scorso anno. Il fisco tedesco sarebbe stato dunque colpito da un’evasione da diversi miliardi di euro. Come è stata architettata la truffa? Attraverso lo sfruttamento delle compravendite di titoli sui mercati azionari, portate a termine in modo molto veloce, per l’esattezza alla velocità massima consentita dagli strumenti elettronici nel giorno in cui aziende e fisco contabilizzano spese,  investimenti, utili e ricavi.

Le transazioni ultraveloci, unite alle dichiarazioni infedeli, hanno consentito di ottenere rimborsi superiori al dovuto, che superano spese e investimenti effettivamente fatti.

Qualche notizia in più sul sistema creditizio cipriota

 È stato raggiunto l’accordo europeo per salvare Cipro che prevede l’invio nell’isola di un capitale di 10 miliardi di euro da unire al prelievo sui conti deposito dell’isola. Una ritenuta alla fonte del 9,9 per cento che dovrebbe contribuire in maniera importante alla vita del paese.

La notizia dell’intesa sul salvataggio dell’isola doveva essere accolta con maggiore entusiasmo, ma poi i ciprioti hanno dovuto fare i conti con la decisione legata ai conti deposito. Sembra dunque che dalle prime ore del mattino, appena dopo l’annuncio arrivato dall’Europa, molti cittadini si siano recati agli sportelli automatici delle loro banche per prelevare quanto più contante possibile.

In effetti, stando a quanto raccontato dai cittadini, avevano ottenuto una promessa prima delle trattative: che non sarebbero stati toccati i loro risparmi. Per questo l’approvvigionamento di contanti si è legato ad un sentimento di rabbia. L’erogazione dei fondi accompagnata dal prelievo sui conti deposito, in effetti, rappresenta un unicum nella storia dei salvataggi operati dall’Europa.

Che strumenti sono i conti deposito

Adesso tutti gli operatori bancari si aspettano di essere presi d’assalto. Ma non da lunedì, giorno in cui cade una festività nazionale. Il ministro delle Finanze, per evitare il caos, ha già detto che il governo s’impegnerà ad impedire la corsa al ritiro di contanti dagli sportelli automatici.

Secondo il ministro, infatti, i ciprioti devono ancora digerire la soluzione proposta dall’Europa che chiedo di unire all’erogazione di fondi anche l’introduzione di alcune imposte, la ristrutturazione forzata del sistema bancario e il piano di privatizzazioni necessario per rilanciare l’economia.

Raggiunto l’accordo europeo per salvare Cipro

 L’Italia, la Spagna, in fondo queste sono situazioni gestibili se paragonate a quello che sta succedendo ad esempio a Cipro dove il paese, per diverse settimane, è stato in tensione nell’incertezza dell’erogazione degli aiuti europei.

► Cipro si aiuterà da sola?

Adesso il via libera è arrivato dai Ministri delle Finanze degli Stati membri dell’Unione che hanno trovato un accordo sul salvataggio cipriota. Che l’Isola-Stato fosse da salvare era praticamente fuori dubbio. Il problema restava nella scelta dell’entità del finanziamento e soprattutto nella capacità dell’UE di contribuire al salvataggio.

Che strumenti sono i conti deposito

Alla fine è stato stabilito che per salvare Cipro servono 10 miliardi di euro. Una cifra portata davanti alle telecamere come un’indiscrezione sulla quantità massima di soldi da erogati dall’UE a Nicosia che, da parte sua, aveva chiesto un fondo di almeno 17,5 miliardi di euro. Il FMI internazionale, in questa storia, entrerà partecipando al finanziamento con 1 miliardi di euro.

Oltre ai soldi è stato studiato un piano d’assistenza, una strategia per recuperare soldi dalle risorse di Cipro, nota come un luogo in cui molti vanno a depositare il denaro da investire. Proprio per questo si è pensato di emanare un tassa che vada a colpire i depositi bancari negli istituti di credito ciprioti, tassati al 9,9 per cento. Una ritenuta alla fonte che ridurrà gli interessi ma contribuirà a rimettere in piedi i forzieri del paese.

Debito pubblico record per l’Italia

 La situazione finanziaria del nostro paese è sotto la lente d’ingrandimento delle agenzie di rating, delle banche d’affari, dell’Europa, preoccupata dell’ascesa del sentimento antieuropeo e antieuro nello Stivale. Se è vero che per fare un Governo ci vuole tempo e il primo passo è stato fatto con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, è anche vero che adesso bisogna capire qual è la direzione che il nostro paese intende avviare: la priorità sarà per le riforme oppure per la messa in sicurezza dei conti?

La crisi economica e i rischi per l’Italia secondo i Servizi Segreti

Sicuramente un problema per l’Italia c’è e si chiama debito pubblico. Se n’è parlato fino alla fine del governo Berlusconi, poi, con Monti a Palazzo Chigi, la situazione sembrava essersi calmierata ma adesso la tregua è finita. Il debito pubblico torna a crescere perché l’amministrazione centrale ha bisogno di denaro e perché l’Italia si è impegnata a sostenere finanziariamente le strutture europee d’aiuto ai paesi in difficoltà.

Cipro si aiuterà da sola?

La Banca d’Italia ha dunque pubblicato il supplemento al bollettino statistica di finanza pubblica, annunciato che rispetto a gennaio, il debito pubblico è cresciuto di 34 miliardi di euro ogni mese. Oggi il record stabilito p di 2.022,7 miliardi di euro. La sogli psicologica dei 2000 miliardi di euro di debito è stata “abbondantemente” superata, coadiuvata dall’emissioni di titoli del debito e dalle difficoltà persistenti in Europa. Gli investitori non sono affatto contenti.