L’Eurozona è fuori dalla recessione

 Se alla fine dell’anno scorso e per tutto il primo trimestre del 2013, il tormentone finanziario è stato legato al termine e al concetto di spread, adesso è in atto un nuovo trend: si parla soltanto di ripresa. Tutti cercano di capire se e quando ci sarà, se si può parlare fin da ora di fine della recessione. La stima più recente, in proposito, è quella fatta dall’Eurostat.

In Germania esiste il doppio lavoro

Il centro di statistiche europeo, infatti, nel secondo trimestre del 2013, ha rilevato una crescita dello 0,3 per cento del Prodotto Interno Lordo dell’Eurozona. Una crescita che è stata superiore alle previsioni ed ha interessato tutti i 27 paesi che fanno parte dell’UE. La notizia è rimbalzata da un versante all’altro del Vecchio Continente. In fin dei conti siamo di fronte al primo dato positivo dopo 7 trimestri chiusi nel peggiore dei modi.

Perchè gli USA investono nell’UE

I politici che seguono da vicino l’andamento dell’economia e della crisi, come Olli Rehn, tentano comunque di tenere a freno l’entusiasmo spiegando che la ripresa è davvero vicina ma in questo momento non si può ancora dire che la crisi sia passata.

L’Eurozona, sicuramente, uscirà dalla recessione. Tra maggio e giugno il PIL europeo è cresciuto dello 0,3 per cento ed è stato il primo risultato positivo dopo tanti mesi di flessione. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,2% per cui l’Europa è stata in grado di migliorare anche le aspettative.

L’Ungheria rimborsa il Fondo Monetario

 La scelta effettuata dall’Ungheria è a dir poco sorprendente. Questo paese, infatti, a sorpresa, ha deciso di rimborsare il Fondo Monetario Internazionale che le aveva elargito dei fondi. L’annuncio ufficiale è stato dato direttamente dal premier Orban che da sempre si è distinto nel Vecchio Continente per il suo atteggiamento antieuropeista.

Come cambia l’emigrazione italiana

A questo punto però, visto che il clima generale dimostra che la ripresa è vicina ma non in essere, c’è da capire da dove l’Ungheria abbia preso i soldi per rimborsare il FMI e a che tasso d’interesse abbia ottenuto il prestito. Qualche analista ha provato a fare i conti in tasca al paese in questione. Sembra che l’Ungheria sia stata aiutata molto dall’incremento degli investimenti tedeschi. In più pare che abbia operato un taglio deciso della spesa sociale e si sia avvantaggiata della crescita dello 0,5 per cento del PIL nel primo semestre dell’anno.

Pressione fiscale in aumento nei paesi dell’Ocse

Per chi investe in opzioni binarie una notizia del genere è fondamentale, ma è inaspettata e quindi soltanto gli amanti del rischio hanno  tratto giovamento dalla situazione. Le finanze pubbliche dell’Ungheria, ad ogni modo, sembrano a posto e da più settori arriva il plauso per la politica conservatrice del premier Orban.

Budapest, quindi, che aveva ottenuto il prestito del FMI nel 2008 con l’opera del governo socialista, adesso è pronta a ripartire.

La brutta avventura di Apple in Italia

 Nel mondo la fama della Mela Morsicata precede di gran lungo il lancio dei nuovi prodotti Apple ma adesso, complice la crisi, anche l’azienda di Cupertino deve tirare la cinghia. In realtà a bersagliare Apple ci ha pensato più di un’azienda e più di un governo. E’ nota al grande pubblico la rivalità accesa con Samsung, così come è nota la scelta inglese di punire in modo esemplare l’elusione fiscale.

Apple cresce nei ricavi ma non è al top

Intanto Apple, in tutto questo tempo, ha continuato con la sua attività commerciale ma le vendite non sono andate bene e di recente si fa un bilancio tutt’altro che positivo anche con riferimento al nostro paese.

Il cartello Apple sugli eBook

In Italia, Apple, si serve di un retail per le vendite e sembra che l’anno scorso, questa controllata abbia chiuso i battenti registrando una perdita di 11,5 milioni di euro. In virtù di questa cifra dovranno poi essere versati all’Erario ben 2,5 milioni di euro. L’utile dei negozi, che è un altro dato da considerare attentamente, si è fermato a 10,7 milioni di euro.

Il 2012, in generale, è stato un anno triste per tutte le imprese che si occupano di tecnologia. Non sorprende quindi che Apple abbia chiuso in rosso in Italia, sulla base dei risultati portati a casa da Apple Retail ed Apple Itala.

Venduta la Steinway

 La Steinway è una delle aziende più importanti nel settore della costruzione e della vendita degli strumenti musicali. Di recente, per la crisi economica e per una serie di vicissitudini aziendali, è stata messa all’asta. Se l’è aggiudicata il re degli hedge fund che ha offerto qualcosa come 40 dollari per azione. Il titolo, però, dirà presto addio a Wall Street.

Vendite al dettaglio, bene solo i discount

Chi è il re degli hedge fund? Chiaramente nelle cronache finanziarie si parla di John Paulson che in questa asta che passerà alla storia, è stato il vero protagonista. La Steinway, infatti, è conosciuta in tutto il mondo come l’azienda che produce i migliori pianoforti, oltre che gli altri strumenti musicali.

Continua la crisi dei commercianti

L’asta se l’è aggiudicata quindi Paulson versando 503 milioni di dollari che corrispondono a 40 dollari per azione. Con questa operazione Paulson si è aggiudicato il 100 per cento del gruppo che adesso controlla integralmente e che presto dirà addio alla borsa.

Paulson, durante l’asta, era stato in parte impensierito dall’offerta di Kohlberg&Co che avevano fatto un’offerta di 35 dollari ad azione. Peccato che il suo rivale sia uno dei maggiori investitori al mondo. Basta pensare che Paulson ha ottenuto ricavi incredibili dalle scommesse sul crollo del mercato immobiliare che c’è stato nel 2008. Adesso dovrà imparare a suonare un altro motivo.

La produzione del petrolio favorisce la Cina

 La Cina, in questo momento, ha superato gli Stati Uniti per quanto riguarda la produzione di petrolio. La competizione tra Cina e USA, ormai, è proverbiale, soprattutto in periodo di crisi economica. La Cina ha rallentato la produzione ma resta un caposaldo dell’economia internazionale.

Quello che attualmente si evince dai dati disponibili è che la produzione americana di petrolio crescerà ancora. Il periodo di riferimento usato per fare la stima è quello iniziato nel 2011 che si concluderà soltanto nel 2014. La crescita di cui si parla porterà la produzione di petrolio a 13 milioni di barili al giorno.

Pechino ridona fiducia alle borse europee

Sul versante cinese, invece, la produzione dell’oro nero crescerà ancora del 6 per cento e arriverà ad un uso di 11 milioni di barili al giorno. La domanda di petrolio che invece si registra negli USA è di 18,7 milioni di barili al giorno. Le statistiche che tengono a mente quel che è successo negli anni scorsi, dicono che siamo abbondantemente sotto il picco USA di 20,8 milioni di barili del 2005.

Il petrolio cresce per colpa dell’Egitto

In prospettiva, quindi, dal prossimo ottobre, la Cina potrebbe diventare il primo importante netto di petrolio, andando ad occupare il posto su cui oggi siedono gli Stati Uniti. La stima è stata realizzata dall’Eia, l’ufficio informazione del dipartimento energetico statunitense.

L’incremento della domanda cinese e l’aumento della produzione di petrolio da parte degli Stati Uniti, sanno alla base di questo cambiamento.

In Germania esiste il doppio lavoro

 Ci sono moltissime persone che ritengono che in Germania si stia benissimo, sotto il profilo lavorativo e finanziario. Invece qualcosa non va a sentire le parole di Angela Merkel, salita in cattedra per una lezione di economia.

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L’Ufficio federale del lavoro, infatti, dice che nel 2012 sono aumentati i tedeschi che fanno un secondo lavoro. Nel 2012 i cittadini che abitano in Germania e non possono accontentarsi di un solo impiego sono 2,66 milioni e nel 2011 erano 56 mila in meno. Il tasso di “doppilavoristi” è raddoppiato rispetto al 2004 quando soltanto il 4,3 per cento della popolazione era dedito a due attività professionali.

Confermata la tripla A per la Germania

Insomma, per sopravvivere non è sufficiente un solo salario. Una notizia del genere si potrebbe aspettare che arrivi dalla Grecia o da qualche paese del Mediterraneo, invece arriva direttamente dalla Germania che, su più fronti, è considerata la terra del welfare e del capitalismo. Senza esagerare possiamo dire che la Germania è la prima economia d’Europa e nello scacchiere internazionale occupa addirittura il quarto posto.

Il secondo lavoro cui si fa riferimento nelle statistiche indicate, è un impiego regolare, con trattenute e contributi versati. La crescita del numero di coloro che fanno il doppio lavoro ha consentito alla Germania di attutire la crisi economica del Vecchio Continente.

Nuove prospettive per Blackberry

 Il mercato degli smartphone e dei telefoni cellulari evoluti sta andando avanti lasciandosi alle spalle vecchie tecnologie e progetti che non trovano spazio e gradimento nel grande pubblico. In questo momento le aziende che non hanno un business di massa, come può esserlo quello di Apple e Samsung, devono prendere tempo per elaborare nuove strategie.

RIM prova a rifarsi il trucco

Il gruppo Blackberry, ad esempio, sta vagliando delle strategie alternative che saranno utili alla società per resistere alla fase di contrazione attuale del mercato ed avere nuovo slancio per il futuro. Il management di Blackberry è talmente convinto della strada intrapresa che ha pensato di esporre le quatto soluzioni in cantiere ai giornalisti del Wall Street Journal.

Record di utili e calo delle vendite per Samsung

La concorrenza delle altre aziende in primis e la contrazione delle vendite di telefoni e smartphone, ha messo alle strette la società canadese. La prima soluzione pensata è nella costituzione di una join venture, un modo come un altro per accettare con eleganza l’aiuto esterno.

La seconda soluzione, invece, è nello smembramento della società in divisioni che si occupino dello sviluppo di una sola linea di business. La terza soluzione, altrettanto interessante è nella vendita completa della società che, comunque, potrebbe trovare una scappatoia ai guai finanziari – ecco la quarta soluzione – attraverso l’uscita dalla borsa.

L’Italia deve emanciparsi dei fondi

 Per uscire da una situazione di stallo economico-finanziario, è importante che l’Italia si emancipi dall’erogazione di fondi che arrivano dall’Europa. A dirlo sono proprio i vertici dell’UE che chiedono al nostro paese di dare un taglio ai fondi a pioggia investendo sulle poche priorità in parte già delineate dalla politica.

I fondi europei saranno concentrati su specifiche priorità

A parlare, in tal senso, è il Commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn. Il Commissario ribadisce che l’Europa non ha intensione di essere insensibile alla situazione italiana, ma non vuole che i soldi erogati dall’Unione siano usati soltanto per finanziare grandi eventi, come il concerto di Elton John.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

Insomma, serve una strategia di lungo periodo e deve essere elaborato un piano d’azione entro il 30 settembre. Nel nostro paese, tra l’altro, come osserva il Commissario, ci sono già dei buoni esempi di progetti interessanti e finanziabili sul lungo periodo. L’esempio cade sulla Tecnopoli in Emilia Romagna, sui piani di sviluppo urbano integrato messi a punto in Toscana e sulla promozione dell’uso delle energie rinnovabili in Puglia.

Certo non c’è alcun interesse a finanziare grossi eventi, come il concerto che abbiamo menzionato e non c’è alcun interesse ad investire soldi nel completamento della Salerno-Reggio Calabria. Insomma, solo progetti che siano in grado di dare prestigio, lavoro e business al Belpaese.

Continua la discesa dello spread

 Tutti coloro che non credevano nella riuscita dell’impresa, è servita la delusione su un piatto d’argento. Nonostante il recente downgrade operato ai danni del nostro paese dalle maggiori agenzie di rating, infatti, lo spread continua a scendere ed è finito sotto la soglia dei 240 punti.

Spread e borsa italiana da record

L’ultima volta che ci ricordavamo un differenziale così basso, era il 7 luglio del 2011. Adesso siamo ancora in estate ma è passata la tempesta che si era abbattuta sullo Stivale in relazione all’incremento continuo del debito. L’Italia è pronta, almeno stando alle ultime notizie, allo sprinti finale.

Letta promesso uno spread più basso

Intanto la Germania continua a spingere verso l’alto tutti i listini del Vecchio Continente visto che l’indice Zew che deve misurare la fiducia delle imprese tedesche nell’economia del paese, è superiore perfino alle stime più ottimistiche. Intanto, dall’altra parte del mondo, in Giappone, il premier propone di ridurre il peso delle tasse a carico delle aziende più grandi. Solo l’annuncio della nuova strategia è sufficiente per il Nikkei che schizza verso l’alto guadagnando il 2,75 per cento.

Si prospetta allora un Ferragosto all’insegna del riposo finanziario. Le borse si sostengono in Europa sulla base delle notizie legate ai dati macroeconomici, mentre in Giappone si teme il solito rally dovuto all’ennesimo deprezzamento dello yen nei confronti del dollaro e dell’euro.

OCSE preoccupata per le economie BRIC

 Le economie emergenti sono sempre considerate la chiave di volta per le economie avanzate che tramite accordi bilaterali con i paesi dei BRIC riescono a risparmiare sul loro business ed aiutare quello dei paesi più in difficoltà.

L’OCSE contro l’elusione fiscale

L’OCSE, però, in questo momento è preoccupata di come stanno andando le cose. Nel suo ultimo rapporto spiega che le economie cosiddette BRIC, quindi Brasile, Russia, India e Cina, stanno rallentando il ritmo della loro crescita e questo rallentamento potrebbe inficiare la ripresa economica, seppur lenta, degli Stati Uniti, del Regno Unito, del Giappone e del Vecchio Continente in generale.

L’OCSE, tra l’altro, a sua disposizione, ha anche i Composite Leading Indicators che sono importanti per conoscere in anticipo i momenti in cui il mercato cambia trend. I CLI, però, dicono che adesso le economie emergenti e le economie principali, vanno in direzioni opposte.

Pronta una banca mondiale per gestire l’ascesa

Direzioni che sono tenute da un mese a questa parte tanto da poter concludere che l’economia mondiale viaggia a tre velocità. Da un lato  i CLI parlano di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito come un terzetto in crescita. Ognuno di questi paesi sta rafforzando in modo interessante la sua economia.

Poi abbiamo i paesi dell’Eurozona che potrebbero avere una maggiore trazione economica e migliorare in prospettiva, ma che adesso, sono in una fase di lenta ripresa.

Poi ci sono i paesi BRIC che attraversano la nuova fase di rallentamento, con la sola India che è sull’ottovolante.