Possibile downgrade per Telecom

 Le aziende di un paese in crisi sono esse stesse in crisi. L’equazione non fa una piega e nel caso dell’Italia inizia a trovare conferme nel rating che le agenzie attribuiscono ai colossi del nostro tessuto industriale. La mente corre subito all’affare Telecom

Telecom Italia doveva fare moltissimi passi avanti grazie all’accordo per l’integrazione di Tre Italia. Poi tutta la trattativa è saltata e questo ha destabilizzato gli investitori. Moody’s non ci ha pensato due volte ed ha deciso di “minacciare” l’industria telefonica italiana.

Telecom si lascia sfuggire l’accordo con H3G

Telecom Italia e il suo titolo azionario, adesso, saranno sorvegliati speciali. L’ex monopolista, infatti, dovrà rendere più chiari il deterioramento delle finanze e i cosiddetti margini domestici. Insomma, dovrà fornire delle indicazioni relative al suo stato di salute visto che l’economia è in una fase molto delicata e critica, in più la concorrenza nel ramo telefonico è aumentata sensibilmente.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

Fitch aveva detto senza ripensamenti che Telecom Italia aveva le finanze dissestate e aveva effettuato il downgrade del titolo. Adesso è la volta di Moody’s che addita soprattutto il deterioramento dei ricavi nel contesto della crisi economica europea.

Moody’s ha preso in esame i conti semestrali dell’azienda che sono stati chiusi con un rosso di 1,5 miliardi di euro, in seguito alle svalutazioni da avviamenti.

Cresce ancora la disoccupazione in Grecia

 La Grecia, fino a qualche settimana fa, era data per salva. La crisi sembra aver lasciato Atene che adesso deve preoccuparsi soltanto del suo rientro sui mercati finanziari. Eppure le condizioni sociali non sono così rassicuranti visto che il mondo del lavoro è bloccato e la disoccupazione continua a crescere.

Schäuble vuole aiutare ancora Atene

L’allarme disoccupazione non è soltanto italiano, visto che anche la Grecia teme per la mancanza di posti di lavoro e ha pochissime speranze per i più giovani. Secondo gli ultimi dati statitici a disposizione, i ragazzi compresi nella fascia d’età 15-24 anni, possono puntare sul settore turistico ma si tratta soltanto di previsioni e speranze.

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

La disoccupazione in Grecia, comunque, ha raggiunto il suo tasso record, salendo fino al 27,6 per cento. Il riferimento temporale è al mese di maggio. Da allora 2 cittadini su 3 sono in cerca di una nuova occupazione e per il momento hanno le braccia incrociate.

Il dato più preoccupante, però, è quello relativo ai giovani. In tal caso infatti, per gli under 24, si parla di tasso di disoccupazione al 64,7 per cento.

La Grecia, tra l’altro, dovrebbe avere meno problemi degli altri paese, visto che riceve ancora i fondi di salvataggio internazionali. Le erogazioni di tali fondi vanno avanti dal maggio del 2010 ma la cattiva gestione finanziaria del paese ha lasciato un buco difficile da coprire.

Qualche ragguaglio per gli investitori

 In questo momento, iniziare a fare trading online, può essere rischioso anche se si limitano i propri investimenti al settore del Forex. Per questo è importante, con l’aiuto di qualche esperto, ripassare alcune nozioni di macroeconomia che possano essere d’aiuto per individuare il trend corretto.

La ripresa è vicina secondo la BCE

I soldi, oggi, sono considerati un bene indispensabile nell’acquisto e nella vendita di beni e servizi ma il denaro ha almeno tre tipologie d’uso differenti che dipendono dalla sua natura composita. Quindi, prima di avviarsi verso il Forex che sembra tanto rassicurante, è bene ricordare che esiste un denaro commodity, una moneta legate e un denaro cosiddetto bancario.

I rischi delle valute dei paesi emergenti

Il denaro inteso come commodity è quello che viene usato per designare il prezzo di un’altra materia prima, per esempio l’oro o l’argento. La moneta legale, invece è il denaro che ha un valore inferiore al valore monetario che rappresenta. Si pensi, in tal senso al ruolo ricoperto dalle banconote. E abbiamo infine il denaro bancario che è quello a disposizione dei correnti degli istituti di credito.

Il denaro, quindi, non è soltanto la valuta da scambiare ma è uno strumento di pagamento che sostituisce l’antico baratto, è comodo, è veloce e durerà ancora a lungo, nonostante le ipotesi catastrofiste sul ritorno alla società d’un tempo.

Consumi in calo e arretra Nestlè

 I consumi, in Italia come all’estero sono in calo. Nel nostro paese, che come suggeriscono diverse analisi, sembra aver intrapreso il cammino verso la luce oltre la crisi, gli italiani non comprano più pane e pasta e hanno effettuato un giro di vite anche sulle spese per la prevenzione e la cura della propria salute.

Nuovi concorrenti per la Nestlè

Ma in questo momento dobbiamo concentrarci sui consumi alimentari per capire meglio la crisi in cui sta incappando l’azienda Nestlè che fino a pochi mesi fa poteva dirsi sostenuta dalle abitudini di spesa dei paesi emergenti. La multinazionale che ha sede in Svizzera, infatti, ha dovuto archiviare il primo semestre dell’anno con dei risultati inferiori a quelli previsti.

Stage da Nestlé

In pratica il primo semestre del 2013 si è chiuso per Nestlé con una crescita del 3,7 % che ha portato gli utili fino a 4 miliardi di euro, pari a 5,1 miliardi di franchi. Il mercato si aspettava qualcosa in più ma a zavorrare i risultati c’è stato soprattutto l’immobilismo delle economie in via di sviluppo e la progressione davvero minima dei paesi emergenti.

Gli azionisti, in fin dei conti, possono ritenersi soddisfatti e ascoltano con piacere il bilancio provvisorio del management della Nestlè che spiega come entro la fine del 2013 si ambisca a fare molto meglio del primo semestre. La crescita attesa è pari al 5 per cento.

La ripresa è vicina secondo la BCE

 Dopo lo spread, il tormentone del mondo della finanza è cambiato: adesso si parla soltanto di ripresa economica. Il fatto è che si cercano segnali del miglioramento delle condizioni economiche globali e dei singoli paesi, in continuazione, in ogni settore.

Il bollettino mensile della Banca Centrale Europea, uno dei documenti più attesi del momento per la scelta del trading estivo, parla di segnali positivi legati al prolungamento dei tassi d’interesse molto bassi. C’è sicuramente un taglio riguardo le stime di crescita di qui al 2015, si parla ancora di aumento del numero dei disoccupati, ma è anche vero che si vocifera di una ripresa del Vecchio Continente entro i 6 mesi.

La BCE secondo Hetzel sbaglia tutto

Entriamo nel dettaglio delle dichiarazioni dell’istituto europeo. La BCE, nel secondo semestre del 2013 e all’inizio del 2014, è convinta che ci sia un miglioramento delle condizioni economiche dell’area euro. I rischi legati all’aggravarsi della crisi, sono sempre di meno.

Le banche centrali si sfidano a parole

A dimostrazione del fatto che la finanza prosegue spedita e si basa anche su dati reali, trascurando le valutazioni generali, si rileva che il downgrade operato dalle agenzie di rating per la Francia e l’Italia, non hanno avuto impatto sui mercati obbligazionari.

Adesso, più che mai, la BCE sembra intenzionata a proseguire con la politica monetaria definita in tempi di crisi.

Piazza Affari la migliore di oggi

 Il FTSE MIB della borsa di Milano, oggi, è stato davvero eccezionale ed ha fatto in modo che il mercato tricolore brillasse nell’imperio finanziario europeo. L’indice in question, infatti, ha avviato la seduta di contrattazioni in rialzo grazie alla performance del titolo Tod’s.

Della Valle ha colpito ancora, aiutato dalla pubblicazione dei conti relativi al primo semestre. Certo non è stato l’unico titolo a brillare, visto che hanno tenuto bene anche i titoli bancari. Soltanto il Monte dei Paschi ha avuto un andamento opposto, ma è anche normale, visti gli aggiornamenti sul caso della banca senese.

Piazza Affari crede nella ripresa economica

Tutti gli indici europei si sono mantenuti sulla scia di Piazza Affari. Sono andati bene anche il Ft-se 100, il Dax 30 e il Cac 40. Tutti in Europa, dunque, sembrano essere concordi con la visione ottimistica del futuro proposta dalla BCE: la ripresa è dietro l’angolo.

Piazza Affari ha dimenticato il Cavaliere

Sicuramente sull’andamento delle borse europee ha inciso positivamente anche il report pubblicato nella sessione notturna relativo all’andamento dell’economia cinese. Tutti i timori legati al comportamento della Fed sono stati polverizzati dalle notizie che arrivano dal Sol Levante.

Unico neo dei mercati è stata la borsa di Tokyo che ha chiuso le contrattazioni con un calo dell’1,59 per cento dell’indice Nikkei 225 che è arrivato a 13.605,56 punti.

La ripresa nel consumo di energia

 Molti analisi lo chiamano consumo critico, rivolta della spesa. In pratica quando si verifica che il prezzo di un prodotto o di un servizio è troppo elevato, i consumatori dovrebbero smettere di farne uso. Soltanto con un calo della domanda, infatti, si può sperare in un calo del prezzo.

Chiaramente non è un percorso lineare quello che abbiamo indicato, ma ci serve per introdurre una notizia molto interessante riferita al nostro paese.

Per le tasse crolla la domanda di energia

I consumi elettrici in Italia sono in aumento e questo potrebbe voler dire che la ripresa economica e produttiva è più vicina. Nell’ultimo mese, i consumi elettrici sono addirittura aumentati dell’1,5 per cento. Dai dati a portata di mano si evince che la domanda di energia non è mai stata a questi livelli, così alta, da 20 venti mesi.

Scatta dal 1° aprile la diminuzione delle bollette

La richiesta potrebbe essere legata ad un nuovo slancio dell’attività industriale. Il rapporto mensile della Terna, la società che gestisce la trasmissione elettrica in Italia, dà conferma della sensazione. Il recupero, a questo punto, potrebbe durare a lungo.

Tutto il report, però, è da prendere con le pinze visto che il paragone con il 2012 non lascia scampo all’ottimismo visto che la domanda di energia a luglio 2013, rispetto all’anno precedente, è in calo del 3,6 per cento.

Cambio in corsa della BoE

 La Bank of England in questo momento rappresenta uno degli istituti di credito maggiormente attesi per le scelte di politica monetaria che intende compiere. Come la BCE, nei giorni scorsi, ha cercato di dare una svolta alla situazione del suo paese e dell’Europa in generale.

Adesso però, gli analisti parlano di colpo di coda visto che tramite il governatore della BoE Mark Carney, abbiamo assistito ad un cambio netto nella politica monetaria. Quello che succedeva dal 2009, nell’anno in corso, può essere archiviato come “passato.

BCE e BoE protagoniste del mercato

La Bank of England ha piuttosto deciso di allinearsi alla strategia della Fed ed ha annunciato che i tassi d’interesse e gli acquisti inseriti nel piano inglese di quantitative easing, andranno avanti fino a quando non ci sarà una riduzione del tasso di disoccupazione fino nel Regno Unito fino alla soglia del 7 per cento.

PIL del Regno Unito e sterlina

Quest non vuol dire che è stato dato un tempo massimo alla strategia dei tassi bassi attuata in questo momento, visto che la MPC ha specificato che la politica monetaria della BoE potrebbe andare anche più in là e prolungarsi nonostante il raggiungimento della soglia.

Il tasso di disoccupazione sostenibile, infatti, è inferiore al 6,5 per cento. Per quanto riguarda l’inflazione si prevede una salita verso il 2 per cento.

Walt Disney perde quota per colpa di Depp

 Johnny Depp è sicuramente uno degli attori più amati dalle ragazze e dalla donne in generale per il suo aspetto fisico e la presenza scenica. Doti che però non sono state sufficienti per il successo dell’ultimo film targato Walt Disney: The Lone Ranger.

La pellicola in questione, infatti, ha reso meno del dovuto, visto che gli incassi si sono fermati a 87 milioni di euro, insufficienti a coprire le spese del film che ammontano a 250 milioni. Questo vuol dire che nel prossimo trimestre la Disney dovrà affrontare una perdita finanziaria in un range tra i 160 e i 190 milioni di dollari.

La Panini acquista anche Topolino

A tamponare questa emorragia, dicono gli analisti che temono anche per il tracollo del titolo Disney in borsa, ci saranno la televisione e i parchi a tema. L’allarme per la Disney è scattato subito ed ha in qualche modo anticipato i risultati del secondo trimestre.

Disney Cruise Line cerca baristi

Gli incassi di The Lone Ranger sono fermi a 250 milioni di dollari e non ci sono speranze per le prossime settimane, quindi la perdita per l’azienda produttrice sarà ingente. In generale, la Disney ha portato a casa utili per 1,85 miliardi di dollari, in aumento dell’1 per cento rispetto agli 1,83 miliardi di dollari dello stesso periodo del 2012.

I ricavi sono stati pari a 11,58 milioni di dollari, in crescita, sempre rispetto all’anno scorso, del 4 per cento. Peccato che gli analisi si aspettassero qualcosa di meglio: almeno ricavi per 11,64 miliardi.

 

Piazza Affari crede nella ripresa economica

 I movimenti di Piazza Affari dimostrano che il mercato, soprattutto quello italiano, crede nella ripresa economica che coinvolgerà il Vecchio Continente e in primo luogo il nostro paese. A determinare l’andamento positivo dei maggiori indici tricolore, è stato l’ultimo incontro tra Palazzo Chigi e Bankitalia.

L’austerity spagnola sembra avere ragione

Sembra che dopo questo particolare meeting il differenziale si sia portato ai livelli minimi, sfiorando i 250 punti base. Il sunto dell’incontro, infatti, è che siamo arrivati ad un punto di svolta, il Belpaese sta risalendo la china anche se alcuni indicatori sembrano dire il contrario.

Nonostante il generalizzato ottimismo che spinge verso l’alto anche le borse del nostro paese, la produzione industriale sembra essere in fase calante. L’andamento dell’economia del secondo trimestre, tra l’altro, è negativo. In generale, sulle altre borse, si osserva il calo dello yen che ha determinato il rimbalzo della borsa e un avvio di Wall Street un po’ sottotono.

In ripresa le richieste di mutui per la casa

Quello che si raccontano il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è che lo spread è credibile anche agli occhi degli investitori stranieri tanto che scendono lo spread e anche il rendimento dei titoli di stato.

Eppure, il PIL italiano, nel secondo trimestre, è in calo dello 0,2 per cento e si registra il ventiduesimo calo congiunturale consecutivo dell’indice della produzione industriale. La ripresa c’è ma il come portarla avanti è ancora da definire.