La liberalizzazione delle banche cinesi

 La Cina è per moltissimi aspetti sotto i riflettori finanziari. Sicuramente colpisce il rallentamento produttivo del colosso asiatico ma di recente la discussione si è infiammata riguardo la liberalizzazione che ha coinvolto gli istituti di credito cinesi.

La banca più potente in Europa

Riassumendo: fino alla settimana scorsa le banche cinesi non potevo oltrepassare una soglia minima nella definizione dei tassi d’interesse, adesso invece, potranno scegliere il tasso che vogliono. La liberalizzazione del sistema dei tassi delle banche cinesi dovrebbe così aumentare la competizione tra gli istituti di credito, con il conseguente aumento della domanda di mutui e prestiti. Un movimento che è esattamente opposto a quello che si verifica nel nostro paese dove nonostante il credit crunch, la pressione sul sistema creditizio tricolore non diminuisce.

La liberalizzazione delle banche cinesi è da considerarsi un ulteriore passo avanti verso la decostruzione dello statalismo orientale. I vantaggi ricadranno sia sulle banche che potranno tornare ad essere competitive, sia sulle famiglie e sulle imprese che vedranno i costi di mutui e prestiti notevolmente ribassati.

Il credit crunch cinese non piace all’Europa

L’Italia non è ancora pronta per seguire il modello cinese perché la stretta del credito è troppo pesante. Basta far riferimento all’ultimo rapporto ABI in cui si spiega che a giugno c’è stato un altro calo del 3 per cento circa dei prestiti concessi dalle banche.

I bond delle FS piacciono agli investitori

 E’ la prima volta che la società che gestisce la rete ferroviaria italiana decide di lanciarsi in modo diretto nel mondo finanziario con l’emanazione di una serie di nuovi bond. Eppure queste obbligazioni targate Ferrovie dello Stato piacciono parecchio agli investitori istituzionali sia nel nostro paese, sia all’estero. Qualcuno immagina che il successo delle obbligazioni ferroviarie sia dovuto alla novità, ma è davvero così?

Italia recupera terreno ma i fondi UE sono a rischio

Il bond in questione è stato lanciato sul mercato il 15 luglio scorso e la sua durata è di sette anni quindi la scadenza è prevista per il 2020. La cedola per gli investitori è del 4 per cento ma per essere corretti è necessario spiegare che la prima emissione è stata riservata agli investitori istituzionali.

Italo attacca Trenitalia: ipotesi di Dumping

Questi non sono certo mancati all’appello e così a fronte di un offerta iniziale di 500 milioni di obbligazioni FS, sono stati raccolti ordini per un totale di 3,6 miliardi di euro. Questa proliferazione della domanda ha consentito di ritoccare al rialzo gli ordini iniziali che sono saliti fino a 750 milioni di euro. In aumento anche il rendimento dei bond che si è assestato sul 4,15 per cento.

Per quanto riguarda la dislocazione geografica degli investitori dobbiamo ricordare che oltre il 50 per cento delle richieste sono arrivate dall’Italia ma sono molto presenti nel nostro paese anche austriaci, tedeschi e inglesi.

Pechino ridona fiducia alle borse europee

 Dalla Cina arriva una dichiarazione del primo ministro che sembra ridare fiducia agli investitori facendo schizzare in alto gli indici del Vecchio Continente. Il primo ministro cinese, infatti, ha spiegato che per il suo paese, nonostante il rallentamento dell’economia, non è accettabile una crescita del prodotto interno lordo inferiore al 7 per cento.

E’ bastata questa dichiarazione per dare fiducia alle borse. La piazza di Tokyo, per esempio, ha recuperato lo 0,8 per cento e anche le borse europee hanno avviato la settimana di contrattazioni in terreno positivo. A far ben sperare per il mese in corso c’è la performance dei titoli Tlc. Un po’ di movimento, infatti, si registra attorno a Telefonica e Vivendi.

Per quanto riguarda l’Italia – e così si completa il giro – lo spread resta intorno ai 275 punti. L’allontanamento dalla pericolosa quota 300 si deve in modo particolare all’alleggerimento della tensione sul Portogallo. La crisi politica, infatti, aveva messo in allarme i mercati ma adesso tutto è tornato entro i ranghi: il governo portoghese resiste alle pressioni.

Qualche novità arriva anche dal mercato valutario dove si nota che il dollaro perde quota nonostante l’andamento positivo di Wall Street. L’euro resta stabile al di sotto dell’1,32. Per quanto riguarda le materie prime, petrolio e oro vanno molto bene e sono ai livelli massimi degli ultimi giorni.

Perché è urgente la riforma del catasto

 La campagna elettorale si è giocata sui temi fiscali, in particolare il riferimento di tutti i discorsi dei politici in corsa è stato alla tassa sugli immobili. Un tema sul quale si sono divise nettamente la Destra e la Sinistra. L’ex ministro Mara Carfagna, ospite di In Onda, il programma d’informazione di La7, ha ribadito che il suo partito ha promosso a lungo la sospensione, o l’abolizione dell’IMU al fine di far ripartire i consumi degli italiani.

Come si calcola e come si paga la Tares

In realtà a preoccupare sul lungo periodo è l’immobilità registrata sulla riforma dei dati catastali. In questo momento, infatti, nel nostro paese a rischiare di più sono coloro che abitano nelle periferie e posseggono soltanto una prima casa. Tutto l’apparato catastale, infatti, poggia ancora su una normativa del 1939 che prendeva le mosse dai proprietari degli immobili senza grandi differenze tra chi abitava in centro e chi abitava nelle periferie.

Imu: modello def e istruzioni

Adesso invece, urge l’aggiornamento della legislazione alla situazione del paese. Il principio di riferimento è sempre lo stesso: fare in modo che chi ha di più, paghi di più. Chi possiede più case, deve pagare più tasse ma deve essere più equa anche la differenziazione delle imposte. Chi abita in centro non può pagare meno di chi abita, ad esempio in periferia.

La strana performance positiva dell’oro

 Il mondo delle materie prime, in questo momento, vive sulle corde dell’oro. Il metallo in questione, dall’essere considerato un bene di rifugio, aveva perso molta della sua brillantezza nelle ultime settimane, inaugurando un trend negativo di lungo periodo.

Aumentano i rialzisti tra gli hedge funds

Dopo le attese ottimistiche dell’inizio del 2013 che parlavano dell’oro scambiato per 1900 dollari l’oncia, si è capito che le previsioni non erano rispondenti all’andamento reale delle quotazioni auree. C’è stato subito un ripensamento e tantissimi hedge funds sono tornati sui loro passi. Alla fine del primo semestre 2013, quindi, l’oro è stato dato in calo.

Il 22 luglio, però, qualcosa deve essere cambiato visto che si è registrata la migliore giornata dell’oro da più di un anno a questa parte. Il prezzo della materia prima in questione è cresciuto del 3,3 per cento per oncia in poco più di 4 settimane.

Continua la discesa del prezzo dell’oro

Gli analisti, allora, hanno nuovamente corretto le valutazioni profetizzando un rialzo dell’oro di lungo periodo. A preoccupare c’è sempre il legate tra il lingotto e il biglietto verde. L’oro infatti è crollato proprio mentre guadagnava terreno il dollaro, spinto in questo movimento dalle dichiarazioni della FED che sperava di ridurre nel brevissimo periodo il piano di Quantitative Easing.

Certo è che stanno tornando sul lingotto sia la Cina, sia il Giappone.

Nel mercato forex il dollaro perde quota

 Il dollaro, in questo momento, è uno dei grandi osservati speciali del mondo Forex visto che resta la valuta principale degli scambi ma le notizie che arrivano dall’economia americana e da quelle ad essa legata sono poco confortanti.

Negli USA vendite al dettaglio sotto tono

In questi due primi giorni di contrattazione, il dollaro ha perso quota nei confronti dell’euro, ma si è svalutato anche rispetto al dollaro australiano, allo yen giapponese e alla sterlina inglese. La moneta britannica, tra l’altro, è stata protagonista di un’oscillazione importante che l’ha portata fino a quota 1.5400.

Mentre il dollaro perde quota, riprende fiato invece l’oro che tutti avevano dato ormai inserito in un trend decrescente di lungo periodo. In questo modo, bilanciando i due eventi, le borse americane sono riuscite ad ottenere la performance migliore dallo scoppio della crisi ad oggi.

L’Australia pensa ad un nuovo taglio dei tassi

In fondo la debolezza della divisa statunitense sembra soltanto momentanea. Il fatto che abbia perso terreno soprattutto dalla moneta europea lo testimonia. Il Vecchio Continente, infatti , è diventato sinonimo di recessione.

L’unica cosa che sfugge agli osservatori e agli analisti, è la scarsa relazione tra la perdita di valore del dollaro e la corrispondente crescita delle borse. In genere, a livello congiunturale e macroeconomico, l’andamento del biglietto verde e quello di Wall Street hanno sempre seguito un trend analogo.

Scende ancora il numero dei posti di lavoro

 L’Italia si sta concentrando sui temi etici, quasi a preparare un’estate calda dal punto di vista delle discussioni ma un po’ povera dal punto di vista delle riforme. In fondo, al di là di quello che si sceglierà riguardo la legge sull’omofobia, l’eutanasia e quant’altro, in autunno il nostro paese dovrà fare i conti con 250 mila posti di lavoro in meno.

Rispetto al 2012 le statistiche parlano di 112 mila contratti in meno. Siamo quindi molto distanti da quanto profetizzato all’inizio dell’anno sulla ripresa economica. Il recupero dell’Italia, infatti, dovrebbe iniziare alla fine del 2013 ma non sembra possibile uno scenario di questo tipo.

Entro domani la ricezione delle linee guida per gli stage

Basta dare un’occhiata ai consumi, all’andamento del prodotto interno lordo, ai livelli della produzione industriale e ai famosi dati sul lavoro. La preoccupazione per come stanno andando le cose, tra l’altro, è stata espressa da più attori.

L’ INPS raddoppia la spesa per la disoccupazione

Casaleggio, il guru del Movimento 5 Stelle ha detto che presto ci saranno delle rivoluzioni nel nostro paese. Lo stesso Graziano Delrio ha sottolineato che tra qualche mese la situazione del Belpaese potrebbe peggiorare ancora. Secondo la CISL, infatti, la crisi economica non è mai finita e le conseguenze per tutte le categorie di lavoratori, sono indiscutibili.

Resta quindi da capire in cosa consistono le 750 mila assunzioni previste per il 2013.

Quanto vale il royal baby

 E’ nato dopo un lungo travaglio reale (in tutti i sensi) e mediatico, il Royal Baby, il figlio di William e Kate. Tutto il mondo è stato con il fiato sospeso e alla fine si è scoperto che l’erede al trono di San Giacomo è un maschietto.

Ma cosa vuol dire per l’Inghilterra, presa da una sana euforia, l’arrivo di questo bambino? Sicuramente s’intravede un ottimo business all’orizzonte tanto che la notizia  è stata riportata con tanto entusiasmo anche dalle riviste di economia.

Sports Direct in Inghilterra cresce ancora

Sembra infatti che il nuovo erede alt trono riesca a donare al paese ben 370 milioni di dollari extra, legati sicuramente ai gadget ma soprattutto alle scommesse. I bookmaker, infatti, sono riusciti a delineare puntate per qualsiasi particolare, primo tra tutti il sesso del nascituro.

Banche inglesi sotto la pressione della BoE

Sembra un discorso senza capo né coda, invece sull’argomento è intervenuto anche il Centre for Retail Research che ha spiegato che ci sono almeno 5 milioni di inglesi pronti a comprare qualcosa legato al Royal Baby.

Secondo un’altra analisi, curata da Zero Hedge, ci sono anche 6 milioni di dollari al giorno di guadagno per i commercianti, 94,6 milioni di dollari spesi per l’alcool dei festeggiamenti, 38 milioni di dollari per la festa che il paese dedicherà al nascituro e tanto altro ancora.

Il governo portoghese resiste alle pressioni

 Tutti coloro che temevano che il Portogallo diventasse la nuova Grecia, sono stati delusi dall’ultima dichiarazione resa dal primo ministro Coelho: il governo continuerà ad onorare il suo mandato. Insomma, a Lisbona non si prevede di andare ad elezioni anticipate e quindi i mercati possono andare avanti sereni.

Il FT parla di una nuova crisi europea

I mercati, come sappiamo, reagiscono malamente al clima d’incertezza politica che può trasformarsi spesso in un’incertezza di natura economica. Un governo instabile può cadere e far collassare la borsa del paese e quelle ad essa collegate. Nel caso del Portogallo a rischiare è la finanza europea.

La guerra portoghese contro l’austerity

Il Portogallo, quindi, ha deciso di andare avanti sulla strada che sta già percorrendo, in modo da reagire con decisione e fermezza agli scossoni della finanza e della politica. Due ministri cruciali nella definizione di una maggioranza stabile, hanno rassegnato le dimissioni al premier. In più i rendimenti dei titoli di stato sono cresciuti in modo sconsiderato, raggiungendo i. 7,64 per cento.

Il messaggio di Coelho è stato provvidenziale in tal senso visto che i rendimenti sono subito scesi fino al 6,29 per cento. Il debito pubblico, però, continua a preoccupare ed è arrivato fino al 123 per cento.  Gli analisti comunque prevedono nuove tensioni all’orizzonte.

Abe vince anche alla Camera Alta

 Le elezioni per la Camera Alta in Giappone sono state molto attese visto che il premier in corsa, Shinzo Abe, ha legato il suo nome ad una politica economica molto importante per l’economia nazionale e globale. Adesso gli elettori giapponesi hanno tenuto con il fiato sospeso il Giappone e la borsa.

I risultati sono arrivati nel week-end ed hanno premiato proprio l’Abenomics, attribuendo ancora maggiori poteri al premier. Si tratta ancora di exit polls ma non è detto che le urne diano un risultato molto diverso. La coalizione di governo, che ha fatto una campagna elettorale molto decisa, è riuscita ad ottenere la maggioranza dei seggi.

A Tokyo il Nikkei riprende fiato

In precedenza Abe aveva già conquistato i due terzi della Camera Bassa. A livello economico, quindi si continuerà con la linea economica e finanziaria già attivata e tanto discussa, almeno per altre tre anni. Il bello è che questa linea non sarà più nemmeno tanto discussa: non ci sono, infatti, delle differenze di maggioranza tra i due rami della Dieta, il Parlamento giapponese.

Le banche centrali continuano a sostenere i mercati

Nel 2006, soltanto per ricordare la linea economica del paese, è finita la linea Koizumi che era durata cinque anni, con i ministri in carica soltanto per un anno. Abe si presenta al mondo intero come un premier più forte e più sostenuto dalla politica e dalla popolazione.