La Finlandia vuole uscire dall’euro

 La Finlandia ha deciso di mettere fine alla rincorsa della moneta unica e assecondando quello spirito antieuropeo che imperversa nel Vecchio Continente, ha deciso di abbandonare agli altri Stati membri lo spazio dell’Eurozona. Quindi, attualmente, troviamo da un lato i paesi come la Lettonia che non vedono l’ora di svecchiare la loro immagine nel mercato internazionale adottando l’euro anche con delle ricadute economiche pesanti per la popolazione ed altri paesi che invece, a ben pensarci, dell’euro non sanno che farsene.

Perché per la Lettonia l’euro è un bene

La Finlandia è ad un passo dall’abbandono dell’euro e molti analisti hanno iniziato a chiedersi cosa potrebbe succedere un domani se molti paesi forti dell’UE prendessero la stessa iniziativa. La Finlandia è sulla bocca di tutti ma non è escluso che anche la Germania prenda la stessa strada esasperata dal ruolo esoso di prima della classe.

A parlare della condizione tedesca ci ha pensato anche lo chief economist della Deutsche Bank che, come molti altri personaggi del mondo della finanza teutonica, sono preoccupati per la situazione economica dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il riferimento è sicuramente alla Spagna, all’Italia e alla Grecia.

L’austerity blocca il PIL americano

L’obiettivo della Finlandia e della Germania è quello di avere sempre una moneta forte per gestire il business internazionale e quindi, qualora la crisi continuasse a dilagare, ritengono sia meglio affidare l’euro ai paesi di “serie B” che ne decreteranno la fine.

Draghi risolleva le sorti della borsa

 La borsa, nella settimana che sta per concludersi, ha attraversato oscillazioni imbarazzanti per gli analisti e per gli investitori. Sicuramente sul volume e sulla frenesia degli scambi hanno inciso moltissimo quello che è accaduto in Egitto dove il militari hanno rovesciato il governo di Morsi, catturando il presidente ed effettuando un golpe il piena regola.

Il golpe egiziano manda nel panico le borse

Le contrattazioni non sono rimaste insensibili nemmeno a quello che è successo in Grecia e in Portogallo. Per quanto riguarda Atene pesa parecchio sullo sblocco degli aiuti l’ultimatum di Bruxelles. Il Portogallo, invece, è in crisi perché una parte della destra al potere ha iniziato a ribellarsi all’austerity imposta dall’alto che grava sulle condizioni economiche della popolazione.

La guerra portoghese contro l’austerity

Il resto del Vecchio Continente non si può dire in piena forma, soprattutto se si considera che paesi forti come la Finlandia e la Germania, pensano in continuazione a lasciare la moneta unica per riappropriarsi di una valuta forte anche sul piano internazionale. Le borse sono così precipitate in terreno negativo.

L’unica inversione di tendenza è stata registrata dopo le parole di Draghi che ha confermato la politica della BCE: i tassi d’interesse resteranno invariati allo 0,50%, le aspettative sull’inflazione saranno fissate al 2 per cento e legate al target della BCE, resta la consapevolezza delle precarie condizioni monetarie del resto dell’area euro.

Cosa è successo dopo il discorso di Draghi

 Draghi risolleva le sorti della borsa spiegando che la BCE non intende modificare in questo momento la sua politica monetaria. I tassi d’interesse resteranno invariati allo 0,50 per cento. In più le aspettative sull’inflazione saranno ancorate al target definito dalla BCE che resta al di sotto del 2 per cento. La banca centrale, infine, resta vigile su quel che accade nel resto dell’Eurozona dove le condizioni monetarie restano molto deboli.

Europa: Draghi pronto a partire

Mario Draghi ha detto la sua anche sulla politica economica adottata dagli Stati membri dell’UE, ribadendo che il Consiglio direttivo ha preso visione di tutte le iniziative europee di stimolo verso l’occupazione giovanile, di tutti gli investimenti e i finanziamenti che saranno erogati a favore delle medie imprese.

L’importante, spiega il presidente dell’Eurotower, è che le raccomandazioni che l’UE fa ai vari paesi siano rispettate da tutti e diventino prioritarie nella definizione del cammino di crescita del Vecchio continente. La BCE non può che prendere nota anche delle decisioni in merito all’unione bancaria che sembrano seguire la direzione corretta. In questo caso occorre effettuare al più presto delle implementazioni ma il cammino è avviato.

Una previsione molto positiva fatta dalla BCE che ha entusiasmato i mercati, riguarda le importazioni dall’Eurozona che dovrebbero beneficiare al più presto di un aumento della domanda a livello globale.

Diminuiscono ancora i prezzi delle case

 Continuano a calare i prezzi degli immobili italiani. L’ Istat ha infatti recentemente diffuso i dati relativi all’ indice Ipab, l’ indice dei prezzi delle abitazioni, che risulta dalle compravendite effettuate sia a scopo di investimento sia a scopi abitativi. 

Cosa sostiene la teoria del mercato efficiente

 Per sapere in ogni momento come comportarsi e come reagire nel mercato che cambia, è bene avere a mente alcune teorie economiche corroborate da anni di esperienza nel settore finanziario. Una delle teorie di cui recentemente si sente parlare è quella del mercato efficiente, elaborata da Eugene Fama, un ricercatore americano.

Secondo Fama, le agenzie di brokeraggio, per condurre i loro studi economici a livello micro e macro, hanno la necessità di disporre di un numero di risorse superiore a quelle presenti sul mercato e per questo gli analisti utilizzano un portafoglio di titoli generico con un livello di rischiosità analogo a quello da analizzare.

La teoria del prospetto

L’analista, però, così facendo, agevola il mercato e fa in modo che questo sia sempre efficiente. Tutti gli investitori che hanno un portafoglio precostituito di titoli, traggono vantaggio dalla situazione. Se poi i trader si spostano in massa verso i vantaggi offerti dal mercato efficiente, questi vantaggi scompaiono e si deve ripartire da zero.

Come e dove si acquistano i BTp Italia

Enunciato il funzionamento della teoria, è chiaro che chi vuole trarne beneficio deve scoprire l’efficacia della valutazione e monitorare l’evoluzione delle condizioni macro-economiche sia nei contesti nazionali, sia negli scenari internazionali. Sicuramente il livello di circolazione delle informazioni può fare la differenza.

L’exploit di Lapo a Piazza Affari

 Lapo Elkann ha deciso di lanciarsi in borsa con la sua azienda che si occupa della produzione di occhiali made in Italy ed ha deciso di farlo proprio alla fine del secondo trimestre del 2013. Non è certo il tempo ad aver modificato la sensazione degli investitori, fatto sta che il debutto dell’imprenditore della famiglia Agnelli, è stato un successo.

Italia Independent, nel primo giorno di contrattazioni ha fatto registrare un incremento del 10 per cento del valore delle sue azioni. Poi, durante la giornata ha registrato anche picchi al 15 per cento. Alla fine del primo giorno di scambi, le azioni Italia Independent erano date a 30,20 euro l’una, che è esattamente il 16,15% in più del valore iniziale.

La FIAT fa bene ad RCS

Lapo Elkann, come tutte le piccole e medie imprese, ha dovuto gestire il debutto nella quota di mercato riservata alle imprese delle stesse dimensioni, quindi ha debuttato nell’Aim Italia. Durante la prima fase di collocamento delle azioni ha intascato ben 13,6 milioni di euro ma la capitalizzazione, complessivamente è stata di 57,46 milioni.

Il debutto di Italia Independent

Lapo Elkann non ha certo perso l’occasione per spiegare le ragioni del suo spirito imprenditoriale, dicendo che presto partirà anche alla conquista di nuovi mercati. Gli Stati Uniti dove già la FIAT ha messo radici, secondo Lapo sono un’opportunità, ma si può lavorare molto bene anche in Spagna e in Francia.

 

Si vende casa ma con lo sconto

 Nel leggere gli ultimi rapporti messi a disposizione dalla Banca d’Italia sembra essersi lasciati alle spalle lo spettro della crisi immobiliare. Tutto quello che riguarda crisi delle vendite e non solo, infatti, è stato messo in cantina per prendere coscienza del fatto che 6 aziende su 10 riescono comunque a piazzare un immobile sul mercato.

Non tutti gli agenti immobiliari, stando al report indicato,  hanno appeso la cravatta al chiodo. C’è infatti il 60 per cento degli operatori del settore che anche nel primo trimestre dell’anno, ha continuato a lavorare concludendo degli affari. Affari per chi compra, beninteso, visto che le case in vendita sono state acquistate con un buono sconto medio del 15,6 per cento.

Si acquista casa anche senza mutuo

Nei primi mesi del 2013, ecco i dati ufficiali, il 64,5 per cento delle agenzie immobiliari ha venduto almeno una casa. Una volta su due questa casa è stata acquistata in contanti, quindi senza dover accendere un mutuo presso un istituto di credito. Questo vuol dire che il crollo dei mutui non è direttamente proporzionale al crollo delle vendite.

Per vendere basta abbassare i prezzi

Di fatto, ogni qual volta l’operazione di vendita è andata a buon fine, la trattativa si è conclusa con uno sconto che è stato mediamente del 15,6 per cento. Se i dati fossero confermati, nel primo trimestre del 2013 ci sarebbe un leggero miglioramento rispetto all’ultima parte del 2012.

Nokia fa affari con Siemens

 Il mondo della tecnologia è in fermento grazie alle ultime novità che arrivano dal comparto telefonico. Oggi i mercati prendono il via con qualche novità legata alla Nokia che ha deciso di mettersi in affari con Siemens. Un connubio che potrebbe portare ottime notizie anche società finlandese che da un po’ non naviga in buone acque.

Perché Huawei vuole la Nokia

Nokia ha deciso di acquistare il 100 per cento della società di infrastrutture per la telecomunicazione. E’ questo un settore in forte crescita che, una volta entrato nel “giro” di Nokia dovrebbe portare lustro e soldi alla società in questione. In questo momento, infatti, la domanda di banda larga in tutto il mondo sta crescendo in modo esponenziale.

L’hitech fa crescere l’Asia

L’unica domanda che si pongono gli investitori è se questa scelta non rischi di aggravare la già precaria situazione economica dell’azienda di telefonia. Nokia, però, non si fa sorprendere dallo sgomento degli investitori e spiega che l’acquisto di Nokia Siemens Networks è stato approvato sia dalla società tedesca Siemens, sia dal consiglio di amministrazione finlandese.

Adesso si attende soltanto il via libera delle autorità competenti. L’impegno economico richiesto oscilla in un range che va da 1,7 a 2,2 miliardi dollari. La forma del pagamento è già stata delineata: saranno offerti 1,2 miliardi di dollari in contanti e il resto tramite un prestito in cui la garanzia sarà la Siemens.