La morfologia metropolitana spiega la crisi

 Il nostro paese è ancora in una fase critica, ormai lo sanno tutti ed è sempre più evidente anche a livello morfologico analizzando quello che sta succedendo alle città tricolore. I commercianti, per esempio, somigliano sempre di più ad una categoria in via d’estinzione, tanto che l’ultimo grido d’allarme della Confesercenti, non può restare inascoltato.

Il vecchio potere d’acquisto solo nel 2036

L’associazione di categoria, già qualche tempo fa, aveva spiegato che senza un miglioramento delle condizioni economiche del paese, i commercianti potrebbero “estinguersi” nel giro di 10 anni. Adesso, proprio mentre prende il via la bella stagione, si cercano nuove prove della crisi imperante.

In Italia continuano a chiudere bar, ristoranti ed altri tipi di negozi e si stima che entro la fine dell’anno, gli esercizi attivi saranno il 5 per cento in meno di quelli registrati nel 2012, anno nero della crisi economica. Il fatto che chiudano i negozi incide non solo sull’economia del paese, ma anche sulla morfologia delle città, anche se le chiusure più consistenti saranno quelle dei negozi di moda.

La BCE punta il dito sull’Italia

In pratica la crisi sta portando alla desertificazione metropolitana e sentire i cittadini che si lamentano nella calura di non trovare un negozio o un bar aperti, saranno sempre più numerosi. L’analisi condotta deve servire a prendere coscienza della gravità della situazione per avere un’idea più rispondente alla realtà, del tempo necessario per recuperare terreno sui mercati.

Nuovi concorrenti per la Nestlè

 La Nestlé avrà presto un nuovo concorrente a livello internazionale che potrebbe interferire non solo nel business dell’azienda ma anche a livello finanziario. Ecco cosa è previsto per l’anno prossimo. La Nestlé, che è anche una delle aziende più chiacchierate del mondo, per una serie di questioni “etiche”, ha messo in commercio la famosa macchina per il caffé che fagocita cialde rigorosamente Nestlé.

Forbes presenta le aziende con il fattore “R”

A rompere le uova nel paniere ci vuole pensare l’azienda statunitense Mondelez International che ha già per le mani una serie di marchi che si occupano di prodotti alimentari. Dalla fine dell’anno, alcuni di questi marchi, in particolare Jacobs e Carte Noir, inizieranno la distribuzione di cialde di caffé monodose, pensate appositamente per adattarsi alle macchine Nespresso.

All’inizio, queste cialde, saranno in vendita, direttamente in Austria, in Francia, in Germania a in Svizzera e saranno distribuiti dai marchi citati. Con l’operazione in atto la Nestlé dovrebbe perdere la leadership del mercato nel mercato della cialde del caffé.

Stage da Nestlé

Una vera rivoluzione se si pensa che in pochissimo tempo la vendita delle cialde è cresciuta di un quinto, del 20 per cento per poi flettersi del 10 per cento nel 2012, anno in cui è iniziata la distribuzione delle cialde compatibili. La Mondelez, infatti, con la sua attività, è presente sul mercato già dal 2004.

La delusione di Zuck per la borsa

 Facebook, dal debutto in borsa in poi, non ha avuto molta fortuna e così il suo fondatore ha perso un posto tra gli uomini più ricchi del mondo ma anche iniziato una lunga riflessione sull’opportunità di far parte del mondo finanziario.

Di recente l’ad del social network più famoso del mondo ha deciso di affrontare la questione con i soci dell’azienda durante l’assemblea annuale. Per la prima volta da  più di un anno a questa parte il signor Facebook ha ammesso di essere deluso per come va il titolo dell’azienda a Wall Street.

Facebook vuole Waze ma quanto costa

Una delusione che sicuramente è condivisa dagli investitori sempre più critici nei confronti dei risultati di Facebook in borsa. Il 2012 è stato un anno terribile per il titolo social e nonostante ci si aspettassero delle fluttuazioni, nessuno poteva immaginare un andamento simile.

Lo stipendio di Zuckerberg

Il patron di Facebook, però ha ribadito che l’andamento in borsa delle sue azioni non lo ha indotto ad un ripensamento sulla strategia dell’azienda, visto che l’obiettivo di tutti quelli che vi lavorano è creare valore. Adesso per esempio, la novità di cui si prende atto è la validità degli hashtag – come quelli usati da Twitter – anche nella cornice blu.

C’è da sperare che le migliorie tecnologiche apportino delle migliorie alle quotazioni.

Di che si discute tra BCE e Germania

 E’ da diversi giorni che l’alterco tra la Germania e la BCE ha colonizzato le prime pagine dei giornali. La Germania, infatti, ha chiamato in causa la sua corte costituzionale per stabilire se l’istituzione europea abbia in effetti usato gli strumenti a sua disposizione per favorire alcuni paesi.

Tra ieri ed oggi, quindi, si è cercato di capire qualcosa in merito all’influenza della BCE sui mercati finanziari. La Corte costituzionale tedesca ha deciso di fare una serie di audizioni per comprendere la legittimità delle politiche monetarie comunitarie.

La BCE punta il dito sull’Italia

Sotto la lente d’ingrandimento, però, non c’è soltanto l’Outright Monetary Transactions (OMT) annunciato l’anno scorso da Mario Draghi, il programma con cui la BCE s’impegnata ad acquistare un numero illimitato di titoli emessi dai paesi con maggiori difficoltà a livello economico.

Le udienze dedicata all’OMT infatti, arrivano dopo le evoluzioni di un altro processo, una causa legale intentata per scoprire se l’ESM, il fondo salva-Stati sia effettivamente costituzionale.

La Germania contro l’euro ha effetto sulle borse

Il parlamento tedesco ha approvato il fondo salva-Stati e immediatamente dopo ha ricevuto circa 35 mila richieste di persone che intendevano stoppare l’adesione della Germania al fondo. La partecipazione economica, infatti, è commisurata alla grandezza economica del paese e questo comporta che la Germania sia molto generosa verso chi è in difficoltà.

 

Anche l’Istat conferma il calo immobiliare

 E’ arrivata anche la conferma dell’Istituto nazionale di statistica in relazione al settore immobiliare: le vendite delle case, nel 2012 sono diminuite del 22,6 per cento. A subire il tracollo maggiore sono state le unità residenziali. Più contenuto il calo degli immobili ad uso economico.

Si acquista casa anche senza mutuo

Se si considera un periodo più ampio dell’anno solare e si osservano le statistiche disponibili dal 2006 ad oggi, si scopre che le compravendite immobiliari sono state falciate del 43 per cento. I mutui, allo stesso modo, hanno subito una battuta d’arresto.

Anche nel settore creditizio, infatti, c’è stata una flessione delle richieste di prestiti finalizzati alla compravendita immobiliare pari al 37 per cento se si considera lo scarto di un anno, quindi il 2012. Il calo è stato superiore al 50 per cento se invece si considerano le richieste di mutui dal 2006 ad oggi.

1 su 2 acquista casa con il mutuo

L’Istat, ad ogni modo, spiega che l’anno passato è stato il peggiore di tutti dal punto di vista immobiliare e nel quarto trimestre del 2012 la situazione si è aggravata rendendo il recupero più complicato.

Se si effettuasse un’analisi geografica del mercato immobiliare si scoprirebbe allora che la flessione principale delle compravendite c’è stata nelle isole dove il calo dell’acquisto di unità abitative è stato del 24,5 per cento e quello delle unità economiche del 30,6 per cento.

La BCE punta il dito sull’Italia

 La Banca Centrale Europea, in questi giorni, è nell’occhio del ciclone dopo la scelta della Germania di processare il suo piano d’acquisti che, secondo il management tedesco, andrebbe a tutto vantaggio dell’Italia e della Spagna. Eppure, il suo sguardo allo Stivale, l’Eurotower, non lo distoglie nemmeno un secondo.

La Germania contro l’euro ha effetto sulle borse

Arriva infatti al cuore del nostro paese, la promozione ottenuta da Mario Draghi e dal suo staff. Non abbiamo superato a pieni voti questo anno di crisi ma sicuramente il percorso fatto è buono. Roma, infatti, è riuscita a mantenere il deficit sotto il 3 per cento del PIL per tutto il 2012, ma adesso il livello del debito sta crescendo di nuovo e se anche la situazione globale macroeconomica è peggiorata rispetto alle previsioni, il risanamento risulta più lontano.

Se il Regno Unito avesse adottato l’euro

L’Italia, secondo Mario Draghi, deve continuare sulla strada intrapresa da Mario Monti: deve quindi moderare il disavanzo pubblico, aggiornando i dati al 2013. Il programma di stabilità previsto, inoltre, deve far sì che il disavanzo non superi il 3 per cento.

Insomma, un guanto di sfida lanciato all’indirizzo del nostro paese, ma soprattutto verso il nuovo governo Letta. L’Europa, in generale, dovrebbe concludere il 2013 in recessione: PIL al -0,6% per il secondo semestre, prima di ritrovare al verve e crescere dell’1,1 per cento nel 2014.

Cala ancora la borsa di Tokyo

 La borsa di Tokyo sembra essere indifferenze all’entusiasmo imperante negli altri mercati e continua il suo percorso sul piano inclinato. L’ultima seduta, dunque, si chiude in lieve calo. L’indice Nikkei-225 per esempio è stato dato in flessione dello 0,21 per cento fino a 13.289,32 punti che vuol dire che giornalmente l’indice ha perso circa 28,3 punti.

I trader che operano sul mercato giapponese e tengono d’occhio Tokyo da un po’, spiegano che questi cali sono legati al turbine di vendite che si è scatenato nelle settimane precedenti sui listini giapponesi. Adesso tali movimento sembrano essersi assopiti ma non si può evitare di considerare la decisione della BoJ.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

La banca del Giappone, infatti, nonostante da più parti si sottolinei che la politica monetaria adottata non è sostenibile sul lungo periodo, ha deciso di continuare con le sue strategie monetarie ultra-espansive. Lo stesso Haruiko Kuroda non nutre alcun dubbio sulla riuscita dell’operazione.

La delusione dell’Abeconomic sui mercati

Peccato che gli investitori, adesso, siano consapevoli del fatto che non basta uno yen debole a mantenere alto il livello della crescita. E’ necessario invece che il paese trovi nuovi stimoli e nuovi strumenti per rilanciare la produzione. Una ristrutturazione da cogliere al volo, da interpretare come un’opportunità, nel momento in cui sta cedendo anche l’ultimo baluardo asiatico: la Cina.

Novità in vista per la Sammontana

 Tutte le notizie che riguardano il tessuto industriale del nostro paese sono da considerare oro colato per chi ha deciso d’investire ancora nelle aziende tricolore. In questi giorni sembra che a farla da padrone sia la Sammontana che ha deciso di spostare una parte della produzione dal territorio lombardo a quello veneto coinvolgendo nel riassetto ben 240 lavoratori.

I sindacati sono già scesi sul piede di guerra perché sembra che questa mossa, nata da ragioni squisitamente economiche, sia in perfetta contraddizione con quanto annunciato dall’azienda all’avvio delle sue operazioni nell’hinterland milanese. A farne le spese potrebbe essere tra l’altro lo storico marchio di panettoni: Tre Marie.

Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

Entriamo nel dettaglio. L’azienda Sammontana ha deciso di allontanarsi da Milano portando la produzione delle brioches verso Verona. In più ha deciso di convogliare tutti i prodotti legati alle ricorrenze, quindi i famosi panettoni del marchio Tre Marie in una nuova azienda. 240 lavoratori potrebbero essere coinvolti in un’operazione già nelle premesse parecchio importante.

Non calo ma crollo della produzione industriale

I sindacati, avvertiti della decisione della Sammontana, non sembrano aver gradito il nuovo piano industriale perché sembra sconfessare i buoni propositi annunciati circa 3 anni fa. La Flai-CGIL lombarda, infatti, ricorda che invece che restare a Milano l’azienda Sammontana ha già chiuso lo stabilimento di Cornaredo dedicato alla produzione dei gelati.