Far ripartire la crescita in Europa

 La crescita, prima o poi, ci deve essere, questo è poco ma sicuro ma da dove si ripartirà, questo è un po’ complicato da scoprire. E la domanda assilla soprattutto gli investitori. Secondo Open Europe, in questo momento, è importante prendere spunto dal trend di liberalizzazione del settore dei servizi.

La BCE e i tassi d’interesse sui mutui

La liberalizzazione passa attraverso due cose, in primo luogo l’attuazione della direttiva sui servizi in corso e poi sull’ampliamento del campo di applicazione dei servizi. Questo tipo di provvedimenti, secondo le stime di Open Europe, dovrebbe portare ad un incremento del PIL dell’Unione Europea di almeno 300 miliardi di euro.

La BCE chiede attenzione per le PMI

I benefici che si possono ottenere dalla liberalizzazione dei servizi, sostanzialmente, sono tre: in primo luogo ci sarebbe uno strumento costruttivo in grado di garantire il continuo impegno nell’Unione Europea di paesi che non appartengono all’area euro, per esempio il Regno Unito. 

In secondo luogo ci sarebbe un quadro normativo più vincolante capace di migliorare la competitività e la crescita degli Stati membri dell’Europa meridionale.

Secondo Open Europe ci sarebbe anche un miglioramento della crescita a livello europeo, della competitività e dell’occupazione in un momento in cui il declino economico globale è il vero rischio che il Continente corre.

La politica infiammata dalla polemica 5 Stelle

 Il Movimento 5 Stelle infiamma la polemica nel comparto politico italiano e questo determina una punta d’instabilità nel sistema del Belpaese. L’ultima puntata della disputa tra il Movimento 5 Stelle e il resto dei partiti, è stata alimentata dal leader del Movimento, il comico genovese Beppe Grillo che ha risposto per le rime ad un sondaggio mandato in onda nell’ultima puntata di Ballarò.

► Lo stipendio dei parlamentari a 5 stelle

Il sondaggio promosso da Ballarò è il seguente: “Definirebbe il Movimento 5 Stelle come un gruppo integralista che non va oltre la protesta, oppure la vera opposizione che serve al paese”? Beppe Grillo, con ironia, ha detto che il sondaggio si distingue per rigorosità e professionalità ma poi ha specificato che si tratta di un sondaggio volto a screditare in modo scientifico il Movimento 5 Stelle.

► Grillo al Bild parla della bancarotta

Come reagire se non con un controsondaggio? Grillo ha dunque lanciato la sua “interrogazione”, chiedendo ai suoi fan: “Definirebbe Giovanni Floris come un giornalista o come un dipendente assunto dal Pdmenoelle alla Rai?”.

Questa diatriba segue l’altra, più corposa, che ha coinvolto sempre il Movimento 5 Stelle e la trasmissione Ballarò. I giornalisti di Floris, infatti, hanno incalzato due deputati del Movimento sulla questione degli stipendi dei parlamentari e della diaria.

Finito il Cda Telecom, panico in borsa

 Il consiglio di amministrazione di Telecom si è tenuto nella giornata di ieri e all’ordine del giorno c’era l’approfondimento del progetto di integrazione con 3 Italia oltre che lo scorporo della rete. Da discutere, inoltre, i dati dei conti del primo trimestre del 2013.

► Accelerate le trattative tra Telecom e 3 Italia ma è scontro

Il Consiglio di amministrazione è durato circa sei ore e sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento i conti aziendali, con la rispettiva valutazione dell’integrazione tra Telecom, H3G e 3 Italia. L’integrazione possiamo dire che non è in discussione, mentre è sicuramente oggetto di disputa lo scorporo della rete.

► Bernabé ha il mandato per il percorso di fusione

Il consiglio d’amministrazione, a detta di Fitoussi, è andato molto bene anche se oltre questa dichiarazione, né lui né gli altri consiglieri hanno rilasciato delle interviste ai giornalisti. Il mese prossimo ci sarà quindi un ulteriore consiglio di amministrazione.

Questo primo meeting doveva servire a chiarire le idee ai soci di Telecom che non erano ancora ben disposti verso l’integrazione delle diverse realtà telefoniche. Come al solito la mancanza di una visione univoca, di una prospettiva unitaria, ha determinato un andamento altalenante del titolo Telecom che ha chiuso la giornata di contrattazioni con un -0,62%. Perde anche Telefonica, il socio spagnolo, con un -0,81 per cento.

I market mover del 9 maggio

 Il mercato valutario oscilla anche sulla base dei dati economici che giorno per giorno sono diffusi dalle agenzie dei vari paesi. Questi dati costituiscono i market mover di giornata. Il 9 maggio, il mercato valutario, sarà condizionato dalla diffusione dei dati sull’occupazione validi per l’Australia e per la Nuova Zelanda.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

Secondo gli analisti questo dato dovrebbe restare stabile e ci dovrebbe essere perciò una flessione del dato neozelandese. Questo dato sarà diffuso durante la notte. Mentre la mattina sarà condizionata dai movimenti dell’euro definiti dalla BCE e dalla sterlina.

Crescente il cambio euro dollaro

La BCE, infatti, rilascerà il Bollettino con le informazioni e i dati statistici definiti dall’ultimo meeting del consiglio direttivo. La decisione della Banca Centrale Europea, infatti, è stata quella di tagliare i tassi. Per quanto riguarda la sterlina, invece, ci sarà l’influenza del dato sulla produzione manifatturiera che è data in calo dallo 0,8% allo 0,4 per cento. Qualora il market mover in questione sia superiore alle attese, è probabile che la sterlina subisca una spinta al rialzo.

La sterlina, che come dicevamo è la grande protagonista di giornata, sarà influenzata anche dall’appuntamento della Bank of England, che annuncerà nel pomeriggio le decisioni sulla politica monetaria.

Crescente il cambio euro dollaro

 Dopo una fase che potremmo definire di stasi, legata al fatto che la crisi economica, collegata alla crisi valutaria ha messo in ginocchio il Vecchio Continente ma non ha risparmiato il resto del mondo, adesso il mercato valutario sta vivendo una nuova fase “crescente” almeno per quanto riguarda il volume degli scambi.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

La prima notizia presente nel mercato riguarda il cambio tra il dollaro neozelandese e il dollaro americano che tutti conoscono come kiwi. Questo è arrivato ai minimi storici, fino a quota 0,8350, ed ora la Nuova Zelanda ha deciso di avviare una politica economica di svalutazione della valuta locale per far ripartire l’economia.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Per quanto riguarda il cambio tra euro e dollaro, entrano in ballo i rapporti economici e le prospettive di crescita del Vecchio Continente e dell’America. Ad influenzare questo cambio, di recente, è intervenuto il dato sulla produzione industriale della Germania. Il dato diffuso che ha subito colpito gli investitori, si è dimostrato superiore alle aspettative, almeno in relazione al mese di marzo.

Oggi il cambio euro/dollaro si assesta intorno al +1,2 per cento che è anche lo 0,5% in più del mese precedente. Nel giro di pochi minuti dalla diffusione dei dati sulla produzione industriale tedesca, la coppia euro/dollaro è passato da 1.3106 a 1.3138.

 

Amazon vuole crescere col mobile

 Negli Stati Uniti sta crescendo in modo esponenziale il commercio elettronico e anche per questo sta crescendo una realtà come quella di Amazon che sta per esplodere in un settore molto caldo e lucroso com’è quello del commercio mobile.

► Amazon tra bilanci deludenti e ottimi rendimenti

Amazon.con Inc è conosciuta nel settore pubblicitario come il più grande rivenditore di Internet e dentro Amazon, elaborando i dati messi a disposizione da questo sito, si ha la possibilità di conoscere i gusti e le scelte della gran parte dei consumatori distribuiti nel mondo.

► Elusione fiscale: colpiti Google, Amazon e Starbucks

Amazon, però, non ha mai sfruttato a pieno il suo potenziale. Adesso, grazie ai report di Business Intelligence, si comincia a parlare di quello che può succedere in futuro. In primo luogo la diffusione di uno smartphone siglato Amazon e poi la possibilità di Amazon di diventare anche un attore importante nel mercato pubblicitario mobile.

Amazon, quindi, avrebbe delle buone intenzioni per aggredire il mercato, partendo da alcuni settori importanti: il primo è senz’altro la vendita di tablet, il secondo, invece, è la vendita di software tramite l’Appstore, poi c’è la vendita dei supporti e infine la vendita di smartphone.

Il punto focale, però, sarà la vendita di annunci per cellulari.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

 Il mercato Forex è senz’altro uno dei mercati più interessanti per chi investe nelle opzioni binarie visto che scommettere sui trend descritti da una moneta è apparentemente più semplice che investire sulle scelte economiche dei singoli stati.

► Cosa muove l’euro

Per individuare un trend monetario, infatti, è bene che siano selezionati i giusti market mover. Oggi, sotto la lente d’ingrandimento, c’è il dollaro neozelandese visto che è la valuta più venduta tra le major currencies.

► Cosa influirà sul mercato valutario oggi?

Il governatore della Banca Centrale di Wellington, vale a dire la Reserve Bank of New Zealand, ha impresso la sua direzione al mercato valutario visto che ha deciso che sul mercato sarebbe stato messo un freno al continuo apprezzamento della valuta nazionale.

Il dollaro neozelandese, infatti, è cresciuto al ritmo del 10 per cento circa sul mercato delle monete estere. Il tasso di cambio tra dollaro neozelandese e dollaro americano, nel Forex, comunemente chiamato “kiwi”, è crollato ed è arrivato ai minimi storici, vale a dire a 0,8350.

Diametralmente opposto il cambio EUR/NZD che è salito fino a 1,5710 il valore massimo dalla fine di marzo. Adesso è probabile, come prevede anche Credit Suisse, che si provveda ad un ulteriore taglio dei tassi d’interesse per indebolire il dollaro neozelandese.

La Germania deve ripensare all’austerità

 Le banche centrali, chi in un modo, chi in un altro, stanno procedendo compatte verso la creazione della moneta e a guidare questo percorso ci sono sempre la Federal Reserve americana e la Banca del Giappone. La politica economica che ora va per la maggiore è quella secondo cui il denaro cartaceo è la base della crescita.

Record di disoccupati in Spagna

In questo movimento e pensiero, l’unica banca che si sta muovendo in direzione opposta è la Banca centrale europea dove prevale il sentimento o meglio il pensiero tedesco. Purtroppo per la Germania, negli ultimi mesi, il malcontento è stato crescente e anche la determinazione tedesca è stata compromessa.

 Tutti i pareri sull’austerità

In tutta questa storia è poi arrivato anche il Federal Open Market Committee che con un comunicato ha spiegato che non ci sarà un nuovo quantitative easing. Il programma di stimolo americano sarà presto interrotto. Questa dichiarazione sta lanciando nel panico anche gli investitori. Di fatto persistono delle situazioni di disagio che non si riescono a sanare.

 Strategie per uscire dalla crisi

Per esempio nella zona euro, il numero dei disoccupati cresce e le disparità tra un paese e l’altro aumentano. Questo vuol dire che in qualche modo il concetto dominante di austerity è stato nella pratica messo in discussione e si dovrà ripensare tutto sull’argomento.

Per l’Unione Europea ci sono molti rischi

 Bankitalia, come sempre, ha pubblicato il rapporto sulla stabilità finanziaria ed ha fatto notare che la situazione economica nell’Eurozona è ancora molto preoccupate e molto di quanto sta accadendo ora, è da legare alla crisi di Cipro, all’incertezza politica dell’Italia. Anche se è stato fatto il governo, infatti, molte famiglie continuano a soffrire.

Meno tasse e più crescita per Saccomanni

Il documento della Banca d’Italia, il Rapporto sulla stabilità finanziaria, lancia un allarme importante. In pratica spiega che nel Vecchio Continente ci sono ancora dei rischi legati alla stabilità finanziaria. Il fatto è che se anche le situazioni estreme si possono dire ormai sporadiche, persistono delle sacche di rischio difficili da debellare.

Il mercato approva il governo Letta

Un virgolettato del rapporto, in modo più o meno esplicito, fa capire che sia quello che è successo in Italia, sia la crisi che ha interessato Cipro, hanno in qualche modo influito sul rallentamento della ripresa del Vecchio Continente. Di seguito il virgolettato:

“Per i Paesi più direttamente colpiti dalla crisi del debito, compresa l’Italia, il principale fattore di rischio è rappresentato dalla possibilità che la recessione si protragga nel tempo, risentendo della spirale tra debolezza della domanda, rischio sovrano e riduzione della leva finanziaria delle banche.”

 

Apple torna sul mercato con gli iBond

 E’ la prima volta dal 1997 ma non sembra che la Apple abbia dimenticato come si fa. Dopo tutti questi anni l’azienda di Cupertino si rimette in gioco sul mercato delle obbligazioni e si prepara all’emissione di una bella fetta di debito con i cosiddetti iBond, obbligazioni che alla Apple servono per pagare i dividendi degli azionisti.

► Come farà a sopravvivere Apple

Dati i termini dell’operazione, della quale si occupano Deutsche Bank e Goldman Sachs, l’interesse è molto alto e sono state già raccolte richieste per il collocamento del debito pari a circa 40 miliardi di dollari.

Il recupero atteso per la Apple si aggira intorno ai 15/18 miliardi di dollari che saranno poi redistribuiti tra gli azionisti delusi dal calo dei rendimenti della società che sono stati evidenziati nel primo trimestre del 2013.

Dall’altra parte, ossia dalla parte di coloro che vogliono comprare una parte di questo debito con gli iBond, non si prospettano, però, rendimenti entusiasmanti: secondo gli analisti, infatti, il rendimento atteso non dovrebbe essere superiore al 2,8%, quanto attualmente rendono i titoli azionari con le loro cedole.

► Calano gli utili di Apple

Grazie alla richiesta di questo prestito la Apple potrà provvedere alla restituzione dei 100 miliardi di dollari promessa ai soci entro il 2015: una mossa strategica che permetterà a Cupertino di lasciare dove sono i fondi depositati all’estero – stimati in circa 145 miliardi di dollari – e non pagare, così, le tasse per il rientro dovute al governo degli Stati Uniti.