Quando si parlerà di ripresa economica

 Quando si potrà finalmente parlare di ripresa economica, osservando l’andamento del mercato immobiliare? Una domanda, questa, che si sono posti numerosi analisti che alla fine hanno dovuto posticipare i bei momenti al 2014. Insomma, come la Spagna rimanda il raggiungimento dell’obiettivo sul deficit, allo stesso modo il mercato immobiliare procrastina la ripresa all’anno prossimo.

L’euro è troppo forte?

Il mercato immobiliare, in effetti, nel 2012, ha subito una sonora battuta d’arresto. Secondo le stime fatte dai vari istituti di statistica presenti nel nostro paese, si potrebbe tranquillamente parlare di passo indietro di un passo indietro di ben 3 anni. La tendenza al ribasso continuerà anche nel 2013 e forse l’anno prossimo si potrà iniziare a parlare di ripresa.

I problemi connaturati alla ripartenza sono senz’altro nelle difficoltà che le banche hanno nella concessione dei mutui alle imprese, così come alle famiglie che insieme muovono il mercato edilizio. Per suffragare questa “ipotesi” è necessario attingere anche al database dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa non va in Spagna e come uscire dal tunnel

A partire dai dati dell’Erario si nota che nel 2012 le richieste di mutuo sono diminuite molto su base annua rispetto al 2011. Si parla di un calo del 42,8 per cento delle richieste. In diminuzione, in realtà, c’è anche l’importo medio erogato dagli istituti di credito e la durata del piano di rimborso.

Se prima un mutuo era estinto mediamente in 23,4 anni, adesso alle famiglie e alle imprese servono appena 22,9 anni.

Fiat si quoterà a Wall Street?

 La partita è una di quelle che hanno un premio importante. Qui si tratta di 10 milioni di dollari, il valore che avrebbe la quotazione della Fiat sulla piazza di New York.

Marchionne, dal canto suo, non ha mai negato che – una volta che fosse riuscito ad acquisire il 100% delle azioni della Chrysler e che quindi la fusione delle due case automobilistiche si fosse compiuta – avrebbe volentieri fatto un pensierino su questa opportunità.

Il problema, che pio è la questione che sta sollevando il Wall Street Journal, è se e quando questa fusione avverrà. La strada per Marchionne non è semplice: se da un lato, infatti, la sua volontà e la sua posizione sono piuttosto forti, dall’altro c’è il fondo Veba, che detiene il 41,5% delle azioni della Chrysler e che non ha intenzione di cedere, anzi, da mesi si sta ventilando l’idea di una sua fuoriuscita dall’investimento che permetta di bilanciare il loro portafoglio.

Inoltre, ancora non si sa quanto vale la quota Veba su cui Fiat intende esercitare l’opzione di acquisto: il fondo dei lavoratori la valuta in 10 miliardi, per Marchionne, invece, la cifra oscilla tra i 4 e i 6 miliardi di dollari. In tutto questo l’acquisto delle quote Veba non può essere effettuato in un’unica soluzione, ma Fiat può acquistare fino al 3,3% di Chrysler da Veba ogni sei mesi tra il 1 luglio 2012 e il 30 giugno 2016, fino a una quota del 16,6%.

Riusciranno a trovare un accordo? Poco male se non lo trovano, il titolo Fiat a Milano ha già conquistato altri due punti.

Lo strano caso della sterlina

 Molti paesi, anche insospettabili, alla lunga hanno dimostrato di soffrire questo periodo di crisi. La Francia, per esempio, che adesso non è sotto i riflettori “economici”, è in un momento molto difficile, non riesce a portare avanti una riforma fiscale efficace ed ha seri problemi con il mercato del lavoro.

La crisi francese e le altre fratture europee

Oggi parliamo però del Regno Unito visto che la sterlina sta suscitando con il suo strano comportamento, delle osservazioni contrastanti. In pratica continua a scendere sotto le soglie di resistenza per poi risalire dimostrando che il sentiment espresso dagli investitori, è mutevole.

La sterlina, spiegano alcuni investitori, ha avuto una performance inferiore a quella che ha fatto registrare lo yen giapponese, visto che si è posizionata 2,7 punti percentuali più in basso del minimo storico che aveva resistito per due anni e mezzo.

I dati economici sul Regno Unito sono molto poco incoraggianti. Il mercato della sterlina ha accolto queste “cattive notizie e il fatto che si svaluti la valuta nazionale, è la prova del nove. Tutto sommato, però, questa svalutazione è da considerarsi positiva, perché la perdita del 6 per cento contro il dollaro e del 5% contro l’euro può attirare in patria nuovi investimenti.

L’Europa e gli alert del resto del mondo

Le banche concedono ancora pochi mutui

 La BCE, considerando la diffusione degli indici della produzione industriale nel Vecchio Continente, potrebbe decidere di abbassare presto i tassi d’interesse nel Vecchio Continente. Una scelta che potrebbe essere provvidenziale per il rilancio dell’economia dell’Eurozona.

Se si abbassassero i tassi d’interesse, le banche potrebbero ottenere dei vantaggi immediati e le imprese che vogliono avere accesso al credito, potrebbero essere facilitate nell’impresa.

Contributi alle coppie di giovani mutuatari in Umbria

In realtà il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha più volte fatto appello alle banche affinché concedano più mutui alle imprese. Gli istituti di credito, però, non ascoltano le richieste che arrivano dall’alto ed hanno addirittura blindato l’elenco dei requisiti per ottenere un mutuo.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Si pensi soltanto alla scelta effettuata di recente dalla BNL che ha deciso di chiedere agli aspiranti mutuatari un nuovo documento, un certificato emesso dall’INPS che sia in grado di dimostrare che l’impresa è in regola con il pagamento dei contributi.

Una richiesta analoga potrebbe essere fatta anche ai contribuenti privati. Chi vuole ottenere un mutuo deve dimostrare con ogni mezzo la sua capacità contributiva. Quindi è possibile che i finanziamenti incontrino ancora più ostacoli magari per via di un ritardo nell’invio della certificazione da parte dell’istituto di previdenza o del datore di lavoro.

 

Napolitano spinge le borse

 La rielezione di Giorgio Napolitano che nel discorso di apertura del suo secondo mandato ha bacchettato tutti i partiti presenti in Parlamento, ha dato respiro alle borse europee ed in particolar modo agli indici italiani.

Milano continua nel suo trend positivo dopo un piccolo  momento d’incertezza legato alle numerose “fumate nere” che hanno preceduto la rielezione di Napolitano.

L’Italia vista da fuori

Lo spread è sul piano inclinato ed ha aperto la seduta odierna 283 punti base. La cosa che comunque rasserena di più gli animi degli investitori è la flessione del differenziale tra BTp decennali e bund tedeschi che ha raggiunto i livelli minimi dal 2010.

La produzione tedesca rallenta

Il Ftse Mib ha registrato invece un aumento dello 0,71 per cento. Un timido segnale che andrebbe sostenuto, dicono molti analisti, dalla rapida definizione del governo. La presenza di Giorgio Napolitano al Quirinale, apre le porte ad un’accelerazione dei tempi. Gli investitori credono che tutto si risolverà nel giro di una settimana. 

Intanto, a livello europeo, le borse procedono in terreno positivo nonostante i dati sull’indice manifatturiero cinese siano deprimenti e nonostante sia ormai chiaro che anche la produzione industriale tedesca è entrata in una fase di flessione. L’indice della produzione industriale è direttamente collegato al prodotto interno lordo.

L’Italia vista da fuori

 Investire nel nostro paese vuol dire credere che la situazione politica e finanziaria dell’Italia migliori nel medio e lungo periodo. E nel breve lasso di tempo, cosa ci aspettiamo che accada? Gli italiani sanno che dopo la rielezione di Giorgio Napolitano, il prossimo passo sarà la definizione del premier e la composizione del governo.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

Le borse, dopo la scelta del secondo mandato per Giorgio Napolitano, hanno reagito molto bene. Ma all’estero cosa si dice dell’Italia e della sua situazione politica? 

Il primo dato di fatto, secondo molti osservatori stranieri, è che da tutta questa situazione è uscita immacolata l’immagine di Silvio Berlusconi. La sua gestione del tempo elettorale è stata esemplare. Adesso, un qualsiasi governo, dopo la disfatta interna della sinistra, non può assolutamente prescindere dal sostegno del PDL.

Goldman Sachs è innamorata di Grillo

A vincere, però, non è stato soltanto Silvio Berlusconi. Secondo la stampa estera è un vincitore anche Beppe Grillo che riuscirà probabilmente a provare la giustezza delle sue intuizioni soltanto sul lungo periodo. Di fatto, la candidatura di Stefano Rodotà quale presidente della Repubblica, rifiutata dal PD, ha aperto una frattura tra i Democratici ed ha aumentato il sostegno al movimento capitanato dal comico genovese.

L’unico grande perdente, visto dall’estero, è Pier Luigi Bersani che oltre a rendere evidente le spaccature interne al partito è riuscito a perdere un alleato importante come SEL.

Oro sotto i 1500 dollari l’oncia

 L’oro è stato considerato a lungo un bene rifugio, un investimento per tutti i paesi, sia per quelli in via di sviluppo, sia per quelli con un’economia già molto strutturata. Un bene rifugio che in tempi di crisi è diventato talmente appetibile che sono cresciute sia le richieste che il valore del bene.

Alla fine dell’anno scorso, forse per incentivare ulteriormente l’incremento delle risorse aurifere in alcuni paesi, molte banche d’affari hanno vaticinato l’aumento sconsiderato del prezzo dell’oro dicendo che il suo prezzo sarebbe cresciuto fino a 1900-2000 dollari l’oncia.

Qualche errore comune per chi investe nell’oro

Invece, dall’inizio dell’anno, il prezzo dell’oro è in discesa e quasi tutti hanno dovuto rivedere le stime sulla sua crescita. Adesso gli investitori si aspettano di conoscere nel più breve tempo possibile quale sarà il range entro cui si andrà a posizionare alla fine dell’anno il valore del metallo prezioso.

Morgan Stanley e la nuova visione sull’oro

Secondo Morgan Stanley, intervenuta di recente sull’argomento, l’andamento negativo dell’oro e il peggioramento dell’outlook macroeconomico, ha determinato una flessione fino a 1321 dollari l’oncia. Nel secondo semestre dell’anno però, la situazione potrebbe esser capovolta e l’oro potrebbe crescere di nuovo ma senza raggiungere le soglie indicate nel 2012.

Morgan Stanley prevede che alla fine del 2013,  il prezzo medio dell’oro arrivi a 1487 dollari l’oncia.

Cocaina tra le cause della crisi

 Finora nessun analista si era spinto tanto in là fino a dire che il consumo eccessivo di cocaina nelle alte sfere dell’economia può essere la causa della crisi finanziaria dei diversi paesi. A recuperare il tempo perduto ci ha pensato il professor David Nutt. Qual  è la sua teoria?

Tutti i pareri sull’austerità

Secondo David Nutt l’abuso di cocaina da parte del management del settore bancario, spiega la crisi finanziaria attuale visto che la cocaina alimenta la “cultura dell’eccitazione“. Chi usa molta cocaina, è troppo sicuro di sé. Il management, con questa sicurezza, secondo Nutt, si è preso dei rischi eccessivi che sono alla base della crisi finanziaria del nostro paese.

Le banche hanno paura di fare prestiti

A questo punto, per comprendere meglio il pulpito da cui proviene la predica, è necessario tracciare una breve biografia di David Nutt. Si tratta di un professore inglese di neuropsicofarmacologia, ha 61 anni e lavora presso l’Imperial College di Londra. In passato è stato anche membro dell’Advisory Council on the Misuse od Drugs.

Nutt ha pubblicato diversi report e alcuni di questi sono stati ampiamente dibattuti. Uno in particolare, dedicato agli effetti e alla pericolosità di alcune droghe, ha incrinato la carriera di Nutt, visto che il professore ha sostenuto che consumare ecstasy e consumare cannabis era praticamente uguale.

Tutti i pareri sull’austerità

 L’austerità è una strategia economica adottata da moltissimi governi in crisi per mettere a posto i conti dello stato al fine di rilanciare la crescita. Una recente indagine ha dimostrato però che l’austerità ha come effetto collaterale, la mancanza di crescita.

La Spagna non centra gli obiettivi nel 2013

L’Eurostat, di recente, ha pubblicato delle statistiche relative alla situazione dell’Eurozona, spiegando che la Francia ha registrato un disavanzo del 4,8 per cento. Una percentuale che va oltre l’obiettivo che questo paese si era dato, ovvero il 4,5 per cento. La Spagna, invece, ha il deficit più grande d’Europa.

I tagli al bilancio imposti dalla crisi, anche in un anno di recessione, hanno irrigidito parecchio l’economia e la finanza di tanti paesi. Adesso, come si augura Olli Rehn, è arrivato il momento di rendere più flessibili gli obiettivi collegati alla crisi economica. Secondo Jose Manuel Barroso, è importante mettere un freno all’austerità che non è più sostenibile dai cittadini. Insomma siamo al limite.

L’Europa è il continente adatto su cui investire

E’ della stessa idea anche Christine Lagarde a dimostrare che il cambiamento nelle politiche di austerità è sostenuto ormai da un trend sovra nazionale. La richiesta su più fronti è dunque quella di effettuare una correzione delle finanze pubbliche e trovare una politica adeguata a sostenere queste riforme.

 

Grillo al Bild parla della bancarotta

 Non è giusto che i nostri investitori non siano premiati per la fiducia riposta nel paese. E’ questo quello che ha detto Saccomanni di Bankitalia per spiegare l’ingiustizia di uno spread che viaggia attorno ai 300 punti. Eppure, secondo quanto riferito da Beppe Grillo al quotidiano tedesco Bild, l’Italia è prossima alla bancarotta.

 In Italia arriva la bufera Napolitano

Il quotidiano tedesco, invece che affrontare il problema del calo dell’indice PMI del paese, ha preferito puntare i riflettori sull’Italia, usando le parole di Beppe Grillo: “L’Italia in autunno va in bancarotta”. Tutto si lega alla crisi che stanno affrontando le piccole e medie imprese del paese. In più lo Stato, dice il leader del Movimento 5 Stelle, non ha più i soldi per pagare stipendi e pensioni e questo potrebbe aprire, tra settembre ed ottobre, una faglia nell’economia tricolore.

 Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Beppe Grillo, con il Bild, affronta anche altri temi: la rielezione di Napolitano, la situazione dei partiti e i numeri delle quirinarie. Temi che fanno parte dell’attualità italiana ma che sono tenuti d’occhio anche dai media internazionali. La rielezione di Napolitano alla Presidenza della Repubblica è stata considerata da Grillo un colpo di stato, tanto che il comico genovese si augura un’invasione tedesca in Italia al fine di portare in parlamento delle persone oneste, competenti e professionali.