Le risorse della Fornero per la Cassa Integrazione

 Il ministro Fornero ha già dato qualche numero sulla prossima cassa integrazione: ha intenzione di finanziare questo istituto con un altro miliardo di euro, una cifra indubbiamente insoddisfacente per mettere fine alla crisi del mondo del lavoro ma utile a tamponare le situazioni più urgenti.

Le parole esatte del ministro al Gr1 Rai sono “Se riuscissi a destinare al finanziamento della cassa integrazione un altro miliardo di euro potrei dirmi soddisfatta, anche se c’è il rischio che possa non essere ancora sufficiente”.

Sindacati uniti per chiedere al governo fondi per la cassa integrazione

La Fornero, in questo modo, ha deciso di rispondere all’allarme lanciato dalla leader della CGIL Susanna Camusso che spiega come siano in esaurimento le scorte previste per la cassa integrazione. La Fornero ha però specificato di non conoscere i tempi a disposizione del governo per il finanziamento della CIG quindi di non poter fare una stima sull’esaurimento delle risorse.

Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Di sicuro c’è meno tempo di quello previsto, anche se il Governo aspetta di conoscere i dati inviati dalle Regioni. Il problema non riguarda infatti soltanto l’esecutivo in carica che adesso sbriga l’ordinaria amministrazione, ma si deve sensibilizzare tutta la classe politica al problema.

Pre trovare le risorse necessarie, qualcuno pensa già ad una manovra finanziaria aggiuntiva ed altri sperano in un decreto dell’ultima ora per gli ammortizzatori sociali. L’atteggiamento delle parti sociali resta molto critico.

 

Monti parla della situazione italiana e non scherza

 Mario Monti è ancora il nostro premier, guida il governo che – come ha spiegato Napolitano nel suo discorso prepasquale di presentazione della soluzione dei saggi – non è mai stato sfiduciato. Monti, allora, ha tutto il diritto di approfondire i temi più caldi per il nostro paese, nonostante a livello elettorale abbia subito una sonora battuta d’arresto.

3 visioni del 2013 e della sua evoluzione

Secondo Monti la prima cosa da fare in Italia è affrontare il problema dell’economia reale. Tutte le affermazioni che stiamo riportando – per inciso – sono state proferite durante un incontro tra Mario Monti e Fabio Fazio nella cornice della trasmissione “Che tempo che fa?”.

Il premier dimissionario ha dunque detto che è necessario affrontare l’economia reale che attraversa una fase problematica, perché in fondo il suo governo ha soltanto tamponato un’emorragia finanziaria senza precedenti.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

In più bisogna poi costruire un po’ di consenso intorno alle scelte operate, un po’ come è stato fatto nei primi mesi del governo Monti.

A livello politico i grandi saggi sono necessari per ricompattare il panorama politico attorno a temi comuni, per smussare le divergente tra i diversi raggruppamenti politici ma poi, anche in questo caso, il secondo passo da fare è quello di colmare le lacune della politica  attraverso l’impegno e il coinvolgimento diretto di imprese e sindacati.

BTp e partenza fulminante

Il Ministero del Tesoro ha lanciato la vendita dei BTp Italia che potranno essere acquistati da oggi fino ad esaurimento scorte e si pensa che le scorte finiranno anche prima della scadenza dell’asta.

Come acquistare i BTp Italia 2013

Il bello che a dispetto di tante previsioni negative, la partenza delle vendite è stata spumeggiante, visto che in un’ora e mezza di asta il Tesoro del Belpaese ha messo in tasca circa 2,3 miliardi di euro.

In vendita ci sono i BTp italia con scadenza a 4 anni e ci si aspetta una domanda talmente alta per questi prodotti finanziari che l’asta dovrebbe concludersi prima del previsto.

Avvio di settimana scoppiettante per Milano

Rispetto alle precedenti emissioni di titoli del Tesoro, il Ministero si è riservato infatti il diritto di sospendere l’asta. L’operazione serve a limitare i danni e le situazioni già viste, per esempio quelle legate all’asta dello scorso ottobre quanto, senza sospensione delle vendite, si arrivò ad una richiesta di 18 miliardi di euro di titoli.

E’ stato dunque definito un tetto massimo all’emissione di titoli del tesoro quadriennali. Il Tesoro ha l’ambizione di raggiungere i 7,3 miliardi di euro, senza sfondare la soglia di 10 miliardi. Interessante anche la proposta del premio fedeltà: uno 0,4% di rendimento in più per gli acquirenti di BTp quadriennali che conserveranno i titoli acquistati fino alla loro naturale scadenza.

Avvio di settimana scoppiettante per Milano

 Lo stato italiano ha bisogno di vendere i titoli del debito e per questo ha cercato di promuovere su ogni fronte l’acquisto dei BTp Italia che nei primi minuti di vendita hanno davvero fatto il botto. C’è dunque chi crede ancora nell’Italia, proprio mentre la sopravvivenza economico-finanziaria dell’UE è appesa ad un filo, visto che l’economia cinese tira le briglie e dimostra di essere in una fase di rallentamento.

L’ultima settimana dei mercati

A metà mattina i segni che sono inviati agli investitori sono di natura contrastante. Da un lato c’è chi si aspetta di ascoltare i risultati entusiasmanti che arrivano da Pechino e chi, invece, considera che la Cina non convinca dal punto di vista economico. Se l’economia cinese è sempre cresciuta ad un ritmo quadruplo rispetto agli USA ed ora avanza soltanto del 7,7 per cento, che ne sarà del resto del mondo?

Come e dove si acquistano i BTp Italia

Il Fondo Monetario Internazionale sta per presentare il World Economic Outlook che dovrebbe rintuzzare il fuoco delle polemiche attorno alla politica tricolore visto che a due mesi dalle elezioni non è ancora chiaro chi salirà al Colle e chi guiderà il Governo.

Piazza Affari, intanto, è caratterizzata dal ribasso dei titoli. Perde un punto percentuale mentre finiscono in territorio negativo anche Parigi, Londra e Francoforte. Lo spread si aggira tra i 305 e i 310 punti base.

L’economia cinese tira le briglie

 Sull’economia cinese e sul suo progresso inarrestabile si è fondata gran parte dell’economia nostrana e mondiale. In pratica se la Cina cresce c’è da mangiare per tutti. Il problema è che è finito il periodo delle vacche grasse e siamo passati alla carestia.

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Un linguaggio biblico soltanto per dire che le avvisaglie sul rallentamento dell’economia cinese, registrate nel primo trimestre, saranno confermate anche per il periodo che va da aprile a giugno.

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Nel primo trimestre del 2013, infatti, il PIL cinese è crsciuto soltanto del 7,7 per cento su base annua anche se si pensava di arrivare ad un incremento dell’8 per cento. La spesa pubblica è passata dal 15,7 per cento del periodo gennaio febbraio al 7,5 per cento di marzo.

Tutti sintomi di un rallentamento che nemmeno gli analisi si aspettavano fosse così forte. La Cina sta inviando anche un altro messaggio: se nell’ultimo trimestre del 2012 si parlava di ripresa ed oggi si fanno i conti con il rallentamento della crescita, non vorrà mica dire che la ripresa è già in fase calante? In fondo gli Stati Uniti non possono certo parlare di exploit e il Vecchio Continente se la passa ancora peggio.

Generale Conserve passa all’acquisto di Manzotin

 Generale Conserve, nella maggior parte di casi, non vi dirà nulla ma se parlassimo del tonno As Do Mar, allora ci sarebbero delle esclamazioni diverse. Ecco, l’azienda Generale Conserve è quella che produce il tonno As Do Mar ed ha deciso di passare dal pesce alla carne con un colpo di coda.

Un modo per diversificare gli investimenti al fine di restare in corsa. Generale Conserve, quindi, passerà all’acquisto della Bolton Alimentari che è l’azienda produttrice della Manzotin. La Bolton Alimentari, nel panorama italiano, figura come la seconda azienda italiana produttrice di carne in gelatina. Nel 2013 potrà contare su ben 19 milioni di euro di fatturato.

L’Italia non investe nella cultura

l colpo messo a segno da Generale Conserve, resta comunque importante, visto che l’azienda, dal dominare soltanto il comparto dei prodotti ittici e confezionati, che vale un miliardo di euro, si avventura in un nuovo settore redditizio.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Attualmente, nel comparto di prodotti ittici e confezionati, il 60% dello scatolame Generale Conserve è composto dal tonno all’olio che muove un business di 151 milioni di euro. Questo il fatturato del 2012 che è stato del 9,4% superiore al 2011.

In effetti la società “gestora” del tonno As do mar, gestisce anche il marchio Janus e Smeralda.

La scuola entra in crisi sul fronte gite

 La crisi economica, adesso, è davvero penetrata in ogni settore della società civile e un report recente dedicato al mondo della scuola spiega perché non si può escludere nemmeno il settore “formativo”.

Il Decreto Sviluppo per gli opzionaristi tricolore

I genitori che hanno i figli in età scolastica, con sempre maggiore frequenza chiedono agli istituti frequentati dai figli di eliminare o ridurre le gite, i viaggi organizzati. Un modo come un altro per evitare discriminazioni tra i ragazzi che possono permettersi la gita e ragazzi che al contrario non possono partire per ragioni economiche.

L’Italia non investe nella cultura

Nelle scuole superiori, per esempio, questa “richiesta” ha avuto un certo impatto e sembra che 20 classi su 100 abbiano rinunciato a partire. La primavera che avrebbe dovuto portare nel nostro paese una ventata d’entusiasmo finanziario, non fa che gettare nello sconforto la popolazione.

Il report che abbiamo riassunto è stato stilato dalla Coldiretti che si è dedicata al turismo scolastico provando a proporre delle “alternative” alla non partenza per la gita. Per esempio le scuole potrebbero scegliere destinazioni più vicine alla città di partenza, o potrebbero accorciare i tempi del soggiorno. Gli studenti che rischiano di restare a casa, infatti, sono il 20 per cento. L’anno scorso, in partenza, ci sono stati ben 930 mila studenti.

 

Quinquennio difficile per il debito tricolore

 Il debito italiano crescerà fino a superare i 100 miliardi di euro in cinque anni. E’ questa la previsione contenuta nel Documento di economia e finanze che è stato stilato con l’obiettivo di analizzare il rapporto tra indebitamento e PIL.

Cosa porterà a questa situazione? Gli analisti prevedono che ci sarà un aumento delle spese pubbliche che non farà che aumentare l’indebitamento, a meno che poi, il Prodotto Interno Lordo non cresca in modo esponenziale.

Grilli punta alla ripartenza economica

C’è da considerare anche che nel 2013 il debito delle pubbliche amministrazioni supererà la quota di 2 mila miliardi di euro e se poi si prende in considerazione il periodo che va dal 2012 al 2017, allora si può star certi che si supereranno i 100 miliardi.

Commerzbank e il prelievo forzoso in Italia

Le amministrazioni centrali, in linea di massima, dovranno riassumere il 94,7 per cento della spesa pubblica complessiva, cui si aggiungerà poi un incremento del 5,4 per cento. Le amministrazioni locali, invece, rallenteranno il ritmo delle spese e il loro debito crescerà soltanto del 3 per cento.

Il ministero dell’Economia ha spiegato che il debito pubblico è arrivato al 130,4 per cento del PIL e potrebbe soltanto scendere di 13,1 per cento entro il 2017. In questo periodo è previsto un aumento del PIL più elevato dell’aumento della spesa pubblica.

Intesa Sanpaolo si accorda sugli esuberi

 Il 20 marzo scoro la banca Intesa Sanpaolo aveva annunciato un accordo relativo all’uscita dalla banca di un buon numero di lavoratori appartenenti a diverse società del gruppo. In un primo momento però si era parlato di compensazione tra pensionamenti e nuove assunzioni, infatti si era detto che ci sarebbero stati subito 70 pensionati e altrettanti “ingaggi”.

Intesa Sanpaolo chiude il bilancio con buoni risultati

Intesa Sanpaolo, in questo momento, sembra aver trovato un accordo con i sindacati per cui sono stati definiti ben 600 esuberi ed è stato deciso di chiudere una società del gruppo. Secondo alcune fonti vicine ai sindacati, gli esuberi saranno incentivati economicamente sulla via del pensionamento. Altri, invece, potranno accedere al fondo del settore previsto per la banca.

Banche in crisi si torna a parlare di esuberi

Ci sarà spazio comunque per le 70 assunzioni già indicate dall’istituto di credito, si tratterà di contratti a tempo determinato.

L’accordo descritto è stato firmato a Roma da Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Dircredito, Sinfub, Uglcredito insieme ad una delegazione della banca. La procedura in oggetto è stata avviata il 20 marzo scorso ma è stata discussa anche nel 2012, anno in cui si parlava della scissione di Ibiis, della Banca Instrastrutture Innovazione e Sviluppo e di varie altre scissioni.

Commerzbank sul ribasso dell’oro

 Siccome tutte le previsioni sull’oro si stanno rivelando fallimentari, a parte quelle considerazioni che in tempi non sospetti erano ritenute fallimentari, allora tutte le banche d’affari s’affrettano adesso a ripensare la visione sul metallo prezioso.

Qualche errore comune per chi investe nell’oro

Ci ha già già pensato Morgan Stanley, adesso è arrivata la volta di Commerzbank. Il prezzo dell’oro, infatti, nella seconda metà di gennaio, era già sceso fino a quota 1690 dollari l’oncia e la settimana scorsa è arrivato addirittura ad infrangere il muro dei 1500 dollari.

Commerzbank rileva che in soli due giorni sono state piazzate sul mercato ben 24 tonnellate di oro. La rottura della media ha dimostrato intanto che c’è stata un’inversione del trend, quindi una rottura che potremmo indicare come definitiva. In due mesi, infatti tutte le medie calcolate sono state bucate e le quotazioni sono andate soltanto in ribasso.

Battuta d’arresto dell’oro

Molto dipende dal fatto che le banche centrali hanno smesso di acquistare oro per sostenere le economie periferiche acquistando titoli di stato, in più è calata la domanda mondiale di oro e sono aumentate le vendite di questo metella sul mercato. L’oro, rispetto ad alcuni particolari tipi di azioni, non rappresenta più un bene rifugio.