L’ultima settimana dei mercati

 A livello internazionale si sono avute diverse scosse che avrebbero potuto mandare in visibilio i mercati, invece sembra che non ci siano state grosse ripercussioni sull’andamento delle borse d’Europa e non solo. Anzi, i mercati, come si dice in gergo, hanno tenuto.

In generale, l’ultima settimana borsistica è da valutare come positiva anche se venerdì la maggior parte delle piazze hanno chiuso con gli indici in flessione. Piazza Affari, per esempio ha chiuso in territorio positivo 3 giorni su 5. Un giorno gli scambi sono andati in pareggio quindi soltanto il venerdì si sono avuti i ribassi che ci si aspettava.

Come acquistare i BTp Italia 2013

A livello italiano è molto importante osservare che la borsa è risultata praticamente indifferente alla politica del Belpaese. Adesso ci sarà da capire come s’orientano gli investitori in rapporto all’elezione del Presidente della Repubblica. Le prove elettive inizieranno già la settimana prossima quando si spera di arrivare anche alla definizione di un governo.

Come USA e Giappone sostengono le borse

Napolitano, per il momento, ha soltanto annunciato che passerà una patata bollente nelle mani del suo successore, visto che l’ingovernabilità è ormai il minimo comune denominatore del Parlamento.

Intanto ci sarà l’asta dei titoli di stato che hanno tenuto bene e potrebbero migliorare ancora visto che anche lo spread si è assestato intorno ai 300 punti.

Come e dove si acquistano i BTp Italia

 I BTp Italia stanno per essere lanciati nel mercato e questo vuol dire che gli investitori possono predisporne l’acquisto ma in che termini? Gli ordini dei BTp inizieranno il 15 per concludersi il 18 aprile. I titoli da acquistare sono quelli legati all’inflazione italiana.

Il tasso cedolare, attualmente, è conosciuto visto che è stato il MEF a pubblicare i dati riferiti al 2012. Adesso sembra dunque necessario soltanto un riepilogo delle caratteristiche del BTp.

Come acquistare i BTp Italia 2013

In primo luogo ricordiamo che l’ente emittente del titoli è lo stato italiano e che il taglio minimo acquistabile è 1000 euro, per cui tutti gli acquisti devono essere fatti a partire dai multipli di questa cifra.

Goldman Sachs e la strategia sui titoli di stato

La scadenza dei BTp è di quattro anni quindi scadranno il 22 aprile del 2017 ed avranno un tasso cedolare annuo minimo garantito del 2,25 per cento. Il BTp, a livello strutturale, è indicizzato con l’inflazione italiana, quindi con l’indice dei prezzi al consumo.

La cedola è semestrale ed è calcolata con una formula che prevede la moltiplicazione della metà del tasso annuo d’interesse cedolare reale e del capitale nominale sottoscritto che a sua volta deve essere moltiplicato per il coefficiente di indicizzazione che si ha alla data di scadenza della cedola.

Monete parallele in Grecia?

 In questo momento l’euro ha perso la sua credibilità e per questo tanti paesi che affrontano un momento di crisi, si chiedono se sia plausibile avere un periodo di medio e lungo termine di “parallelismo”. Ci si chiede se si possa tornare alla moneta locale e contemporaneamente autorizzare la circolazione dell’euro nel paese.

E’ davvero tutta colpa della Germania?

Nel futuro, comunque, il ritorno alla moneta locale, sembra essere l’unica soluzione possibile, visto che la calma del settore valutario, ad ogni modo, non fa presagire niente di buono: l’euro è in forte crisi.

Studiare la Grecia per capire il futuro

Le domande che molti analisti si pongono, allora, sono due: la doppia moneta è uno scenario realistico e soprattutto è uno scenario possibile?

Un’ipotesi che si sta facendo strada e che potrebbe essere praticabile, è quella dell’introduzione di una o più valute insieme all’euro per un periodo determinato di tempo nei paesi periferici. Questa soluzione avrebbe sicuramente un vantaggio, quello di fungere da traghetto verso il ritorno all’euro, ma attraverso un sentiero virtuoso che non aggravi la crisi economica vissuta da molte nazioni.

Il secondo punto a favore di questa soluzione è nel disporre di una tabella di marcia, un calendario che riduce al minimo le “controindicazioni”.

Dove le auto costano di più

 L’Economist, con i suoi famosi grafici, cerca di prendere in esame i costi legati alle auto e di chiarire in quale parte del mondo, avere un veicolo di proprietà è più costoso per via delle spese legate all’assicurazione, al carburante e via dicendo.

Tra le città più care del mondo rientra anche Roma ed è per questo che abbiamo preso in esame questa ricerca.

I kit omologati non escludono l’inerenza

Cosa ha reso i costi della macchina insostenibili nel tempo? In primo luogo l’aumento delle spese per il carburante, poi la crisi economica e la crescita dei costi di manutenzione che oggi risultano più altri che in passato. Alla fine, in una macchina, s’investono moltissime risorse di denaro. L’Economist, o meglio la società affiliata alla rivista di economia, l’Economist Intelligence Unit, ha messo in fila tutte le città in cui avere un’automobile più essere davvero esoso.

Nel grafico che costituisce la classifica, per ogni metropoli è usata una barra bicolore: in blu scuro sono indicati i costi d’acquisto dell’auto con riferimento ai prezzi del 2010 e in azzurro si aggiungono i costi di “mantenimento” dei tre anni successivi all’acquisto.

Cosa bisogna sapere delle assicurazioni che cambiano

Il risultato è che le prime cinque città in cui avere una macchina costa di più sono Shanghai che conquista la medaglia d’oro, poi San Paolo in Brasile che ha la medaglia d’argento e la medaglia di bronzo di Delhi. L’Italia è fuori dalle posizioni che contano? Niente affatto visto che Roma è al quarto posto, seguita da Sydney, Berlino, Amsterdam, Mosca, Parigi e Londra.

Si torna a parlare di Bitcoin

 In questo momento di forte crisi a livello europeo, con l’aggravarsi della situazione cipriota, si torna a parlare di Bitcoin, della moneta virtuale di cui si vocifera anche nelle serie tv. Ma cosa sono e come funzionano i Bitcoin.

Si tratta di una valuta elettronica virtuale che oggi vale circa 200 dollari per unità. All’inizio di febbraio chi aveva in tasca un Bitcoin, aveva in tasca circa 30 dollari. Adesso i mezzi di comunicazione hanno spinto parecchio sull’argomento e alla fine la moneta che nasce e vive soltanto su internet, è diventata più popolare.

La Fed condiziona il mercato Forex

Alla fine di marzo, quindi appena 15 giorni fa, i Bitcoin in circolazione avevano superato un miliardo di dollari. Questo vuol dire che al momento non ci sono investimenti equivalenti ai Bitcoin. Gli scettici ritengono però che potrebbe presto esserci una bolla speculativa legata a questa valuta e quindi in giro per il mondo ci potrebbero essere dei “micro fallimenti finanziari”.

In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

Il sistema in questione è stato ideato da Satoshi Nakamoto che chiaramente è un nome di fantasia, infatti gli inventori della valuta hanno deciso di restare anonimi. La creazione risale al febbraio del 2009. Quello che caratterizza il Bitcoin è il funzionamento sulla base del protocollo peer-to-peer.

Come crolla il mercato dei computer

 Fino a questo momento le aziende d’informatica erano sempre rimaste a galla, non avevano dato segni di cedimento nonostante la crisi avesse invaso praticamente ogni settore industriale. Eppure adesso s’inizia a parlare di crisi dei computer e c’è chi non dorme sogni tranquilli.

Quella dei computer non è una crisi semplice, non è una crisi improvvisa. Adesso siamo al quarto trimestre consecutivo in cui si registrano delle vendite in calo per i personal computer. In tutto il mondo i computer iniziano a non essere più venduti, per questo gli analisti parlano di crisi del PC.

La produzione industriale si riprende ma la crisi continua

Anzi, è stata anche trovata l’origine di tutta questa storia. Sembra infatti che i PC non riescano a reggere il confronto con gli smartphone e i tablet che pur essendo meno performanti sono sicuramente più economici.

Nei primi tre mesi del 2013, rileva un’indagine dell’IDC, il calo delle vendite di PC è stato pari al -14 per cento se si considerano i dati dello stesso periodo del 2013. La diminuzione è stata la più consistente dal 1994 ad oggi.

HP perde terreno a Wall Street

I dati sono stati confermati anche dalla società concorrente della IDC, la Gardner che ha parlato ancora una volta di riduzione delle vendite di PC anche se in percentuale la flessione è indicata come più contenuta e pari al -11,2 per cento. In più, rispetto all’IDC, tra le cause della situazione, è stata indicata anche la crisi economica, oltre le concorrenza di tablet e smartphone.

 

3 visioni del 2013 e della sua evoluzione

 Il 2013, in questo momento, si sta configurando non più come l’anno della ripresa economica, quanto piuttosto come l’anno della nuova crisi. Le possibilità di evoluzione, in questo momento, appaiono sostanzialmente tre.

Le quotazioni dell’oro secondo Goldman Sachs

La prima, la più probabile, prevede che per il resto dell’anno l’Europa tirerà a campare e questa “sopravvivenza” potrebbe protarsi ancora fino al 2014. Ci saranno sempre maggiori pressioni sui governi periferici al fine di stoppare la spirale di austerità che rischia di compromettere i loro conti. Ci sarà una forte influenza sul panorama europeo, da parte dei risultati delle elezioni tedesche e dalle evoluzioni della situazione italiana. La Spagna, poi, dovrà fare degli aggiustamenti, mentre non sembrano all’orizzonte delle uscite dalla moneta unica.

La ripresa ci sarà dal 2014

Meno probabile il secondo scenario, quello a ribasso che punta tutto sul crollo dell’Italia, sui dubbi del mercato e sulla cooperazione insufficiente tra la BCE e la Germania. Qualche progresso ci sarà ma quello che serve sono le risorse fiscali e quindi vuol dire che in un anno le crisi saranno ancora di più e più gravi.

Un terzo scenario praticamente impossibile è quello al rialzo con i paesi che oltre a ritrovare la forma finanziaria, si ritrovano anche rafforzati politicamente.

Cipro chiede più aiuti ma che pensa l’Europa?

 Il bailout di Cipro avrà un costo maggiore del previsto perché Nicosia oltre a vendere una parte delle riserve d’oro per racimolare circa 400 milioni di euro, ha la necessità che il fondo della Troika sia innalzato da 17,5 a 23 miliardi di euro.

Un costo davvero elevato che potrebbe costituire un precedente per gli altri paesi che sembrano essere sull’orlo della crisi, quindi per la Slovenia, per il Portogallo e per l’Irlanda, ma anche per la stessa Italia.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Cipro ha chiesto più soldi: inizialmente erano “soltanto” 10 miliardi di euro, poi si è arrivati a 17,5 miliardi ed ora addirittura a quota 23. Le richieste, per il momento, restano inascoltante e infatti l’Unione Europea ha ribadito che il contributo internazionale resterà fisso a 10 miliardi.

La richiesta di Cipro, però, ha messo in allarme i mercati e tutte le borse hanno fatto registrare una serie di ribassi. Lo spread italiano, ha ripreso la sua corsa verso l’alto fino a quota 310 punti.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Ma qual è effettivamente la situazione di Cipro? Il presidente dell’Eurogruppo, nel ribadire che il finanziamento internazionale sarà di 10 miliardi di euro, ha previsto che Cipro, autonomamente, dovrà trovarne altri 13, il tutto mentre si prevede un crollo del PIL del 12 per cento.

L’Italia ci riprova con gli incentivi alle donne

 Uno dei grossi problemi del nostro paese è che manca una riforma seria del mercato del lavoro, una riforma che sia in grado di tagliare i ponti con il passato di precarietà che contraddistingue il paese e fondare un’economia più solida e longeva. In più, sempre per quanto riguarda il lavoro, c’è il problema della differenza di salario tra uomini e donne.

Partendo da questi due punti, Elsa Fornero ha deciso di riprendere i lavori, cercando di risolvere i problemi di disoccupazione. In Europa, infatti, il 23 per cento dei cittadini non ha un’occupazione e la situazione è particolarmente grave, soprattutto per i giovani, in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia.

Per le donne le assicurazioni sono più care

La Fornero ha deciso di riprendere il discorso sugli incentivi per l’occupazione femminile e ne ha disposti alcuni. In pratica ha previsto una riduzione dei contributi pari al 50 per cento per il datore di lavoro che assume una donna. Lo sgravio dura 12 mesi ma può essere esteso fino a 18 mesi se il contratto di lavoro diventa a tempo indeterminato.

Scende la disoccupazione ma l’Italia non convince

Gli incentivi sono pensati per l’assunzione di donne di qualsiasi età senza un impiego fisso da più di sei mesi, per l’assunzione di donne che non hanno un impiego regolarmente retribuito da più di 24 mesi e per le aziende che sono caratterizzate dalla forte disparità di genere.

Questo vuol dire che i settori più interessati dalle novità sono quello delle costurzioni e una parte del mondo industriale.

Il 2013 e il ritorno alla crisi

 Dublino sarà il luogo fisico di una riunione molto importante, quella dei ministri delle Finanze europei che dovranno discutere del fatto che, nonostante gli sforzi compiuti dai singoli paesi, ci potrebbe essere un ritorno di fiamma.

In pratica ci sarà presto una nuova ondata di crisi con problemi da risolvere, molto più complessi. Per esempio si dovrà discutere del salvataggio, o meglio di come salvare il Portogallo e l’Irlanda.

Investimenti a rischio nei paesi della black list

All’ordine del giorno c’è anche la discussione sulla possibile costituzione di un’unione bancaria che deve sopperire sia alla crisi di Cipro, che dovrà affrontare presto i problemi della Slovenia e che poi dovrà prendere in esame la situazione della Francia e dell’Italia.

Per quanto riguarda Cipro la situazione deve assolutamente essere riconsiderata visto che il costo del salvataggio del paese è aumentato ed ora saranno erogati non più 17,5 miliardi di euro ma ben 23 miliardi.

L’allarme della Francia e la distanza dalla Germania

L’isola sta pensando anche di salvarsi vendendo le sue riserve d’oro al fine di recuperare gli altri 400 milioni di euro necessari per il finanziamento della bancarotta.

L’austerity proposta dalla Troika, però, sembra sia troppo stringente per Nicosia ma anche per gli altri paesi, per esempio per il Portogallo che ha già lanciato un messaggio d’allarme.