L’Europa e gli alert del resto del mondo

 Nel caso di Cipro gli avvertimenti sulla crisi sono arrivati troppo tardi. Per la Slovenia, invece, sembra che il monito sia già attivo ma è anche vero che il management del paese sta già mettendo le mani avanti dicendo che non serviranno aiuti.

La crisi Slovena spiegata in 2 step

In realtà, al di là del singolo stato, è l’Europa nel suo complesso a soffrire e per questo da più parti arrivano degli avvertimenti. Per esempio dal Regno Unito, che dal 2008 è ha subito una battuta d’arresto per la sua economia, arriva l’annuncio dell’Europa sprofondata in una “depressione quasi infinita”. Chiaramente il Regno Unito è interessato ad un’inversione di tendenza al fine di non perdere un partner di rilievo.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Il grido inglese non è solitario visto che anche secondo il capo economista di Ivesco Perpetual, spiega che il PIL della zona euro tra il 2013 e il 2014 sarà in calo. La stima è quella di una crescita negativa dello 0,2 per cento del PIL.

La situazione potrebbe essere ulteriormente aggravata anche da quello che è accaduto a Cipro, visto che adesso le banche, per evitare l’effetto domino, potrebbero ridurre i prestiti per famiglie e imprese nell’immediato futuro. L’austerità che è già la norma nel Vecchio Continente, potrebbe essere il suo colpo di grazia.

A livello monetario saranno eliminati i 500 euro

 Per sconfiggere la crisi, sembra che un’altra strategia a livello monetario sia l’eliminazione delle banconote da 500 euro dalla circolazione. Ma perché una scelta di questo tipo potrebbe essere provvidenziale?

A rispondere dovrebbero essere gli spagnoli che chiamano le banconote da 500 euro, ironicamente Bin Laden perché come quest’ultimo sono conosciute ma nessuno le ha mai viste.

Europa: la nuova serie dell’Euro

A parte le retrospettive divertenti, l’idea di eliminare le banconote da 500 euro nasce da una ricerca della Bank of America Athanasios Vamvakidis che ha pensato di mettere al bando di 500 euro o meglio le banconote del taglio maggiore presenti in tutte le valute dei paesi del G-20. Una mossa che potrebbe determinare l’indebolimento dell’euro e di conseguenza potrebbe offrire la spinta giusta all’economia del paese.

Europa: come saranno le nuove banconote da 5 euro

La BCE non ha dato ad intender di voler seguire questa strada, visto che le banconote di taglio grosso sono considerate ancora degli strumenti per accumulare riserve di valore. Secondo la Banca Centrale, infatti, soltanto un terzo delle 500 euro in circolazione sono usate per le transazioni commerciali.

In più le 500 euro sono delle banconote spesso usate dai criminali, quindi tenerle in vita vorrebbe dire anche monitorare la diffusione della criminalità organizzata in Europa.

La crisi Slovena spiegata in 2 step

 L’Europa è molto più grande di quanto non si possa pensare e anche se gli investitori sono abituati a consultare soltanto report e business che arrivano dai paesi più importanti come Francia e Germania, è pur vero che ci sono realtà “minori” altrettanto cruciali per l’equilibrio del paese.

Minacciate dal rating le banche slovene

Per esempio Cipro che di recente ha affrontato una crisi importante, tanto che a livello europeo è stata definita la strategia di “salvataggio” da usare in futuro come modello. Un altro paese che finora era stato poco considerato è la Slovenia. E’ arrivato dunque il momento di rispondere ad almeno due domande: quali sono i problemi del paese in questione e che peso ha l’economia slovena sull’Europa.

La Germania adesso colpirà la Slovenia

Secondo l’OCSE la Slovenia potrebbe dover affrontare presto una grave crisi bancaria per la quale il campanello d’allarme è suonato diversi mesi fa. La ricapitalizzazione chiesta agli istituti di credito del paese, è stata sottostimata ma presto si dovrà procedere con un lavoro molto oneroso, quasi un miliardo di euro.

Oggi, la Slovenia rappresenta lo 0,4 per cento del PIL della zona euro ma ci potrebbe essere una contrazione dell’economia, molto forte, durante il 2013. Ci potrebbe infatti essere una riduzione del volume della produzione pari al 2,1 per cento.

Cosa muove l’euro

 Periodicamente ci sono degli appuntamenti, con la finanza e con la reportistica che possono influenzare l’andamento della moneta unica. A volte tutti gli appuntamenti si concentrano nella stessa settimana, addirittura nello stesso giorno. Oggi, è un “giorno di quelli” e i market mover iniziano ad essere parecchi.

Il 9 aprile, infatti, il calendario Forex ha messo in lista dei market mover provenienti dall’Europa ma anche dal Regno Unito e dalla Svizzera. Ci sono poi altri dati, non direttamente influenti sull’euro ma comunque importanti per il settore valutario, che arrivano dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Canada e dagli Stati Uniti.

Iniziamo dalla Svizzera che nella giornata di oggi dovrebbe liberare ben tre dati. Il primo riguarda il tasso di disoccupazione che si mantiene stabile attorno al 3,1 per cento. A seguire dovrebbe essere pubblicato l’indice dei prezzi al consumo CPI che è previsto stabile allo 0,3 per cento e poi infine si potrà prendere visione del dato sulle vendite al dettaglio che sono date in aumento di un punto percentuale dall’1,9% al 2,9%.

La diatriba sui transfrontalieri italiani

Per quanto riguarda il Regno Unito, invece, sarà pubblicato il dato sulla bilancia commerciale che passa dal -8,2 B al -8,5 B e poi sarà pubblicato l’indice della produzione del settore manifatturiero che rappresenta al momento l’80 per cento della produzione industriale complessiva del paese.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

Relativa all’Europa, in generale, si prenderà visione della bilancia commerciale tedesca e di quella francese, entrambe date in aumento.

Studiare la Grecia per capire il futuro

 La Grecia non è più da considerare soltanto la culla della filosofia, il paese in cui è bello viaggiare alla ricerca delle radici dell’Occidente. Molte università, infatti, organizzano viaggi in Grecia per capire la crisi economica e soprattutto rendersi conto dei suoi effetti.

Spread stabile e borse positive in Europa

Molti studenti arrivano in Grecia dalla Francia e dall’America per capire dal vivo gli elementi base delle leggi economiche e delle scienze politiche. Qualcuno cerca addirittura di capire quanto e come è stata documentata la crisi del paese.

La Grecia non è soltanto un paese che ha rischiato il tracollo, ma è il paese che è stato in grado di minare alla base l’unità del Vecchio Continente. Con la crisi greca si è aperta una frattura nell’Europa unita che sarà difficilmente guarita. In più il bailout di Atene è stato un vero terremoto per l’intera politica internazionale. Gli studenti, nei loro viaggi, incontrano esperti di politica e legislazione greca e cercano di farsi un’idea sulla sopravvivenza del paese nell’area dell’euro.

Come sta cambiando la Grecia post crisi

Sicuramente, in questo momento ci sono dei segnali incoraggianti per il futuro visto che l’economia locale sta ripartendo puntando molto sul turismo e sulle infrastrutture. Non è però ancora conosciuto il grado di sopportazione della recessione. Un dato importante visto che le prospettive future sono ancora incerte.

Il Regno Unito e la Thatcher

 Il Regno Unito, in questi giorni, deve confrontarsi con la morte di Margaret Thatcher, la lady di ferro. Apparentemente il decesso di una persona così importante per la vita politica trascorsa del paese, non dovrebbe interessare gli investitori. Invece sono molti quelli che cercano di capire quanta nostalgia ci sia negli elogi e quanto distacco la politica riesca ad esprimere rispetto alle scelte del passato. Solo così, infatti, si possono captare segnali indicativi del trend del futuro.

Cosa muove l’euro

Quello di cui bisogna prendere atto, è sicuramente che la Thatcher ha modificato profondamente la politica economica della Gran Bretagna. Oggi, che il paese sta attraversando un momento di crisi, però, ci si chiede quanto i cambiamenti introdotti dalla lady di ferro, possano essere considerati positivi.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

In linea di massima la Thatcher ha usato i tassi d’interesse alti per combattere l’inflazione, poi ha cercato di prendere di petto il potere dei sindacati e ha fatto in modo che il mondo della finanza fosse deregolamentato. Infine, si è preoccupata di gestire il passaggio da un’economia di produzione ad un’economia di servizi.

Queste le basi poste dalla Thatcher che sono riuscite a guidare la Gran Bretagna verso l’ascesa economica indiscussa fino al 2008, anno in cui è cominciata per tutti la crisi e nemmeno i britannici sono riusciti a percepire gli elementi più importanti del momento.

 

Bernanke parla della ripresa dell’America

 Se il Vecchio Continente è in crisi, questo non vuol dire che la stessa cosa valga per tutti gli altri continenti e per tutte le altre economie. Anche se i sistemi economico-finanziari sono interlacciati tra loro.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Non stupisce allora che nello stesso momento in cui Draghi e gli altri leader europei si trovano a posticipare la ripresa dell’Eurozona fino al 2014, Ben Bernanke dichiari invece che l’America è già sul viale della rinascita economica.

Il governatore della Fed, infatti, ha osservato che rispetto alle prime fasi della crisi finanziaria, quelle sviluppate nel 2008-2009, oggi le banche americane si sono irrobustite e sono in grado di sostenere l’economia america in questa fase di ripresa.

Il dollaro in rimonta e cambiano le visioni dell’America

Questo non vuol dire che il peggio è passato, anzi, l’economia statunitense deve ancora fare numerosi aggiustamenti prima di dire che il peggio è passato ma di certo non c’è da alimentare alcuna discussione riguardo la politica monetaria definita dalla Fed.

L’America, tra l’altro, deve fare i conti con quello che succede in Europa dove la situazione economica resta quanto mai complessa visto che ci sono paesi ancora alle prese con la crisi del debito ed altri che stanno già ripartendo. Questo giustifica in qualche modo la politica “tasso zero” della Fed, uno strumento di fondamentale importanza per la ripresa americana e per la diminuzione del tasso di disoccupazione a stelle e strisce.

Piazza Affari vola con banche e Telecom

 Piazza Affari non è più maglia nera d’Europa, anzi, nei momenti che sono di particolare tensione per il Vecchio Continente, la borsa italiana reagisce sempre meglio del previsto. All’inizio della settimana, quindi, Piazza Affari è trainata in alto dai titoli bancari e dalla performance di Telecom.

Superstipendio anche per Bernabé di Telecom

Abbiamo già accennato qualcosa parlando di spread stabile e borse positive in Europa e affrontando l’evoluzione del cambio euro/dollaro. Adesso concentriamoci esclusivamente sui titoli della borsa di Milano.

La sua apertura all’inizio della settimana è stata estremamente positiva e c’è stato il guadagno di un punto percentuale, grazie soprattutto al settore bancario. Lo spread, in questo clima entusiasmante, ha reagito toccando i 308 punti base e facendo arrivare il rendimento a. 4,33 per cento.

L’Alcoa è stata determninante visto che con i suoi risultati trimestrali ha sbaragliato tutte le previsioni degli investitori e ha fatto guadagnare a Milano molto più di Londra, Francoforte, Madrid e Parigi.

 Telecom raggiunge l’accordo con le parti sociali

Importante anche la performance del titolo Telecom Italia che guadagna il 4,18 per cento grazie alla conferma della notizia relativa all’integrazione nell’azienda di 3 Italia. Telecom Italia potrebbe acquistare circa il 30 per cento delle azioni di 3 Italia. In generale è in rialzo tutto il comparto bancario.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

 Il presidente della Bundesbank è convinto che il fallimento di Cipro segnerà un punto di svolta nelle crisi che interessano il Vecchio Continente. Jens Weidman, infatti, in un’intervista rilasciata alla radio del paese ha parlato sia della gestione della crisi europea, sia del caso particolare di Cipro, sia degli obiettivi economici definiti dalla Commissione Europea.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

La Bundesbank, prima di tutte le altre banche europee, è stata scossa dall’eccessiva tensione, causata e alimentata soprattutto dalla bancarotta di Cipro. Il primo pensiero di Weidman è stato rivolto ai depositi tedeschi presenti a Cipro, molti anche tedeschi. Le misure adottate hanno arginato la crisi ma è importante, secondo la Bundesbank, trarne la lezione giusta: le banche, anche in mezzo a mille difficoltà potranno essere ristrutturate. Un segnale decisamente positivo per chi pensava che dall’isola stato si scatenasse l’ennesimo effetto domino.

La Germania contro l’antieuropeismo italiano

Riguardo alla possibilità di Cipro di essere un punto di partenza per una crisi più grande, Weidman è convinto che l’isola abbia una struttura creditizia e bancaria che fa storia a sé quindi dal punto di vista della crisi è sicuramente un caso unico. Mentre potrà essere usato come “esempio” il modello di salvataggio proposto dall’Europa. Anche perchè c’è un altro paese in posizione molto critica: la Slovenia.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

 L’euro, rispetto alle altre valute, ha conosciuto una fase di forte crescita che ha ulteriormente indebolito il business in entrata e in uscita dal Vecchio Continente. Molto dipende non dalla recessione europea, quanto piuttosto dalle “sfacciate” politiche montarie delle banche centrali giapponese e americana.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

All’inizio di questa settimana, nella sessione asiatica di contrattazioni, il valore dell’euro rispetto al dollaro è cresciuto di nuovo con un incremento del valore pari allo 0,21 per cento. Lo scambio è avvenuto intorno alla quota 1.3036.

Sulle oscillazioni, poi, sono intervenuti anche i dati relativi alla Francia dove la bilancia commerciale ha recuperato terreno e infatti si è registata la perdita di qualche pip e il passaggio a 1.3030 punti del cambio euro/dollaro.

Come oscillano i dollari

I market mover di giornata che spiegano cosa muove l’euro non sono stati proprio determinanti anche se, per esempio, riguardo la produzione industriale tedesca, c’è stata una lettura positiva allo 0,5 per cento è che superiore anche allo 0,3% previsto dagli analisti.

Molto più influente è il parere degli investitori che stentano a riconoscere i segnali della ripresa del Vecchio Continente e infatti l’indice Sentix che misura la fiducia degli investitori rispetto all’Eurozona, è in calo. Tutto dipende dal bailout di Cipro e dalla situazione politica tricolore.