La situazione ungherese e quella inglese a confronto

 L’Europa non è un continente solido in questo momento, visto che a parte qualche tensione di natura politica, sta affrontando una crisi economica che finora non era stata opportunamente considerata.

L’euro sta soffrendo e la natura di questa sofferenza si lega alla stabilità dei governi e alle relazioni che il Vecchio Continente intrattiene con l’economia americana e con quella cinese. Affrontiamo ora, più nel dettaglio, il problema ungherese, prima di effettuare un piccolo parallelismo con l’Inghilterra.

Confermata la crisi del settore auto UE

L’Ungheria è il prossimo problema da risolvere per l’Europa, adesso impegnata nella scelta del salvataggio di Cipro, prima che siano pubblicati i dati sulla ricchezza delle famiglie europee. Il neo premier ungherese, Viktor Orban, per esempio, è riuscito ad avere il sostegno del Parlamento, necessario per un cambiamento della Costituzione, ma allo stesso tempo, dalle Camere, ha ottenuto l’invito a chiudere i ponti con l’Europa.

L’euro non è stato un buon affare per la Slovacchia

Una scelta che per questo paese potrebbe essere anacronistica ed antieconomica. Lo sostengono numerosi analisti promotori dell’euro che scoraggiano ogni stato che decida di valutare l’uscita dalla moneta unica.

In piazza le proteste verso la condotta del premier sono state vigorose e anche Bruxelles ha ribadito più di una volta che la politica di chiusura del premier Orban rischia di essere “perseguita”. Un giro di vite autarchico si è avuto anche quando il presidente ha nominato governatore della banca centrale un suo fedelissimo.

Il parallelo con l’Inghilterra è semplice nel momento in cui si considera che il paese è estraneo all’euro, ma allo stesso tempo si augura di stipulare accordi bilaterali con Bruxelles che gli diano una posizione di rilievo, un po’ come è successo alla Svizzera.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

 L’Economist è sempre stato attento alla situazione finanziaria del Regno Unito ma in questo periodo, in cui tutto il Vecchio Continente è sotto la lente d’ingrandimento, è di primaria importanza tenere a mente tutti gli appuntamenti e le variazioni che interessano i paesi che fanno parte dell’Eurozona.

 L’Europa è il continente adatto su cui investire

L’economia britannica, storicamente, ha vissuto un momento di crisi nel 1857, anno in cui la domanda delle esportazioni ha subito un crollo verticale e c’è stata la distruzione del sistema bancario. È inutile poi citare nel novero dei danni economici e finanziari, gli effetti delle guerre mondiali che hanno incenerito le infrastrutture inglesi.

 Londra contro il tetto ai superstipendi

Oggi, la Gran Bretagna procede a rilento, con qualche incremento annuo della produzione ma mantenendosi al di sotto del picco che la Bank of England ha registrato nel 2007. È probabile, dicono gli analisti, che si arrivi di nuovo ad un risultato di questo tipo, ma è necessario attendere almeno il 2015. La crisi, infatti, sta limitando moltissimo il potere d’acquisto dei cittadini che vedono crescere l’inflazione ma fanno i conti con dei salari che possono essere definiti scarsi.

La crisi è confermata a livello valutario da una decrescita della sterlina e dall’aumento del pessimismo dei cittadini britannici che nella maggior parte dei casi, nel futuro prossimo, vedono soltanto il peggioramento delle loro condizioni patrimoniali.

Una giornata turbolenta per le borse di tutto il mondo

 È sempre difficile fare una panoramica della situazione delle borse se poi non ci si può soffermare su quel che accade nei singoli paesi, tuttavia chi ha seguito le oscillazioni di piazza Affari e dei suoi titoli, oppure chi ha seguito le vicende di Wall Street, ha sicuramente interesse alla trattazione dell’argomento.

Tutti i mercati sono preoccupati per la situazione del nostro paese, visto che il governo non è ancora stato formato e visto che, a livello europeo, si dice che gli italiani siano più ricchi dei tedeschi lasciando intendere che la distribuzione della ricchezza nel Vecchio Continente è diversa rispetto a quello che ci si aspetta.

Così, mentre la Germania va all’attacco della Banca Centrale Europea, il mercato tricolore reagisce con poca convinzione all’ultima asta di titoli di stato. Il Tesoro, infatti ha venduto in un colpo i 7,75 miliardi di euro di Bot a un anno, ma rendere i titoli appetibili, ha dovuto offrire agli acquirenti dei rendimenti più alti rispetto a quelli dell’asta precedente.

La domanda di Bot tricolore è stata 1,5 volte superiore all’importo offerto dal Tesoro, in rialzo rispetto a quello che avevano visto a febbraio. Oggi saranno venduti all’asta anche i Btp per un importo analogo.

Chiude male Milano dopo la bomba Fitch

I titoli italiani, intanto, soffrono e molto dipende dal downgrade di Fitch che non ha ritenuto valida la tesi di Krugman e delle banche d’affari fiduciose sulle sorti del nostro paese.

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La Germania all’attacco della Banca Centrale Europea

 Una ricerca della BCE, di cui abbiamo parlato, dimostra che gli italiani sono più ricchi dei tedeschi ma non solo, facendo una panoramica sulla distruzione della ricchezza nell’UE, questo report spiega che l’opinione diffusa non corrisponde alla situazione reale.

Qualcuno dice che siamo più ricchi dei tedeschi

Il report, però, non è stato ancora pubblicato e questo non piace alla Germania che finora, considerata la prima della classe, ha dovuto anche contribuire in modo più incisivo alla formazione e al mantenimento del Fondo Salva Stati.

Per questo o per altri motivi che non sono ancora stati spiegati per bene, la Germania è partita all’attacco della BCE accusandola di ritardare nella pubblicazione del documento da lei stessa prodotto, per evitare che si sappia veramente come stanno le cose nell’Eurozona.

► Forbes ha stilato la classifica degli uomini più ricchi del mondo

Le accuse lanciate alla BCE sono gravi e hanno una risonanza ancora più grande se a “pubblicizzarle” ci ha pensato un quotidiano liberalconservatore molto influente, come lo è Frakfurter Allgemeine.

Dalle colonne di questo giornale si spiega che la BCE ha in mente una precisa strategia che è quella di rendere noto il documento, di cui comunque si conoscono già alcune parti, soltanto dopo che sono state approvate le misure per il salvataggio di Cipro. I dati, infatti, potrebbero influenzare negativamente le scelte degli stati.

dei salari che crescono soltanto dello 0,1 per cento.

 

Non si cresce se scende soltanto l’inflazione

 Fino a questo momento abbiamo fatto una panoramica della situazione finanziaria del paese, quasi idilliaca con Lottomatica che cresce e sta per cambiare nome, la Ducati in crescita nel 2012,  la notizia che cresce l’utile di Enel Green Power e Intesa Sanpaolo chiude il bilancio con buoni risultati.

Eppure se gli investitori hanno in parte lasciato il nostro paese, qualcosa che non va ci deve essere. Basta andare a spulciare le notizie che riguardano i salari degli italiani e l’inflazione. Si scopre infatti che se anche l’inflazione è in una fase calante, non corrisponde ad un aumento dei salari e quindi i miglioramenti delle condizioni dei cittadini che vivono l’economia reale, tutto sommato è ancora drammatica.

L’ultima relazione disponibile sull’argomento spiega che i salari nel 2012 sono cresciuti come lo avevano fatto nel 2000 ma questo non ha consentito di andare di pari passo con l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. Ora i prezzi hanno rallentato la corsa, ma non abbastanza per produrre un miglioramento tangibile.

L’Istat, autore della ricerca, spiega che anche a febbraio 2013, i prezzi sono cresciuti dell’1,9 per cento su base annua. Si tratta di un incremento che è il minore dal dicembre 2010. Una frenata che però non fa il paio con l’aumento dei salari che crescono soltanto dello 0,1 per cento.

Intesa Sanpaolo chiude il bilancio con buoni risultati

 Forse è vero che questa crisi che ha ossessionato gli italiani inchiodandoli alle oscillazioni dello spread, non è poi così feroce come sembra, visto che sono numerose le aziende che in questi giorni stanno chiudendo i bilanci e tracciano un resoconto positivo del 2012.

Lottomatica cresce e sta per cambiare nome, la Ducati in crescita nel 2012 e cresce anche l’utile di Enel Green Power. Questo scenario non poteva far prevedere però che ci fossero buone indicazioni anche dal mercato finanziario dove i titoli bancari hanno dimostrato tutta la loro fragilità.

Intesa Sanpaolo, per esempio, ha spiegato di aver guadagnato nel 2012, ben 1,6 miliardi di euro proponendo ai suoi azionisti un dividendo di 5 centesimi per azione. Il guadagno c’è stato nonostante nell’ultimo trimestre dell’anno siano stati persi 83 miliari di euro, legati alle perdite dell’azienda all’estero e al deprezzamento di una controllata.

Cucchiani, l’amministratore delegato di Intesa, ha sottolineato l’influenza del deprezzamento di Telco e i cali di fatturato in Ungheria e in Ucraina ma ci ha tenuto a specificare che questi “passi falsi” non hanno un gran contraccolpo, visto che l’azienda ha chiuso in crescita.

La solidità minacciata nel 2011 dall’inizio della crisi, è stata una specie di stimolo a fare bene nel 2012 e i buoni risultati, colti l’anno scorso, aprono uno squarcio anche nel 2013: sarà un anno in cui se anche non ci fosse crescita, sarebbero almeno confermate le performance già raccontate. Dopo le dichiarazioni e i dati, il titolo Intesa Sanpaolo, in borsa, è schizzato alle stelle.

Cresce l’utile di Enel Green Power

 Lottomatica cresce e sta per cambiare nome, poi dobbiamo valutare positivamente anche la Ducati in crescita nel 2012, ma c’è un’altra azienda che nel 2012, nonostante la crisi, ha saputo resistere e fare bene: Enel Green Power.

Enel fino a qualche anno fa, prima delle liberalizzazioni, era il monopolista elettrico. Da quanto ha perso questa posizione, ha dato vita anche ad una serie di spin off che hanno coltivato porzioni di business aziendali. Uno di questi è Enel Green Power che ha raccolto sotto un unico marchio, tutte le attività svolte nel campo delle energie rinnovabili.

L’azienda ha poi continuato a crescere e lo ha fatto assicurando alla casa madre un bel po’ di dividendi, si parla di circa 100 milioni di euro. Un ottimo risultato se si va alle origini dell’impresa, a quando l’azienda è stata creata per ridurre il debito di Enel sfruttando il settore delle rinnovabili completamente in espansione.

Enel Green Power, adesso, è una specie di portafoglio infinito per la casa madre e rispetto al 2012 può vantare risultati grandiosi visto che il fatturato è salito fino a 2,68 miliari di euro, un aumento del 14,6 per cento che non tiene nemmeno conto dei proventi non ricorrenti.

Lottomatica cresce e sta per cambiare nome

 Se la Ducati in crescita nel 2012 lascia ben sperare per il settore motociclistico, allora si può dire che ottimi segnali arrivino anche dal settore dei giochi, visto che Lottomatica è ancora in una fase crescente e sta per cambiare denominazione.

Tutti i soci del gruppo che si occupa da anni del mondo dei giochi, adesso sono chiamati ad approvare un bilancio, quello del 2012, che ancora una volta, nonostante la crisi, è in crescita del 34 per cento.

► Il rendimento super degli azionisti Terna

Secondo le prime indiscrezioni sembra che sia pronta già una cedola di 0,73 euro per ogni titolo, poiché si è deciso di redistribuire tra gli azionisti più della metà degli utili. Un altro cambiamento in vista è il cambio della denominazione sociale.

Entriamo nel vivo dei dati: i ricavi dell’anno scorso sono in crescita, si parla di un +3,4 per cento che equivale a 3 miliardi di euro. L’aumento è più deciso se si parla di redditività, in questo caso, infatti, gli utili sono cresciuti del 34 per cento ed equivalgono a 233 milioni di euro. Tutto questo miglioramento sembra dovuto al fatto che il cambio tra euro e dollaro è stato molto favorevole, in più l’azienda ha lavorato per ridurre i debiti e gli oneri finanziari ad essi legati. Questi due elementi sono stati trasformati e sono diventati una diminuzione della componente fiscale.

Gtech sarà il nuovo marchio per i servizi Lottomatica anche nel nostro paese.

Per il FT l’Italia ha bisogno di un cambio

 Tutti i timori legati alla stabilità del governo, al fatto che Beppe Grillo e i suoi abbiano deciso di non dare l’appoggio ad un esecutivo di centro sinistra, ha impensierito il mercato. Poi è arriva la promozione del Movimento 5 Stelle da parte di Paul Krugman e lo sguardo verso il nostro paese è cambiato.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Adesso arrivano anche le considerazioni del Financial Times, mentre in Italia prende piede l’idea del governo tecnico. La rivista economica ritiene che in Italia ci sia la necessità di una riforma dall’interno del sistema politica, con un intervento prioritario sulla legge elettorale per poi passare alle riforme economiche e al pagamento dei debiti.

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L’Italia ha sicuramente l’opportunità di cambiare ma i rischi che corre sono ancora tanti. La prima cosa da fare dovrebbe essere l’accettazione dei risultati delle elezioni, poi dovrebbe insister sul cambiamento generazionale che ha davanti il paese valutandone tutti gli aspetti positivi. Adesso infatti, con l’arrivo di tanti deputati del Movimento 5 Stelle, l’età media degli onorevoli scenderà sensibilmente. Si parla dei grillini perché in quelle liste il 45 per cento dei giovani ha votato per lui.

Secondo il Financial Times si sarebbe avuto un vero cambio di generazione anche attraverso la scelta di Matteo Renzi alla guida del Partito Democratico.

Il rendimento super degli azionisti Terna

 Il gruppo che gestisce la rete ad alta tensione in Italia è il gruppo Terna che a sua volta è controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti. Nel 2012, il gruppo Terna è cresciuto in modo molto interessante ma i risultati vanno di pari passo con un incedere positivi che dura da sei anni a questa parte.

Per il FT l’Italia ha bisogno di un cambio

La società Terna, per i risultati ottenuti a livello commerciale e per i rendimenti totali del titolo, si è distinta nel panorama italiano arrivando a guadagnare anche un riconoscimento ufficiale, l’International Utility Award.

Per capire il rendimento totale di un titolo, il Total Shareholder Return, si deve sommare tutto quello che gli azionisti hanno ottenuto come dividenti. Nel triennio che va dal 2010 al 2012, Terna, è cresciuta del 24 per cento mentre il rendimento medio del settore in cui opera questo gruppo è stato del -10 per cento.

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Anche nel triennio precedente, aveva ottenuto un buon risultato con un incremento del 73 per cento del valore delle azioni, a tutto vantaggio degli azionisti.

Questo vuol dire che in circa sei anni il rendimento è stato del 97 per cento. Questo risultato determina che Terna è stata la migliore in termini di rendimento sia rispetto alle big quotate in Europa, sia rispetto al listino di piazza Affari.