In Germania tornano a credere nella crescita

 Gli investitori devono credere che l’investimento fatto in un determinato paese, sia davvero profittevole per tornare a metterci un po’ di denaro su. Per misurare le fiducia degli investitori, solitamente, si usa l’indice Zew che in queste ore sta portando scompiglio e soddisfazione nei mercati di tutta Europa.

Il calendario economico del 19 febbraio

L’Indice Zew sulla fiducia degli investitori, misura in Germania, risulta in crescita  e questo dipende dagli ottimi risultati ottenuti dal colosso dell’economia europea, in campo occupazionale. La fiducia è cresciuta fino al livello di 48,2 punti che superano di parecchio le attese di 35 punti da raggiungere in tre anni.

I tedeschi, adesso, raggiunto il record di occupati, sono disposti a dimenticare in poco tempo i dati dell’Eurostat sull’UE e anche le parole di Draghi che ha rinviato la ripresa alla fine del 2013.

 Il rallentamento della Germania è finito

L’entusiasmo tedesco segue l’onda lunga dei risultati interessanti registrati a Wall Street dove ad esempio, per la prima volta, le azioni di Google hanno raggiunto gli 800 dollari. A condizionare le oscillazioni degli indici in Europa, comunque, c’è l’attesa per il risultato delle urne italiane. Ci sono paesi, come per l’appunto la Germania, che si sono sbilanciati molto chiedendo agli elettori italiani, ad esempio, di non ri-votare Silvio Berlusconi.

I mercati, in questo momento molto nervosi, stanno cercando un appiglio.

La Germania chiede di non votare Berlusconi

 Siamo a pochissimi giorni dalle elezioni nel nostro paese e anche la politica europea inizia a chiedersi quale sia il governo tricolore auspicabile per la stabilità del nostro paese. Proprio all’indomani della notizia sul miglioramento del deficit italiano, l’eventualità che torni al governo Berlusconi fa paura, soprattutto alla Germania.

Sono state già diffuse due analisi molto accurate, realizzate da Societé Générale e da Credit Suisse che hanno spiegato il pericolo insito nella votazione del leader del PdL, o comunque nella vittoria di una compagine di destra. Poi l’appello accorato del Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle che chiede agli italiani di non scegliere il loro ex presidente del consiglio.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Questo perché con Monti prima e con un governo di centro sinistra o comunque filo europeo, adesso, si potrebbe portare avanti un discorso europeista molto interessante, capace di far brillare di nuovo la stella dell’Italia. Per sottolineare l’importanza del concetto, molti sono quelli che parlando di peggioramento delle condizioni italiane prima ed europee dopo, con il ritorno del Cavaliere in politica.

In Germania tornano a credere nella crescita

I giornali tedeschi replicano l’invito del Ministro degli Esteri, applaudendo agli sforzi pro-europeisti e alle riforme fatte dai governi non guidati da Berlusconi. Questo parere autorevole espresso dalla Germania potrebbe influire decisamente anche sulla considerazione del nostro paese in Europa e quindi sull’andamento delle opzioni binarie riferite all’Italia.

 

La ripresa ci sarà ma alla fine dell’anno

 La crisi del debito in Europa non è acqua passata e quando sembrano finiti gli interrogativi sulle economie maggiormente in difficoltà come l’Italia o la Spagna, è iniziata la tiritera sulla guerra delle valute. La preoccupazione per la perdita di competitività del Vecchio Continente, è stata farcita da una serie di rassicurazioni sull’euro: non ci sarà alcune lotta con dollaro e yen, ogni banca centrale farà quello che ritiene più opportuno per il proprio paese, come da mandato.

Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

Ma quando si uscirà da questa fase di debolezza che si riflette nella fragilità dell’economia reale? Il 2013, secondo Mario Draghi, ha messo davanti agli occhi dei cittadini, un quadro più stabile, anche se le sofferenze del settore creditizio diventano sempre più urgenti e sarà necessario trovare una soluzione, in tempi brevi, alla tenuta delle banche rispetto alla lunga recessione.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

L’Europa e ogni singolo paese, è chiamato dunque a fare degli sforzi per uscire dalla crisi e tra le misure più gettonate per spazzare via la recessione ci sono i tagli alla spesa senza un corrispondente aumento delle tasse, un consolidamento finanziario, il ripristino della fiducia nelle banche e la creazione del meccanismo di vigilanza unico per l’UE.

Tutte misure che non si attivano da un giorno all’altro tanto che l’uscita della crisi è stata procrastinata alla fine del 2013.

Cosa smuove il dollaro?

 Il mercato valutario è uno dei più semplici da aggredire, soprattutto in questo periodo in cui sono diverse le pubblicazioni che lasciano intravedere i trend dell’economia e della finanza nei paesi più importanti a livello internazionale.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito sono determinanti per l’andamento dell’euro e della sterlina, benché i prezzi della produzione e i prezzi al consumo in Germania, oppure in Francia, non subiranno grosse trasformazioni. Molto più incisivi i dati sul mercato del lavoro inglese.

Ma se ci spostiamo dall’altra parte dell’Oceano? Il calendario economico del 19 febbraio ci ha dato già qualche indizio ma adesso è importante capire cosa succederà oggi al dollaro americano. I market mover segnati dagli analisti sono tre e tutti di forte impatto.

Il primo riguarda i permessi di costruzione. In questo mese i premessi per la realizzazione di nuovi edifici, dovrebbe essere in aumento e questo fa prevedere un mini rilancio del settore immobiliare, tale da trainare l’economia americata. Una lettura positiva dell’indice dovrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

Il secondo market mover di giornata, lato dollaro, è l’indice dei prezzi di produzione che dovrebbe passare dallo 0,2 per cento al -0,2%. Il terzo ed ultimo market mover è la pubblicazione delle Minute del FOMC con le quali si avranno indicazioni sulla fine del programma di quantitative easing ma non possono essere fatte delle previsioni seduta stante.

I prezzi in Europa e la disoccupazione nel Regno Unito

 Ogni giorno, a far girare il mercato delle valute, ci sono delle pubblicazioni che fanno lievitare o deprimere la valuta di riferimento dei paesi “analizzati” dagli economisti. Nella giornata di oggi, i market mover più interessanti, riguardano l’Europa, il Regno Unito e gli Stati Uniti.

L’euro potrebbe oscillare grazie alla pubblicazione dei dati sulla produzione riferiti al contesto tedesco e francese. In mattinata, infatti, dovrebbero essere pubblicati sia l’indice dei prezzi di produzione, sia la versione finale dell’indice dei prezzi al consumo per la Germania. Il primo dei due è considerato di medio impatto ma soprattutto corrispondente, nel trend, all’andamento dei prezzi. Il secondo indice, di scarso impatto, sarà comunque in linea con le aspettative già evidenti nella versione flash dell’indice.

 Il calendario economico del 19 febbraio

Per la Francia, invece, ci sarà la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo che, secondo le previsioni, dovrebbe riportare una leggera flessione ed assestarsi sullo 0,2% piuttosto che sullo 0,3%.

 Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Dal Regno Unito, invece, ci saranno informazioni importanti riguardo il mercato del lavoro, report che dovrebbero convincere la banca centrale inglese a lasciare invariati i tassi d’interesse sulla sterlina. Il primo indicatore importante riguarda le richieste per i sussidi di disoccupazione, un market mover d’impatto estremo che che dovrebbe passare da -12,1 mila unità a -5,3 mila unità. Per il tasso di disoccupazione, invee, non si rilevano movimenti troppo importanti e si dovrebbe confermare il 7,7%.

Sui prezzi delle case è stato raggiunto il minimo

 Cercare una soluzione alla crisi. E’ l’imperativo per la politica e per il mondo della finanza, al fine di non trovarsi di fronte a nuove bolle finanziarie, come può esserlo quella immobiliare. E proprio sul settore immobiliare si stanno scatenando le dichiarazioni dell’ultima settimana.

Adesso che è stato certificato che il valore delle case italiane è in picchiata, a prendere la parola è il patron di Gabetti che spiega come ci sia una correlazione interessante, da cogliere al volo, tra il prezzo delle case e il passaggio all’acquisto.

I prezzi sono bassi, forse i più bassi di sempre ed è pronto il rimbalzo, ma Bruno Vettore, l’Ad di Tree Real Estate è anche convinto che non sarà immediata la “ripresa”. Insomma per tutto il 2013 si potrebbero fare degli affare importanti. Il mercato è andato oltre le aspettative, è vero, e i prezzi sono scesi più di quanto si potesse immaginare, perchè a cedere ci sono stati soprattutto i proprietari della case.

 Idealista cerca i migliori mutui per la ristrutturazione

I ribassi in fase di contrattazione sono stati anche del 30 per cento. Niente male, ma è anche vero che si è cercato di piazzare moltissimi appartamenti in cattive condizioni. La ripresa del mercato immobiliare quindi, è rimandata al 2014, ma gli esperti consigliano di guardarsi intorno adesso, per cogliere le opportunità, approfittando anche del meccanismo delle aste.

Google ci riprova con la rete delle vendite

 Chi ama investire in borsa ed è alla ricerca di un titolo che punta al futuro, non può scansare l’ipotesi Google visto che il colosso delle ricerche sta puntando tutto sui progetti caratterizzati dalla più alta dose d’innovazione di sempre. Il bello dell’azienda è la sua volontà di raggiungere capillarmente il pubblico.

In questo Google ha tutto da imparare dal predecessore e rivale Apple che ormai 10 anni fa ha inaugurato i primi Apple Store che diffondono i prodotti del marchio di Cupertino e sono delle vere e proprie pubblicità a cielo aperto. Tutti coloro che erano soltanto interessati alla Mela morsicata, hanno avuto la possibilità di toccarla, di conoscerla dal vivo.

 Entro fine anno Google aprirà i suoi store reali

La strategia di ampliamento del business, delle vendite e della popolarità, sperimentata con successo da Apple è stata poi replicata sul terreno anche da Microsoft e sembra che sia nelle idee di Mountain View.

► Il presidente di Google cede l’1 per cento

I Google Store che sono già online hanno un discreto successo ma sono molti gli acquirenti che vogliono qualcosa in più, che vogliono constatare dal vivo la “specialità” dei prodotti Google. Il passaggio dall’economia virtuale all’economia reale, però, non è sufficiente a convincere gli investitori, che si chiedono anche quale sarà il prodotto di punta.

La risposta è pronta: saranno i Google Glass, gli occhiali per vedere la realtà aumentata.

I dubbi del FT sulle elezioni italiane

 Le elezioni italiane saranno un mistero fino alla prossima settimana, intanto aumenta la tensione sui mercati e molte riviste economiche si sbilanciano con le previsioni. Di fatto la posta in gioco è altissima visto che in base al prossimo premier potrebbero cambiare e anche di molto le prospettive legate alla politica finanziaria del paese.

La situazione che gli analisti propongono cerca di stabilire un parallelo con quel che è successo negli ultimi appuntamenti elettorali, ma il Financial Times si spinge oltre spiegando come quello che stiamo vivendo alla vigilia delle elezioni, è molto simile a quanto accaduto nel 2006 con Prodi prima eletto a discapito di Berlusconi e poi crollato con la rielezioni del premier PdL.

Elezioni, dimissioni e opzioni binarie

Il Financial Time “teme” in qualche modo che quello che è già accaduto a Prodi, succeda anche a Pier Luigi Bersani che quale leader del PD potrebbe essere eletto, tentando di unire la sinistra italiana sotto una stessa bandiera, per poi crollare per gli attacchi delle opposizioni.

La debolezza dell’Italia, della Spagna e dell’UE

Molti sondaggi, ad esempio, danno in forte recupero il Movimento a Cinque Stelle che avrebbe eroso molto dell’elettorato di sinistra. Se la situazione alla Camera è ancora incerta ma è possibile prevedere una maggioranza del partito più quotato, non si può dire altrimenti del Senato, dove, invece, la maggioranza potrebbe risultare troppo risicata.

Il rischio è che si torni poi ad un governo tecnico di nuovo guidato da Monti, oggi candidato premier per una lista moderata di centro.