Draghi fa il quadro della situazione monetaria UE

 Draghi, nel suo discorso davanti al Parlamento europeo, ha dovuto necessariamente affrontare il “problema” della politica monetaria dell’UE dove, in questo momento, l’evento più eclatante, è la stabilità dei tassi d’interesse a livelli molto bassi.

Wall Street, Tokyo e Piazza Affari nell’analisi di Draghi

Il presidente della BCE, però, ci ha tenuto a parlare più in generale della condizione economica della zona euro, a definire l’approccio politico della BCE, ad illustrare gli strumenti a disposizione per ridefinire la situazione. Nel momento in cui l’Europa è caratterizzata dalla debolezza dell’economia reale, il ruolo della Banca Centrale è decisivo, ma non può prescindere dal Meccanismo di Supervisione Unico e dall’unione fiscale.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

La prima domanda che Draghi si pone, quindi, è questa: come influiscono la politica monetaria e i tassi d’interesse sull’economia dei paesi dell’UE? Per rispondere c’è da premettere che l’attività economica della zona Euro si è contratta durante l’ultima parte del 2012 e probabilmente, anche per il 2013, la parola d’ordine sarà “debolezza”.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

La ripresa economica e la riconquista della fiducia degli investitori e dei consumatori, si può ottenere soltanto attivando una serie di strategie. In primo luogo è necessario rafforzare la domanda economica a livello globale, quindi la ripresa dell’UE si lega alla salute delle economie del resto del mondo. In secondo luogo bisogna conservare una politica dei tassi che stimoli l’economia.

Una volta migliorati i sistemi finanziari, allora si potrà procedere con interventi mirati di rilancio dell’economia.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

 Mario Draghi, di ritorno dal G20 di Mosca, ha parlato della debolezza dell’economia reale nell’Unione Europea e delle riforme necessarie in tutti i paesi dell’UE per ritrovare un buon ritmo di crescita, visto che oggi, quel che si analizza, è soltanto un rallentamento.

Wall Street, Tokyo e Piazza Affari nell’analisi di Draghi

Mario Draghi, parlando al Parlamento Europeo, ha chiesto a tutti i paesi dell’UE di fare più sforzi per migliorare l’economia reale interna e dell’Eurozona, dando a tutti anche la ricetta per il successo dell’operazione: gestire le aspettative degli investitori ed aumentare la credibilità dei paesi e dell’UE.

► Draghi fa il quadro della situazione monetaria UE

In pratica il governatore della BCE ha spiegato che il cammino verso la soluzione della crisi è lungo e si può percorrere soltanto se ogni paese riduce la spesa pubblica, invece di aumentare le tasse sui cittadini; se interviene sul mercato del lavoro e su quello dei prodotti con riforme “strutturali”; se rassicura i mercati ritrovando la credibilità fiscale necessaria.

Purtroppo, spiega Draghi, il cammino è in salita ma gli sforzi da compiere sono minimi, se si considerano i rischi di un eventuale fallimento della strategia: indebolimento della domanda interna e delle esportazioni, rallentamento delle riforme, squilibri tra i paesi dell’UE.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

Il sistema Europa, infatti, è molto fragile ma si può invertire la tendenza, se tutti saranno impegnati nella stessa direzione.

Il calendario economico del 19 febbraio

 Nella giornata di oggi ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sull’andamento delle principali monete in circolazione, come l’euro, lo yen, il dollaro canadese o quello australiano. Le pubblicazioni cui facciamo riferimento sono le minute delle banche centrali, la definizione dell‘indice ZEW per l’UE e la panoramica sulle vendite al dettaglio in Canada.

 Previsioni BCE per il biennio 2013/2014

Iniziamo dal primo dei market mover in elenco: le minute delle banche centrali. Già nella notte la Bank of Japan e la Reserve Bank of Australia, avrebbero dovuto pubblicare delle minute relative alla politica monetaria scelta dai loro consigli direttivi.

In queste minute oltre alle indicazioni operative, sono riassunti i dati dell’economia di riferimento, le statistiche più importanti del paese e un quadro complessivo sulla situazione finanziaria del paese. Si tratta di documenti tenuti in grande considerazione dagli investitori del Forex per capire le prossime mosse valutarie.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

L’indice ZEW, invece, è qualcosa di squisitamente europeo e misura il sentiment degli investitori in relazione all’Eurozona (basso impatto) e in relazione ai singoli paesi. L’indice ZEW di oggi riguarderà la Germania ed avrà un impatto massimo, ma sarà anche pubblicato quello relativo all’Eurozona. Valori superiori alle aspettative, potrebbero determinare un apprezzamento della moneta unica.

Per quanto riguarda le vendite all’ingrosso in Canada, si tratta di un indice che ha delle correlazioni positive con la moneta di riferimento nel paese.

Renault guadagnerà di più producendo in Francia

 Il settore automobilistico è sicuramente uno dei più in difficoltà nel nostro paese e in Europa anche se ci sono delle aziende che sopravvivono senza vivacchiare alla crisi delle vendite che si traduce in un rallentamento della produzione. In altri casi, le aziende chiedono allo stato di avere degli sconti per aumentare la competitività e resistere alla crisi.

 Crollo mercato auto dell’Ue: si scende ai livelli del 1993

Hollande, partecipando da presidente alla sua prima riunione europea, ha chiesto all’UE di adottare una politica monetaria comune per ridonare vigore alle aziende nostrane, visto che, almeno in Francia, la situazione economica non è delle migliori.

 La proposta anti-crisi di Hollande

Intanto le singole aziende francesi vanno autonomamente alla ricerca di una soluzione e sembra che sia arrivata ad un punto l’indagine della Renault.

Per aumentare i livelli di produzione automobilistica, il noto marchio francese pensa ad incentivare i CEO disponendo dei bonus annuali maggiori a condizione che sia elevata la produzione in Francia. Se non si raggiungono gli obiettivi, allora, non ci saranno i dividendi. Parliamo sempre di cifre molto interessanti: circa 480 mila euro all’anno fino al 2016.

A che prezzo i CEO dovranno operare in Francia? Al prezzo dei negoziati da intrattenere con i sindacati che stanno imbrigliando la questione della flessibilità lavorativa, costringendo per certi versi le fabbriche a non chiudere i siti anche se non più produttivi.

La soluzione Renault, comunque, potrebbe piacere agli investitori che si troverebbero davanti un management più motivato, con risultati garantiti a livello produttivo e un miglior andamento del titolo.

Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

 L’andamento di un titolo in borsa dipende sicuramente dalle vicende interne all’azienda, all’istituto di credito e via dicendo, ma è legata anche molto alle percezioni degli investitori. Dopo la pratica adottata da molti di condividere il debito grazie all’emanazione delle obbligazioni, tra gli investitori ci sono anche tantissimi “cittadini comuni” con il pallino del trading online.

Nel caso MPS è stato interrogato Baldassarri

Per questo è giustificata ed interessante la ricerca condotta da Voices From the Blogs, cioè l’Osservatorio sui social media dell’Università statale di Milano, sul caso del Monte dei Paschi di Siena.

 Cosa pensa la politica dell’affare MPS

Il sondaggio è partito dall’analisi di ben 63 mila tweet postati dagli utenti per commentare il caso dell’istituto di credito senese. Le conclusioni che si possono elaborare sono numerose ma una, in particolare, assume importanza rispetto all’andamento degli investimenti e risponde alla domanda: chi ha causato il disastro MPS?

 Bankitalia e il prestito segreto a MPS

In pratica dall’analisi dei tweet pubblicati si è cercato di capire a chi attribuiscono la colpa della crisi della banca, i cittadini. La risposta non è scontata nel senso che la responsabilità dell’accaduto non sembra essere tutta sulla testa dei banchieri ma sembra invece che sia nelle mani della classe politica che ne fa le spese anche in termini di “immagine”.

Quello che colpisce maggiormente nella vicenda, quindi, è “la faccia tosta dei politici”, e “cacciarli” sarebbe l’unica soluzione proposta dai cinguettatori.