La nuova vita dell’Euribor

 Dopo la decisione di alcune banche di lasciare il gruppo di istituti di credito che contribuiscono alla creazione degli indici europei di riferimento e dopo il  varo conclusivo della riforma Basilea III, è arrivato il momento di far rinascere l’Euribor e modellarlo sulle nuove caratteristiche del mercato.

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La modifica dell’Euribor, per lo stesso indice è una questione di sopravvivenza visto che dall’alto, dall’European Banking Authority , è arrivato l’invito ad essere più semplici, più autonomi e ad inserire più controlli. L’obiettivo generale è quello di evitare che un’oscillazione non prevista del tasso interbancario causi qualche danno di troppo.

L’Esma, per essere certa che il messaggio fosse chiaro, ha deciso di redigere un vero e proprio decalogo. In generale, entro 6 mesi, ci sono delle misure da prendere seriamente in considerazione. In primo luogo lo Steering Committee deve diversificare l’insieme dei membri che lo compongono, così da ottenere un’indipendenza superiore a quella attuale.

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In più si deve fissare un’agenda di appuntamenti e far sì che si lavori per ridurre ad un numero massimo di sette, l’insieme dei tassi sul mercato. Si arriverà così ad avere più chiarezza anche nella definizione dell’Euribor. Sarà fondamentale avere un organo di supervisione in grado di riportare – se necessario – il mercato nella giusta direzione.

La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

 Da una parte troviamo i governi e gli organismi internazionali pronti a lottare contro l’evasione fiscale mettendo in campo strumenti molto interessanti per scovare chi è più di ricco di quanto dovesse essere. Dall’altra parte ci sono le imprese che da sempre si occupano di tecnologia e negli ultimi anni, nel pieno della crisi, hanno tenuto a galla il mercato.

Ocse e fisco, prese di mira Google e Apple

Questi due mondi a volte s’incontrano e fanno scintille ed è questo il caso di Apple e Google che rischiano di veder precipitare il loro titolo in borsa. Cos’è successo? Tutto parte dall’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che ha deciso di smascherare tutte le aziende multinazionali che hanno architettato degli stratagemmi per non pagare le tasse nei loro paesi.

La strategia più diffusa è la cosiddetta “ottimizzazione fiscale” che consiste nella creazione e nel trasferimento di denaro in una serie di imprese che hanno la sede nei paesi considerati paradisi fiscali. L’aumento profitti Google 2012 si deve anche all’adozione di questa strategia, almeno in Europa riesce a pagare soltanto il 4% d’imposte. Ma il gigante della ricerca non è solo, visto che si avvalgono delle stesse proprietà “evasorie” anche Apple ed Amazon.

Adesso la volontà è quella di cambiare ed adottare delle regole valide a livello internazionale così da tassare sempre e dovunque i profitti delle aziende.

La risposta di Monti al Financial Times

 Il mercato delle opzioni binarie, in questi giorni, non si può certo dire che attraversi un momento di quiete visto che sono tante le pubblicazioni e gli episodi che minano ed incidono sulle considerazioni dei vari paesi.

test elezioni per Piazza Affari.

Ad intaccare la visione idilliaca del governo uscente, però, dopo il rientro in corsa di Mario Monti, ci ha pensato il Financial Times che ha un po’ spiegato perché non è tutto oro quel che luccica.


Monti, alle accuse di essere inadeguato a guidare l’Italia del futuro, risponde con un invito ai suoi competitor a presentare proposte maggiormente adatte al rilancio dell’economia italiana.

Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

MPS zavorrata dalla questione derivati. Dopo la scelta di Mussari di dimettersi, il titolo dell’istituto di credito senese ha iniziato a perdere quota ed ha zavorrato Piazza Affari. La borsa di Milano chiude ancora una volta in territorio negativo e   tutti additano le performance dei titoli bancari.

Ma di quanti soldi stiamo parlando? Alla fine, al di là del concetto di crisi legato all’istituto di credito italiano, in ballo c’è un bel gruzzoletto. Il titolo Monte dei Paschi, partiamo dalle performance di ieri, in un giorno soltanto è riuscito a bruciare qualcosa come 267 milioni di euro.

E’ facile dire che le azioni MPS sono state il peggior blue chip del listino nazionale. In termini percentuali il crollo del Monte di Paschi si è sostanziato in una perdita dell’8,43 per cento con un calo fino a 0,2541. Piazza Affari, visto l’andamento del titolo, ha deciso di prendere le distanze. In che modo?

► Scandalo Mps nel giorno dell’incontro con il Fmi

Sottolineando che sull’affare derivati ci sono ancora troppe cose da chiarire e se la vicenda non convince gli investitori, vuol dire che bisogna puntare sulla chiarezza. Il fatto è che il nuovo management si sarebbe accorto del problema con i derivati ad ottobre, senza poi annunciare il problema nel report del 14 novembre. Adesso, la banca vorrebbe circa 500 milioni di Monti-Bond ma il mercato non è disposto a prendersi il rischio.

 

Le scelte della BoJ fanno arrabbiare la Germania

 Quella che sembra delinearsi nel mercato ForEX è una vera guerra valutaria, soprattutto in considerazioni delle reazioni tedesche alla scelta della Banca del Giappone di confermare la politica di allentamento monetario.

BoJ e governo discutono della crescita

La Bank of Japan, in realtà, ha scelto soltanto di allentare la pressione sull’inflazione, ma questa decisione è stata mal digerita dalla Germania e il direttore della Bundesbank è intervenuto in prima persona per annunciare che la svalutazione dello yen è da considerare una minaccia che potrebbe ridurre l’indipendenza e l’autonomia delle banche centrali di tutto il mondo. Insomma, la Germania sembra disposta a lottare per mantenere vivo più che mai l’euro.

Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Tokyo ha deciso di deprezzare la moneta locale al fine di rilanciare l’economia e gli investimenti nel paese. Una cosa simile è già stata fatta dagli Stati Uniti per il dollaro della Cina per lo yuan. A questo punto è l’euro che sembra rimanere nel mezzo, è troppo forte e deve fare i conti con l’export dimezzato. 

La BCE, adesso, dovrà tenere in considerazione le scelte delle varie banche centrali, compresa la politica della Bank of Japan in merito allo yen. Secondo il direttore della Bundesbank ci sono tutti i presupposti per l’inizio di una vera guerra tra le valute, scandita dalla competizione tra le banche centrali, che potrebbe determinare una nuova crisi, anche più pesante di quella in atto.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal Regno Unito

il mappamondo economico del 2050 ma qualche previsione di breve termine la possiamo fare ugualmente.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

Il Regno Unito, in queste settimana, è alle prese con la pubblicazione di numerosi indici. Sicuramente ci saranno tre rilasci di tre versioni del rapporto sul PIL. Il primo documento sarà una stima preliminare, poi ci sarà le versione rivista dell’indice e in un terzo momento il PIL finale.

A livello di impatto sul mercato valutario il PIL preliminare sarà quello maggiormente incidente sull’andamento dei prezzi, perché offrirà comunque una visione sintetica di quel che sta accadendo all’economia del paese.

In più, il 25 gennaio, ci sarà il rilascio del rapporto sull’economia inglese da parte del National Institute of Economic and Social Research (NSIER) che parla di una contrazione dello 0,3 per cento del PIL del Regno Unito durante l’ultimo trimestre del 2012.

A dicembre, inoltre sono scese le vendite al dettaglio ed è rallentata la produzione industriale. Il PMI costruzioni, in più, è stato rivisto al ribasso.

La relazione tra debito pubblico e crescita economica

 L’abbiamo sentito dire tante di quelle volte che quasi non ci facciamo più caso: se non si risanano i conti, se non si mette una pezza al debito pubblico, la ripresa economica sarà lenta e non è detto che si venga fuori dal tunnel. In un discorso del genere si stabilisce un legame diretto tra debito e crescita ma non tutti sono d’accordo sulla linearità del legame.

Anzi, un articolo pubblicato da Voxeu.org, con l’analisi di Ugo Panizza e Andrea F. Presbitero, dimostra che non c’è invece un nesso di causalità tra l’incremento del debito pubblico e la frenata della crescita economica.

Tagliate le stime di crescita sull’Italia

La credenza comune è che i paesi che hanno un alto debito pubblico, facciano anche fatica a crescere in termini economici. Assecondando questa logica, i governi, hanno trovato una giustificazione plausibile alle misure di austerità per la popolazione.

Quattro rischi dell’economia secondo Roubini

Si può certamente partire dall’idea che c’è una correlazione negativa tra debito e crescita ma il debito non ha effetti causali sulla crescita. Prendendo per vera l’analisi dei due esperti italiani, si devono poi riconsiderare tutte le scelte in materia di politica fiscale. L’invito è quindi a non usare il rapporto tra debito e crescita come strumento a sostegno del consolidamento fiscale.

Tagliate le stime di crescita sull’Italia

I dati di Bankitalia sugli investimenti sono stati in contrasto con la visione della BCE.

► La BCE contro Bankitalia sugli investitori

Adesso, come un fulmine a ciel sereno, o quasi, arriva il parere di un altro organismo internazionale: il Fondo Monetario. Il FMI ha tagliato le stime di crescita del nostro paese, prendendo spunto dal report Eursostat ed ha ribadito che l’Italia avrà un calo dell’1 per cento del PIL come preannunciato anche da Bankitalia.

Secondo l’Eurostat, in tutto il Vecchio Continente, il debito pubblico resterà fermo al 90 per cento del PIL, come nel terzo trimestre del 2012. Questo non esclude che nei mercati finanziari ci sia ottimismo e che questo atteggiamento faccia bene alla vitalità degli scambi. Il fatto è che in generale i rischi sono diminuiti, ma non bisogna fare l’errore di illudersi.

► Nella crescita del paese ci crede soltanto il 16% degli italiani

La ripresa economica è nell’aria, per il nostro paese e per tutta l’Europa, ma sarà una ripresa lenta a fronte delle numerose sfide che i vari stati dovranno affrontare, quindi la ripartenza vera e propria è da posticipare al 2014.

Tutto il ForEX concentrato sulla zona Euro

 Il calendario economico odierno è scandito dalla pubblicazione di numerosi documenti che, per il loro impatto sull’andamento delle valute, possono essere considerati dei veri market mover. A livello extraeuropeo c’è sicuramente da tenere d’occhio la pubblicazione settimanale delle richieste di sussidi per la disoccupazione in America. E per l’Europa?

La crisi dell’Eurozona sul viale del tramonto

Nel Vecchio Continente, l’attenzione è tutta concentrata sugli indici PMI manifatturieri e dei servizi, rilasciati con riferimento alla Francia e alla Germania. L’indice PMI manifatturiero francese è dato leggermente in rialzo, fino a quota 44,9, ma non si è ancora fuori dalla zona rossa della contrazione. Per la Germania la lettura dello stesso indice è data in rialzo ma in fin dei conti la situazione complessiva della zona Euro resta piuttosto stabile.

L’indice PMI della zona euro

L’indice PMI dei servizi, sempre con riferimento alla Francia e alla Germania, dovrebbe subire un leggero incremento nel primo paese, restare stabile per la Germania, mentre, nel resto dell’Europa si potrebbe definire un trend di crescita. In genere, ricordano gli analisti, le letture al di sopra delle aspettative possono generare un trend rialzista dell’euro.

A completare il quadro delle pubblicazioni dell’Eurozona ci saranno poi altri quattro elementi: i dati sulla disoccupazione in Spagna, prevista in aumento di 0,2 punti; i dati sulle vendite al dettaglio nel nostro Paese, dati in recupero dopo la precedente lettura negativa; la bilancia dei pagamenti della zona euro e il business climate elaborato dal Belgio.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

 I market mover del mercato valutario odierno sono diversi e interessano soprattutto il Regno Unito e quindi la sterlina, il dollaro australiano e la valuta canadese. Andiamo un po’ a spasso nel mondo, dal Vecchio Continente al Nuovo Mondo per sapere come investire i risparmi nel mercato ForEX.

Il dollaro australiano. Partiamo dall’Oceania dove in questi giorni si dà la lettura dell’indice dei prezzi al consumo che è molto importante in relazione all’inflazione nel paese. L’indice inflazionistico, infatti, si calcola anche sulla base dei prezzi di riferimento. In generale una lettura dell’indice al di sopra delle aspettative degli analisti può avere un effetto positivo sulla valuta.

► Elementi caratterizzanti della settimana valutaria

La sterlina. Nel Regno Unito, oggi, saranno diffuse le stime sull’occupazione per capire se il tanto chiacchierato rischio default o pericolo recessione, è alle porte anche nel paese della Regina. Tutto parte dalla valutazione delle richieste di sussidi e dal calcolo del tasso di disoccupazione. Si prevede un incremento degli indici. A livello valutario è sotto osservazione la votazione riguardo la politica monetaria del paese.

ForEX: cambiamenti per EUR, JPY, AUD, USD

Dollaro canadese. Anche in Canada qualcosa si muove sul fronte valutario. L’appuntamento di oggi è con la Banca nazionale canadese che, durante un meeting per la definizione delle politiche monetarie del paese, dovrebbe confermare un tasso d’interesse all’1 per cento.