Si riparte dalla fiducia delle imprese tedesche

 La Germania, da qualche mese a questa parte, è il sorvegliato speciale dell’Unione Europea perché la situazione dell’economia tedesca è in una fase critica. Ci sono diversi elementi che fanno pensare che nel sistema gestito dalla Merkel si sia aperta una falla ed ora con le unghie e con i denti la Germania è decisa a mantenere il primato.

Altrimenti non avrebbe senso dire che la Germania riparte dall’oro, riportando l’oro detenuto all’estero, nei forzieri nazionali, penalizzando l’andamento dei flussi finanziari francesi. Colpo gobbo? Può darsi.

Con la crisi generale rallenta anche la Germania e questo è il minimo ma cosa si prevede per il futuro a breve e medio termine? Una risposta esaustiva a questa domanda può fungere da bussola per chi investe nelle opzioni binarie. Gli elementi da valutare sono tanti.

Sicuramente è positivo quel che racconta l’ultima rilevazione dello Zew tedesco. Questo indice, infatti, misura la fiducia delle imprese tedesche nel futuro dell’economia del paese. A dicembre questo indice era fermo a quota 6,9 punti e ci si aspettava un incremento fino a quota 12 punti. Invece l’ultima rilevazione è la migliore dal maggio del 2010 e cristallizza l’indice sui 31,5 punti.

I fattori determinanti per le borse del 2013

Tutto il movimento è sostenuto anche dal rimbalzo delle borse e dal rientro del cambio euro/dollaro nel mercato ForEX, sopra il livello di 1,335o.

Perché l’Irlanda è in ripresa ma è fragile

paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare.

Nel 2013, in generale, l’Europa in toto è chiamata a dimostrare che la politica monetaria adottata dalla BCE, in combinazione con le politiche di austerità portate avanti dai singoli governi, può funzionare come traino per l’economia del Vecchio Continente.

Adesso tutti si aspettano una prova tangibile del cambiamento dell’Europa e tutte le speranze sono riposte nell’Irlanda che, dopo aver avviato un programma di salvataggio nel 2010, deve tornare quest’anno a convincere gli investitori.

L’andamento dei rendimenti sui titoli di stato irlandesi fa ben sperare visto che i rendimenti, durante il 2012, sono scesi dall’8,5% di gennaio al 4,5% di fine anno per i titoli in scadenze nel 2020. Con la gestione del debito, in Irlanda, si punta a portare nei forzieri ben 10 miliardi di euro a suon di obbligazioni.

► Per S&P la crisi europea è finita

Se tutto andrà come preventivato dal governo irlandese, allora nelle casse dello stato dovrebbero addirittura rimanere circa 19 miliardi di riserve da usare per soddisfare le esigenze del governo anche nel 2014. Peccato soltanto per l’economia che ha carenze strutturali importanti che ne minano la competitività. In relazione a Spagna e Italia però, quanto a PIL si va in crescendo.

Ancora polemiche sui prezzi delle case

 Dall’inizio dell’anno le polemiche sul mercato immobiliare e sull’andamento dei prezzi degli immobili, non hanno accennato a placarsi, soprattutto dopo che l’Istat ha pubblicato i dati sui costi delle case.

All’inizio dell’anno, nel 2013, le rilevazioni Istat hanno indicato le variazioni dei prezzi degli immobili nell’ultimo trimestre del 2012. L’istituto nazionale di statistica ha riferito che rispetto all’ultimo trimestre del 2011, i prezzi delle case esistenti, l’anno scorso, sono addirittura calati del 5,4%, mentre sono in crescita dell’1,9% i prezzi delle case nuove.

L’Associazione nazionale costruttori edili, ha deciso di prendere le distanze dalle polemiche in atto e di interpretare i dati come una conferma del panorama italiano. Nel nostro paese gli italiani considerano ancora un desiderio da realizzare l’acquisto della prima casa ma vogliono capire se in tutti i passaggi della pratica di un mutuo c’è un sistema per risparmiare.

Sicuramente, dice l’Ance, in Italia non si può parlare di bolla immobiliare. Non siamo nelle stesse condizioni dei paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare. I prezzi più alti della case nuove dipendono molto dagli standard di qualità offerti, dall’efficienza energetica, all’accessibilità di servizi e trasporti di una determinata zona.

L’offerta di immobili però, ribadisce l’Ance, non è sufficiente a far ripartire il mercato immobiliare. Servono misure si sostegno per gli aspiranti proprietari.

► 2013: prezzi degli immobili in ripresa

MPS zavorrata dalla questione derivati

 MPS vola dopo il calo dei rendimenti BTp è un titolo che abbiamo dato soltanto qualche giorno fa, quando in seguito all’asta dei BTp con scadenza quindicinale, c’era stata la presa di coscienza del tanto atteso calo dei rendimenti. Adesso, il titolo del Monte dei Paschi torna a cedere terreno, ma il crollo era prevedibile.

Quello che riguarda l’istituto di credito senese è un vero e proprio scandalo che si lega ai prodotti derivati. Uno scandalo che fa precipitare il titolo, con una perdita all’apertura delle contrattazioni del 6,8%. Il titolo è stato immediatamente sospeso ma per piazza Affari ormai, si parla già di “rosso”.

► Conto italiano Per Noi con Monte dei Paschi

Tutto è partito dalle dimissioni in seno alla presidenza dell’ABI dove, Giuseppe Mussari, ha deciso di abbandonare il campo dopo anni di guida dell’istituto di credito perché gli vengono contestati i casi Alexandra e Santorini. In pratica, quando Mussari guidava Monte dei Paschi, la banca aveva tre contratti in derivati con Deutsche Bank, JP Morgan e Nomura, il cui fine era quello di posticipare le perdite finanziarie negli anni.

La sostituzione conviene con il Monte dei Paschi

Profumo e i nuovi manager di MPS hanno chiesto un ampliamento del prestito pubblico fino a 500 milioni di euro, che equivalgono a 3,9 miliardi da sottoscrivere entro la fine di febbraio. Il passaggio di consegne sarà molto rapido.

L’auto è in crisi ma la concessionaria fa i saldi

previsioni contrastanti sul settore immobiliare siano in primo piano, così come le decisioni delle varie concessionarie.

► Le evoluzioni del mercato dell’auto

Concessionarie si fa per dire, ovviamente! Ci riferiamo al fatto che molte compagnie automobilistiche, come sempre all’inizio dell’anno, stanno offrendo sconti e promozioni su chi desidera mettere in garage un’auto nuova entro il 31 gennaio. Il Sole 24 Ore ha riepilogato gli sconti. Proviamo ad indicarne qualcuno al fine di vedere su che tecnologie e che su che proposte è proiettato il mercato automobilistico.

Audi promuove la campagna “Italia. Land of quattro”, vale a dire l’acquisto di Suv compatti in versione Business, da acquistare con la sottoscrizione di un finanziamento con TAEG del 5,41% e un risparmio/vantaggio per il consumatore del 37% circa.

Fiat, invece, propone sconti praticamente su tutti i modelli in circolazione e per chi paga a rate c’è anche qualche sconto, ma è molto interessante soprattutto l’offerta di un premio di 400 euro per tutti coloro che optano per un veicolo in pronta consegna. Le offerte sono per la Panda e per la Punto nelle varie versioni. 

La svolta cinese della FIAT

Previsioni contrastanti sul settore immobiliare

 Il 2012, dal punto di vista immobiliare, sarà ricordato come un anno molto deprimente. Il mercato ha attraversato e non è ancora venuto fuori da un momento difficile, in cui alla diminuzione del prezzo degli immobili, non è corrisposto un aumento del numero delle compravendite. Anzi, gli acquisti degli immobili sono addirittura diminuiti.

Le previsioni sul 2013 sono state molto complesse e spesso hanno aperto la porta alla speranza, molto più spesso hanno fatto presagire la continuazione della corsa sul piano inclinato. Nonostante le differenze che ci possono essere da paese a paese, le agenzie di rating hanno provato a fare una valutazione generale del comparto immobiliare e non sono arrivate ad una conclusione univoca.

i prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare. Non resta che scoprire le previsioni di Fitch e compararle con quanto riferito da Standard&Poor’s.

Fitch non è rassicurante perché fa partire le sue considerazioni dalla valutazione dell’indice di affordability che misura la capacità di accendere un mutuo sulla base dei salari medi e dei prezzi medi dei finanziamenti. L’indice in questione sembra essere destinato a crollare nel 2015 con un ribasso del 13% rispetto al valore attuale.

Standard&Poor’s, sul versante opposto,  valutando la riduzione dell’1,6% del prezzo degli immobili, prevede un’inversione di tendenza nel 2014 con prezzi di nuovo in aumento, la risalita del PIL e la diminuzione del numero dei disoccupati.

Monti e il diverbio con il Financial Times

 Mario Monti, dall’essere premier di un governo tecnico, è diventato poi il candidato privilegiato per la corsa a Palazzo Chigi. Ha ingaggiato una campagna elettorale molto seria in cui ha affrontato i temi cruciali per le sorti del nostro paese, partendo proprio dal redditometro e dalle tasse.

A livello europeo ed internazionale, senza entrare nel merito delle riforme del gabinetto tecnico e delle proposte per il futuro, quindi senza considerare il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti, al premier uscente si riconosce il merito di aver ridonato credibilità all’Italia.

Le opinioni della stampa internazionale, in tal senso, sono sempre state molto positive, fino a quando, il Financial Times ha commentato in modo molto severo l’operato del professore. L’editorialista Wolfang Munchau ha accusato Monti di aver privilegiato la definizione delle misure di austerità, rispetto alla definizione degli stimoli per la crescita.

Le risposte e i consumi dei cittadini europei di fronte alla crisi

In pratica Monti non avrebbe previsto in modo accurato gli effetti del rigore introdotto nell’economia italiana, senza peraltro lasciare agli italiani la scelta delle tre alternative possibili: restare nell’euro e proseguire con i necessari aggiustamenti economici, oppure rimanere nell’euro e condividere gli aggiustamenti economici con gli altri paesi debitori, abbandonare la moneta unica del Vecchio Continente.

Gli italiani, così, si sono ritrovati ad aspettare “momenti migliori” scegliendo per forza la permanenza nell’euro e gli aggiustamenti richiesti.

I fattori determinanti per le borse del 2013

 Ci sono almeno cinque elementi, cinque fattori, che possono influire pesantemente sull’andamento delle borse nel 2013. E’ inutile ribadire che il primo caso da prendere in considerazione sono gli Stati Uniti che nel breve termine potrebbero trovarsi di nuovo davanti al baratro fiscale.

Il rischio di default per il paese è molto basso, lo ripetono tutti, ma è anche vero che Obama ha ancora sullo stomaco le richieste di modifica del tetto del debito.

Il discorso di insediamento del presidente Obama

Se il problema economico riguardasse soltanto l’America, probabilmente, si potrebbe parlare di “questione chiusa”, mentre il problema è che ci sono numerosi casi aperti di crisi del debito, anche in Europa. Quindi, potenzialmente, si potrebbe avere uno shock economico in diverse aree del mondo. La Deutsche Bank stessa parla di un calo del PIL europeo, nel 2013, pari allo 0,3%.

Molto interessante sarà anche considerare quel che succederà in Germania. Il fortino tedesco, considerato per anni baluardo dell’europeismo, adesso è stato messo in crisi dai dati sulla produzione industriale, dai dati sulla produzione manifatturiera e non solo.

Recessione europea 2013

La Germania ha di recente stabilito che nel 2013 riparte dall’oro e quindi riporterà in patria molte riserve auree depositate nelle banche estere, soprattutto francesi. Siamo davanti ad una dichiarazione di crisi? Probabilmente sì, se il paese deve proteggersi con un bene rifugio, attaccando al contempo il suo alter ego economico numero uno.

Per il ministro Grilli si devono ridurre le tasse

fuori dalla recessione da aprile in poi. 

Se si riduce ancora lo spread o se i nostri titoli di stato ritrovano il fascino perduto tra gli investitori, il cittadino normale, senza un portafoglio d’investimenti, non sa in effetti di cosa gioire, ma Grilli, nel suo intervento europeo, prende di petto una questione cruciale per il paese: le tasse.

Strategie di riduzione della tasse

Secondo il nostro ministro, la riduzione delle imposte, in Italia, è un’esigenza e non va assecondata da sola ma nel rispetto degli impegni presi riguardo la spesa pubblica, da ridurre assolutamente.

Il prossimo governo, quindi dovrà sicuramente operare per la revisione della spesa pubblica e sicuramente dovrà mettere in campo una serie di manovre di austerità, ma questo non vuol dire che dovrà aumentare lo sforzo economico dei cittadini, anzi.

Con la riduzione degli sprechi e della spesa pubblica si dovrà poi procedere alla riduzione corrispondente della pressione fiscale sui cittadini. Per esempio l’IMU, tanto odiata e reintrodotta dal premier Mario Monti: la tassa sugli immobili, dietro indicazione delle autorità europee che hanno indicato come deve essere migliorata l’IMU, andrà estesa a tutti ma ridimensionata nell’aliquota e calibrata sugli sconti.

I paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare

 Il mercato immobiliare è sempre il barometro della condizione economica di un paese. In alcuni paesi del Nord Europa, secondo gli analisti, in questo periodo si rischia una forte bolla immobiliare nei paesi che non sono ancora sotto i riflettori.

Fermo restando che le condizioni della Spagna, della Grecia, dell’Irlanda e della periferia dell’Europa in generale, non sono del tutto rassicuranti, in questo momento si può dire che i rischi siano altrove. Per esempio, ci sono alcuni paesi del Nord Europa, considerati solidi, che stanno cedendo alla speculazione immobiliare.

Mutui in calo anche in Spagna

 

A parlarne, ai microfoni del Sole 24 Ore, è Paola Gianasso, responsabile dei mercati esteri per Scenari Immobiliari che considera a rischio la Svizzera e la Norvegia, ma anche la Germania, la Svezia e l’Olanda. Ironia della sorte, Berlino potrebbe presto essere nelle condizioni di Madrid.

 

Gli esperti tedeschi, in questo momento, stanno minimizzando la questione dimostrando che la risalita dei prezzi degli immobili, ormai, dura da due anni e l’acquisto di una casa non è più un’operazione così diffusa. A Berlino, le statistiche parlano chiaro, soltanto il 18 per cento della popolazione possiede un immobile.

Contrazione del mercato immobiliare terziario

Quello che si potrebbe produrre è una crescita corrispondente dei prezzi di locazione e un aumento delle sofferenze bancarie, vale a dire del numero delle persone che non sono più in grado di pagare il mutuo. La crisi è servita.