Dove si corre il rischio c’è più gusto

 Una linea d’investimento può avere come obiettivo quello di “consolidare” il gruzzoletto di risparmi accumulati in anni di trading, oppure può avere il fine di far lievitare i rendimenti delle operazioni in borsa. Nel primo caso si scelgono portafogli molto poco rischiosi, nel secondo caso, invece, si va verso paesi più instabili ma più redditizi dal punto di vista bancario.

Anche se le il fascino del Portogallo colpisce ancora, sicuramente, per rischiare bisogna andare al Nord Europa, nell’America Latina o in Asia.

I paesi che presentano gli scenari più rischiosi e al tempo stesso più accattivanti, secondo la ricostruzione degli strategist della JP Morgan Private Bank, sono il Messico, la Corea e la Svezia. Molto dipende anche dall’andamento della politica monetaria.

Per il 2013, ad esempio, si prevede la realizzazione di uno scenario molto “tranquillo”, disponibile all’accoglienza degli investimenti, per il fatto che sia la FED che la BCE, terranno fede ai loro impegni. La Federal Reserve, per esempio, ha detto che terrà i tassi prossimi allo zero fino a quando l’America non avrà raggiunto gli obiettivi in termini di disoccupazione e inflazione.

Reazioni del dollaro alla stanchezza della FED

La politica monetaria definita a livello globale ha come obiettivo il sostegno alla crescita.

Il fascino del Portogallo colpisce ancora

 Il Portogallo non è ancora un paese del tutto affidabile per gli investitori e a dire la verità, i dati pubblicati dal governo di Lisbona, dimostrano che il paese non ha ancora raggiunto i livelli di sviluppo che si era prefissato. Eppure questo non vuol dire che non ci siano segnali di miglioramento, anzi.

► Paesi in crescita nel 2013

Gli investitori, in autonomia, hanno ricominciato a puntare gli occhi sul Portogallo perché è vero che il ciclo produttivo non mostra i segnali sperati, ma è anche vero che la popolazione ha reagito molto bene alle manovre di austerity propose e il rischio di andare a portare capitali a Lisbona, è diminuito.

Quello che sta succedendo in Portogallo è molto simile a quello che sta succedendo anche in Italia, solo che il Portogallo, tempo fa, ha chiesto aiuto all’Europa ed ora deve rispettare degli impegni, delle scadenze definite dalla Troika, prima di dire di essere uscito dalla crisi.

► Per S&P la crisi europea è finita

Il risveglio del Portogallo, di cui tanto si parla, dovrebbe svilupparsi nell’arco di almeno due anni: per il 2013 si prevede ancora una contrazione del Prodotto interno lordo dell’1,9 per cento ma, già per l’anno prossimo si potrà osservare un buon +1,3% del Pil, sempre a patto che l’austerità non deprima la crescita.

Borse vicine ad una pausa

 Il mercato è molto oscillatorio ma attraversa anche periodi di forte stabilità che in parte deprimono gli investimenti di chi ama il rischio, in parte esaltano la voglia di guadagni di chi si costruisce a fatica un portafoglio tranquillo.

► Come fare profitti adesso sul mercato

I mercati finanziari, in questo momento, osservano con piacere e stupore la marcia verso i rialzi dei paesi occidentali e prendono atto che la sofferenza, oggi, riguarda soprattutto i mercati americani che non la smettono di essere sotto lo scatto del fiscal cliff.

Gli investitori, in questo momento, osservano che accordo Basilea III. In Italia, però, in questo momento pesano tanto anche le elezioni che con la discesa in campo di Monti, potrebbero generare un nuovo flusso di liquidità sul mercato.

Banche in crescita dopo Basilea III

Il rally di Natale, almeno per l’Italia, è stato proficuo, visto che ha riportato la borsa in territorio positivo anche se manca ancora qualcosa prima di tornare ai livelli precedenti alla crisi, agli scambi che venivano fatti nel “lontano” 2007.

I paesi emergenti possono essere un rischio

 Per i mercati, i paesi emergenti sono una risorsa ma anche un rischio e per questo, chi investe nelle opzioni binarie, deve sempre avere bene in mente la propria disponibilità di rischio. Gli analisti hanno provato ad immaginare quello che succederà a livello mondiale nel 2013, proprio considerando i paesi emergenti.

Gli investitori, in questo “nuovo mercato”, curioso di conoscere i trend “emergenti”, devono subito prendere coscienza di come funziona l’economia nei paesi che fino a questo momento non sono mai stati sotto i riflettori. E’ questo l’invito della società Eurasia Group che ha deciso di pubblicare un rapporto dei rischi del mercato.

Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

In primo luogo bisogna sgombrare la mente dalle preoccupazioni riguardo il fiscal cliff, perchè sono state individuate le cause del deficit americano e poi perché, in termini temporali, non si avrà una risposta definitiva fino a marzo. A livello europeo il piano di protezione della BCE sembra tenere, quindi tocca concentrare le energie nella comprensione dei paesi emergenti che spingono le quotazioni auree.

In primo luogo bisogna evidenziarne le caratteristiche comuni: instabilità e volatilità. In generale i paesi emergenti tendono a crescere ma questo non è sempre detto e quindi sarà necessario anche individuare i punti di rottura. Insomma la gestione del rischio, nel 2013, sarà molto elevata.

Di sicuro qualcosa è già nell’aria, per esempio il destino della Cina che sembra già avviata a diventare la prima forza mondiale, con tutti i problemi che il paese ha, tra cui, ad esempio, l’assenza della libertà di stampa.

 

Il mappamondo economico del 2050

 Chi investe in opzioni binarie è sempre alla ricerca di nuove opportunità d’investimento attraverso l’analisi dei dati e la ricerca di trend significativi. A poco servono i bollettini, come quello della BCE, in cui si lancia l’allarme per la fuga d’investimenti dai paesi periferici, verso i paesi con la tripla A, visto che i dati del mercato, quelli raccolti da Bankitalia, descrivono una situazione del tutto diversa.

La BCE contro Bankitalia sugli investitori

Molto meglio, dal punto di vista speculativo ed analitico, un articolo “futuristico” come quello redatto dal Sole 24 Ore in cui si analizzano i paesi che di qui al 2050 cresceranno di più. L’articolo nasce dalla considerazione dei dati di un’indagine di Pwc in cui si spiega lo spostamento del punto d’equilibrio economico a favore del versante asiatico. I paesi emergenti spingono le quotazioni auree e saranno anche quelli con le migliori performance positive.

La prima potenza mondiale, il paese che maggiormente crescerà fino al 2050 è la Cina e soltanto più in basso troviamo anche gli Stati Uniti e l’India ma ad una distanza abbastanza rassicurante per l’impero mandarino. Dal 2012 al 2050 le performance migliori saranno realizzate da Nigeria, Vietnam, India, Indonesia, Malesia, Cina, Arabia Saudita e Sudafrica.

 

L’Italia è considerata in progressiva discesa: oggi è al decimo posto e potrebbe crescere ancora un po’ ma potremmo ottenere un tredicesimo piazzamento alla fine dei giochi. La Turchia crescerà più dell’Italia, così come Russia, Messico ed Indonesia andranno meglio della Germania e del Regno Unito.

Roubini contro il ministro dell’economia ungherese

 Nel mercato valutario c’è una moneta che in questi giorni sta vivendo delle oscillazioni importanti alla luce di un episodio che rischia di condizionare la vita politica del paese. Stiamo parlando del fiorino ungherese e della discussione che ha coinvolto la Roubini Global Economics (RGE) e il ministero dell’economia ungherese.

Una panoramica sull’andamento dell’euro

Tutto nasce dalla raccomandazione della RGE che ha invitato i politici ungheresi a trarre vantaggio dai tassi di cambio attualmente in vigore. Il ministero dell’economia ha immediatamente diramato un comunicato informando gli investitori che in seguito alle parole dell’economista Roubini, sul fatto che il mancato accordo del FMI era una cattiva notizia per il mercato valutario nazionale, il fiorino ha iniziato a deprezzarsi.

► Chi ha guadagnato contro l’euro

La moneta ungherese, in effetti, ha raggiunto il suo livello minimo da sette mesi a questa parte, poi ha riguadagnato terreno nell’ultima settimana. L’attacco al fiorino nasce dal comportamento degli speculatori che hanno accettato il consiglio di Roubini.

L’economista, a sua volta, ha ribaltato la questione al Ministro dell’economia Matolcsy accusandolo di aver determinato il declino della valuta ungherese con le sue dichiarazioni di approvazione delle politiche economiche poco ortodosse.

In linea generale, le previsioni sul paese parlano di crescita pari a zero nel 2012 con prospettive leggermente migliori nel 2013.

Nonostante la crisi a Piazza Affari c’è ottimismo

I dati di Bankitalia sugli investimentihanno in parte smentito le notizie che arrivano da Bruxelles.

Il banco di prova per il mercato italiano saranno sicuramente le elezioni politiche ma fino a febbraio si dovrà trovare un’altra giustificazione plausibile a quel che accade a piazza Affari. Secondo Mario Draghi che in fondo ha sempre tenuto d’occhio la situazione italiana, è necessario attivare delle riforme strutturali, le stesse enucleate nel Patto di Stabilità e Crescita.

La situazione del Belpaese, in fondo, non è stabile, benché la visione del futuro sia ottimistica. Il 2013 sarà in leggera ripresa. Il sentiment, forse, è confermato dalle continue e buone performance di Piazza Affari che si è confermata anche nella giornata di ieri come maglia rosa d’Europa.

► Cosa c’è nel calendario economico di oggi

La borsa di Milano ha chiuso in positivo con il FTSE Mib in ripresa dell’1,43 per cento e con lo spread in ribasso a 260 punti circa. A seguire sono da considerare soltanto sufficienti le performance di Parigi, Francoforte, Madrid e Londra.

Se poi si fa uno zoom sui titoli bancari si scopre che il vero exploit, stavolta, non è di un titolo bancario ma delle azioni Mediaset che hanno guadagnato il 9,03% dopo alcuni sonori tonfi.

Una panoramica sull’andamento dell’euro

I dati di Bankitalia sugli investimenti hanno poi smentito la panoramica proposta dall’Eurotower, ma in pochi si sono posti la domanda più generale sulla salute dell’euro

Il problema è che l’euro troppo forte rispetto alle altre valute non fa altro che allontanare i flussi di finanziamento verso territori più redditizi. Durante l’estate il calo della moneta unica è stato assolutamente vistoso ed è dipeso molto dall’annuncio di Draghi di voler salvare l’euro a tutti i costi. Da quel momento, è iniziata una nuova corsa al rialzo che ha fatto scattare l’allarme: ci sarà un apprezzamento eccessivo?

Cosa c’è nel calendario economico di oggi

La BCE sembra intenzionata a perfezionare la sua politica di allentamento monetario, in modo da lasciare che i mercati sviluppino la loro vitalità. Eppure il panorama generale è quello di un mercato stabile, con un tasso di volatilità molto basso. Insomma, la quiete cui tende l’Europa, in realtà c’è già.

In generale, tra il finire del 2012 e l’inizio del 2013 l’euro ha guadagnato bene tra il dollaro e lo yen mentre si è dimostrato in calo rispetto allo zloty polacco, al fiorino ungherese e al won sudcoreano.

I dati di Bankitalia sugli investimenti

 La BCE contro Bankitalia sugli investitori parla dell’allontanamento dei flussi di capitale dall’Italia a causa dell’incertezza politica ma da Via XX Settembre arriva la smentita a colpi di dati reali. Gli ultimi dati tirati fuori da Bankitalia, vanno in una direzione completamente differente.

Quindi l’obiettivo, in queste ore è di dimostrare che non c’è corrispondenza tra i moniti di Bruxelles e le paure degli investitori. In realtà di fuga di capitali non parla nemmeno l’Eurotower in modo specifico. Da Bankitalia, tra l’altro, arriva addirittura un quadro positivo della situazione sia riguardo il profilo dei rendimenti, sia riguardo i flussi di capitali sui titoli bancari e sui titoli pubblici.

► Anche i prestiti sono in calo come i mutui

Dal quadro positivo appena descritto non viene fuori alcuna indicazione sull’inversione di tendenza, a parte il calo dei rendimenti dei titoli di stato e il successo conclamato dei titoli a 15 anni. Su questi ultimi si è concentrata l’attenzione degli attori stranieri. Alla fine dei conti, secondo Bankitalia, nel mercato attuale non ci sono conferme di quello che sta descrivendo la BCE.

E’ indiscutibile tutto il discorso sul legame tra incertezza politica e stabilità finanziaria, confermato anche dalla crescita dei depositi bancari, ma questo, secondo gli analisti più esperti, non è affatto un elemento utile all’interpretazione politica.

 

La BCE contro Bankitalia sugli investitori

 La BCE, mensilmente, pubblica un bollettino in cui descrive la situazione finanziaria europea. Nell’ultima pubblicazione ha preso in esame i flussi di capitale ed ha sottolineato che nel nostro paese c’è una vera e propria fuga di investimenti verso i titoli core, vale a dire quelli dei paesi con la tripla A.

La BCE, alla rilevazione, ha accompagnato anche una raccomandazione: l’Italia deve fare dei passi avanti nel risanamento dei conti. Le raccomandazioni, arrivate direttamente a Via XX Settembre non hanno affatto impensierito il Governatore di Bankitalia che ha ribadito che non risultano delle fughe di capitali. Basterebbe osservare il declino dello spread che dopo la crisi di governo, in questo momento di transizione, ha comunque perso terreno scendendo al di sotto dei 265 punti.

► Record del debito pubblico italiano

Il presupposto della valutazione della Banca Centrale Europea è che l’incertezza politica allontana gli investitori, ma si tratta di una considerazione scontata e – con riferimento al caso italiano – anche piuttosto inappropriata, visto che dopo la caduta del Governo Monti, il Paese, sembra addirittura più stabile.

 Come e dove è meglio investire nel 2013

 

Draghi ha ribadito che c’è stato un miglioramento delle condizioni finanziarie dell’Italia ma ha anche sottolineato che non c’è un legame diretto tra finanza ed economia reale, ecco perché bisogna lavorare strutturalmente per la ripresa.