Quotazioni di frumento e mais di nuovo in corsa

 Il mercato dei cereali, fino a questo momento, era stato caratterizzato da una quiete, seguita ad un periodo piuttosto burrascoso nelle quotazioni, legato alla pubblicazione dei dati sull’agricoltura a livello mondiale. Adesso sembra sia di nuovo arrivato il momento delle oscillazioni.

 Cresce la domanda di cereali

A farlo pensare sono le quotazioni di mais e frumento che erano scese ai minimi semestrali al Cbot ed attualmente sono tornate in ascesa ed hanno guadagnato il 3 per cento. Tutto è seguito alla pubblicazione delle stime giudicate estremamente rialziste da parte del dipartimento USA per l’agricoltura.

Questo nuovo trend preoccupa un po’ gli analisti che si affrettano a sottolineare come la tensione sul prezzo dei creali sarà duratura e i rincari alimentari potrebbero presto essere di nuovo protagonisti del mercato. Questo accadrà non soltanto in Cina dove l’inflazione sembra aver toccano un altro punto massimo al 2,5 per cento dopo sette mesi, ma anche in altri paesi.

Oro, petrolio e cereali: le previsioni Saxo Bank

Valgono a poco le raccomandazioni della Fao che spiega i rischi alimentari collegati alla risalita dei prezzi. A far temere, comunque, restano le condizioni degli Stati Uniti, considerati una potenza agricola mondiale, oggi in difficoltà a causa della scarsità di precipitazioni che ha inaridito il terreno danneggiando le coltivazioni di frumento. L’aridità del terreno fa pensare già ad una nuova annata difficile.

Chiesto un passo indietro sull’Etf sul rame

 A farsi promotori della protesta sono gli utilizzatori del rame che chiedono alla Sec di fare un passo indietro rispetto alla recente decisione di dare il via libera alla quotazione del primo Eft sul metallo fisico negli Stati Uniti. Secondo gli operatori del settore questo non è altro che un capriccio.

L’appello alla Securities and Exchange Commission, arriva stavolta dall’avvocato Robert Bernstein che rappresenta un gruppo d’imprese che fino a questo momento hanno sempre criticato la scelta della Sec. Della cordata fanno parte SouthWire Co, Encore Wire Corp, Luvata, Amrod e Red Kite (londinese). Tutte insieme, queste imprese, raccolgono il 50 per cento circa della domanda USA di rame.

► I segni ambigui del mercato del lavoro USA

Nel momento in cui la Sec decidesse di non tenere conto della protesta, è molto probabile che queste imprese facciano ricorso alla Corte d’appello federale e questo particolare giudiziario non avrebbe altro effetto se non quello di ritardare i piani di JP Morgan.

► Come e dove è meglio investire nel 2013

Questi ultimi infatti, dall’ottobre del 2010 chiedono di quotare presso il Nyse Jpm Xf Physical Copper Trust. Problemi molto simili a quelli raccontati, potrebbero interessare anche la Blackrock, visto che la Sec ne ha autorizzato un Etf analogo che andrebbe a contenere 121.200 tonnellate di rame, il doppio circa delle 62 mila richieste da Jp Morgan.

Il lusso tira anche con i super yatch

 Se i settori della moda e del lusso non conoscono crisi, questo è ancora più vero se si considerano le ultime notizie che arrivano dal settore nautico, visto che è stato varato un altro super yatch, già venduto ad un magnate del Medioriente.

Ferragamo e Tod’s trascinano in alto le borse

L’azienda Crn del Gruppo Ferretti ha varato un maxi yatch lungo ben 80 metri che ha ingolosito un armatore mediorientale, disposto a pagare questo gioiello della nautica ben 80 milioni di euro. La nave, varata l’11 gennaio, si chiama Chopi Chopi, è stata costruita in acciaio ed alluminio e sarà consegnata entro maggio all’acquirente.

In primo luogo, quindi, bisogna considerare il valore complessivo dell’operazione, poi i materiali usati che hanno incrementato sicuramente la domanda del settore e poi la sperimentazione in atto nel settore nautico. 

Basta pensare in tal senso che Chopi Chopi arriva dopo un altro scafo enorme, l’Azteca di 72 metri, prodotta sempre dalla Crn e varata nel 2009. Per costruire il suo successore, spiega l’azienda, ci sono volute ben 660 mila ore di lavoro che hanno messo in moto i fornitori locali, anche per il design del prodotto.

► GE vuole Avio

In questa storia che potremmo quasi definire italiana, non dobbiamo dimenticare che il gruppo Ferretti è stato recentemente acquistato dal colosso cinese Wichai Group.

A dicembre le materie prime sono stabili

 Chi fa trading online, anche con le opzioni binarie sa quanto è importante conoscere i trend del mercato delle materie prime. Gli ultimi dati a disposizione, sono stati tirati fuori dall’indice Prometeia e raccontano di una certa stabilità del settore.

In genere i prezzi delle materie prime dipendono molto dagli accordi internazionali (come nel caso del petrolio), dalle scelte delle banche centrali (parliamo ad esempio dell’oro), oppure dalle condizioni meteo (siamo nel comparto alimentare.

Ad ogni modo, a dicembre, i prezzi delle materie prime risultano pressoché stabili ma molto di questo stabilità, si deve all’apprezzamento del cambio con il dollaro che è cresciuto del 2,3 per cento.

Possibili oscillazioni del dollaro alla fine del QE

Ci sono stati dei rincari ma questi riguardano il settore della meccanica e il comparto alimentare dove si parla di un incremento dell’1 per cento. Altri settori, come quello delle imprese chimiche ha un costo in calo mentre è caratterizzato da prezzi invariati il settore della moda e quello della filiera del legno e della carta.

 Produzione agroalimentare in calo

Se si entra più nel dettaglio si scopre che i rincari del settore meccanico sono dovuti all’aumento del prezzo dell’alluminio che ha fatto registrare il +4,4% e ai rincari degli acciai piani (+1,9%). Per il comparto alimentare, invece, all’origine dei rincari troviamo un aumento del prezzo del grano, in crescita dell’1,2 per cento.

Scopri perché si parla tanto di Alitalia e AirFrance

 Quella di Alitalia è una storia molto interessante e “tragica” allo stesso tempo, visto che dopo quattro anni, stiamo ancora pensando ad un sistema di salvataggio per la compagnia di bandiera italiana. Tutto nasce da una scadenza specifica, quella più attesa dagli azionisti e dai trader.

A mezzanotte dell’11 gennaio, infatti, è scaduto il lockup sulle azioni di Alitalia. Fino a quel momento, dunque, c’era stato un blocco, un divieto nella vendita di azioni per i soci di Alitalia, i famosi capitani patriottici che investirono nella compagnia evitandone la svendita. Adesso si cerca di conoscere il nuovo piano Alitalia per evitare la bancarotta.

Adesso questi soci possono vendere le loro azioni al miglior offerente anche se l’ultima parola sulle contrattazioni spetta al Consiglio di amministrazione. Di fatto la scadenza del lockup apre la strada a numerosi ipotesi, sicuramente si parla di vendita di Alitalia ma a chi?

► Alitalia nuovamente in profondo rosso

Le finanze dell’azienda sono distrutte. Secondo la ricostruzione di Repubblica.it, Alitalia perderebbe circa 630 mila euro al giorno ed avrebbe un debito di 700 milioni di euro, nonostante nelle casse, ormai, ce ne siano soltanto 300 milioni.

► Air France pensa ad Alitalia

AirFrance che possiede già il 25 per cento delle azioni, potrebbe tentare il colpo grosso, ma l’indiscrezione suggerita da Il Messaggero, è stata prontamente smentita dai vertici dell’azienda Francese. Certo è che i capitani patriottici entrarono in campo proprio per allontanare AirFrance.

► Air France smentisce la trattativa

Come Draghi ha cambiato la BCE

 La Reuters, l’agenzia di stampa, ha dedicato un reportage molto interessante a Mario Draghi, considerato da tanti l’uomo del cambiamento della BCE. Mario Draghi è in carica dal 24 giugno del 2011 ed ha dovuto affrontare la crisi del debito e le spaccature attorno all’euro.

► Prima riunione Bce 2013

Quando è arrivato a Francoforte, molti hanno pensato che fosse l’uomo giusto, studiato ad hoc per evitare il fallimento dell’Italia e non solo. In realtà, il suo curriculum è di tutto rispetto e il suo lavoro, molto più collegiale che in passato, è riuscito ad essere determinante per molte imprese.

Draghi ha già lavorato alla Banca Mondiale di Washington, al ministero del Tesoro italiano ed è stato governatore della Banca d’Italia. Più dei titoli però, dicono gli analisti, colpisce il suo stile. Mario Draghi sa di poter contare sugli organi direttivi della BCE che hanno sempre lavorato affrontando nello specifico tutte le questioni. Molti collaboratori di Draghi, che prima avevano il compito di informare gli organi direttivi, adesso sono invitati ad essere più operativi, fermo restando che l’ultima parola su tutto spetta sempre all’uomo dell’anno.

► Draghi è l’uomo dell’anno per ‘The Times’

In generale la collegialità delle decisioni caratterizza l’operato di Draghi che comunque si è portato dietro numerose critiche. Tanti vogliono che ci sia meno controllo, oppure che le politiche economiche siano messe in pratica con più facilità e soprattutto che la BCE non perda il suo potere.

L’IPO su Chrysler potrebbe essere accelerata dal fondo Veba

 L’azionista di minoranza della Chrysler detiene il 41,5% delle azioni ed è il fondo Veba che in questo periodo sta spingendo affinché si arrivi alla quotazione in borsa della società che risulta controllata dal colosso torinese dell’automotive.

► Sempre più vicini alla fusione tra FIAT e Chrysler

Il fondo Veba si occupa dell’assistenza sanitaria per i pensionati della Chrysler ed è gestito dal sindacato Uaw. È stato quest’ultimo a chiedere all’azienda americana di procedere con il primo passo verso Wall Street, vale a dire con la registrazione alla Securities and Exchange Commission della sua quota. All’orizzonte è sempre più nitida la borsa americana.

► Perde quota il settore auto

La Fiat, nella serata di ieri, intanto, ha diramato un comunicato spiegando che rispetterà gli obblighi sulla base dello Shareholders Agreement del giugno del 2009 e dell’Operating Agreement. Intanto il management dell’azienda automolistica italiana ha precisato che non se la sente di assicurare un registation statement presso la SEC e non se la sente di assicurare che ci sia effettivamente un’offerta.

Quest’ultima sarà possibile soltanto attraverso la pubblicazione di un prospetto chiaro delle condizioni. Gli accordi del 2009 cui si fa riferimento sono quelli stipulati al momento dell’ingresso della FIAT e dei sindacati stessi nell’azionariato Chrysler, quando per quest’ultima azienda era stata prevista l’uscita dalla bancarotta controllata.

Scatta il tira e molla sui debiti tra UE ed Irlanda

 L’Irlanda è stata a lungo considerata uno stato esemplare nella storia europea visto che ha trovato la soluzione per uscire dalla crisi rinunciando alla moneta unica e riuscendo quindi, in un secondo momento, a restituire le somme prese in prestito.

► Sfida Irlanda – Ue su debiti bancari

In questi giorni il paese torna sulle prime pagine dei quotidiani finanziari in virtù di una diatriba intrapresa con l’Unione Europea.

Il governo irlandese, in questo momento ha raggiunto la poltrona della presidenza dell’Unione Europea ed è intenzionato a convincere tutti gli stati membri della necessità di alleggerire i debiti bancari che il paese ha dovuto contrarre in questo momento di crisi finanziaria.

► Banche in crescita dopo Basilea III

Herman Van Rompuy, che presiede il Consiglio Europeo ha dimostrato in modo indiretto di essere d’accordo con il tentativo che sta compiendo l’Irlanda, ma gli stati membri, adesso, sono troppo presi dalla famosa questione dell’unità bancaria.

La BCE, tanto per riepilogare la questione, nel 2010 ha prestato ben 32 miliardi di euro all’Irlanda in modo che il paese potesse procedere con la ricapitalizzazione delle banche, l’AIB e la Bank of Ireland. In quel periodo, però, l’Europa non aveva ancora un fondo cui attingere per salvare le banche e quindi adesso, l’Irlanda si trova a chiedere una modifica del piano di restituzione del debito sottoscritto.

Secondo il ministro irlandese Kenny, i negoziati cono in corso e sembra che si possa contare sull’aiuto dell’Europa.

Le prospettive economiche del Giappone

 Il Giappone e la sua moneta, lo yen, sono al centro di un discorso economico molto ampio che si lega anche all’andamento delle borse europee ed americane. Per chi investe in opzioni binarie è sempre un paese da tenere d’occhio al fine d’indirizzare gli investimenti sul trend maggiormente remunerativo.

► Un po’ di calma nel mercato valutario

A livello politico, in questo momento, il Giappone è molto concentrato sulla diatriba con la Cina per il predominio sulle isole Senkaku. Ma soprattutto il problema del Giappone è la condizione economica, la sua situazione passata, il momento contingente e le prospettive future.

Dollaro/Yen, una settimana complessa

In passato, dopo la seconda guerra mondiale tutta la ricchezza del Giappone si è affidata alla capacità di risparmio dei cittadini. È da lì che è partita la ripresa del paese, ma soltanto fino al 1989 anno in cui dopo una bolla speculativa durata per tutti gli anni Ottanta, è iniziata una crisi molto latente.

Oggi il rapporto tra il PIL e il debito è cresciuto notevolmente arrivando a sfiorare quota 240%, in più sono crollate le esportazioni verso la Cina e il paese ha dovuto fare i conti con l’invecchiamento della popolazione e con i tentativi del governo di iniettare liquidità nel mercato.

Per il 2013, quindi, ci si affida alla velocità d’interpretazione, alla rapidità delle decisioni e alla prontezza nell’azione del primo ministro. Si lavorerà sulla politica monetaria, sulla politica fiscale e sugli investimenti pubblici.

L’analisi economica fatta dalla BCE partendo dal discorso di Draghi

 La BCE, ancora una volta ha scelto di lasciare invariati i tassi d’interesse ma quel che conta è soprattutto il discorso di Mario Draghi che ha fatto un’analisi della situazione economica dell’Europa. In primo luogo ha spiegato che anche nel 2013 saremo di fronte ad un’economia molto debole, in cui, però saranno riconoscibili dei segnali di miglioramento.

Entro la fine dell’anno molte novità dovrebbero essere messe sul piatto, ma qual è l’analisi fatta da Mario Draghi nel dettaglio? I punti del suo discorso sono sostanzialmente riassumibili in tre capisaldi: la decisione di lasciare i tassi di interesse invariati, il perdurare della debolezza economica che è stata cruciale nel 2012 e la stabilità nell’evoluzione dei prezzi che corrisponde all’analisi monetaria della BCE.

► Prima riunione Bce 2013

Riguardo l’analisi economica si parte subito dalla descrizione dell’andamento trimestrale dei conti del Vecchio Continente che illustrano una contrazione dello 0,2 per cento nel secondo trimestre del 2012. Il PIL reale dell’Europa ha subito nel terzo trimestre un calo dello 0,1 per cento e sembra che anche per il 2013 continuerà la discesa.

Poi ci sarà una piccola ripresa, forse partendo proprio dagli ultimi mesi dell’anno. A questo punto, per completare l’analisi occorre parlare dell’inflazione che nel 2013 dovrebbe scendere sotto la soglia del 2 per cento determinando nuovi assetti nelle politiche monetarie dei paesi.

► Diminuzione inflazione 2013