Sulla moneta di platino USA interviene anche MMT

 Si è diffusa la voce che una soluzione bizzarra ma plausibile per il debito americano fosse nella coniazione di una supermoneta, un superdollaro di platino dal valore di 1000 miliardi che gli Stati Uniti potrebbero usare in funzione anti-default.

► Soluzione al default USA

Praticamente ne parlano tutti e già s’immagina il presidente Obama alla FED per il deposito ufficiale del superdollaro. Peccato che molti vedano in questo gesto e in questa soluzione soltanto la base per un periodo di iperinflazione.

In realtà i primi due effetti che avrebbe la moneta di platino sarebbero una vendita di bond da parte delle banche private e poi la rimozione degli interessi passivi con effetto deflazionistico.

► Diminuzione inflazione 2013

La MMT è intervenuta sull’argomento spiegando la differenza tra tecnica e pratica. Tecnicamente è possibile e conferma che la FED non fa altro che monetizzare il deficit. Molti pensano che lo abbia già fatto con il Quantitative Easing che è un duration trade, ma non si basa sulla monetizzazione.

Il rialzo dei prezzi degli asset sarebbe immediato con un impatto inflazionistico molto importante, mentre non è assolutamente vero il discorso legato all’iperinflazione. Infatti l’inflazione si produce soltanto in presenza di un eccesso di spesa. La moneta di platino sarebbe soltanto un quantitative easing di minore entità e durata.

Da cosa può dipendere la crisi dell’auto

 Il comparto automobilistico è decisamente in crisi, o almeno questo è il quadro che emerge da una disamina dei dati del 2012. Per l’anno in corso cosa si prevede? Prima di dare una risposta plausibile al problema, dobbiamo considerare le possibili cause della crisi.

La prima in ordine d’importanza è sicuramente la crisi economica, cui fanno seguito il caro carburanti, l’aumento della pressione fiscale e l’aumento stesso del costo delle assicurazioni. Sono tutte concause della perdita di quota del numero di immatricolazioni nel 2012.

► Tutti i rincari del 2013

Praticamente le nuove immatricolazioni sono cale di 1.402.089 unità, che in termini percentuali vuol dire un calo del 20 per cento delle nuove auto in giro. Gli analisti dicono che siamo tornati ai livelli del 1979.

Il calo delle vendite, nel solo mese di dicembre, si è assestato sul -22,1% che è un dato molto importante e negativo se confrontato con il dato omologo del dicembre 2011. Il bello è che anche nel comparto dell’usato c’è stato un calo ed è del 9,75% sempre considerando lo stesso mese dell’anno precedente. E nonostante tutto le previsioni per il 2013 sono molto ottimiste.

► I segni ambigui del mercato del lavoro USA

Il superamento del momento di crisi sarà importante per tutti, anche per l’Erario, a cui il calo delle immatricolazioni è costato davvero tanto.

Cala sempre di più la fiducia degli italiani

 Gli italiani hanno acceso tantissimi finanziamenti in passato e spesso non hanno considerato una pratica, che arriva dall’America e che consiste nel pagare tutto con una sola rata, che va a sostituire tutte le altre e che dipende da un mutuo le cui condizioni sono sicuramente più favorevoli.

Si chiama consolidamento e il consolidamento è un’opportunità. A parte questo, quel che conta è la fiducia degli italiani che in questo momento è arrivata ai livelli minimi, almeno secondo quanto riporta l’Osservatorio Findomestic. L’indice di fiducia ha raggiunto il livello di 3,05 punti. Se si pensa che in una scala da 0 a 10, la soglia positiva è 7, è tutto dire.

Gli italiani, insomma, si stanno preparando al peggio, quindi sono pronti a tagliare tutte le spese che nel bilancio famigliare possono essere considerate più voluttuarie. A quel punto è chiaro che soltanto le spese accessibili, come possono esserlo telefonini e piccoli elettrodomestici, saranno plausibili.

Se poi si vanno a valutare coloro che prevedono di acquistare mobili e arredamento nei prossimi tre mesi, allora si evidenzia una crescita dell’interesse all’acquisto delle abitazioni dal 3,7 al 4,6 per cento. Diminuisce intanto la spesa per i mobili che nel mese di dicembre è di 2257 euro. Il comparto dei prestiti traballa.

Liquidità in prestito con le offerte di prestiti

New York è piena soltanto di acquirenti

 Sono tante le differenze nel mercato immobiliare tra la realtà europea e quella americana, basta vedere cosa succede a New York, dove, dalle ultime indagini emerge una netta prevalenza degli acquirenti sui venditori. In Italia sono ancora prevalenti coloro in cerca di un appartamento da trasformare nella “prima casa”.

► Europa e USA diversi anche nell’immobiliare

Una famosa legge di mercato, come spiega bene Immobiliare.it è quella dell’equilibrio tra domanda ed offerta. Se c’è incontro allora tutto fila liscio, in caso contrario c’è uno squilibrio dall’una o dall’altra parte e si verifica una fase di stallo o una fase di ipervalutazione degli immobili.

Idealista: sarà l’anno dell’affitto

Secondo quanto si evince dal rapporto di Miller Samuel, una società americana, il mercato residenziale della città di New York è cambiato molto, soprattutto in considerazione di Manhattan che, di recente, ricordiamo spazzata dall’uragano Sandy.

Adesso, rispetto al 2011, gli immobili residenziali disponibili per la vendita sul mercato sono diminuiti del 34% ed oggi, da piazzare a qualche ricco acquirente, ci sono soltanto 4749 case. Il numero è molto basso soprattutto se si pensa alla Grande Mela come ad una metropoli ma soprattutto è un numero molto piccolo in considerazione delle richieste.

Il problema che si è posto è simile a quello dell’Italia in cui, per timore che le case siano svendute, si è evitato di metterle sul mercato.

L’affitto come alternativa alla crisi

 Il mercato immobiliare è un settore che ha subito come tanti altri la crisi e visto il calo nelle richieste di mutuo e nelle compravendite di case, allora tanti italiani si sono trovati necessariamente nelle condizioni di “arrangiarsi”.

► Crif: domande di mutui in calo

Tutti gli aiuti regionali per i mutuatari studiati dagli enti locali sono valsi a poco, visto che la soluzione privilegiata, dicono gli ultimi report, riguarda il ricorso all’affitto. In pratica le famiglie sembrano propense a rinunciare alla privacy casalinga pur di racimolare qualcosa.

► Mutui a tasso zero per famiglie a basso reddito

Dunque si parla di “affitti parziali” e si fa riferimento ad una pratica messa a nudo da Immobiliare.it che piega come in un anno sia cresciuto del 14 per cento il numero delle famiglie che vogliono affittare una parte della loro casa. Negli ultimi due anni l’incremento del numero degli affitti parziali è stato addirittura del 26,5%.

In passato che s’investiva molto di più sul mattone, le famiglie locavano appartamenti interi o locali abitabili, adesso, in città, si mette a disposizione dell’affittuario anche soltanto una stanza, soprattutto se la casa è abbastanza grande.

Il vantaggio economico è presto calcolato: si va da incrementi dello stipendio di 170 euro fino a un +500 euro molto interessante. Il gioco, in questo caso vale la candela e tra tutte le tipologie di affittuari sicuramente le più quotate sono i lavoratori e gli studenti abituati a fare la settimana corta.

Gli appartamenti sono un premio

 Si potrebbe dire che il mercato immobiliare sta prendendo una brutta piega se si considera che la casa non è più soltanto o non è più un diritto ma rappresenta piuttosto un premio. E’ quello che è accaduto in un centro commerciale nel nord Italia.

►Europa e USA diversi anche nel mercato immobiliare

L’economia sta attraversando una fase molto critica: il mercato del lavoro è in una fase di stallo, l’economia in recessione e le banche hanno difficoltà a concedere mutui. Diventa allora ancora più importante l’iniziativa portata avanti da un centro commerciale che ha messo in premio una casa per i suoi clienti.

►Idealista: sarà l’anno dell’affitto

A Peschiera Borromeo è stato organizzato questo concorso a premi molto bizzarro dove i buoni premio messi in palio erano diversi e dal valore che superava cinquantamila euro, ma il primo premio era una casa di cinquanta metri quadri a Peschiera, il cui valore è di 166 mila euro.

Niente male! L’appartamento è stato offerta da una cooperativa costruttrice della zona che stava costruendo un complesso immobiliare di duecento appartamenti. Cosa ha ottenuto la cooperativa in cambio? Una grandissima pubblicità, all’interno del centro commerciale, per circa sei mesi e in forma gratuita.

L’efficacia dell’iniziativa si può calcolare anche partendo dall’incremento del fatturato del centro commerciale cresciuto del 20 per cento circa.

Per S&P la crisi europea è finita

 Siamo già nel primo mese del nuovo anno d’imposta, del nuovo anno produttivo e qualcuno, partendo proprio dall’inizio dell’anno, prova a fare delle previsioni sul futuro prossimo. L’ultimo vaticinio è a cura dell’agenzia di rating Standard&Poor’s che propone una versione ottimistica dello scenario europeo.

► Standard&Poor’s e il default selettivo

Il Vecchio Continente, già nel 2013, supererà la crisi del debito perché la ripresa è molto convincente ma è necessario che sia mantenuto l’equilibrio e si perseveri con costanza nella gestione dei conti e nella volontà di ridurre il debito.

In pratica, per quanto riguarda l’Italia, c’è un apprezzamento deciso al lavoro svolto da Monti il cui esecutivo ha tracciato la strada che il prossimo premier dovrà continuare a definire.

► La situazione dell’Italia nel terzo trimestre

E’ evidente che per la ripresa dell’Europa è fondamentale conoscere l’esito delle consultazioni elettorali italiane, ma è importante anche seguire il responso delle urne in Germania.

Nei prossimi 12 mesi, quindi, è importante superare la volatilità e la frammentazione del mercato, sostenere paesi come l’Irlanda e il Portogallo nell’emissione di titoli di stato sul mercato primario e poi sarà importante far tornare la fiducia negli investitori.

I paesi emergenti spingono le quotazioni auree

 Acquisire una buona riserva d’oro, per gli Stati, è un modo per proteggersi dalle oscillazioni troppo insistenti del mercato. In un momento di crisi la ricerca di beni di rifugio è praticamente normale ma scoprire chi predilige le risorse auree, aiuta a comprendere lo stato di salute di un paese.

► Oro: in vista il sell-off di fine anno

In questo momento, secondo il Gold Council che è l’associazione internazionale delle aziende minerarie aurifere, i protagonisti della rincorsa all’oro sono i paesi emergenti. Nel periodo compreso tra gennaio e novembre dell’anno scorso, in pratica, quasi tutte le banche centrali hanno aumentato le loro riserve d’oro fino a 350 tonnellate.

Se diamo uno sguardo all’Italia scopriamo che è rimasta ferma e pur non facendo una vera e propria scorta di oro, è comunque al terzo posto tra i paesi con il maggior numero di riserve auree in tutto il mondo visto che nei forzieri tricolore ci sono ben 2451,8 tonnellate di lingotti.

► Oro, petrolio e cereali: le previsioni Saxo Bank

A capitanare questa speciale classifica troviamo Stati Uniti e Germania, rispettivamente al primo e al secondo posto ma sono i paesi emergenti a sorprendere. Al primo posto, in questo caso c’è la Turchia che ha comprato 118,8 tonnellate di oro soltanto nel 2012, seguita dalla Russia, dalle Filippine, dal Brasile e dal Kazakhstan anche se la cosa più sorprendente è il sesto posto dell’Iraq che ha comprato ben 27,2 tonnellate d’oro.

Un po’ di calma nel mercato valutario

 Trovata la soluzione al default USA, mentre si prende atto di come la politica è il vero pericolo per l’Italia, il mercato Forex resta calmo. Almeno questo si evince dalle scarse oscillazioni delle ultime ore, poiché ci si aspetta di conoscere l’esito delle decisioni della BCE e della Bank of Japan.

► ForEX: le previsioni shockanti di Saxo Bank

In tal senso potrebbero esserci delle oscillazioni pericolose nel cambio tra dollaro americano e yen giapponese. La moneta asiatica infatti, potrebbe essere presto al centro di un turbine di vendita e il cambio potrebbe assestarsi sul livello 87.74.

La banca centrale giapponese potrebbe decidere per l’allentamento monetario, visto che rientra anche nelle promesse elettorali fatte dal primo ministro giapponese Shinizo Abe. Gli analisti prevedono che ci sarà una linea di resistenza su livello 88.00 anche se molti trader stanno alzando il tiro fino alla soglia di 90.00 visto che la Bank of Japan, come altre banche centrali hanno già fatto, potrebbe decidere di fornire al mercato uno stimolo monetario “infinito”.

► Dollaro/Yen: una settimana complessa

Sul versante europeo gli occhi sono tutti puntati sulla BCE e sulla conferenza di Mario Draghi. Gli analisti si sono spaccati tra coloro che propendono per un nuovo taglio dei tassi d’interesse e coloro che invece si aspettano interventi più efficaci contro la recessione.

Si prepara l’IPO per Moleskine

 In genere è la Borsa Italiana a dover dare il via libera alla quotazione di una nuova società sul mercato telematico azionario, conosciuto con l’acronimo MTA. A quel punto si dà il via all’IPO che è un’Offerta Pubblica Iniziale.

► Twitter prepara il terreno per l’IPO

Sono presentati al pubblico i titoli della società che sta per affacciarsi sul mondo azionario, al fine di trovare nuovi investitori tramite la quotazione in borsa. Questa dinamica è particolarmente condivisa dalle società il cui capitale è posseduto pochi investitori o da pochi azionisti.

Se l’IPO va di pari passo con una ristrutturazione finanziaria dell’impresa si possono ottenere un bel po’ di vantaggi, quali ad esempio la riduzione dell’indebitamento. E’ facile immaginare adesso che l’IPO è uno strumento pensato per le società che sono in crisi. In realtà si corrono dei rischi enormi, basta pensare a quello che è accaduto a Facebook lo scorso anno.

► Ristrutturazione finanziaria: il caso della banca Dexia

Nel 2013, invece, la prima debuttante sul mercato italiano dovrebbe essere Moleskine, la celebre azienda che firma quei taccuini neri tanto cari agli scrittori d’un tempo come Hemingway. A sponsorizzare l’operazione ci sta pensando Mediobanca ma Borsa Italiana avverte: il via libera ha una validità di 12 mesi ma bisogna aspettare che siano depositati i documenti di registrazione alla Consob. Deve essere quindi presentata la domanda di ammissione.