Come si muovono i dollari

 Il dollaro canadese e quello statunitense, così come la sterlina e l’euro, oggi potrebbero essere condizionati dalle pubblicazioni di alcuni dati molto importanti per le valute in questione.

Sul mercato canadese dovrebbe avere un buon impatto il report legato al mondo del lavoro. In giornata, infatti, sono diffusi i dati sull’occupazione che possono illustrare i cambiamenti del settore. Gli analisti, purtroppo, prevedono un calo degli occupati dalle 59,6 mila unità positive del mese precedente ad un valore prossimo allo zero per l’ultimo mese dell’anno. Un dato che preoccupa un po’ la platea canadese perché si accompagna alla pubblicazione dei dati sul tasso di disoccupazione previsto in leggero aumento con il passaggio dal 7,2 al 7,3 per cento.

Per quanto riguarda il dollaro americano, i market mover da tenere d’occhio sono sostanzialmente tre: i dati relativi all’occupazione nei settori che non sono quello agricolo. Si prevede un calo ma visto che il passaggio da 146 mila a 135 mila unità è considerato comunque positivo, si sospetta che questo dato abbia un effetto rialzista sul dollaro.

Il tasso di disoccupazione americano, invece, dovrebbe restare al 7,7 per cento. L’ultima pubblicazione che potrebbe influire sulle quotazioni del dollaro è quella sul PMI non-manifatturiero ISM che dovrebbe restare al di sopra della soglia 50.0 ma con un leggerissimo calo.

Le monete europee all’inizio di gennaio

 All’inizio dell’anno ci sono numerose pubblicazioni che possono incidere sulle valutazioni dell’euro e della sterlina, così come del dollaro canadese e di quello americano. In questa prima parte prendiamo in esame gli elementi che incidono sul versante valutario europeo.

L’euro sarà condizionato dalla pubblicazione oggi dei dati relativi alla produzione delle imprese e dalla versione flash dei prezzi al consumo. Mentre i dati PMI dei servizi sono alla base delle oscillazioni della sterlina, moneta che nell’area euro, può essere considerata l’alter ego della moneta del Vecchio Continente.

Per quanto riguarda la quotazione dell’euro, sarà molto importante quel che emergerà dai dati relativi al settore dei servizi, sia in Spagna che in Italia, oltre che nell’Eurozona. Il dato spagnolo sarà leggermente in rialzo ma per l’Italia ci si aspetta qualcosa di più: si passerà dal 44,6 al 45,1 per cento. Il PMI dell’Eurozona, invece, resta invariato sul livello 47,8.

L’ultimo dato impattante sull’euro riguarda la pubblicazione dei prezzi al consumo in versione flash. L’indice dovrebbe subire una piccola variazione flettendosi dal 2,2 al 2,1 per cento.

Archiviata la questione euro passiamo all’analisi della condizione della sterlina. Sulla moneta inglese avrà un forte impatto la pubblicazione del dato relativo al PMI dei servizi che dovrebbe subire un incremento passando dal livello 50,2 al livello 50,4.

Idealista: sarà l’anno dell’affitto

 La salute del mercato immobiliare, in genere, riflette la salute dell’economia e delle finanze di un paese per questo avere sempre un quadro chiaro di quel che sta succedendo nel comparto delle compravendite d’immobili, aiuta nella preparazione al futuro economico. 

Oggi, ad illuminare in questo senso la strada, ci ha pensato un’indagine del portale Idealista.it che ha evidenziato come i prezzi delle case siano crollati nel 2012 in modo verticale. Si parte dal confronto dei dati dell’ultimo mese del 2011 con i dati del dicembre 2012.

I ribassi dei prezzi sono aumentati molto negli ultimi tre mesi dell’anno scorso fino a poter dire che interessano oltre il 70 per cento dei capoluoghi di provincia con casi evidenti come Roma, Bari e Padova. I prezzi tengono invece un po’ meglio a Milano e Napoli.

La tendenza generale, però, è quella dei prezzi calanti e nel 2013 probabilmente sarà confermata. L’analisi di Idealista.it sembra poggiare su basi solide visto che si parte dalla considerazione di oltre 44 mila annunci pubblicati sul portale.

In generale il calo medio del prezzi di richiesta è stato del 5 per cento, ma ci sono punte del -9,1% a Novara e Grosseto. Adesso, quindi è arrivato il momento di fare acquisti a buon prezzo, dicono gli esperti e la flessione dei costi degli immobili dovrebbe riflettersi anche nel settore affitti, pronto a diventare protagonista.

Cala lo spread: che guadagno?

 Lo spread tra BTp e Bund scende in modo vertiginoso e lo stesso Mario Monti che adesso si è candidato come premier a capo di una compagine moderata di centro, si complimenta con il suo vecchio Esecutivo del lavoro fatto. L’obiettivo che il gabinetto Monti si era dato è stato raggiunto e in effetti si parla di “soglia Monti” per lo spread.

Ma cosa vuol dire che lo spread è sceso? Il calo del differenziale tra i BTp italiani e i Bund tedeschi, equivale banalmente ad un risparmio per le casse dello stato. Per ottenere tale risultato sono state realizzate ben tre manovre per un valore complessivo di 82 miliardi di euro in un anno.

La pressione fiscale, subita dai cittadini, in appena un anno è salita dal 42,5 al 44,7 per cento. Il differenziale da cui partiva Monti era però di 575 punti, oggi siamo arrivati a 283 punti e questo vuol dire che l’Italia si metterà in tasca circa 50 miliardi in più nell’arco di tre anni. Non male.

Per capire meglio la questione è necessario parlare degli interessi pagati dall’Italia per il collocamento dei Bot semestrali. Alla fine del 2011 gli interessi pagati dal nostro paese erano equivalente al 3,25%, nell’ultima asta non sono andati oltre lo 0,94%.

Perde quota il settore auto

 Il comparto delle automotive è fermo, anzi va proprio a marcia indietro ormai da troppo tempo per non catalogare la situazione come preoccupante. Per questo, anche a livello finanziario, a fronte di un recupero degli istituti di credito, si assiste alla progressiva perdita di valore dei titoli automobilistici.

Il mercato automobilistico si è chiuso secondo le peggiori previsioni dell’anno con le immatricolazioni in calo anche nell’ultimo mese dell’anno. Un -22,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2011, che non fa certo piacere alle industrie che fanno dell’auto il loro business.

In generale, nel 2012, le immatricolazioni hanno registrato un saldo negativo del 19,8 per cento. La Fiat, sempre nell’occhio del ciclone anche per via dell’imponenza delle figura di Marchionne, ha perso molto meno delle altre industrie registrando soltanto un -19,4 per cento.

Le quattroruote hanno così attraversato un periodo terribile con le immatricolazioni che sono crollate fino ai livelli di 33 anni fa. La cosa che consola le aziende automobilistiche italiane, ma soltanto parzialmente, è che si tratta di un crollo verificatosi in Italia e anche nel resto d’Europa.

Il calo delle immatricolazioni illustra comunque un comparto economico che stenta a ripartire.

Per quanto riguarda la situazione italiana, la motorizzazione, nel dicembre del 2012, ha immatricolato 86.735 auto, il 22,51% in meno rispetto al 2011. 

Atene: la migliore borsa del 2012

 Le opzioni binarie di lungo periodo premiano la lungimiranza dell’analisi ma in alcuni casi devono arrendersi all’imprevedibilità del mercato finanziario. Leggendo i dati relativi alle borse europee si può concludere soltanto con un assunto di questo tipo.

Cosa è successo. Nei primi sei mesi dell’anno la situazione di Atene è peggiorata e le proteste in piazza hanno attirato tutta l’attenzione dei media. Parallelamente ai movimenti che potremmo definire sociali c’è stato qualche buon investitori che ha iniziato a fare man bassa di tutti i titoli presenti nella Borsa ellenica. Si tratta di investitori tradizionali, che con il loro operato hanno in qualche modo “risollevato” le finanze di Atene.

Il risultato. La corsa agli acquisti ha fatto crescere il valore dell’indice generale del listino greco che ha chiuso con un rialzo record battendo tutte le migliori piazze europee. L’indice di Atene è passato dai -500 punti di giugno ai 901 punti con cui ha chiuso il 2012.

Il che vuol dire che Atene, con il +34%, è andata anche meglio di Francoforte, Parigi o Londra che nel 2012 hanno fatto registrare rispettivamente aumenti del 30, del 15 e del 6 per cento degli indici.

Da sottolineare come la corsa agli acquisti sia stata indirettamente sostenuta dalle autorità internazionali che hanno offerto alla Grecia una vera e propria ancora di salvataggio piena di aiuti.

 

Futuro: dopo il fiscal cliff

 L’accordo sul fiscal cliff ha tenuto con il fiato sospeso l’America e quando finalmente il nodo è stato sciolto con un accordo last minute al Congresso, le borse di tutto il mondo hanno innalzato gli indici brindando al new deal di Obama.  Chi si occupa di opzioni binarie e alla fine dell’anno scorso aveva puntato tutto sul “salvataggio” americano, ha avuto modo di raccogliere i frutti dei buoni investimenti.

Adesso, però, affinché si moltiplichino i rendimenti, è bene provare ad allargare il proprio orizzonte, andando oltre il rilassamento seguito alle tensioni accumulate dal Senato e dal Congresso americani in generale. Lo stesso Obama, esortando la Camera ad approvare il testo validato dal senato, ha spiegato che l’accordo è la cosa giusta da fare ma non risolverà i problemi evidenziati dal fiscal cliff.

La direzione intrapresa dalla Casa Bianca, però, sembra essere quella giusta. Il primo problema urgente da mettere in agenda è sicuramente quello dei tagli alla spesa pubblica. L’accordo, infatti, ha sicuramente evitato che la crescita dell’economia americana si bloccasse prematuramente ma non è riuscita a risolvere le carenze strutturali e finanziare del paese.

Per questo tanti economisti sono concordi del ritenere che l’America affronterà una nuova crisi nel breve periodo. Per il momento, dunque, l’unico dato positivo in tutta la questione resta l’entusiasmo delle borse.

Dollaro americano: come si muove

 Se le borse europee sono volate sull’onda del fiscal cliff, figuriamoci quello che è accaduto a Wall Street, protagonista indiscusso, anche soltanto per una questione di territorialità, delle incertezze finanziarie legate all’accordo sul bilancio americano.

La situazione dell’America, adesso cambierà e c’è chi pensa già che i rischi per l’economica, così come i tagli alla spesa, sono stati soltanto rimandati. Nel frattempo, però possiamo considerare quel che sta accadendo anche sul versante valutario, dove il dollaro potrebbe essere mosso anche da altri elementi.

Sulle quotazioni del dollaro influiscono tre elementi: i dati sull’occupazione, quelli sui sussidi di disoccupazione e la pubblicazione delle minute del FOMC.

L’America si appresta a conoscere i dati relativi alle persone che nell’ultimo mese di riferimento hanno trovato un impiego, senza considerare le nuove occupazioni del settore agrario o governativo. L’indice sintetico che esprime questo dato è il Non-Farm Payrolls ADP (Automatic Data Processing).

Per quanto riguarda i sussidi di disoccupazione, sembra che ci sarà un incremento delle richieste ma la lettura sarà sempre al di sotto delle previsioni e questo potrebbe avere effetti rialzisti sul dollaro.

Infine le minute FOMC che parlano delle misure che intende mettere in campo la FED e gli effetti che queste possono realmente avere sull’economia USA.

Cosa condiziona la valutazione dell’Euro

 L’avvio dell’anno valutario è stato condito da una serie di pubblicazioni molto importanti, nonché dal movimento concitato degli indici di borsa che si sono entusiasmati sulla scia del raggiungimento dell’accordo sul fiscal cliff.

Abbiamo già preso in considerazione ciò che probabilmente inciderà sulle valutazioni della sterlina, legata in questo avvio di anno, soprattutto al mercato immobiliare e al settore delle costruzioni.

Cosa ben diversa è quello che accade all’euro. La moneta unica del Vecchio Continente, infatti, è segnata soprattutto dai dati che riguardano il mondo del lavoro e dalle decisioni della Banca Centrale Europea in relazione alle scorte di valuta domestica.

Andiamo con ordine analizzando questi due market mover di giornata. Il primo è appunto il mondo del lavoro, perché oggi saranno pubblicati i dati riferiti alla Spagna e alla Germania, ad un paese considerato tra gli anelli deboli dell’UE e uno considerato il motore dell’euro.

Il problema è che i ruoli potrebbero essere invertiti visto che si aspetta una diminuzione del numero dei disoccupati in Spagna con un passaggio da 74,3 mila unità fino a 50,3 mila unità ed un contestuale aumento del numero degli inoccupati in Germania con il passaggio della platea dei senza lavoro tedeschi da 5 mila ad 11 mila unità.

L’ultimo dato da tenere in considerazione è quello legato alla Banca Centrale Europea che dovrebbe pubblicare i dati relativi agli euro in circolazione e nei depositi bancari. Se il valore sarà superiore alle attese ci potrebbe essere un movimento rialzista dell’euro.

Cosa influisce sulla sterlina

 Il mercato ForEX è uno dei più interessanti a livello d’investimenti ma va tenuto sotto stretta osservazione per via del fatto che i cambiamenti dei rapporti tra le valute e le oscillazioni delle quotazioni delle singole monete, sono molto sensili alla politica e alla società.

L’avvio del 2013 è stato caratterizzato da numerose pubblicazioni, soprattutto legate agli indici della produzione industriale. Il PMI americano per esempio, ha contribuito con il fiscal cliff, a far volare Wall Street. Prima di considerare il mercato del dollaro, diamo uno sguardo ai dati che possono influire oggi sull’andamento della sterlina.

La sterlina, che nel mercato ForEX è identificata con l’acronimo GBP sarà influenzata dalla pubblicazione dell’House Price Index che misura il cambiamento dei prezzi degli immobili messi in vendita sul mercato. In genere un aumento dei prezzi fa da stimolo al settore immobiliare e ne certifica in qualche modo la buona salute. Se il valore diffuso nella giornata di oggi sarà superiore alle attese ci potrebbe essere un apprezzamento della sterlina.

Il secondo dato che potrebbe influire su questa moneta è l’indice PMI costruzioni che registra l’andamento del settore delle costruzioni nel Regno Unito. Gli analisti si aspettano un miglioramento dell’indice nonostante la Gran Bretagna resti nel recinto della “contrazione”.

Il terzo elemento da tenere in considerazione oggi è il report trimestrale della Bank of England che fotografa le condizioni economiche del Regno Unito e le condizioni di accesso al credito per le imprese.