L’oro si trova anche alle Poste

 L’oro è il bene rifugio per eccellenza e questo vuol dire che si configura come il terreno d’investimento privilegiato sia per i privati che per le aziende e per le banche centrali che, come nel caso di Cina ed India, hanno dato avvio ad una vera corsa all’oro.

Finora non abbiamo detto niente di nuovo, in realtà sull’argomento una piccola novità c’è ed è la possibilità di acquistare l’oro anche alle Poste. Poiché la domanda di oro è sempre maggiore e l’oro è un vero e proprio oggetto del desiderio, la politica ha pensato di “assecondare” le richieste dei cittadini.

Quindi con il Decreto sviluppo convertito in legge dalla Camera, si autorizza Poste Italiane a vendere l’oro ai suoi clienti. Questo non vuol dire che allo sportello delle Poste si farà la fila per acquistare un lingotto da mettere sotto il materasso.

Poste Italiane sarà soltanto un tramite per la registrare degli ordini che sono trasferiti alle società partner. Queste andranno a conservare direttamente nei loro forzieri i lingotti e su richiesta li consegneranno agli acquirenti se questi vorranno poi effettivamente portarli a casa.

Sicuramente lasciarli in custodia evita una serie di grane: è maggiore la sicurezza, il prodotto non perde valore e difficilmente viene tradotto in liquidità.

Immatricolazioni in calo a novembre

 Il mercato dell’auto è ancora in una fase discendente, anche nel mese di novembre, almeno per quel che riguarda il settore europeo. A dirlo sono le statistiche costruite sulle performance dei 27 paesi che fanno parte dell’EFTA.

I numeri parlano chiaro: sono state immatricolate soltanto 966 mila vetture circa e questo vuol dire che rispetto allo stesso mese dell’anno scorso c’è stato un calo del 10,1 per cento, visto nel nel novembre del 2011 si era saliti anche sopra il milione di macchine immatricolate.

Se invece andiamo a pescare il numero delle registrazioni, ci accorgiamo che nei primi 11 mesi del 2012 c’è stato un calo del 7,2 per cento. Se non siete interessati ad una panoramica sull’Europa ma siete sensibili al mercato interno, allora faremo bene a parlare di quel che accade nel nostro paese.

In particolare nel mercato italiano il calo delle immatricolazioni è stato ancora più pesante visto che si è assestato sul -20,1 per cento. La performance in questione è stata condizionata molto da quel che è accaduto alla FIAT che ha novembre ha immatricolato ben 59 mila auto che rappresentano il 7,2 per cento del mercato.

In generale, da gennaio a novembre del 2012 le registrazioni sono state circa 748 mila che sono il 6,4 per cento del totale. Peccato che sia stato archiviato il 14esimo mese con saldo negativo.

Azioni Faac: il sequestro è fatto!

 Le azioni della SpA Faac, la multinazionale bolognese il cui business è costruito sulla produzione di automatismi per cancelli e parcheggi, sono state sequestrate ma per capire la disposizione del Tribunale di Bologna bisogna andare un po’ indietro nel tempo.

A marzo del 2012, la Faac è diventata una controllata della Curia di Bologna perché questo è stato disposto in testamento da Michelangelo Manini che aveva ereditato l’azienda in modo “universale”, visto che si trattava dell’azienda fondata dal padre nel 1965.

Una tradizione industriale antichissima che non ha messo in difficoltà il tribunale bolognese che ha disposto all’inizio un custode per l’intero patrimonio: Paolo Bastia, un personaggio che è diventato il pomo della discordia tra la Curia e alcuni famigliari di Manini.

La Curia, in particolare, nel vedersi sottratto questo patrimonio, ha fatto ricorso contro il provvedimento del giudice ma il porporato è stato irremovibile e dal processo di sequestro è stata salvata soltanto l’abitazione principale di Manini.

Bastia avrà diversi compiti da svolgere e tutti sono convinti che dopo essere stato consulente della Procura di Parma per l’affare Parmalat, sia la persona adatta ad occuparsi anche della Faac. Il suo obiettivo dovrà essere quello di custodire temporaneamente i beni datigli in affidamento e provvedere alla gestione ordinaria dell’attività tenendo costantemente aggiornato il giudice.

GE vuole Avio

 La General Electric avrebbe le mani su Avio, che in Italia e nel mondo è considerato un colosso dell’aeronautica. In pratica un’azienda nata da una costola della FIAT che operava in Piemonte e poi è passata sotto il controllo del private equity inglese Cinven che in minoranza è anche partecipato da Finmeccanica.

Tutti i grandi dell’industria dunque, sono coinvolti in quest’affare. Ma finora non c’è stato alcun annuncio ufficiale ci si aspetta la vera svolta in settimana.

I fatti. Civen aveva il desiderio di tirarsi indietro e di non investire più denaro in Avio e per questo negli ultimi mesi è andata alla ricerca di un acquirente. All’inizio aveva provato a fare fortuna in Borsa ma il mercato, diciamo così, non è stato all’altezza delle mire di questa società.

Alla fine sembra che si sia fatta avanti la General Electric che ha concluso in modo positivo il primo passo verso l’acquisto, la fase di cosiddetta diligence. Ora manca soltanto il via libera dell’Antitrust che vigila in Europa tanto che tutto il lavoro, in questo periodo, è sulle spalle dei consulenti legati delle società coinvolte.

Secondo il resoconto del Sole 24 Ore ci sarebbero gli advisor di Cinven, Rothschild e JP Morgan e poi sono stati coinvolti anche i banker di Merrill Lynch e Credit Suisse.

L’irresistibile fascino della nuda proprietà

 Se oggi avete saldato l’IMU è molto probabile che stiate ancora riflettendo sugli oneri legati al possesso di una casa e per questo che vi offriamo una riflessione sui cambiamenti che stanno investendo il mondo immobiliare.

Gli operatori del settore sono impegnati nella difficile missione di far ripartire le vendite e di rilanciare l’incontro tra domanda ed offerta di immobili. Le strategie per raggiungere l’obiettivo sono molteplici ma va sempre più di moda l’acquisto differito.

L’acquisto differito assume le forme dell’affitto a riscatto o della vendita della nuda proprietà . In tutti e due i casi si può facilmente dedurre che è in revisione tutto il rapporto tra acquirenti e costruttori.

L’incremento della nuda proprietà è davvero eclatante perché esprime un cambiamento profondo in atto nella società. Probabilmente per motivi legati alla crisi economica, molti cittadini trovano conveniente comprare abitazioni di cui potranno usufruire soltanto alla morte dell’usufruttuario.

In questo modo si mettono al riparo dal pagamento dell’IMU sull’immobile acquistato ma allo stesso tempo ottengono uno sconto sul prezzo che può arrivare anche al 40 per cento. Tutto dipende dall’età e dalle condizioni di salute dell’usufruttuario. Prenotare l’acquisto di un immobile vuol dire anche investire nel mattone per le future generazioni e soprattutto vuol dire dare una mano a quanti, non avendo eredi, possono lasciare una fortuna nelle mani di sconosciuti e fortunati investitori.

L’effetto della crisi sulle banche

 Chi se la passa bene e chi invece arranca. E’ questo l’enigma da sciogliere per investire in modo oculato nel settore delle opzioni binarie. Oggi a fare le spese della crisi ci sono anche le banche che hanno dovuto cambiare le loro modalità d’intervento nella vita del paese.

Basta osservare le azioni della Banca Centrale Europea, della Federal Reserve e della Bank of England per rendersi conto che qualcosa sta cambiando e bisogna provare ad interpretare il trend.

La Federal Reserve, di recente, è intervenuta nel merito delle politica economica americana spiegando che ci sono dei livelli da raggiungere in tema di disoccupazione e crescita e per questo i tassi, almeno per un po’, dovranno restare inalterati.

La BCE ha pensato bene di iniettare ancora nuova liquidità sul mercato per sostenere il sistema bancario e la Bank of England ha iniziato a pensare che insistere sull’inflazione ha poco senso. Insomma un po’ tutta la politica monetaria è in crisi.

In realtà il superamento del sistema dell’inflation targeting è fortemente sostenuto anche dal presidente della Bank of Canada che ha spiegato la necessità di andare oltre questo principio, molto comune in Gran Bretagna, ma anche nella zona Euro, in Canada e negli Stati Uniti. Solo così si può iniziare a “difendersi” dalla aspettative economiche distorte degli investitori.

Accordo sulla supervisione bancaria: trovato!

 Chi investe in opzioni binarie, in questo periodo, avrà notato sicuramente una certa tranquillità legata al fatto che è stato raggiunto un importante accordo sulla supervisione del sistema bancario, più volte additato come origine di tutti i mali o semplicemente come causa della crisi.

Al di là delle considerazioni di merito, che lasciamo fare ai nostri lettori, sicuramente l’accordo sulla supervisione bancaria rappresenta una tappa molto importante per l’Europa: prima di tutto perché arriva dopo tanti mesi di negoziati tra gli stati membri e poi perché contribuirà a stabilizzare un sistema sempre “in bilico”.

Il ministro delle finanze tedesco ha spiegato a tutti i paesi membri che la ratifica dell’autorità di vigilanza dovrà essere fatta entro il 28 febbraio 2013 per far sì che sia in vigore già a marzo. La supervisione finale del sistema bancario spetta alla Banca Centrale Europea e finiranno nel mirino dei controlli soprattutto gli istituti di credito che hanno nei loro forzieri più di 30 miliardi di titoli e investimenti.

Il che vuol dire che almeno tre banche per ogni stato membro saranno radiografate dagli analisti della BCE, tutte le altre continueranno ad essere supervisionate dalle autorità locali. Alla Banca Centrale Europea spetta il difficile compito di chiudere le banche che non rispettano i vincoli europei.

A Londra non piace la Tobin Tax

 L’Europa in queste settimane è al centro della cronaca finanziaria visto che l’UE ha raggiunto importanti traguardi per la sua vita politica e finanziaria. Per esempio è stato siglato l’accordo, dopo mesi di dibattito, sulla supervisione del sistema bancario europeo. Si occuperà di questo compito molto delicato la Banca Centrale Europea.

Non c’è accordo, anzi ci si preoccupa, invece, della Tobin Tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie che sarebbe stata pensata per allargare il prelievo fiscale “ai danni” dei più ricchi. Per capirci qualcosa di più proviamo a riassumere le opinioni di Xavier Rolet, CEO di London stock exchange Group, intervistato dal Sole 24 Ore.

Secondo Rolet, la Tobin Tax finirà soltanto per bruciare posti di lavoro e il suo effetto non sarà affatto benefico per la società, anzi si potrebbe dire che l’imposta sulle transazioni finanziare potrà avere un esito cattivo, molto cattivo o pessimo sulle economie nazionali.

Le imposte, per essere efficaci dovrebbero o proporre aliquote più alte sui redditi maggiormente elevati, oppure applicare una tassazione più soft ma sostanzialmente a tutti i cittadini.

Secondo Rolet un altro grande equivoco legato alla Tobin Tax, sta nel credere che sia un’imposta che esprime la responsabilità politica di una classe dirigente visto che le spese di questa “manovra” la fanno soprattutto i cittadini e le imprese.

L’Euro è salvo: bilancio del 2012

 Si è riunito il vertice europeo dei capi di stato e di governo e si dovevano stabilire delle linee comuni per il futuro dell’Unione Europea. Invece ci si è trovati a fare i conti o meglio a tirare le somme del 2012. Dalle prospettive future allo sguardo al passato.

Hollande ha riconosciuto che nel 2012 è stato fatto un buon lavoro tanto che quello che si pensava dell’Europa non è più valido. Il Vecchio Continente era considerato un gigante in crisi, molto frammentato sotto il profilo economico e finanziario.

Anche il nostro premier Monti è soddisfatto di come ha reagito l’Italia e di come ha reagito l’Europa alle difficoltà dell’anno che sta per concludersi. Tutti gli sforzi fatti hanno consentito di accumulare una maggiore serenità e una più cospicua tranquillità nell’affrontare il 2013.

Soltanto Angela Merkel è un po’ controcorrente ma il suo discorso potrebbe essere letto alla luce del periodo che si trova ad affrontare la Germania. La Cancelliera tedesca, infatti, ha ribadito che L’Europa adesso deve avviare le riforme nonostante l’anno iniziato maluccio si sia concluso meglio del previsto.

Una premessa e una comunione d’intenti che si sperava fosse accompagnata da una trasposizione delle idee in un’agenda di lavori. Invece è tutto rimandato e se ne parlerà soltanto a giugno del 2013.

Fiscal cliff, operazione Twist e proiezioni FOMC

 Dall’America arrivano in questi giorni le notizie più interessanti in termini di prospettive del mercato azionario e valutario. Benché ci si aspettasse la mossa della FEDtanto da non impattare in modo importante sulle Borse Europee, le proiezioni economiche del FOMC, i timori del fiscal cliff e l’operazione Twist sono stati oggetto di dibattito e approfondimenti.

Proiezioni economiche FOMC. Il tasso di disoccupazione americano ha raggiunto il 7,7 per cento e quindi la FED manterrà ancora per un po’ i tassi allo stesso livello definito in passato. La Commissione per il Mercato (FOMC) ha riportato un solo voto contrario rispetto alle decisioni poi approfondite da Bernanke. In più si prevede una crescita tra il 2,3 e il 3 per cento per il PIL a stelle e strisce.

Il fiscal cliff. C’è ancora da temere per il mancato accordo in proposito tra repubblicani e democratici. Obama ha proposto di aumentare le tasse dei ricchi e tagliere le spese ma non tutti, come Bernanke sono sicuri che questa soluzione sia la medicina giusta per la riduzione dei costi dell’economia americana e per il rilancio della crescita. Ecco perché il fiscal cliff dall’essere una questione su cui riflettere è diventato un tema di cui preoccuparsi.

Operation Twist. Questo strumento sarà sostituito da un Quantitative Easing rinforzato e servirà all’America per vendere bond quasi a maturazione al fine di comprarne altri con durata più lunga. Tale pratica assicura anche alla Fed le riserve bancarie necessarie a fare nuovi acquisti.