Il secondo volto della disoccupazione

 Parlare di occupazione e disoccupazione è molto importante per chi investe in opzioni binarie perché aiuta a percepire i possibili trend economici a partire dal mercato del lavoro. Per questo non è sufficiente far riferimento all’incremento della disoccupazione per avere un quadro generale più chiaro.

Diversi articoli cercano di spiegare che molte aziende, nonostante la disoccupazione in crescita, non riescono a trovare personale adatto a ricoprire alcuni ruoli specifici. Manca la formazione dei lavoratori o manca una formazione specifica. Molto cambia da regione a regione.

In generale il 16 per cento dei 65500 posti di lavoro messi a disposizione dalle aziende, è rimasto vacante. Si fa riferimento a posti di lavoro non stagionali.

Per esempio, a nord, mancano informatici e tecnici, oppure anche addetti ai servizi. I tecnici, poi, sono praticamente indisponibili anche al centro e al sud. Per quanto riguarda gli addetti ai servizi è sufficiente ricordare il dato del Trentino Alto Adige dove mancano il 62% dei camerieri non stagionali.

Nel Lazio, invece, il mercato cerca inutilmente tecnici ed idraulici, oppure gli artigiani che, se hanno una certa professionalità, sono ricercati anche nel resto d’Italia.

In tutto lo Stivale, i laureati più cercati sono i progettisti di sistemi informatici, i progettisti meccanici e gli ingegneri chimici. Per i profili non laureati, invece, le richieste sono numerose nei settori dell’artigianato, delle telecomunicazioni e nell’amministrazione e contabilità.

Il Pip misura i guadagni

 Le opzioni binarie sono gli strumenti d’investimento privilegiati da molti risparmiatori che vogliono monetizzare in modo facile i risparmi. Qualcuno li ha già messi in guardia dal fatto che il rendimento più alto è fornito dalle opzioni binarie più rischiose.

Moralismi a parte, è vero che chi investe in opzioni deve fare assolutamente attenzione ai trend definiti da particolari azioni o comportamenti del mercato. Per questo è fondamentale restare informati e conoscere approfonditamente il linguaggio economico.

Oggi per esempio, vogliamo introdurre un termine molto usato in finanza, nel settore ForEx: il Pip. Un acronimo che sta per Price Interest Point e simboleggia la più piccola unità d’incremento di prezzo in una valuta.

L’esempio più facile per capire di cosa parliamo e quello fatto con la coppia EUR/USD che  misura appunto il rapporto tra la moneta unica del Vecchio Continente e il dollaro americano. Se questo rapporto è dato a 1,4000 all’inizio della giornata e chiude il periodo di contrattazioni al 1,4005, vuol dire che c’è stato un incremento di 5 Pip.

Che vuol dire in soldi? Non è così facile dirlo visto che il Pip può essere fisso o variabile. In generale, per le valute che sono quotate in dollari, il valore del Pip è fisso ed è di 10 dollari per i lotti standard, oppure di 1 dollaro per i mini-lotti oppure ancora 0,10 dollari per i mini-lotti.

Opzioni binarie: sguardo alla borsa

 I binary trader in questi giorni possono trovare molto remunerativo l’investimento sul mercato borsistico, sollecitato dalla pubblicazione di alcuni indici e dal verificarsi di una serie di eventi. Per esempio, cosa ha mandato in panne la borsa sul finire del mese?

Ci sono almeno tre temi che hanno tenuto sulle spine i listini di mezzo mondo ed hanno inciso in modo particolare sulla borsa di Milano: il fiscal cliff americano, la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione e la crisi finanziaria del Vecchio Continente.

Partiamo dal fiscal cliff, la cui risoluzione, adesso, diventa sempre più urgente per l’amministrazione di Obama che spera di arrivare ad un accordo con il Congresso entro la fine dell’anno. La situazione va comunque sbloccata prima di far ripartire l’economia a stelle e strisce.

Per quanto riguarda la disoccupazione è data in crescita sia in Italia che nell’Eurozona e questi dati hanno sicuramente avuto un impatto maggiore sui listini italiani. Un po’ di respiro è stato dato soltanto dalle parole del ministro tedesco dell’economia che ha spiegato come un default della Grecia possa essere deleterio per la moneta unica in generale, quindi occorre evitarlo.

Non altrettanto buone le parole del direttore del FMI e di Mario Draghi. Christine Lagarde ha bocciato le misure anticrisi della Merkel mentre Draghi ha indicato nel secondo semestre del 2013, il periodo dell’effettiva ripresa europea.

Le medie mobili nel ForEX

 Nel mercato valutario esistono molti indicatori statistici che riescono a predire con un certo anticipo l’andamento di una coppia di valute, e tanti altri indicatori che invece fanno un quadro di quel che succede offrendo una retrospettiva sul periodo d’analisi indicato.

Ci siamo già soffermati sulla distinzione degli indicatori e abbiamo approfondito l’indicatore stocastico. Adesso parliamo delle medie mobili, di quella semplice e di quella esponenziale che consentono di avere un report sintetico sui prezzi di chiusura o di apertura di una coppia di valute.

La media mobile semplice. Questo indicatore è spesso riportato anche con l’acronimo SMA, che sta per Simple Moving Average, ed è fondamentalmente una media aritmetica. Di conseguenza si calcola sommando tutti i prezzi di chiusura dei periodi in esame e dividendo il risultato per il numero di periodi considerati.

E’ più complesso il calcolo della media mobile esponenziale nota con l’acronimo di EMA, Exponential Moving Average. In pratica questo indicatore tiene in maggiore considerazione i prezzi di chiusura più recenti della coppia di valute. L’obiettivo è quello di predire in anticipo un trend.

Le medie mobili, in genere, per essere accurate, prevedono l’analisi e la comparazione di 100 o anche 200 periodi d’analisi ed indicano se acquistare o vendere determinate valute.

ForEX: l’indicatore stocastico

 Per indirizzare i propri investimenti ci sono due possibilità interpretative. Ci si può affidare alla capacità predittiva di alcuni indici, considerando che anche questi possono essere fallaci, oppure ci si può affidare agli indicatori che ricostruiscono a posteriori l’accaduto.

Nel secondo caso non si ottiene in tempo reale una “dritta” sul passo da compiere e nel caso del ForEX il real time interpretativo è decisamente importante.

Un indicatore con capacità predittiva è quello stocastico che sostanzialmente si configura come un oscillatore in grado di riassumere tutte le situazioni in cui una valuta è stata eccessivamente venuta o eccessivamente comprata. Gli analisti dicono che l’indicatore stocastico misura la velocità di cambiamento del mercato.

Come? Attraverso una comparazione di dati. Si sceglie un intervallo di tempo, un periodo e poi si confrontano tutti i prezzi di chiusura di una valuta in rapporto all’intervallo di oscillazione della valuta stessa nel periodo di riferimento.

A questo punto partono le interpretazioni: se tutte le chiusure fissano il prezzo in prossimità dei massimi pressi del periodo, è facile che si stia avviando una fase rialzista. Se al contrario la chiusura tende a posizionarsi sui valori minimi del periodo, si è o ci si sta avviando in un periodo di ribassi.

ForEX: oggi si parla di…

 Il mercato valutario, ogni giorno, sottosta alle oscillazioni definite in base agli appuntamenti dell’agenda economia e finanziaria. Nella giornata di oggi i cosiddetti market mover sono tanti e arrivano dall’Australia, dalla Cina, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dall’Europa in generale.

Saranno decisive le riunioni delle banche centrali che con le loro interpretazioni economiche potrebbero lasciare intuire i prossimi passi compiuti nell’anno venturo. Andiamo con ordine.

Dall’Australia arriveranno i dati sulle vendite al dettaglio. La previsione è quella di un leggero calo dell’indice che misura il valore totale delle vendite al dettaglio, con un passaggio dallo 0,5 allo 0,4 per cento. Si tratta di un risultato al di sopra delle aspettative e questo potrebbe determinare un aumento del valore della valuta australiana.

Lo yuan cinese, invece, sarà influenzato dai dati PMI manifatturiero. Siccome si prevede una leggerissima espansione del settore manifatturiero cinese, la moneta non dovrebbe andare molto al di là dei livelli definiti la scorsa settimana.

Calano le stime sulle vendite al dettaglio in Svizzera ma quel che interessa maggiormente sono gli indici PMI di Europa ed America che incidono rispettivamente sull’Euro e sul Dollaro.

La produzione manifatturiera nel Vecchio Continente è in aumento rispetto al mese scorso e questo particolare ha un piccolo impatto anche sull’Euro. L’effetto potrebbe essere più interessante se saranno in linea con l’indice PMI europeo, anche i dati sul settore manifatturiero spagnolo ed italiano.

L’indice PMI americano, invece, ha sempre un impatto importante sul mercato e i dati di novembre parlano di un leggero calo rispetto al mese precedente con il passaggio dal 51,7 a 51,5.

Le crisi in Europa e in America

 La crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo ha una portata globale. A fronte di tante economie emergenti che stanno tirando fuori le unghie, ci sono tanti colossi economici che stanno venendo meno. In realtà da un continente all’altro la crisi è vissuta in maniera differente.

Chi investe in opzioni binarie e quindi specula anche sulla crisi deve tener conto della diversificazione degli indicatori che possono suggerire in che direzione andrà il mercato. Per esempio, in questo momento la crisi interessa sia l’America che l’Europa ma mentre il Vecchio Continente arranca, gli States sembrano crescere.

La situazione europea. L’Eurozona non riesce a reagire alla crisi, per cui si sono bloccati i consumi e le politiche del lavoro messe in campo dai vari stati, non riescono effettivamente a creare occupazione. Non aiutano le varie politiche di austerity, né la mancanza di un’interpretazione unica della crisi da parte di tutti gli stati membri dell’UE. Molti sono convinti che saranno necessari tantissimi sacrifici prima di vedere la luce, ma altri considerano possibile l’uscita dalla crisi solo a patto di una svalutazione della moneta unica.

La situazione americana. In America c’è crisi e nonostante questo la fiducia dei consumatori è ancora alta, non sono ancora in atto politiche di austerity, mentre si adotta una politica fiscale e monetaria espansiva. In questo modo il PIL resta ad un livello interessante e il rapporto tra il Prodotto Interno Lordo e il debito si è in qualche modo stabilizzato. Sicuramente ci sono prospettive più interessanti rispetto all’Italia.

Indicatori ForEX: impariamo a distinguerli

 Il valore di un investitore si calcola sulla base della sua capacità predittiva, sulla sua intuizione relativa alle quotazioni future di un titolo o di una valuta. Non si tratta certo di un’abilità magica, ma di un’attenta analisi di alcuni indicatori.

Nel settore ForEX ci sono due tipi di indicatori: ci sono quelli leading, i principali, che interpretano i segnali di un trend anticipando le inversioni di tendenza; e poi ci sono quelli lagging, che invece riescono a dare interpretazioni della situazione, dopo che il trend è stato definito.

Nel primo insieme si posizionano ad esempio l’oscillatore stocastico, il Relative Strenght Index, oppure l’Average Directional Index. Degli indicatori lagging, invece, fanno parte le medie mobili, le bande di Bollinger o anche la Parabolic Stop and Reverse.

Le due serie di indicatori vanno combinate per avere indicazioni più realistiche di quello che accadrà sul mercato. Per esempio, se ci affidassimo esclusivamente agli indicatori leading, potremmo perdere tantissimo del nostro investimento perché non sono tenuti in considerazione i segnali di ingresso e di uscita cosiddetti fasulli.

In pratica non si ha una visione realistica di quel che accade. Gli indicatori lagging, da questo punto di vista, sono  molto più precisi ma arrivano in ritardo rispetto al presentarsi del trend e anche piazzare gli ordinativi in ritardo comporta una perdita di possibili profitti.

Il consiglio che si dà a chi investe nel ForEX è di sperimentare con cautela una combinazione soddisfacente.

Fine dell’accordo Facebook-Zynga

 Facebook e Zynga sono due aziende che da sempre collaborano per rendere più divertente e appetibile l’esperienza degli utenti sul social network. Non che Zynga si occupi di User Exsperience Design, semplicemente produce giochi.

Zynga, tanto per ricordarlo, è la madre di FarmVille e CityVille. Da tempo cerca di emanciparsi dalla cornice del social network, pur sapendo che migrando verso altri lidi, anche di sua proprietà, non riuscirà a portare con sé i facebookiani con tutti i loro amici.

Nonostante la perplessità appena annunciata, nei giorni scorsi Facebook e la casa di produzione di giochi online hanno raggiunto un accordo che in qualche modo svincola Zynga dal social network blu: non ci sarà più un accordo privilegiato con Facebook che, a sua volta, potrà aprire le porte ad altri sviluppatori.

L’accordo esisteva già dal 2010 ma non era mai stata definita una data certa per la separazione. Fino a questo momento, infatti, si era piuttosto del modo con cui Facebook avrebbe dovuto far crescere gli utenti di Zynga prima di lasciarla andare.

Ora, la separazione è prevista per il prossimo 31 marzo 2013. Sul fronte “giochi” si è fatta già avanti un’altra azienda pronta a rimpiazzare Zynga, si tratta dell’Electronics Arts; sul fronte borsistico, invece, si prende atto di un accordo che pende a favore di Facebook. Il titolo del social network infatti, dopo l’annuncio ufficiale, guadagna subito valore e le sue azioni tornano al livello di 27,27 dollari, mentre perde quota il titolo Zynga che lascia sul terreno di Wall Street ben 12 punti percentuali. 

L’oro perde 25 dollari in un minuto

 L’oro è da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza e in un periodo di crisi con ancora maggiore vigore si prende atto dell’importanza di questo materiale, anche a livello di quotazioni. Eppure dopo mesi in cui gli analisti si sono rincorsi rilanciando sui prezzi del metallo giallo, ieri c’è stato il primo stop.

Da diversi mesi gli analisti spiegano che data la crisi è facile che ci sia una corsa all’oro incentivata dagli acquisti fatti dai paesi in via di sviluppo come Cina ed India. L’oro raggiungerebbe, secondo le previsioni, quote record già nel primo semestre del prossimo anno.

Invece il 2012 sembra concludersi in calo per questo materiale. Lancia infatti un campanello d’allarme la situazione di ieri in borsa.

In pratica si parte dall’idea che in un anno dalle miniere del Canada possono essere estratti circa 3 milioni e mezzo di once d’oro. Ieri, in borsa, è stata venduta la stessa quantità d’oro, di carta naturalmente, nel senso che sono state emesse 35 mila future sull’oro del valore che hanno 3 milioni e mezzo di once d’oro. 

Questa situazione ha determinato un calo repentino nelle quotazioni dell’oro che in poco più di un minuto ha perso circa 25 dollari. Per un’ora consecutiva ci sono stati dei ribassi fino al raggiungimento dei 1705,50 dollari l’oncia. Secondo Cme Group non è un errore ma una liquidazione guidata dal mercato.