Quello che può sembrare un piccolo passo per molti in realtà rappresenta un grande passo per l’Italia: il cda di Tim ha dato via libera a FiberCom, creando di fatto una newco nel quale confluiranno la rete secondaria dell’azienda e OpenFiber.
Investimenti
App Spia: Perché Può Essere Una Buona Idea
La tecnologia ha portato molte cose buone, ma alcune sono spesso controproducenti specie se si tratta di telefonia cellulare. Questi dispositivi infatti consentono a chi li possiede di parlare e chattare segretamente con altre persone e magari creare problemi familiari siano essi dei bambini che interagiscono con persone poco affidabili, coniugi che tradiscono o dei dipendenti che divulgano preziose informazioni commerciali ai competitore. Avere a disposizione un’app spia è in tal senso un’ottima idea per evitare che ciò accada.
Bitcoin e le teorie del complotto rettiliane
Il rapporto tra complotti mondiali e Bitcoin non è qualcosa che viene pubblicizzato con dovizia di particolari: eppure chi si avvicina a questo mercato meriterebbe di conoscere quanto questi due mondi siano legati.
Mediaset, le lettere di Vivendi e le prove di pace
Sarà possibile il raggiungimento di una tregua tra Mediaset e Vivendi? La risposta è ardua da trovare, sebbene la società francese stia provando a entrare in contatto in modo ufficiale con Milano dopo aver ottenuto lo stop di MFE a livello legale in Spagna, costringendo Piersilvio Berlusconi e i suoi a rinunciare al progetto sulle basi approvate dagli azionisti un anno fa.
Autostrade, accordo per Benetton sotto 10%
Dopo innumerevoli ore di trattative e un Consiglio dei Ministri che ha occupato quasi una notte intera, sembra essere arrivata la svolta per Autostrade, che avrebbe visto i Benetton accettare un accordo che li porterà a meno del 10% nella società.
Ciptovalute, cosa sono le transazioni non confermate
Quando si parla di criptovalute e di blockchain ci si può trovare ad avere a che fare con il concetto di transazioni non confermate. Cerchiamo di capire insieme cosa sono e come le stesse vengono confermate.
Petrolio e Opec, a rischio i tagli previsti?
Il mercato del petrolio è in subbuglio: è a rischio la prossima riunione dell’Opec Plus e i tagli sui quali era in agenda di trovare un accordo? Si tratta di una domanda lecita visto che il vertice dei paesi produttori doveva essere anticipato a oggi e invece rischia di saltare anche nella sua data originale.
Halving Bitcoin: cosa cambia ora
Cosa accadrà al Bitcoin ora che il terzo halving è avvenuto? Nello specifico ha avuto luogo alle 21:23 italiane dello scorso 11 maggio. Come predetto esso è avvenuto sul blocco 630 mila, minato da AntPool.
Mattone estero come antidoto alla deriva del Mes
Pensati per salvaguardare l’Europa, meccanismo di stabilità Ue e Target 2 sono oggi “fattori di rischio proprio per la sopravvivenza dell’euro”. Per tutelare i risparmi ELVinvest propone di puntare sull’immobiliare in Paesi più solidi e meno “volatili”
Al Parlamento Ue, il prossimo appuntamento per discutere della riforma dell’European Stability Mechanism (Esm, in italiano Meccanismo europeo di stabilità o Mes) dovrebbe essere in marzo ma il condizionale è d’obbligo visto che la patata bollente della sua rimodulazione non è stata scaricata solo dall’Italia, che in dicembre aveva detto no al via libera della nuova versione, paventando tra i possibili effetti una ristrutturazione del debito e quindi un incremento dei costi per rimborsarlo. Anche Paesi “ricchi” come la Germania da tempo esprimono dubbi su un sistema (dal 2012 successore di Fondo europeo di stabilità finanziaria e Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria), il cui scopo principale sarebbe quello di mettere al riparo i Paesi membri dell’Eurozona dalle situazioni di crisi. Il Mes “deve essere rafforzato e ristrutturato per gestire la vulnerabilità e i rischi finanziari”, aveva sottolineato a fine 2019 Christine Lagarde, fresca di nomina al vertice della Banca centrale europea (Bce).
In Italia, deficit finanziario, stress di liquidità e crisi sistemica
Dopo l’ultima crisi i flussi di capitali all’interno della Ue hanno segnato un deciso trend nello spostarsi dai Paesi dell’Europa del Sud verso Germania, Francia, Belgio, Olanda o Lussemburgo, dando vita a una netta divergenza, non controbilanciata da un meccanismo di compensazione, che ha causato dal 2008 a oggi deficit finanziario, stress di liquidità e crisi di sistema in Paesi come Spagna o Portogallo e, ovviamente, Italia. Posizione divenuta “insostenibile”, secondo Gianmaria Panini, fondatore e amministratore delegato di ELVinvest, società elvetica attiva nel settore immobiliare estero, che ha affrontato l’argomento in un report intitolato “Il vero tema del Mes: le virtù e i vizi del sistema Target 2” (il cui testo completo è scaricabile dal sito di ELVinvest stessa).
Attenzione alla “spirale perversa di aspettative d’insolvenza”
Anche se i pareri non sono concordi, l’evidenza del fatto che l’Europa e l’Italia abbiano un problema di gestione del debito è sotto gli occhi di tutti. “La diffusa preoccupazione per i debiti pubblici elevati è giustificata in quanto essi sono una fonte di rischio sistemico. Anche se fondamentalmente solvibili, i Paesi fortemente indebitati sono più vulnerabili agli shock di liquidità e a valutazioni negative da parte dei mercati circa l’impegno delle autorità nazionali nel garantire la stabilità”, così si esprimeva il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, in occasione del seminario Omfif-Banca d’Italia “Future of the Euro area”, tenutosi lo scorso novembre. “I benefici contenuti e incerti di un meccanismo per la ristrutturazione del debito vanno valutati a fronte del rischio enorme che si correrebbe introducendolo: il semplice annuncio di una tale misura potrebbe innescare una spirale perversa di aspettative d’insolvenza, suscettibili di autoavverarsi”, notava ancora Visco.
Target 2, un sistema che può frenare Paesi virtuosi e non
Parlando di Mes bisogna giocoforza analizzare anche il Target 2, evoluzione del Trans-European Automated Real-Time Gross Settlement Express Transfer (Target) che ha debuttato proprio a cavallo dello scoppio della crisi dei mutui subprime (il primo Target era invece stato introdotto in occasione della nascita dell’euro, a inizio 1999). “Il Target 2 è riuscito sicuramente a evitare situazioni di crisi endemiche all’interno dell’Eurozona”, ammette Panini, che tuttavia sottolinea come parallelamente abbia “impedito di trovare una vera soluzione agli squilibri strutturali della Ue”. “A causa di contorto effetto placebo ha invece partecipato al rafforzamento di quegli squilibri che alla lunga potrebbero addirittura mettere in discussione l’idea stessa di valuta unica”, aggiunge. “Il Target 2 è un sistema a doppia perdita, visto che impedisce ai Paesi virtuosi di concretizzare la loro ricchezza e a quelli meno virtuosi di vendere le proprie merci a prezzi più competitivi, ricorrendo alla svalutazione delle loro monete come avveniva prima dell’introduzione dell’euro”, ricorda Panini, che sottolinea come paradossalmente il Target 2 oggi rappresenti un “fattore di rischio proprio per la sopravvivenza dell’euro”.
Guardare all’estero per difendersi anche dallo spettro Italexit
Scenari possibili ma improbabili? Forse, ma è sempre meglio prepararsi al peggio, soprattutto quando in gioco ci sono i risparmi di una vita. “Per cautelarsi da un Europa, e da un euro, a due velocità o da una pericolosa ipotesi di Italexit, vale sempre la regola di diversificare: in primis con le valute (quelle classiche come dollaro, sterlina o franco ma anche monete alternative come lo zloty della Polonia) e ovviamente anche dal punto di vista geografico e di tipologia d’investimento”, spiega Panini. “Noi siamo comunque convinti che l’immobiliare sia oggi più che mai una concreta opportunità d’investimento in gran parte impermeabile all’allentamento monetario in corso da tempo”, aggiunge. Salvaguardare il patrimonio senza rinunciare al rendimento, difendendosi dai rischi insiti nel Target 2. “A parte qualche rara eccezione, solo in Italia l’immobiliare non ha ancora registrato una ripresa dopo la crisi finanziaria. Scontiamo fattori strutturali depressivi, come quello demografico o la debole reddittualità. Senza dimenticarci che gli italiani con la moneta unica hanno di fatto perso interesse nel proteggere i loro patrimoni dall’inflazione. Oggi, però, gran parte dei risparmiatori assiste impotente all’erosione del capitale”, riassume Panini. “Proprio per questi motivi siamo certi che investire nel mattone all’estero sia la prima linea di difesa dalle tensioni finanziarie interne. Una scelta che offre ritorni interessanti in mercati più solidi e meno volatili anche rispetto alle Borse, troppo spesso condizionate da speculazioni di cui l’investitore privato non che può risultare vittima”, conclude Panini.
Air Italy in liquidazione, cosa succede
Air Italy è stata messa in liquidazione: lo ha deciso l’assemblea dei soci, formata dall’Aga Khan al 51% e Qatar Airways al 49%, nella giornata di ieri, a causa “delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà” riscontrate dal vettore.