I nuovi Btp Italia avranno un rendimento minimo del 2,15%

 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, ha comunicato ieri in una nota il rendimento minimo garantito a cui saranno soggetti i nuovi Btp Italia, i nuovi titoli di Stato indicizzati all’inflazione italiana, la cui vendita viene effettuata proprio in questi giorni, dal 5 all’8 Novembre 2013. 

In arrivo entro fine anno i nuovi Btp Italia

 L’annuncio è arrivato già qualche tempo fa, ma il tempo di attesa sembra essere ancora lungo. Arriveranno infatti solo entro la fine dell’anno i nuovi titoli di Stato italiani, i Btp Italia, così come annunciato dal direttore generale del Tesoro per la gestione del debito pubblico Maria Cannata.

Spread azzerato tra titoli italiani e spagnoli

 Dopo 18 mesi di inseguimento la Spagna ha raggiunto l’Italia: i titoli di stato iberici hanno adesso lo stesso valore di quelli italiani, dato che lo spread tra i due è azzerata. Il motivo principale è da trovarsi nella rinnovata instabilità politica italiana che, con un governo costantemente a rischio, non riesce a garantire un adeguato ritorno per gli investitori.

► Perché conviene acquistare Bonos

In pratica, per gli investitori internazionali non c’è differenza (sia per quanto riguarda il livello di rischio che la soglia di rendimento) tra i BTP e i Bonos, che ora hanno uno spread uguale rispetto ai titoli tedeschi: 256 punti base.

E’ fatto più che risaputo che l’Italia e la Spagna sono due tra i paesi europei che più hanno risentito della crisi, e il fatto che la Spagna abbia raggiunto l’Italia non stupisce molto gli investitori internazionali: il Belpaese aveva avuto la sua possibilità di uscire dalla crisi con l’avvento del governo Monti, ma poi i risultati non sono stati quelli sperati dagli investitori. L’Italia soffre degli stessi problemi che l’hanno portata sull’orlo del precipizio e gli investitori scappano.

Al contrario, la Spagna, nonostante il perdurare delle incertezze economiche, è riuscita a darsi un governo stabile che sta riconquistando la fiducia degli investitori internazionali.

► La tendenza europea sull’emissione di titoli di stato

L’azzeramento dello spread tra i titoli di stato italiani e quelli spagnoli è un chiaro segno della grave situazione nella quale versa ancora il paese, alla quale si aggiunge la nuova crisi di governo nata dalla questione della decadenza da parlamentare del condannato Silvio Berlusconi.

Resoconto dell’asta BTp

 Il Ministero del Tesoro, riguardo l’ultima asta dei titoli di stato italiano, era sembrato un po’ scettico. Si temeva il peggio mentre adesso di parla già di impresa riuscita. Alla fine di luglio, dal Rendiconto dell’asta Ctz avevano appreso una notizia molto positiva per il mercato tricolore, visto che nell’asta erano stati piazzati titoli per 3 miliardi di euro.

Subito dopo, con molto entusiasmo, il premier avevano promesso di lavorare sul differenziale: Letta ha promesso uno spread più basso di 50 punti entro 6 mesi. Poi sono arrivate le tensioni, legate anche alle decisioni delle banche centrali, in particolare la Federal Reserve che ha scelto di avviare il tapering in anticipo dicendo anche che il tetto del debito sarà raggiunto ad ottobre invece che a novembre.

A distanza di un mese, siamo ormai alla fine di agosto, il Tesoro torna a sorridere. I tassi dei titoli a 5 anni sono aumentati leggermente mentre i tassi dei titoli decennali sono praticamente rimasti stabili. L’Italia ha fatto il pieno nell’ultima asta mentre lo spread si è retto in equilibrio sui 250 punti e Piazza Affari ha messo a segno una performance positiva molto interessante.

La giornata di oggi, dal punto di vista finanziario, è stata importante anche per altri paesi come la Spagna che ha annunciato un calo del PIL e la Germania che ha confermato la stabilità dell’indice di disoccupazione.

In calo i rendimenti dei Titoli di Stato

 Nel mercato dei Titoli di Stato italiani si aprono interessanti possibilità di risparmio per il Paese. A partire dall’ inizio di quest’ anno, infatti, il Tesoro ha abbassato al 2,1% l’ interesse pagato su Bot e Btp, in modo tale, che se la situazione dovesse mantenersi tale, l’ Italia potrebbe arrivare a risparmiare circa 4,5 miliardi di euro di interessi sul debito nazionale.

Perchè gli USA investono nell’UE

 I paesi stabili dal punto di vista economico e politico attraggono numerosi investimenti. Chi compra titoli del debito di un paese, con un certo rendimento, sa che alla scadenza dei titoli avrà un guadagno assicurato, un guadagno che cresce all’aumentare dell’instabilità del paese.

La ripresa è vicina secondo la BCE

Il problema, in questa catena di rischi, c’è quando un paese offre dei titoli di stato ad un rendimento molto alto ma allo stesso tempo rasenta il default. La bancarotta, infatti, presuppone che non siano più pagati i rendimenti davanti ad una situazione di crisi conclamata. Il Vecchio Continente quanto a rendimenti alti e instabilità politico-finanziaria, può certamente dare lezioni. Tutta l’UE è stata pesantemente bersagliata dalla crisi.

L’esigenza di un rating imparziale

C’è da chiedersi allora perché gli investitori statunitensi siano interessati ai titoli spazzatura dell’Europa. Un dilemma che deve essere sciolto per capire meglio i trend del mercato finanziario. Le aziende europee, per esempio, nel 2013, hanno già venduto 106,6 miliardi di dollari di azioni in più rispetto all’anno precedente. Una vendita che è andata di pari passo con l’aumento del 67% delle vendite di titoli del debito spazzatura.

C’è da considerare che questi titoli sono erogati per finanziare l’attività dei privati ma i problemi si avranno soltanto a partire dal 2016 o dal 2018 quando inizieranno ad essere riscossi i rendimenti. In più, per il momento, l’attività delle banche centrali, è da considerarsi rassicurante e quindi è in grado di calmierare la situazione.

Letta promesso uno spread più basso

 Lo spread è il differenziale che c’è tra il valore dei nostri titoli di stato e quello dei titoli di stato tedeschi. Se il paese risulta affidabile dall’analisi delle condizioni economiche e finanziarie, lo spread si mantiene a livelli molto bassi, ma il paese vacilla sotto il peso dell’instabilità politica ed economica, lo spread schizza alle stelle.

Piazza Affari ha dimenticato il Cavaliere

Nonostante il processo Mediaset e le tensioni nella maggioranza di governo, la borsa sembra voler dare fiducia all’Italia e il premier, quasi congedandosi per le ferie estive, promesse che in sei mesi il differenziale si abbasserà ancora, perdendo anche 50 punti.

La BCE, d’altra parte, sta raccogliendo nell’Eurozona, tantissimi segnali positivi ed è sempre più convinta che dalla fine del 2013 e per tutto il 2014, si possa parlare tranquillamente di ripresa. La Banca Centrale, come già detto con il famoso discorso di Londra, è pronta a mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione.

Se la Merkel vincesse di nuovo in Germania

Poi a settembre, necessariamente cambieranno degli equilibri in Europa visto che si voterà in Germania e visto che la FED ha deciso d’iniziare con la riduzione degli aiuti agli Stati Uniti. L’obiettivo che l’Italia ha per settembre, è quello di portare lo spread a 200 punti.

La ripresa è iniziata, questo è il messaggio, ma va sostenuta.

Rendiconto dell’asta Ctz

 La scorsa settimana finanziaria si è chiusa con una serie di notizie interessanti. Una che ha riscosso molto interesse è quella relativa all’asta dei Ctz per i quali il rendimento è sceso al di sotto del 2 per cento. Ecco una panoramica riassuntiva per affrontare al meglio la nuova settimana.

Aiuti greci a rischio per via del FMI

Le borse, nella settimana passata, hanno preso nota dei dati trimestrali di Samsung che ha deluso le aspettative degli investitori, notificando un calo nelle vendite degli smartphone. A livello valutario ci sono stati dei movimenti che hanno finito per avvantaggiare la borsa di Tokyo.

In Europa, infatti, i listini hanno chiuso i conti in modo molto contrastato. Per quel che riguarda l’Italia, il valore del Ftse Mib è praticamente rimasto invariato. Per il nostro paese, quindi, la buona notizia è arrivata dal ministero del Tesoro che ha dichiarato di aver venduto ben 3 miliardi di titoli con una domanda in crescita.

L’Italia riparte dai BOT

L’asta dei Ctz si è chiusa con una crescita delle richieste a testimonianza del fatto che siamo un paese finanziariamente ancora degno di fiducia, in più i rendimenti delle obbligazioni sono scesi sotto la soglia del 2 per cento senza andare a modificare la situazione di equilibrio che si è creata nel mercato azionario.

La divisa del Vecchio Continente, intanto, è arrivata ad 1,33 sul dollaro.

Aiuti greci a rischio per via del FMI

 La Grecia sta per uscire dalla crisi e dopo aver passato il momento peggiore, adesso è pronta per tornare sui mercati, anche con anticipo rispetto alle previsioni. Se si pensa che anche il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto gli errori compiuti nei confronti di Atene, si capisce che il paese europeo sull’orlo del default, ha fatto più di quanto fosse nelle sue capacità.

La Grecia reagisce al mea culpa del FMI

Adesso però, messe in un angolo le buone notizie, si torna a temere per una ricaduta dell’economia greca. A lanciare l’allarme sono ancora una volta i media americani. Sulle colonne del Financial Times, infatti, è venuto fuori il grido del Fondo Monetario che minaccia di non inviare più denaro in questa porzione di Europa.

In particolare il FMI ha spiegato che il mese prossimo sospenderà tutti i versamenti se i governi europei non riusciranno a coprire un nuovo buco venuto fuori dal piano di finanziamenti e consistente in circa 3-4 miliardi di euro.

Per la Grecia si parla di successo

Il piano di salvataggio di Atene potrebbe dunque subire una nuova interruzione che eviterebbe di portare a compimento il piano di finanziamenti complessivi di 172 miliardi di euro. Tutto si lega alla mancata attuazione di una serie di riforme concordate da tempo con il governo greco, per esempio le privatizzazioni e al rifiuto di alcune banche centrali di acquistare bond greci.