Maternità e assegni famigliari, i nuovi importi per il 2014

 Ogni anno l’Inps provvede a rivalutare gli importi delle sue prestazioni in base all’aumento dei prezzi al consumo registrati dall’Istat, che nel periodo compreso tra gennaio 2012-dicembre 2012 ed il periodo gennaio 2013-dicembre 2013, ha registrato un aumento dei prezzi pari all’1,10%.

In base a questa percentuale sono stati stabiliti i nuovi importi economici massimo percepibili per il lavoro accessorio e le prestazioni a sostegno della famiglia, nello specifico gli assegni familiari e la maternità.

Lavoro accessorio, gli importi 2014

 L’Inps ha diramato oggi una circolare, la n. 28 del 26 febbraio 2014, in cui indica i nuovi importi relativi al lavoro accessorio per il 2014 definiti in base alla rivalutazione annuale dell’Istat.

Squinzi, Confindustria: “liberarsi dalla burocrazia”

 Il presidente di Confindustria commenta la reazione del governo alle richieste degli imprenditori: ”E’ stata fatta una buona analisi ma non sono state date le risposte che ci attendevamo. Dateci un Paese normale e vi faremo vedere di cosa siamo capaci”. Parte da Torino la marcia digitale dei 40mila. Bce: la ripresa è ancora a rischio. Italia al top per disoccupazione giovanile. Fmi avverte: caos giustizia in Italia. “Rallenta la crescita nel Belpaese”

Aumentano le sanzioni per il lavoro nero

 Il governo Letta, prima di cedere alle pressioni del PD, ha dato vita al Decreto Destinazione Italia, un decreto che riguarda molti temi dell’economia del paese, primo tra il lavoro. Nello specifico parliamo di lavoro nero e delle nuove sanzioni, riviste al rialzo, per le aziende che vengono colte sul fatto.

Con questo decreto, quindi, si mira a rendere meno appetibile per le imprese il non regolarizzare i nuovi rapporti di lavoro e sono stati apportati dei sostanziali cambiamenti che riguardano l’orario di lavoro, il mancato riposo settimanale e i lavoratori assunti senza contratto.

Anche Yahoo, fugge dall’Italia

 Yahoo! Va via dall’Italia e si trasferisce a Dublino. Il colosso del web che ha determinato di riordinare le proprie attività europee dice che le troppe tasse però non c’entrano.

Assistenti sociali, come sono regolati i compensi

 Con la pubblicazione del decreto n. 106/2013 sulla Gazzetta Ufficiale in data 23 settembre 2013 sono stati fissati i parametri per la determinazione delle competenze e del relativo compenso per notai, assistenti sociali ed attuari.

Come aderire al regime fiscale opzionale della “tonnage tax” dell’Agenzia delle Entrate

Per quanto riguarda più nello specifico gli assistenti sociali – i circa 6.000/7.000 assistenti che esercitano la libera professione in Italia, su un totale di 40.000 iscritti all’albo – questo provvedimento dà finalmente una codificazione chiara e univoca delle attività previste dalla professione istituita nel 1993 e permette ai professionisti per dirimere le questioni giuridiche.

Per quanto riguarda le competenze, il decreto definisce 5 specifiche aree di intervento per la professione di assistente sociale:

Area Relazionale;
Area Gruppi e Comunità;
Area Didattico-Formativa;
Area Studio e Ricerca;
Area Progettuale-Programmatoria e di amministrazione dei servizi.

>  Come diventare revisori contabili

Per quanto riguarda i compensi previsti per chi esercita la libera professione di assistente sociale, il decreto ha definito i livelli del costo delle prestazioni in base all’importo medio di riferimento dell’intervento (quantificazione monetaria della prestazione professionale), che può però variare (sia aumentando che diminuendo) in base a:

– importanza delle questioni trattate, tenuto conto degli interessi sostanziali sui quali incide la prestazione professionale;
– rilevanza patrimoniale dei progetti o dei programmi indicati nella tabella A;
– complessità della prestazione tenuto conto dell’impegno profuso anche in termini di tempo dedicato, della presenza di questioni – – – – tecniche di particolare difficoltà o tenuità, della necessità di operare in situazioni ambientali disagiate;
– urgenza della prestazione;
– natura di ente pubblico o privato, per categorie omogenee di soggetti, del cliente.

 

Come diventare revisori contabili

 In un post pubblicato in precedenza abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino i cosiddetti revisori legali o revisori contabili, esperti che si occupano di tutto ciò che riguarda la contabilità e il bilancio nel mondo delle attività produttive e finanziarie. 

Come accedere agli incentivi per l’occupazione femminile

 Con la Riforma Fornero sono stati previsti degli incentivi alle aziende che assumono donne disoccupate da almeno sei mesi, che consistono in uno sgravio contributivo del 50%.

L’accesso agli incentivi è sottoposto al possesso di determinati requisiti sia da parte dell’azienda che assume sia da chi è assunto, che sono stati definitivamente definiti dal Governo con la pubblicazione della nota 43956 del 26 giugno 2013, la quale specifica quali sono i settori interessati.

 Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

I settori interessati agli incentivi per l’occupazione femminile

Potranno accedere agli sgravi contributivi previsti dalla Riforma Fornero come incentivo all’occupazione femminile solo le aziende e le imprese il cui settore i attività sia caratterizzato da un tasso di disparità occupazionale tra uomo e donna superiore di almeno il 25% della media nazionale calcolata sui parametri forniti dall’Istat relativi all’anno 2011.

► Requisiti per le agevolazioni all’assunzione di donne disoccupate over 50

I requisiti per l’accesso agli incentivi all’occupazione femminile

Gli incentivi saranno concessi solo alle aziende e alle imprese che, oltre a rientrare nei settori sopra definiti, assumo donne:

1. di qualsiasi età, residenti in area svantaggiata e prive di occupazione regolarmente retribuita da almeno dei mesi;

2. di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi.

► I requisiti per l’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di giovani disoccupati

La durata degli incentivi

Ricordiamo, inoltre, che la durata degli sgravi contributivi per le aziende è definita in base al tipo di contratto di assunzione:

– 12 mesi per i contratti a termine e somministrazione;

  • – 18 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e

per i contratti a termine trasformati in rapporti a tempo indeterminato.

 

Cosa sono gli assegni famigliari

 Assegni familiari – Cosa sono e chi ne ha diritto

Per chi ha figli  coniuge a carico che non svolgono attività lavorativa, l’Inps contribuisce al sostentamento della famiglia con appositi assegni. Ecco chi può richiederli e come.

L’INPS ha previsto diverse forme di sostegno per le famiglie italiane. Tra queste prestazioni ci sono due tipi di assegni, che spesso sono confusi per la somiglianza del loro nome: gli assegni al nucleo famigliare e gli assegni familiari.

Le due prestazioni sono molto diverse tra di loro e riguardano diverse categorie di lavoratori. Dopo esserci occupati degli Assegni al nucleo famigliaredi chi ne ha diritto e delle procedure per ottenerli, vediamo di cosa si parliamo quando parliamo di assegni famigliari.

► Come richiedere il sussidio di disoccupazione INPS

Gli assegni familiari sono una tipologia di contributo previdenziale che l’Inps eroga a favore dei contribuenti che hanno il coniuge e i figli (o il figlio) a carico, ossia che non percepiscono reddito. Per ognuno dei componenti della famiglia che non svolge attività lavorativa, l’Inps erogherà il contributo previsto.

Chi ha diritto agli assegni familiari?

Possono fare richiesta per gli assegni familiari le seguenti categorie di contribuenti:

– coltivatori diretti, coloni e mezzadri;

– piccoli coltivatori diretti;

– titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri).

Per quali familiari si può richiedere l’assegno familiare?

L’assegno familiare può essere richiesto per le seguenti tipologie di familiari, purché siano a carico:

– coniuge, anche se separato,

– figli ed equiparati;

– fratelli, sorelle, nipoti, conviventi;

– ascendenti (genitori, nonni, ecc..) ed equiparati, (a condizione che il richiedente sia un piccolo coltivatore diretto.)

– familiari di cittadini stranieri residenti in Paesi con i quali esista una convenzione internazionale in materia di trattamenti di famiglia.

► Assegno al nucleo familiare – Cos’è e chi ne ha diritto

Come si fa la richiesta per l’assegno familiare?

La domanda per l’erogazione del contributo deve essere fatta all’Inps tramite:

1. Sito Web dell’Inps se in possesso di un codice PIN

2. Contact Center al numero verde 803164 gratuito da rete fissa o al numero 06164164 da rete mobile a pagamento

3. Patronati.

 

Assegno al nucleo familiare – Cos’è e chi ne ha diritto

 L’assegno al nucleo famigliare – ANF – è stato introdotto in Italia con le legge n. 153 del 1988 che prevede che sia l’INPS a erogare un determinato contributo alle famiglie di lavoratori dipendenti o di titolari di una prestazione pensionistica Inps che si trovano in difficoltà economica.

► Come richiedere il sussidio di disoccupazione INPS

Chi ha diritto all’assegno al nucleo familiare

Partendo dal presupposto che l’assegno al nucleo famigliare è una prestazione dell’Inps alla quale possono accedere tutti i possessori di un reddito da lavoro dipendente, da pensione o altro tipo di rendita, che rientrano in determinate fasce reddituali che ogni anno sono stabilite dal governo in base alle risorse disponibili.

Prima di procedere alla disamina dei casi particolari, ricordiamo che l’assegno è concesso solo nel caso in cui il reddito da lavoro dipendente, pensione o da altre prestazioni sia pari ad almeno il 70% dell’intero reddito familiare.

Hanno diritto all’assegno al nucleo familiare le seguenti categorie di lavoratori:

– dipendenti in attività;

– disoccupati indennizzati;

– cassintegrati;

– in mobilità e impiegati in lavori socialmente utili;

– assenti per malattia o maternità;

– richiamati alle armi;

– in aspettativa per cariche pubbliche elettive e sindacali;

– dell’industria o marittimi in congedo matrimoniale.

Possono fare richiesta dell’assegno al nucleo famigliare anche:

– le persone assistite per tubercolosi;

– i pensionati ex lavoratori dipendenti;

– i caratisti imbarcati sulla nave da loro stessi armata, agli armatori e ai proprietari armatori;

– i soci di cooperative.

► Cosa sono gli assegni famigliari

Come si richiede l’assegno al nucleo famigliare?

Per ottenere dall’Inps l’assegno al nucleo famigliare il contribuente deve necessariamente farne richiesta, con il modulo ANF/DIP dell’INPS, a:

– datore di lavoro, se lavoratore dipendente.

– INPS, in caso di addetti ai servizi domestici, operai agricoli dipendenti a tempo determinato, lavoratori iscritti alla gestione separata.