La Corte dei Conti richiede un tempestivo risanamento dei fondi pensione

 Due le priorità evidenziate dal referto della Corte dei Conti per quanto riguarda la gestione dei fondi pensionistici  dell’Inps: in primo luogo un controllo più attento delle conseguenze che le riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria hanno sulla spesa pensionistica, in secondo luogo la necessità di ripensare la previdenza integrativa e complementare.

Sono i fondi pensione complementari a preoccupare in modo particolare la Corte, in quanto l’adesione a queste forme di previdenza integrativa sono a livelli molto bassi tra i lavoratori dipendenti italiani, con una percentuale che si assesta intorno al 127% del totale.

Le misure intraprese dal governo in tal senso, come l’abbassamento dei tassi di sostituzione tra l’ultimo stipendio e il primo assegno pensionistico, non si sono dimostrate efficaci per incentivare i dipendenti a intraprendere questa strada. Il report della Corte dei Conti è un invito piuttosto perentorio al Governo: è necessario educare e informare i lavoratori sulla previdenza integrativa, come già succede da molti anni in diversi paesi d’Europa, anche attraverso un ripensamento dell’offerta previdenziale, che dovrebbe risultare più chiara e univoca.

Solo grazie ad una riduzione della parcellizzazione dell’offerta, che per ora è spalmata su proposte troppo spesso in contrasto (piani individuali pensionistici (Pip), fondi negoziali e di categoria), si potranno convincere i lavoratoti dipendenti ad assicurarsi una adeguata copertura pensionistica.

Esodati: diatriba Parlamento e Governo crea confusione

La Commissione Lavoro, per prima, approva l’emendamento alla legge di Stabilità, quindi le garanzie per gli esodati sembrano esserci. Poi la commissione Bilancio della Camera blocca lo stesso emendamento, che giudica inammissibile, quindi le garanzie non ci sono.

Poi, ancora, il ministro Fornero, parla di coperture per almeno 140mila esodati, che dovrebbero arrivare sempre attraverso la stessa legge di stabilità.

Il problema è sempre lo stesso, cioè la mancanza di una adeguata copertura finanziaria per le garanzie, emersa solo al momento del passaggio delle proposte di emendamento in commissione bilancio, che ha portato al blocco degli stessi, in particolare quelli riguardanti la ricongiunzione contributiva onerosa e l’allargamento delle categorie di esodati tutelati.

La notizia che ha dato nuove speranze a tutti i lavoratori che, loro malgrado, si sono venuti a trovare in questa situazione è arrivata in queste ore dal ministro del Welfare Elsa Fornero, secondo la quale le garanzie potrebbero essere estese a 140.000 persone. Anche in questo caso, però, la smentita non ha tardato ad arrivare: è il capogruppo del Pd in commissione Lavoro Cesare Damiano che avverte che la possibilità delle’estensione delle garanzie deve essere annunciata solo quando sia il Governo che l’Inps avranno i numeri esatti degli accordi di mobilità stipulati nel 2011.

 

Ottobre: più cassa integrazione, meno domande di disoccupazione

 La richiesta di ore di ore di cassa integrazione hanno nuovamente subito un netto rialzo per il mese di ottobre, dopo il lieve calo che si era registrato nel mese precedente.

I dati pubblicati dall’Inps non lasciano dubbi: nel mese appena concluso si è registrato un aumento del 19,3% della richiesta di ore di cassa integrazione rispetto a settembre (le ore richieste sono state ben 103 milioni), dato che si fa ancora più allarmante se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente, confronto dal quale emerge un +20,6%.

L’Inps stima che entro la fine di questo anno le richieste potrebbero arrivare a superare il miliardo di ore, dal momento che già nei primi 10 mesi del 2012 le richieste sono arrivate a 895 milioni di ore, e il trend occupazionale e produttivo del nostro paese non è in crescita.

Ma, sempre secondo quanto emerge dai dati Inps, le domande di disoccupazione sono diminuite di circa 3,5 percentuali rispetto a settembre del 2011 (108.080 domande del settembre 2011 contro le 104.291 di questo anno). Anche i sussidi di mobilità hanno registrato una certa diminuzione: dalle 9.717 richieste presentate a settembre 2011 alle 9.152 di settembre 2012 (-5,8%).

Nel complesso però, per quanto riguarda disoccupazione e mobilità, i primi 9 mesi del 2012 hanno fatto registrare un peggioramento generalizzato della situazione del mercato del lavoro, con +2,0% di domande di disoccupazione e +4,5% di quelle di mobilità.

Opportunità di lavoro nella Green Economy

Nuove professioni aprono interessanti prospettive per il mercato del lavoro in Italia: grazie alla Green Economy, nei prossimi tre anni,  la disoccupazione potrebbe scendere di qualche punto con la creazione di circa centomila posti di lavoro entro i prossimi tre anni.

Reimpiego: l’Europa è divisa a metà

Quanto tempo occorre per trovare un’altra occupazione in caso di perdita del posto di lavoro? La risposta in Europa non è univoca e oscilla dai 7 mesi della Germania fino ad arrivare ai 15 necessari per iniziare di nuovo a lavorare in Italia.