Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina ha annunciato che sono state trovate nuove risorse per le coperture degli esodati. Con un emendamento del governo alla Legge di stabilità ancora in discussione è stato deciso lo stanziamento di 950 milioni fino al 2020 per altri 17mila esodati da salvaguardare.
Pensioni
Pensioni, interviene il Ministro Giovannini
Si parla dell’eliminazione della busta arancione e del nuovo emendamento per la gestione dei conti Inps, ma non si fa nulla per ‘rispondere’ al monito della Commissione europea che ha richiamato l’Italia in merito alla differenza di trattamento di anni contributivi necessari per la pensione tra uomini e donne.
Pensioni anzianità sono troppo basse
A porre l’attenzione sul sistema previdenziale italiano e lanciare un nuovo allarme, dopo Ocse e Corte dei Conti, è l’Eurostat. L’Eurostat punta il dito contro il valore, troppo basso, degli assegni pensionistici rilevando che quasi la metà dei pensionati Inps, il 45,2%, percepisce una pensione inferiore a 1.000 euro al mese.
Esodati, le ultime novità dalla legge di Stabilità
Il problema degli esodati è ancora è ancora fonte di discussioni senza che si sia ancora trovata una soluzione definitiva. Il vero problema è che se non si interviene subito la situazione potrebbe anche peggiorare. A intervenire per reclamare nuovamente da parte del governo un maggiore impegno in tal senso è stato nuovamente Cesare Damiano il presidente della Commissione Lavoro.
Ocse, nuovo allarme per le pensioni e i precari
I giovani italiani conoscono bene la loro situazione lavorativa e previdenziale: il lavoro scarseggia ed è sempre più precario, oltre che mal pagato, e il sistema pensionistico del paese, così come è stato riformato dalla Fornero, non garantirà loro una pensione dignitosa per la loro vecchiaia.
Il problema è che, anche se il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo, ha reso più sostenibile la previdenza per il paese, almeno sul breve termine, le effettive condizioni lavorative dei giovani non permettono di accumulare contributi utili allo scopo. L’allarme sul futuro dei precari e del welfare stesso l’ha lanciato l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che evidenzia la possibile presenza di effetti distorsivi sul lungo periodo.
La situazione è grave a livello globale, ma in Italia la situazione sembra essere particolarmente allarmante. Se, infatti, grazie alla riforma Fornero si è cercato di salvare l’Inps dal fallimento, il passaggio dal retributivo al contributivo mette a rischio il futuro di tutti coloro che oggi sono precari o senza lavoro (ad ottobre 2013 i disoccupati in Italia hanno raggiunto i 3 milioni).
Ciò che potrebbe accadere secondo le previsioni dell’Ocse se il sistema non verrà ridisegnato in base alle nuove esigenze, è che i giovani di oggi, che hanno di fronte una carriera professionale con stipendi più bassi dei loro genitori e anche meno sicura, non arriveranno mai a raggiungere i requisiti pensionistici richiesti per avere una pensione decorosa.
Il problema, secondo l’Ocse, non è solo nella mancanza di fondi da destinare al welfare, ma, in special modo in Italia, è l’età pensionistica troppo bassa e la scarsa inclusione nel mondo del lavoro della fascia di età compresa tra i 55 e i 64 anni.