Conte, no al Mes, sì al recovery fund

Ancora una volta, nel corso di questa settimana, parlando con i giornalisti di diverse testate nazionali il premier Giuseppe Conte ha sottolineato come il suo obiettivo per la ripresa dell’Italia non risieda nell’uso del Mes ma in quello del recovery fund da 500 miliardi messo a disposizione dalla Commissione Europea.

Piemonte: l’ospedale di Verduno diventa ‘Covid Hospital’

L’ospedale di Verduno, in provincia di Cuneo, è stato un centro di riferimento di tutto il Piemonte per l’emergenza coronavirus.

La struttura era ancora in fase di completamento e l’apertura era in programma a fine maggio, ma in piena emergenza Covid-19 c’è stata una accelerazione dei lavori e il 30 marzo il nuovo ospedale era già in funzione e ha ospitato i primi pazienti positivi.

La Direzione Lavori guidata da AICOM, società di ingegneria privata, ha lavorato intensamente, con il supporto di tutti gli stakeholder interessati, per garantire lo start up operativo dell’Ospedale nel rispetto del progetto e della normativa vigente.

“L’attività – è il commento di AICOM – è stata particolarmente complessa in quanto il progetto è stato adeguato alle nuove norme nazionali ed europee, tra cui adeguamento del lay-out sanitario agli attuali requisiti minimi strutturali; adeguamento alla normativa sismica e alle nuove norme del settore impiantistico”.

Il complesso ospedaliero, di otto piani, è costruito su un’area di 220.000 mq per un totale 3.200 ambienti e 1.020 posti auto ed ha una superficie coperta complessiva di circa 110.000 mq. I posti letto predisposti in fase di emergenza sono stati circa 30 in terapia intensiva e circa 130 in sub-intensiva, con potenzialità di ampliamento.

La Regione Piemonte ha messo in campo tutte le energie e le professionalità per garantire l’apertura in tempi brevissimi dell’Ospedale.

Il nuovo complesso ospedaliero dispone di tutte le più moderne ed innovative soluzioni tecnologiche: è dotato di un sistema di trasporto automatizzato pesante (AGV) a guida laser per la movimentazione di materiale sanitario, pasti, stoviglie, lenzuola dai magazzini centrali ai reparti ospedalieri ubicati ai vari livelli attraverso i montacarichi. Questo consente al personale di trascorrere più tempo con i pazienti.

La struttura è stata realizzata grazie alla grande generosità degli imprenditori e dei cittadini di Langhe e Roero che, attraverso la Fondazione nata per il nuovo ospedale, hanno investito milioni di euro e lavoro perché potesse essere finalmente completata.

Bonus 600 euro INPS: ragioni del rifiuto

Nell’attesa di comprendere quali saranno i particolari relativi all’erogazione del contributo alle partite Iva nel mese di aprile per l’emergenza di Coronavirus cerchiamo di capire quali sono state le ragioni del rifiuto della domanda per il bonus 600 euro INPS del mese scorso.

Soddisfazione di Fincantieri per il completamento “in sicurezza” del nuovo ponte di Genova

Il completamento del nuovo Ponte di Genova ha riempito di orgoglio tutta l’Italia. Si tratta di un’opera lunga i 1.067 metri e realizzata in un anno. Grazie a questo nuovo viadotto è stato possibile ricongiungere di nuovo i tronconi della A10, interrotti il 14 agosto del 2018 dal disastroso crollo del ponte Morandi.

Le utilizzate 17.400 tonnellate d’acciaio utilizzate per la sua costruzione, sono state forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia e hanno visto al lavoro più di 800 persone.

In una intervista rilasciata al “Il Secolo XIX”, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono in merito alla tempistica sostiene: “È vero: fare le cose per bene dovrebbe essere la normalità, e lo è per molti. Guardiamo cosa stanno facendo in questo momento tutti i professionisti della sanità. Certo, curare le persone è la loro responsabilità, ma siamo senza parole per lo spirito di abnegazione e per la cura verso il prossimo con cui lo stanno facendo”.

“Il miracolo – prosegue – non è stato fare bene il ponte, ma farlo rapidamente, senza per questo venir meno agli standard di qualità e di sicurezza. È stato necessario semplificare le procedure ordinarie e affidarsi a una azienda solida come la nostra, che ha un patrimonio di risorse gestionali, ingegneristiche e tecnologiche in grado di sostenere questa e altre responsabilità. La costruzione di navi non lascia spazio a nemmeno un giorno di ritardo”.

Proprio nel settore della cantieristica navale Fincantieri è il più importante e complesso cantiere navale d’Europa e il 4º del mondo. Solo nel 2019, come ha dichiarato l’Amministratore delegato, Fincantieri ha consegnato 26, tra cui 8 tra navi da crociera ed expedition cruise, e 3 navi militari, oltre ad averne varate altrettante per la Marina militare italiana.

“Questi standard operativi traslati nella realizzazione del ponte – dice Bono – hanno fatto gridare al miracolo in un paese abituato ad aspettare anni e anni per il compimento di infrastrutture strategiche”.

“Un’opera simile – aggiunge – è di per sé stessa molto complessa, ma non ci sono stati aspetti che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo fatto fronte a imprevisti e rallentamenti esogeni, dall’attesa delle aree dove è stato demolito quel che rimaneva del Morandi al maltempo, che talvolta ha impedito di effettuare determinate lavorazioni o ha influenzato il ritmo dei trasporti via mare dallo stabilimento di Stabia e, non ultima, l’emergenza pandemica. In ogni caso, ogni giorno, si è lavorato per far sì che nessuno di questi elementi incidesse sui tempi di realizzazione”.

Il ponte di Genova può essere un esempio per far ripartire le opere in Italia e realizzarle in tempi brevi. Su questo Giuseppe Bono precisa: “Le regole, nella maggior parte dei casi, nascono con un buon intento. Tutte devono però confrontarsi con la realtà su cui vanno a incidere. Guardiamo alla disciplina europea sulla concorrenza: quand’è nata era ispirata a principi condivisibili, ora rischia di essere un ostacolo alla nascita dei campioni industriali europei, un handicap sul piano geo-economico per l’intero continente”.

“Quello che stiamo vivendo in queste settimane – aggiunge – ci ha insegnato cosa significa per un paese la mancanza di produzioni strategiche. Il modello Genova è stato testato sul campo, in condizioni straordinarie, e indica la strada da seguire per semplificare, anche in situazioni più ordinarie”.

L’attività di Fincantieri ha dato chiara prova che il Gruppo si sta affermando anche in settori che non fanno parte della navalmeccanica e su questo la risposta di Bono è stata: “Se un gruppo industriale solido come il nostro sviluppa con serietà e competenza nuove tecnologie, ha poi la possibilità di esportarle in altri settori. E’ quello che abbiamo fatto con l’acciaio, dalle navi alle infrastrutture, e anche con le tecnologie del ponte: sensori, robotica per la manutenzione, pannelli fotovoltaici che lo alimentano, tutti sistemi sviluppati a chilometro zero dalle nostre controllate genovesi Seastema e Cetena”.

Bonus 600 euro Inps ecco quando verrà pagato

Bonus di 600 euro Inps in arrivo da questa settimana, almeno stando a quel che ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nel corso di un intervento presso il TG3 dove ha parlato delle principali questioni economiche riguardanti l’Italia.

Cookies Digital: un 2019 in grande crescita e si prevede un 2020 altrettanto super

Il 2019 è stato un anno difficile da dimenticare eppure si aprono le porte di un 2020 che potrà riservare ancora parecchie soddisfazioni di livello: stiamo parlando di Cookies Digital, una media agency che fa parte del gruppo Cookies Factory e che gestisce le campagne pubblicitarie della divisione B2B e B2C.

Tantissimi meriti per questo straordinario successo sono dovuti anche al grande lavoro che è stato portato a termine da parte di un team buyer estremamente ricco di competenze tecniche quando si parla di acquisizione di utenti sul mobile online. Si sono rivelati molto positivi anche gli investimenti che sono stati approntati l’anno scorso ma, più in generale negli ultimi tre anni, con Cookies Digital che ha offerto sempre molteplici soluzioni di alta tecnologia che si sono dimostrate non solo valide, ma anche efficaci in riferimento sia all’analisi dei dati che all’ottimizzazione di ogni tipo di prestazione in merito alle campagne di pubblicità digitale.

Uno dei fiori all’occhiello dell’attività recente di Cookies Digital è stato senz’altro quello di produrre oltre il 95% del suo fatturato direttamente all’estero. Non è più un mistero, ormai, infatti, che l’azienda sia riuscita a fare di vari mercati europei un vero e proprio punto di forza, riuscendo a penetrare in maniera efficace anche all’interno dei mercati africani e di diversi mercati in Medio Oriente. È evidente come la differenza l’abbia fatta l’ampia gamma di prodotti di digital entertainment proposti, sviluppati in collaborazione con le più importanti società di telefonia mobile internazionale. Hanno dato i loro frutti anche le varie campagne pubblicitarie che sono state lanciate con l’obiettivo di acquisire sempre più clientela sulle diverse piattaforme mobile. Gli ultimi dodici mesi sono da incorniciare, quindi, per la notevole espansione su mercati esteri, considerando come Cookies Digital sia riuscita a proporre i suoi servizi anche in altri cinque Paesi: Polonia, Bahrain, Tunisia, Madagascar e Botswana.

Traffico online di qualità

Nell’ultimo anno uno dei principali obiettivi di Cookies Digital è stato anche quello di concentrarsi il più possibile sull’innalzamento della qualità del traffico online che viene acquistato non solo per promuovere i prodotti proprietari, ma anche per la pubblicizzazione dei prodotti dei partner che hanno scelto di porre i propri investimenti media attraverso le competenze di Cookies Digital.

Da tutta questa grande attività di sviluppo della qualità del traffico online sono due i fattori che sono emersi in modo principale. Il primo è quello relativo agli investimenti su Google Ads, che hanno subito una sterzata verso l’alto di tutto rispetto. È vero, d’altra parte, che già nel 2018 Cookies Digital poteva contare sulla certificazione Google Partner. Gli investimenti totali hanno superato ampiamente i 3,5 milioni di euro nel corso degli ultimi dodici mesi, raggiungendo il picco dell’81% del media spending della società.

Un altro fattore che si è rivelato di sicuro interesse è rappresentato dalla scelta di Cookies Factory di entrare a far parte del capitale sociale di aziende che operano all’estero. In modo particolare, l’investimento fatto nel 2019 per acquisire delle quote di minoranza del gruppo spagnolo Opticks è stato molto importante, soprattutto sotto il profilo strategico, visto che l’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza del traffico mobile rispetto alle frodi online, che rappresentano sempre un ostacolo sia per il settore del mobile VAS che per il mercato dell’advertising nel suo complesso.

Da notare anche il raggiungimento della posizione numero 26 nella classifica di crescita 2020 stilata da Il Sole 24 Ore e da Statista, con un tasso di crescita che si è aggirato intorno al 98,37% nel periodo compreso tra 2015 e 2018.

Dal 2019 al 2020: ecco quali sono gli obiettivi fissati da perseguire

E se il 2019 è stato ricco di tanti traguardi raggiunti e previsioni superate alla grande, ecco che il 2020 si appresta a seguire il medesimo destino.

Prima di tutto, Cookies Digital ha l’obiettivo di perseguire la propria attività espansiva all’estero: il focus sarà quello di concentrarsi sui nuovi mercati, nello specifico quelli asiatici, adottando strategie mirate e più efficaci. Un perfetto esempio di tale obiettivo è rappresentato dal fatto che i vari prodotti di digital entertainment verranno ben presto proposti anche su tanti altri mercati, in primis quello della Cambogia.

Al tempo stesso, ci sarà da lavorare per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e all’avanguardia, in grado di ottimizzare ancora di più le attività di acquisizione di traffico programmatic/RTB. Come se non bastasse, il 2020 potrà riservare ancora importanti novità per quanto riguarda la valutazione di entrare nel capitale sociale di società straniere, rimanendo ovviamente sempre all’interno del comparto della pubblicità su device mobili.

L’anno che ha da poco preso il via sarà molto importante anche perché è in fase di costruzione un team specifico che si occuperà di realizzare degli innovativi prodotti digitali, focalizzando la propria attenzione sue due comparti in modo particolare che stanno dimostrando una crescita impressionante negli ultimi anni, ovvero quello degli eSports e quello della Salute e del benessere.

Naviris vede la luce, ecco la joint venture tra Naval Group e Fincantieri

È finalmente diventata operativa Naviris: si tratta della joint venture 50/50 che è sorta dalla collaborazione tra Fincantieri e il gruppo di origini transalpine Naval Group. È stata stabilita anche la sede principale della nuova società, che si tratta di Genova, mentre ci sarà spazio anche per una controllata a Ollioules. L’attività principale di Naviris sarà quella di occuparsi in modo specifico di progetti bilaterali, ma anche di operazioni legate all’export.

Naviris non è altro che il frutto naturale di una collaborazione storica tra i due colossi: sono oltre vent’anni che va avanti la partnership tra Naval Group e Fincantieri ed era arrivato il momento di finalizzarla in qualcosa di ancora più solida. Delle relazioni commerciali tra questi due gruppi che hanno portato in dote un gran numero di successi, a partire già dagli anni Novanta. In quel periodo, infatti, ebbe un notevole apprezzamento il piano di cacciatorpediniere per la difesa aerea Horizon, con la presenza di quattro navi, ma anche le venti navi che hanno fatto parte del piano di fregate multi-missione FREMM, attivato nel 2005.

Importanti anche le nomine che hanno accompagnato questo primo processo di nascita di Naviris. Infatti, per rimarcare ancora di più il progetto comune a livello strategico e di sviluppo, i due colossi hanno voluto spartirsi ruoli e responsabilità in questo modo: Giuseppe Bono è stato assegnato alla presidenza della joint venture, mentre Hervé Guillou è diventato membro del Consiglio di amministrazione. Saranno però altri due i ruoli ancora più importanti a livello operativo, dato che la guida della società è finita nelle mani di Enrico Bonetti, che è stato nominato Chief Operational Officer, e di Claude Centofanti, che è stato scelto come Chef Executive Officer.

Sia Bonetti che Centofanti hanno voluto sottolineare, nel primo discorso insieme, quanto sia stato importante il supporto che è stato garantito sia dal governo italiano che da quello francese per poter sviluppare in maniera efficace questo progetto. È chiaro che l’obiettivo di Naviris sia quello di affermarsi come uno dei punti di riferimento nell’ambito della difesa navale europea. In che modo? Attingendo a risorse e competenze comune tra i due marchi, senza però abbandonare i fattori di differenziazione che sono perdurati fino ad ora. Al tempo stesso, ci sarà una combinazione di capacità e competenze, dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo, che indubbiamente potrà fare la differenza, soprattutto a livello di offerta di prodotti proposta nei confronti dei clienti.

AICOM investe nella Divisione Security

“Da oltre 10 anni AICOM si è dotata di una Divisione di Security, certificata secondo i principali standard internazionali di settore, in grado di sviluppare e coordinare progetti su larga scala, facendo affidamento sulla propria organizzazione interna e su un qualificato network di specialisti”.

A raccontare in una intervista l’importante realtà di cui si è dotata la società di ingegneria privata, sono Daniele Viticchi e Lorenzo Pagliazzi, che guidano aziendalmente la Divisione Security e Telecomunicazioni.

“La divisione Security – spiegano – si rivolge ai Primari Gruppi Italiani in ambito Industriale, Civile, Difesa, Finanza, Logistica, Oil&Gas. La natura dei servizi forniti in questo settore consente di poter intervenire su ambiti quali Porti, Aeroporti, Siti Industriali, siti Civili e Militari, Infrastrutture Critiche in genere, Tower Building, Main Building Direzionali. L’esperienza di AICOM porta a ritenere che l’interlocuzione con le funzioni aziendali più adeguate a poter trattare i temi legati alla Security, debba avvenire con Corporate Security, Chief Security Officer, Security Manager, Building Manager, Safety Manager”.

Centrale in AICOM, nata all’inizio degli anni ’90 per volontà dell’ing. Mauro Tanzi, il settore della cybersecurity, riflettori accessi da anni in quanto in AICOM è emersa l’esigenza di offrire alla propria Clientela dei “servizi di consulenza e progettazione nell’ambito della sicurezza che non fossero più disgiunti tra fisica e logica”.

Dal momento che AICOM vuole perseguire una visione olistica capace di considerare le interrelazioni e le interdipendenze funzionali tra le due parti, ha partecipato e sta partecipando come azionista sia di maggioranza che di minoranza a società di consulenza di alto livello attive in tale ambito le cui visioni sono complementari e sinergiche con quelle della società.

“Attualmente – dichiarano Viticchi e Pagliazzi – AICOM è shareholder della società Cybaze, una realtà nata nel 2019 dalla convergenza di talenti e professionalità di alto livello nel settore della Cyber Security integrata, attraverso la messa a fattor comune di due società storiche e due start up eccellenti dell’arena della cyber security italiana: Yoroi, @Mediaservice.net, Emaze, CSE Cybsec. Attraverso questi rapporti, AICOM è in grado di approcciare la materia della Security in un modo innovativo, integrato e di profonda competenza”.

Infine un accenno alle competenze dell’ingegneria delle telecomunicazioni, dove AICOM – dalla sua nascita – collabora con i principali gruppi industriali operanti in Italia per l’implementazione dei sistemi strategici e di ultima generazione, sia in ambito civile (ad es. TIM progetto 5G) che militare (ad es. LEONARDO progetto TETRA).

Banca Popolare di Bari, ok definitivo alla nascita dell’Osservatorio

L’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari ha portato in dote importanti novità, anche se in realtà si sapeva già tutto dallo scorso 8 agosto, quando era stata anticipata l’intenzione dell’istituto pugliese di costituire un vero e proprio “Osservatorio sul contesto istituzionale e di mercato”, dedicato alla gestione dei rapporti con i Soci.

Ebbene, l’Osservatorio adesso è finalmente realtà e si comporrà di tre membri: si tratta del dottor Lorenzo Gorgoni, del prof. Giovanni Ferri e del prof. Canio Trione. Il primo aspetto da sottolineare riguarda due peculiari elementi che caratterizzeranno l’azione dei tre membri dell’Osservatorio, ovvero l’autonomia e l’indipendenza di cui potranno godere nei confronti della Banca Popolare di Bari.

L’Osservatorio è stato costituito nell’intento di occuparsi di tutti quei problemi, ma anche temi di prim’ordine che fanno riferimento al rapporto tra i Soci e la Banca. Non solo, dal momento che si occuperà anche di gestire tutte quelle iniziative che hanno come fine ultimo l’aumento della liquidibilità delle azioni, con la possibilità di promuovere delle azioni ben precise per permettere di recuperare più valore sociale possibile.

È chiaro che il lavoro dell’Osservatorio dovrà essere facilitato dal fatto che il CdA dovrà aggiornarlo di continuo sulle scelte strategiche a livello industriale che la Banca vorrà perseguire, ma dovrà informarlo anche su tutti gli scenari che potrebbero venirsi a creare in seguito all’aggregazione tra Banche Popolari. Ovviamente, i tre membri dell’Osservatorio potranno presentare delle proposte dinanzi al CdA dell’istituto di credito pugliese, nel tentativo di migliorare il più possibile i rapporti tra i Soci, la Banca e le associazioni dei consumatori.

Tra l’altro, nell’ultima riunione del CdA è stata decisa anche la proroga della scadenza per poter aderire al “Protocollo per la Realizzazione di una Procedura di Conciliazione”, come d’accordo con quanto suggerito dal Comitato per la Tutela degli Azionisti, raccogliendo una prima adesione da parte di numerose associazioni dei consumatori, tra cui Codacons, Confconsumatori e Lega Consumatori.