Proprio nella giornata di oggi è stato per la prima volta fatto il nome del futuro commissario per la spending review, la nuova figura che affiancherà l’esecutivo per cercare di ridurre le enormi spese della macchina statale italiana. Si tratterà di Carlo Cottarelli, che arriva da un precedente incarico presso il Fondo Monetario Internazionale e che è stato individuato dal premier e dal Ministro delle Finanze come idoneo.
Italia
Pesano i pagamenti della Pubblica Amministrazione e gli interessi
Il fabbisogno del mese di settembre è salito a 4,1 miliardi di euro rispetto l’anno passato. Un dato che grava sulle casse dello Stato Italiano. A far crescere il fabbisogno sono stati i debiti della pubblica amministrazione, debiti che quest’ultima aveva con le diverse imprese. Ma non solo quest’ultimo fattore ha giocato nella crescita del fabbisogno. Infatti l’aumento di 4,1 miliardi si trova non soltanto dietro i debiti della pubblica amministrazione ma anche sugli interessi dettati dal debito pubblico e sulla restituzione che il Fisco ha fatto ai contribuenti, un rimborso che è aumentato rispetto al 2012. Tutte queste situazioni hanno aumentato il fabbisogno dello Stato per ben 4,1 miliardi di euro, un aumento che arriva in un periodo economico veramente delicato.
L’industria italiana è in leggero recupero per Confindustria nel mese di settembre 2013
Non gode proprio di ottima salute, ma è in leggero recupero l’industria italiana nel corso del mese di settembre 2013. Lo rivela l’ultimo aggiornamento dei dati stilato dagli analisti del Centro Studi della Confindustria, che per il nono mese dell’anno descrivono la situazione del settore produttivo italiano nei termini che seguono.
Per Confindustria l’instabilità politica italiana peggiora il quadro della recessione
All’indomani dell’apertura della crisi politico – istituzionale all’interno della maggioranza, arrivano da più parti all’Italia segnali di grande preoccupazione in merito al grave clima di instabilità politica che si vive nel Paese. Clima che per Martin Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, non è affatto adatto a promuovere la ripresa che sembra affacciarsi in Europa e che per il Centro Studi della Confindustria potrebbe sprofondare l’Italia ancora una volta in una drammatica spirale recessiva.
Aumento IVA – I rincari dei prezzi previsti dalle associazioni dei consumatori
Con il 1 ottobre l’aliquota dell’IVA passa ufficialmente dal 21% al 22%, non essendo stato in alcun modo possibile bloccarne l’aumento per via istituzionale. Così, a partire da oggi i consumatori italiani si troveranno a fare i conti con tre diversi tipi di aliquote che gravano sui prodotti di consumo:
L’aliquota dell’IVA passa al 22% a partire da oggi
Come previsto e annunciato già nei giorni scorsi, a partire da oggi, 1 ottobre, l’aliquota dell’IVA, la principale tra le imposte indirette italiane, è ufficialmente passata dal 21% al 22%. Non è stato infatti possibile dare corso al Decreto Legge che ne avrebbe dovuto sterilizzare l’aumento, a causa della crisi politico – istituzionale che si è aperta nel corso dell’ultimo fine settimana.
Aumento dell’Iva, a conti fatti sono 207 euro in più all’anno
Nulla di buono all’orizzonte per le tasche delle famiglie italiane: mancano poche ore all’aumento dell’aliquota Iva, una maggiorazione della tassazione pari all’1% che coinvolgerà circa il 70% dei prodotti di più largo consumo – abbigliamento, benzina, vino, arredamenti, computer, tariffe di liberi professionisti e artigiani – e anche gli alimenti, anche se solo in maniera marginale, i quanto gli aumenti saranno solo sul 5% del paniere.
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A conti fatti si tratta di 207 euro in più all’anno per una famiglia di tre persone, a gravare sulle spese sarà soprattutto il settore dell’abbigliamento. Ad esempio, i base ai calcoli riportati da “Il Giornale” un cappotto da donna che oggi costa 149,90 euro costerà 153,90 (il 3%in più), una gonna passerà dagli attuali 55,90 a 58 euro (+4%), una camicetta da 39,95 a 42 euro (+5%), jeans da 125 euro passa a 129,90 (+4%.
Gli stessi aumenti sono previsti anche per profumi, cosmetici, valigie, mobili ed elettrodomestici, nonché per i prodotti informatici come tablet, pc, tv, foto e videocamere, cellulari e connessioni a Internet.
> Aumento Iva, dal 1° ottobre 2013 anche i carburanti saranno più cari
Gli aumenti più importanti nel settore alimentare sono previsti per vino e alcolici: una bottiglia di vino rosso da 6,90 passa a 7,40 (+7%), il bianco da 6,50 a 6,90 (+6%) e lo spumante da 13,80 a 14,80 (+7%). Gli articoli alimentari ‘protetti’, quelli che al momento hanno l’aliquota Iva al 4% come pane, riso, pasta, farina, formaggio, olio, frutta e verdura, libri, giornali, occhiali, avranno degli aumenti ma be poco percettibili.
Aumento Iva, dal 1° ottobre 2013 anche i carburanti saranno più cari
Fate il pieno finché potete, o almeno prima che scatti la mezzanotte del 1° ottobre 2013, giorno in cui scatterà l’aumento automatico dell’aliquota Iva di un punto percentuale, passando così dal 21 al 22 %. L’Iva aumenterà su una larga fetta di generi di largo consumo, tra i quali ovviamente anche i carburanti per i quali ci si aspetta un aumento dei prezzi anche fino a 1,5 centesimi di euro/litro.
> Le conseguenze dell’aumento dell’IVA a partire dal primo ottobre
Altro salasso per gli italiani che si troveranno a pagare due volte questo aumento: in Italia la maggior part e della merce viene trasportata su gomma e il maggiore prezzo che dovranno pagare i produttori e i fornitori per i trasporti sarà, naturalmente, riversato sui prezzi al consumo, già lievitati per effetto dell’aumento dell’Iva.
Nello specifico, il prezzo raccomandato della benzina salirà di circa 1,5 centesimi di euro/litro, quello del diesel di 1,4 ed il gpl di 0,7 centesimi. Unica e magra consolazione è che l’aumento del prezzo scatterà solo dopo che i rivenditori avranno terminato le attuali scorte.
Al momento i prezzi medi dei carburanti in Italia sono 1,796 euro al litro per benzina, 1,724 per il diesel e 0,813 gpl, con picchi per la “verde” fino a 1,844 euro/litro, il diesel a 1,751 e il gpl a 0,850.
> La crisi siriana incide sul prezzo della benzina
In realtà per una volta gli italiani ci hanno guadagnato: se fosse passata la bozza del decreto legge prima della crisi di governo, il rincaro sui carburanti sarebbe stato maggiore, i quanto erano previsti aumenti delle accise sui carburanti di 2 centesimi al litro per tutto il 2013 e poi di 2,5 fino al 15 febbraio 2015.