Il Governo verso la fase delle riforme strutturali

 Dopo i successi conseguiti nell’ ambito del Consiglio d’ Europa dei giorni scorsi, il Governo Letta sembra pronto per aprire una seconda fase del suo operato, che sarà contraddistinta da una particolare attenzione alla messa in opera di riforme strutturali

Record disoccupazione a maggio 2013

 Il tasso di disoccupazione della popolazione italiana ha fatto registrare nel mese di maggio 2013 un nuovo, inquietante record. Lo ha rilevato infatti l’ Istat – l’ Istituto nazionale di Statistica  -, ancora una volta costretto a segnare e segnalare nel corso del 2013 un massimo storico

L’inflazione è cresciuta a giugno

 Al termine di una fase di stallo che si era registrata nel mese di maggio, l’ inflazione nel mese di giugno 2013 è tornata a salire nel mercato dei prezzi dei beni italiani. L’ Istat, infatti, ha recentemente rilasciato gli ultimi dati relativi all’ andamento mensile e annuale dei prezzi dei beni di maggior consumo, facendo rilevare come nell’ ultimo mese ci sia stato un incremento dello 0,3% rispetto al mese precedente.

Ma non è tutto. Anche su base annuale l’ indice nazionale dei prezzi al consumo ha fatto registrare un aumento verso l’ alto, che gli analisti stimano in una percentuale dell’ 1,2, con valore calcolato sulla base delle precedenti stime di giugno 2012.

Questo andamenteo dei prezzi, secondo gli esperti dell’ Istituto nazionale di Statistica può voler dire almeno due cose, tradotto in termini di economia reale e di “carrello della spesa”: che gli italiani, a partire da questo mese di giugno spenderanno sicuramente qualche cosa in più in particolare sugli alimentari freschi – i prodotti stagionali, in primo luogo – e per quasi tutti i tipi di carburanti – anche qui, tra i primi della lista troviamo benzina e gasolio – che hanno subito i rincari più importanti.

Per questo motivo l’ Istat attribuisce l’ origine di tale andamento dei prezzi a fattori anche stagionali.

Come richiedere la pensione di vecchiaia

Senza ombra di dubbio quello della pensione è oggi un tema abbastanza caldo che concerne tantissime persone. Infatti non si sa bene cosa bisogna fare per presentare la domanda o quali siano i requisiti adatti.

Quali requisiti possedere per la pensione di vecchiaia

Per richiedere la pensione di vecchiaia bisogna avere almeno trentacinque anni di contributi versati; cinquantotto anni di età nel caso sia versata la contribuzione al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti; oppure bisogna avere almeno cinquantanove anni di età se la contribuzione è stata versata al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e in una delle Gestioni Speciali dei lavoratori autonomi. La pensione è emessa soltanto se la somma dell’età anagrafica (minimo cinquantotto anni) e trentacinque anni di contributi.

Approfondendo l’argomento, dunque, per quanto concerne i lavoratori dipendenti, costoro riceveranno la pensione se hanno cinquantanove anni di età e arrivano a una quota contributiva di novantacinque per un periodo ben definito (2009/2010); se hanno sessantanni e arrivano a una quota di novantasei nel periodo 2011/2012; se hanno sessantuno anni e arrivano a quota novantasette a partire dal primo gennaio del 2013.

Inoltre per quanto concerne i lavoratori autonomi, la pensione è emessa: se si hanno sessantanni e si raggiunge una quota di novantasei (2009/2010); se si hanno sessantuno anni e una quota di novantasette ( 2011/2012) e infine se si hanno sessantadue anni e una quota pari novantotto a partire sempre dal primo gennaio 2013. E’ opportuno ricordare che all’internodi queste quote non sono stati contemplati i contributi figurativi per disoccupazione ordinaria né per malattia. Se invece si ha un’anzianità contributiva pari a quarantanni, si può andare in pensione senza aver raggiunto l’età.

Come richiedere la pensione di anzianità

 Al fine di poter percepire la pensione di anzianità, è obbligatorio aver maturato una determinata età anagrafica ed un’anzianità contributiva di un minimo di 20 anni.

L’età pensionabile delle donne, attualmente inferiore a quella degli uomini, nel settore privato sia per i dipendenti, sia per gli autonomi, dal gennaio 2012, viene elevata progressivamente sino a arrivare, nel 2018 alla totale equiparazione.
.
Sono tuttavia previste eccezioni alle lavoratrici che entro il 31 /12/ 2012 abbiano versato almeno vent’anni anni di contributi ed abbiano raggiunto i 60 anni di età: esse potranno ricevere la pensione all’età di 64 anni.
Inoltre, avranno diritto alla pensione di anzianità in base alla vecchia disciplina, anche i lavoratori addetti a mestieri particolarmente faticosi e pesanti.

Modulo da compilare

Ecco, dunque, come richiedere la pensione di anzianità:

Al fine di ottenere la pensione di anzianità, oltre ad essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge, occorre compilare correttamente in ogni parte l’apposito modulo, prestando particolare attenzione a fornire in maniera dati precisa i vari dati richiesti e allegando l’intera documentazione necessaria.

Documenti da allegare ai modili

Al modulo da compilare occorre aggiungere i seguenti allegati:

-la fotocopia della propria carta d’identità
-l’autocertificazione del proprio stato civile
-gli eventuali dati anagrafici con relativo codice fiscale del proprio coniuge
-i dati sulla situazione assicurativa non presenti sull’estratto contributivo
-la dichiarazione di cessazione dell’attività di ogni genere di lavoro dipendente
-la documentazione relativa a richieste/agevolazioni/situazioni di genere particolare.

Dove richiedere i moduli

I moduli da compilare, devono essere richiesti presso gli Uffici Inps, oppure possono essere comodamente scaricati online, entrando nel sito di tale Ente.
Infine, la domanda compilata per intero, alla quale vanno aggiunti i documenti descritti nel passo numero 2, deve essere consegnata negli uffici INPS ubicati nella propria zona di residenza, oppure può essere spedita per mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

E’ inoltre necessario che sia fatta pervenire all’INPS (in forma gratuita) tramite un Ente di Patronato; inoltre, esso potrà eventualmente offrire la propria assistenza per quanto riguarda la compilazione della domanda stessa, fornendo a chi dovesse trovarsi in difficoltà nel procedimento, tutti i necessari chiarimenti.

Pensione di vecchiaia: come avanzare la domanda

 Appare importantissimo capire come richiedere la pensione di vecchiaia. La domanda di richiesta della pensione può essere fatta pervenire alla sede Inps della propria zona oppure inviata per posta mediante raccomandata con avviso di ricevimento  Essa deve essere compilata sull’apposito modulo che è possibile trovare o sul sito INPS oppure presso le sedi INPS o gli enti di patronato.

La pensione viene erogata nel momento in cui si raggiungono sia i requisiti anagrafici sia i requisiti contributivi rispettando quelle che vengono chiamate finestre di accesso.

Accedere alla pensione di anzianità ma con una posticipazione, di un anno (dalla data di maturazione dei requisiti) se è liquidata presso il Fondo Lavoratori Dipendenti; oppure di diciotto mesi se la pensione viene liquidata presso il Fondo Lavoratori Autonomi (coltivatori diretti, commercianti, artigiani eccetera).

Per quanto concerne l’esatto importo della pensione liquidata, occorre sapere che esso viene determinato in base al calcolo retributivo (utilizzato se il lavoratore può far valere almeno diciotto anni di contributi) oppure in base a quello misto (utilizzato se il lavoratore non può riscattare i diciotto anni di contributi) caratterizzato da un calcolo effettuato in parte col sistema retributivo e in parte con quello contributivo.

 

Come si riceve la pensione in anticipo

 Il sogno di tutti? Sicuramente quello di ricevere la pensione anticipataSono questi alcuni degli obiettivi che l’italiano vede nel suo futuro post-lavorativo, soprattutto se ha iniziato a lavorare quando era ancora molto giovane e gli anni lavorativi accumulati sono diversi. Tuttavia ora la vita lavorativa degli italiani è cambiata: non ci sono praticamente più cittadini che possono aspirare alla pensione anticipata calcolando la propria età. E’ dunque molto utile approfondire tale scottante l’argomento, esaminando quello che è cambiato nel sistema pensionistico in seguito alla riforma delle pensioni del Governo Monti per comprendere come è possibile anticipare la pensione.

Sin dal 2012, la pensione anticipata, ottenibile arrivando a raggiungere una precisa anzianità contributiva escludendo la propria età, è l’unica possibilità che possiede il lavoratore per poter accedere anticipatamente alla pensione; il metodo delle quote è stato abrogato, per cui non si dovrà più fare una somma dell’età anagrafica con gli anni di contributi per riscuoterla.
Ora bisogna disporre di quarantuno anni di contributi dati più un mese, per quanto concerne le donne; quarantadue anni, più un mese invece per ciò che concerne gli uomini.

Per il 2013, è possibile avere la pensione anticipata con quarantuno anni di contributi e 2 mesi per la donna e quarantadue anni e 2 mesi per l’uomo. Invece per il 2014, ‘servono’ quarantuno anni e 3 mesi per le donne, quarantadue anni e 3 mesi per gli uomini. Naturalmente si tratta di una notevole quantità di anni di contributi da dover versare, prima di riuscire ad arrivare dell’età anagrafica che permetta di accedere alla pensione di vecchiaia.

E’ stato abolito il sistema delle quote e tale manovra è l’ultima ‘novità’ relativa al pensionamento anticipato. In quest’ultimo ventennio il sistema pensionistico è stato ‘attaccato’ numerose volte.

Quarant’anni anni di contributi e un minimo di sessant’anni di età parevano rappresentare l’ultimo ostacolo di Governo alla pensione anticipata, per numero massimo di anni di versamenti contributivi  In seguito, nell’anno 2009, venne introdotto il sistema delle quote che eseguiva una somma tra l’età e gli anni di versamenti: chi raggiungeva la quota prevista durante l’anno, poteva avere la pensione

Come si calcola la nuova età per la pensione

Qualsiasi lavoratore autonomo o dipendente desidera sapere quando potrà andare meritatamente in pensione e conoscere tutte le novità introdotte dalla legge Fornero. Appare dunque opportuno interrogarsi sul nuovo sistema pensionistico italiano, modificato a partire dal 1 gennaio 2012.

In quella data si è passati da un sistema retributivo, in cui l’ammontare della pensione era relativo alla media delle retribuzioni percepite, ad un sistema contributivo in cui l’ammontare della pensione è dato dalla somma dei contributi versati. Tale mutamento, tuttavia, non va a intaccare l’assegno di chi al primo gennaio 2012 era già in pensione.

Cambiamenti sull’età pensionabile

Inoltre la riforma Fornero ha introdotto un profondo cambiamento anche sull’età pensionabile. Infatti è stata eliminata la pensione per Anzianità, e cioè la pensione che si otteneva quando si raggiungeva un numero massimo di anni contributivi prima dell’età pensionabile.

Pensione di anzianità

La pensione di Anzianità è stata eliminata e sostituita dalla pensione Anticipata: quest’ultima prevede per gli uomini il raggiungimento della soglia di 42 anni contributivi più un mese nel 2012 fino ad arrivare a 42 anni più tre mesi nel 2014.

Per quanto riguarda le donne invece la soglia minima nel 2012 è di 41 anni più un mese fino ai 41 anni più 3 mesi nel 2014.

Oltre all’aumento della soglia contributiva la riforma contempla un disincentivo dell’1% se chiesta prima dei 62 anni di età e del 2% se chiesta prima dei 60 anni. Inoltre la riforma Fornero ha eliminato l’odiosa finestra, cioè l’attesa di altri 12 mesi al raggiungimento della finestra.

Pensione di vecchiaia

In questo caso, la riforma ha contemplato lo slittamento immediato di un anno per gli uomini che sono passati dai 65 anni di età del 2011 ai 66 anni nel 2012  Per le donne invece vi è un aumento dell’età pensionabile spalmato in sei anni passando dai 62 nel 2012 ai 66 anni di età nel 2018. Nel contempo, la riforma apre la possibilità di un adeguamento della soglia minima di età in base all’allungamento dell’età di vita media in base ai dati forniti dall’Istat  In ogni caso nel 2022 il limite per gli uomini e per le donne sarà di 67 anni.

Guida alle pensioni: i contributi

 Il termine pensione è usato intendere quel sistema di remunerazione a favore di una persona, previsto per quando si smette di lavorare. Tale tipologia di remunerazione esiste in ogni parte del mondo e, ovviamente, anche in Italia, dove però può assumere e dunque presentarsi nelle forme più disparate.

Pensioni

Una pensione infatti può essere pubblica o privata e relativa a diversi fattori. La più nota è sicuramente la pensione di anzianità, o quella di vecchiaia, che si ottiene nel momento in cui si raggiunge una determinata età, ma non si possono non menzionare le pensioni sociali, quelle dovute all’invalidità o a qualche tipo di reversibilità. Appare dunque molto importante capire come funziona una pensione in Italia.

Contributi

Si parte da un principio molto semplice: ogni soggetto versa, durante la sua attività lavorativa, un certo capitale nelle casse dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, nel caso ci si rapporti a questo. Esso è l’ente previdenziale principale in Italia. Si tratta dei cosiddetti contributi, ovvero una percentuale della retribuzione che i lavoratori sono obbligati a versare e che viene pagata in parte dallo stesso lavoratore e in parte dal datore di lavoro. Al termine della sua vita lavorativa, quando cioè smette di lavorare, questo stesso soggetto percepirà una rendita vitalizia in funzione di quanto ha versato e di un coefficiente che tiene conto di alcuni fattori come l’età in cui inizia la rendita, il sesso del soggetto e così via.

Come detrarre le spese sanitarie: Irpef e altre spese mediche

 Le spese sanitarie si dividono in detraibili e deducibile. Comprendere come detrarle è fondamentale. Per quanto concerne l’Irpef occorre sottrarre dal proprio reddito totale tutti gli oneri deducibili e si otterà l’importo sul quale andrà calcolato. Una volta calcolata tale tassa, cioè l’imposta che bisognerebbe pagare, a essa si possono porre in detrazione molte altre spese mediche che ovviamente devono essere documentate con fatture, ricevute fiscali o gli scontrini della farmacia.

Le spese qui contemplate sono quelle per i farmaci, sia da banco che prescritti dal medico, le spese per visite specialistiche, dentistiche (incluse protesi varie), oculistiche (compresi occhiali e lenti a contatto), spese per trasporti in ambulanza se si tratta di persona invalida e qualsiasi presidio medico comprati però in seguito a prescrizione.

Occorre sommare tutti questi importi e dunque detrarre 129,11 euro  Si otterrà così l’importo da indicare nella colonna 2 del rigo E1. Tutte le spese potranno essere state sostenute per noi o per uno dei nostri familiari a carico  Su questo importo il commercialista o il Caf calcola il 19% e dunque lo deduce dall’imposta che dovremmo andare a pagare.

Sarà possibile detrarre dal reddito anche spese sanitarie sostenute per familiari non a carico quando il loro reddito appare insufficiente a pagarle. Tali spese vanno indicate nel rigo E2, ma non devono superare l’importo di 6.197,48 euro. Sono considerate sanitarie anche le spese per l’acquisto di mezzi di deambulazione e spostamento per gli invalidi, come ad esempio l’acquisto di una sedia a rotelle, stampelle ecc, e vanno indicate nel rigo E3. In caso di acquisto di una vettura con comandi speciali invece si deve iscrivere gli importi nel rigo E4. Tali spese non devono superare l’ammontare di 18.075,99.