Come detrarre le spese sanitarie

Dal momento che le spese sanitarie sono in aumento, è opportuno comprendere quali di esse possono essere detratte.

In primo luogo occorre saper distinguere tra spese detraibili e oneri deducibili. Le detraibili vanno sottratte dall’imposta, le deducibili invece vanno sottratte dal reddito prima di calcolare l’imposta. Su Unico o sul modello 730 è necessario dapprima indicare tutti i propri redditi, quindi prima di calcolare l’imposta, è possibile sottrarre dall’ammontare alcune spese mediche.

Per la precisione parliamo di costi sostenuti per spese mediche generiche, come ad esempio quelli per pagare un infermiere che prestasse assistenza durante una degenza in ospedale o per l’assistenza a casa nel corso del periodo di convalescenza. Naturalmente queste spese devono essere documentate da una fattura e se ci si rivolge a ditte specializzate nell’assistenza non si avranno problemi a ottenerla. Basta solo indicare il totale di queste spese nel rigo E21 del 730.

Ci sono poi altre spese deducibili dal reddito: sono quelle che compaiono come contributo al Servizio Sanitario Nazionale nella ricevuta della propria polizza di assicurazione di RCA. Da questo importo bisognerà detrarre 40 euro e la cifra restante va indicata nel rigo E31 della dichiarazione dei redditi. A questo punto non rimane che sottrarre dal proprio reddito totale tutti questi oneri deducibili e si otterrà l’importo sul quale bisogna calcolare l’IRPEF.

Guida alle pensioni: le tipologie principali

Con il termine pensione siamo soliti riferirci a quel sistema di remunerazione a vantaggio di una persona, previsto per quando si smette di lavorare. Tale tipologia di remunerazione esiste in ogni parte del mondo e, ovviamente, anche in Italia, dove però può assumere e dunque presentarsi nelle forme più diverse. Tutte le tipologie, però, partono da uno schema molto semplice: quello del versamento dei contributi.

Pensione di vecchiaia e pensione di anzianità

Ogni sistema pensionistico, in generale, segue più o meno questo iter di base. Esistono però tanti tipi di pensioni che possono presentare alcune differenze. Le principali forme di pensione in Italia sono tuttavia due: quella di vecchiaia e quella di anzianità. Al fine di avere diritto alla prima occorre raggiungere la cosiddetta “età pensionabile”, cioè il limite di età previsto dalla legge, raggiunto il quale si ha diritto a lasciare il posto di lavoro. Differente il caso della pensione di anzianità, dove si ottiene dopo avere accumulato un certo numero di anni di contribuzione. Una condizione comunque subordinata al raggiungimento del limite di età.

Calcolo delle tasse

Un’altra differenza per quanto riguarda il funzionamento della pensione in Italia, riguarda il sistema di calcolo della stessa  Al momento, la pensione può essere calcolata con Il sistema retributivo, contributivo o misto. Una serie di riforme hanno però spinto per il sistema contributivo che con il passare degli anni dovrebbe restare l’unico in vigore.

Spese sanitarie in aumento

Attualmente, le spese sanitarie si caratterizzano per il loro forte aumento. Aumento che è provocato dalle numerose patologie che intercorrono nella nostra vita. A cagione di ciò, spesso, ognuno di noi ha un urgente bisogno del medico specialista.

Pagare entro il 2013 tutti i debiti della PA

 La richiesta serpeggiava da tempo nel mondo dell’ imprenditoria italiana – solo alcuni giorni fa era stata anche risollevata dai vertici di Confindustria – e così, oggi, sembra aver trovato anche una via formale d’ espressione a Montecitorio. Proprio questa mattina, infatti, è stata presentata per iniziativa del Pdl una mozione alla Camera per chiedere al Governo di non dilazionare il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione.

Arriva l’ ecobonus anche per gli elettrodomestici

 Le commissioni Industria e Finanze del Senato hanno approvato in questi giorni un emendamento che andrà a modificare in parte il raggio d’azione del precedente decreto sugli incentivi per le ristrutturazioni edilizie e l’ efficienza energetica

L’ inflazione aumenta dello 0,3% a giugno 2013

 Nel mese di giugno 2013 è tornata a salire l’ inflazione. Lo ha confermato l’ Istat, che ha oggi diffuso gli ultimi dati aggiornati. Nel sesto mese dell’ anno, infatti, l’ indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% rispetto al mese di maggio 2013 e dell’ 1,2% rispetto al mese di giugno 2012, in cui l’ inflazione si era attestata su un livello dell’ 1,2%.

I commenti di Letta dopo il vertice di Bruxelles

 Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, in conferenza stampa, ha commentato in maniera più che soddisfatta i risultati conseguiti nel corso del vertice europeo sull’ occupazione giovanile che si è da poco concluso a Bruxelles. E’ opinione del premier, infatti, che sia l’ Italia, sia le altre nazioni dell’ Unione Europea abbiano raggiunto in questa consultazione dei risultati veramente importanti.

Come usufruire della detrazione energetica al 55%

 Di recente, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le modalità alle cui attenersi al fine di usufruire delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico sugli edifici nell’anno 2013. Le agevolazioni fiscali rappresentano una sezione di incentivi fondamentale per agevolare lo sviluppo economico e sostenibile del nostro Paese. Al fine di godere di qusti incentivi, occorre operare su degli immobili che siano già stati realizzati, di qualunque categoria catastale essi siano, anche se rurali. In questa guida, nello specifico, mi accingo ad illustrare la nuova detrazione energetica del 55%.

Occore in primo luogo constatare che la detrazione energetica del 55% si attua sia all’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) che all’Ires (imposta sul reddito delle società). Nello specifico, si tratta di una detrazione tributaria alle suddette imposte, alle quali possono accedere i privati cittadini e le imprese che scelgono di rendere qualitativamente migliori edifici pre-esistenti, mediante la collocazione su di essi di dispositivi solari termici e di climatizzazione, di pompe di calore ad alta efficienza e/o di caldaie a condensazione. La nuova detrazione energetica del 55% viene applicata anche ai cittadini che incrementano l’isolamento termico della propria abitazione, sostituendo finestre e infissi con elementi simili a bassa conducibilità termica.

Le persone che scelgono di usufruirne devono inviare per via telematica all’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) il certificato di qualificazione energetica e la scheda descrittiva delle attività svolte. Il sistema automatizzato, nel caso in cui le operazioni siano state eseguite correttamente, invierà all’utente una ricevuta di avvenuta conferma, che dovrà essere conservata dal fruitore e mostrata a richiesta qualora si verifichino eventuali controlli da parte della Guardia di Finanza o dell’Agenzia delle Entrate.

Coloro i quali saranno in possesso della ricevuta avranno di diritto una detrazione del 55% dalle imposte rispetto a quanto speso, insieme alla dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui hanno sostenuto i pagamenti Le spese effettuate contemplano sia i costi dei lavori edilizi inerenti le operazioni di risparmio energetico, che quelli riguardanti le prestazioni professionali indispensabili per la realizzazione delle attività e per l’acquisizione della documentazione energetica richiesta

Abbandonare l’Euro: possibili scenari

Ritornare alla lira è possibile? Gli esperti si interrogano, valutando le diverse possibilità e analizzando le opzioni previste dalla Costituzione europea. Ne viene fuori che il meccanismo di abbandono della moneta unica europea, propedeutico ad un eventuale ritorno alla moneta nazionale, è alquanto complesso.

L’Italia, nella eventuale posizione di Stato secessionista debole, si troverebbe dinanzi al seguente scenario secondo coloro che non sono propensi al ritorno del ‘Vecchio conio’.

Il passaggio dall’Euro ad una Nuova Lira non sarebbe semplice. Oltre ai problemi di valuta si prospetterebbero altre conseguenze. Conseguenze che riguardano Stato, aziende e famiglie.

Alcuni esperti si sono soffermati poi su quello che in logica viene chiamato ragionamento controfattuale. La domanda che lo innesca è: “E se l’Italia non avesse mai aderito all’Euro?

Le ipotesi su ciò che sarebbe accaduto scegliendo una strada diversa rispetto alla Moneta unica europea sono molteplici.

Analisi in gran parte soggettive e, è bene dirlo prima, non verificabili naturalmente. E’ comunque possibile dare una risposta.

In primo luogo occorre dire che la Moneta unica implica un’area economica omogenea. Una politica monetaria per forza di cose unica, in grado di far convergere gli Stati verso un obiettivo comune.

Impossibile, tuttavia, stabilire una politica monetaria che si adatti a tutti. Ed è esattamente ciò che è successo con l’Euro. L’unione è stata dettata più da ragioni politiche che da ragioni economiche.

 

 

 

Ritorno alla Lira: il partito dei ‘contro’

 La crisi dell’Euro innesca una serie di proposte collaterali, atte a trovare soluzioni immediate e far ripartire il treno dell’economia.

Una delle proposte in auge è quella di ritornare alla vecchia Lira. Sarebbe una salvezza per molti, ma molti altri ritengono che non sia così.

La strategia, proposta per far rifiatare l’economia partendo da una svalutazione competitiva, è in discussione presso gli esperti.

Così facendo la Banca d’Italia avrebbe nuovamente il potere di stampare la moneta nazionale per difendere il Paese dalla crisi.

Nostalgia del “vecchio conio”

Il partito dei ‘Pro – Ritorno alla Lira‘ ritiene che staccarsi dall’euro potrebbe essere vantaggioso.

Il partito dei ‘Contro‘ ritiene che sarebbe una catastrofe di dimensioni bibliche.

In ‘mezzo’ c’è chi sostiene che sarebbe stato meglio non entrare nell’Euro.

La Costituzione europea, formata da una serie di trattati, non contempla la possibilità di innescare meccanismi legali per abbandonare l’Euro. La scelta di entrare nella moneta unica europea è dunque irrevocabile.

L’unico cavillo è costituito dal Trattato di Lisbona del 2009, all’interno del quale l’articolo 50 illustra la possibilità per uno Stato di abbandonare l’ Unione Europea, ma non fa menzione dell’Unione Monetaria. Abbandonare l’Ue equivarrebbe dunque ad abbandonare l’Euro?

Gli esperti non sono concordi nel dare una risposta. Se uno Stato, in conclusione, volesse abbandonare la moneta unica dovrebbe avviare dei negoziati specifici, ovvero entrare in una sorta di ‘Terra di nessuno’. Una prassi che potrebbe durare degli anni.