La Confcommercio crede ancora nel blocco dell’ Iva

 Da una serie di incontri e di esternazioni avute nella giornata di ieri dal presidente del Consiglio Enrico Letta, sembra ormai trapelare la decisione dell’ esecutivo di non procedere al blocco dell’ aumento dell’ aliquota dell’ Iva, che è in programma per il prossimo primo di Luglio, e che porterà l’ imposta ad avere una pressione del 22%.

L’ aumento Iva ci sarà

 Il Governo sembra aver ormai quasi deciso in merito alla spinosa questione dell’ Iva, che, in vista di un possibile blocco dell’ aumento dell’ aliquota, ha recentemente riempito le pagine dei quotidiani. Da alcune esternazioni avute dal Presidente del Consiglio Enrico Letta nella giornata di ieri, infatti, sembra ormai quasi sicuro che l’ esecutivo abbia scelto di non procedere allo stop dell’ aliquota.

Ciascun italiano paga 1000 euro di tasse al mese

 Circa mille euro al mese. Stando alla Cgia di Mestre ogni italiano, compresi i bimbi e gli anziani, versano tanto ogni mese in relazione a tasse, imposte e contributi.

La cifra contempla anche il carico fiscale pagato dalle imprese. Nonostante ciò, la semplificazione è necessaria al fine di dimostrare che complessivamente quest’anno arriveranno nelle casse pubbliche quasi 698 miliardi di euro. Si tratta di una somma imponente, che ahinoi è ancora insufficiente a coprire le uscite totali che ammonteranno (al lordo degli interessi sul debito pubblico) a 810,5 miliardi di euro. Nel giorno di liberazione fiscale – che quest’anno cade il 12 giugno – l’Associazione mestrina ha cercato di dimensionare il peso e i giorni di lavoro necessari per adempiere agli obblighi fiscali e contributivi riferiti al 2013. In particolare, sono state prese in esame due tipologie di contribuenti: un operaio con moglie e figlio a carico e un impiegato, sempre con moglie e figlio a carico.

L’operaio, che ha uno stipendio lordo annuo di oltre 21.700 euro (1.518 euro per 13 mensilità) tra imposte, tasse, tributi e contributi verserà complessivamente 9.188 euro, di cui 3.065 euro di Irpef totale (che include anche quella regionale e comunale), 2.069 euro di Iva e 1.048 euro tra accise sulla benzina, sull’energia elettrica e sul gas. All’operaio sono serviti 134 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” è stato il 15 maggio scorso. L’impiegato, con uno stipendio lordo annuo di oltre 43.300 euro (2.459 euro per 13 mensilità) pagherà complessivamente 22.860 euro, di cui 12.020 euro di Irpef totale, 3.286 euro di Iva e 1.363 euro di accise. Sono stati necessari 172 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” sarà il prossimo 22 giugno. “Per ciascuno di noi lo Stato italiano è diventato il socio di maggioranza – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre –. Per quasi la metà di un anno ci chiede di lavorare per lui. È preciso, puntuale e intransigente quando deve incassare, ma lo è molto meno quando deve garantire livelli accettabili dei servizi offerti ai cittadini, sia in termini di qualità, sia in termini di quantità”.

Pronto il ‘Decreto del fare’

Il governo è pronto al varo del “decreto del fare” che avverrà prima del vertice europeo. Il provvedimento, stabilito nel corso della riunione di maggioranza tenutasi quest’oggi in mattinata a Palazzo Chigi, contemplerà misure fiscali, di semplificazione e liberalizzazioni, “incentrato sull’economia”.

Misure che saranno esposte in Europa. L’annuncio è giunto dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, al termine del vertice a cui hanno presenziato anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il vice Angelino Alfano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Il ragionamento fatto nel corso del meeting verte su alcune misure che dovranno essere oggetto di provvedimenti del governo, in parte disegni di legge in parte un ‘decreto del fare.

Procedimenti che saranno da attuare prima del Consiglio europeo del 27-28 giugno.

Il decreto, il quale sarà illustrato alle Camere da Letta, contemplerà inoltre misure di decontribuzione e defiscalizzazione dei nuovi assunti. L’obiettivo è infatti quello di recuperare 500mila posti di lavoro persi per via della crisi nell’arco di due anni.

La riunione di oggi è stata anche necessaria al fine di parlare dell’aumento dell’Iva. Stando al capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, “l’orientamento della maggioranza è di non farlo a luglio e procedere entro il 31 agosto alla cancellazione dell’Imu”. Brunetta ha dichiarato che “l’importante è che ci sia la cancellazione dell’aumento Iva, un semplice rinvio sarebbe un segnale negativo”. Ci sono due scadenze, stando a quanto a dichiarato Franceschini: la prima è fissata dal Parlamento che prevede che si intervenga sull’Imu entro il 31 agosto e una più ravvicinata per cui serve una decisione sull’Iva entro il 30 giugno: ci lavoreremo. È presto per dare delle risposte, poiché si necessita di risorse.

Rimpiangeremo Equitalia?

 Ancora non si fa luce sulla ingarbugliata situazione che si è venuta a creare in molte amministrazioni comunali in seguito alla fuoriuscita di Equitalia, la S.p.a. addetta al recupero crediti che lavora in collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate, dal suo ruolo di ente di riscossione dei Comuni.

Pronto il nuovo riccometro, arriverà a fine anno

 Entro la fine dell’anno potrebbe essere pronto il nuovo riccometro, altro strumento del quale il Governo si è dotato per andare alla ricerca di coloro che approfittano di agevolazioni e sconti pur non avendone diritto.

► Guida al redditometro

È il passo naturale dopo il Redditometro, entrato in vigore da pochissimi giorni. Si tratta del nuovo Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente delle famiglie, al quale il governo ha fatto un restauro per permettere una maggiore efficienza dei controlli sui furbetti del welfare.

Come al solito l’Isee permetterà, anche nella sua nuova versione, di misurare le capacità di reddito delle famiglie e dedurne, così, se e in che misura possono accedere alle agevolazioni previste per le prestazioni sociali e socio-sanitarie, grazie anche al fatto che i contribuenti dovranno dichiarare nel nuovo Isee anche i patrimoni mobiliari, il possesso di auto di lusso, moto di grossa cilindrata o yacht, che concorreranno alla formazione della situazione economica equivalente.

Se chi ne possiede lo comunicherà nell’Isee, l’esclusione dalle agevolazioni per i servizi socio-sanitari dovrebbe essere automatica.

► Le modifiche al nuovo “riccometro”

Altra novità del riccometro è anche la garanzia dell’autonomia delle regioni nella determinazione e applicazione dell’Isee ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali agevolate.

Solo oggi il tax freedom day

 Solo oggi, 12 giugno, tutti i lavoratori hanno potuto “celebrare” in Italia il cosiddetto tax freedom day, il giorno in cui ufficialmente hanno smesso di lavorare per pagare la contribuzione richiesta dallo Stato, cioè tutti i soldi che in quanto cittadini devono all’ erario e al fisco attraverso tasse ed imposte – e hanno iniziato a guadagnare qualche cosa. 

La burocrazia italiana frena gli investimenti stranieri per le rinnovabili

 Con gli ultimi incentivi predisposti dal Governo per le energie rinnovabili si è assistito ad un iniziale boom di investimenti che sono andati man mano scemando fino all’esaurimento dei fondi messi a disposizione.

► Finiti i fondi per il fotovoltaico

Tanti gli italiani che ne hanno approfittato, ma pochissimi gli stranieri. Il problema? La regolamentazione italiana in materia che, secondo il decimo rapporto annuale Ernst & Young “Renewable energy country attractiveness index”, è troppo burocratica, costosa ed inaffidabile e, quindi, non attrattiva per i capitali esteri.

Dal terzo posto di tra anni fa all’11° del maggio di quest’anno: un tracollo imputabile ai costi aggiuntivi – burocrazia e regole inaffidabili – che rendono vani i finanziamenti e i sussidi. Ad abbassare ancora di più il livello di attrattività dell’Italia nel campo delle rinnovabili ci sono poi il del credit crunch, i requisiti di Basilea 3 e la rivisitazione dello schema degli incentivi.

► L’Ue vuole creare un unico mercato per l’energia

La situazione italiana, comunque, è in linea con quella europea: il vecchio continente continua a perdere centralità, con solo Germania e Gran Bretagna che continuano ad essere meta degli investitori, a favore di paesi come Stati Uniti e Cina che si sono imposti come leader del settore, seguiti da economie in crescita come Brasile, Giappone, Canada e India.

Il Governo frena sulle multe low cost

 Dopo che le multe per le infrazioni stradali hanno avuto un aumento del 6%, gli italiani erano già pronti a tirare un respiro di sollievo dopo che ieri una proposta di legge firmata da deputati Pd e Pdl aveva messo in campo la possibilità di avere uno sconto del 20% in caso di pagamento della multa entro 5 giorni dalla contestazione o dalla notifica.

Dopo un primo entusiasmo arrivato dal presidente della commissione Trasporti della Camera Michele Meta (Pd), da numerosi deputati Democratici e del Pdl e anche da un esponente di Sel questa mattina sono stati sollevati i primi dubbi riguardo alla fattibilità di questa riduzione, sia perché è necessario prima capire come questa riduzione andrebbe ad agire sulle risorse disponibili e poi per non arrivare ad una riduzione indiscriminata dell’importo delle sanzioni.

► In arrivo le multe Low Cost

Il Governo sta prendendo tempo e non ha ancora espresso una chiara posizione, in attesa che siano acquisite le valutazioni dei Ministeri dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia.

Il testo di questa proposta di legge, comunque, riprende quello di una proposta simile presentata durante la scorsa legislatura, che però non ha concluso l’iter per diventare ufficiale. Nel testo si prevede, oltre al taglio delle sanzioni, anche la possibilità per gli automobilisti di pagare tramite strumenti elettronici le multe all’atto della contestazione  e la notifica dei verbali di infrazione tramite posta certificata.