I motivi della riforma del catasto

 Gli effetti riguardanti il peso che le rendite catastali possono avere sulla vita di ogni giorno sono ormai noti a tutti.

Tutto è cominciato da quando gli esborsi per la nuova tassa sugli immobili, l’Imu , sono arrivati a livelli fino ad allora sconosciuti con la vecchia Ici. Cosa è accaduto? E’ successo, come tutti ormai sanno, che il governo precedente guidato dal presidente Monti, contestualmente all’introduzione della nuova imposta sulle abitazioni, stabilì che il coefficiente di rivalutazione da applicare alla rendita lievitasse fino al 60%.

Una decisione che naturalmente ha incrementato notevolmente il valore degli immobili facendo proporzionalmente aumentare di molto l’Imu stessa. Ora però, una fonte molto autorevole dice che in effetti questo meccanismo che fa capo appunto al catasto non funziona correttamente, o meglio, crea delle enormi iniquità.

La fonte in questione è Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle entrate, la persona più indicata a intervenire su questioni di questo tipo. Una precisazione quella di Befera che da una parte è servita innanzitutto a chiarire, per parte sua, che la colpa degli elevati esborsi dell’Imu non è da imputare certo all’Agenzia delle entrate, quanto ad una normativa sul catasto che andrebbe profondamente rivista.

Via libera definitivo al decreto sui debiti delle PA

 E’ stato finalmente approvato, in via definitiva, dalla Camera il decreto legge sui debiti della Pubblica Amministrazione, che ha ricevuto, nella giornata di ieri, il terzo ok da parte dei deputati. Il Decreto legge è stato infatti approvato all’ unanimità con un totale di 508 voti a favore.

Il Governo Letta e le difficoltà dei centri per l’impiego

 Una diminuzione del prodotto interno lordo dell’1,8% nel 2013 e un aumento della disoccupazione al 12,5% nel prossimo anno. Ecco i dati sull’economia italiana rilasciati questa mattina dall’Ocse che, dunque, ha peggiorato per l’ennesima volta le previsioni sul nostro paese. E’ in questo panorama, non certo positivo, che il premier Enrico Letta cercherà di mettere in pratica al più presto i progetti del suo governo per fronteggiare la disoccupazione giovanile, che si concentrano sulle Youth Guarantee europee (le Garanzie Giovani), cioè i programmi di formazione e inserimento professionale per i minori di 25 anni, che saranno finanziati con le risorse dell’Ue ed entreranno in cantiere il prossimo anno (anche se Letta chiederà di anticiparle di qualche mese).

Auspichiamo che i piani dell’esecutivo possano iniziare con il piede giusto, dal momento all’orizzonte si intravedono nubi nere. Secondo il governo, infatti, i programmi di formazione per i giovani (finalizzati in prevalenza ai diplomati e ai laureati) dovrebbero avere il loro nucleo principale nei Centri per l’Impiego pubblici, cioè gli ex-uffici di collocamento sparsi su tutto il territorio nazionale. Peccato, però, che i centri per l’impiego facciano acqua da tutte le parti, al Nord e al Sud, come sostengono da anni diversi analisti. L’ultima indagine , molto approfondita, è stata effettuata alla fine del 2011 dall’Isfol, istituto di ricerca che fa capo al Ministero del Lavoro e che ha tracciato un quadro impietoso dei vecchi uffici di collocamento.

 

 

Piena crisi per la carta stampata

 Profondo rosso per i conti della carta stampata italiana, che vive oggi una fase di crisi come mai accaduto in passato. A denunciarlo è il rapporto interno presentato dalla Federazione degli Editori di Giornali (FIEG) sulla situazione del mercato dell’ informazione nel nostro paese tra il 2010 e il 2012. 

Il Governo ripensa all’accisa sul fumo elettronico

 Bandite dai locali pubblici come già succede in Francia, le E-Cig potrebbero essere la prossima ‘miniera d’oro’ per il Governo. Le sigarette elettroniche si configurano infatti come una potenziale fonte da cui attingere per rimpinguare le casse dello Stato.

Torna di moda l’idea di tassare il fumo elettronico, dunque.

E intanto, il presidente dell’Anafe Massimiliano Mancini si dichiara favorevole a una tassazione che sia però proporzionata e non sbilanciata.

Rimane un problema: come costruirla? Al momento le sigarette elettroniche vengono considerate fuori da ogni categoria. Sono ‘presidi medici’ che aiutano i fumatori oppure sono da paragonare alle sigarette bionde tradizionali (ancora meno dannose)?.

Si avverte, in ogni caso, la necessità di aumentare le entrate. Mancini si augura che si parta con un tavolo di trattative, ma che prima vi sia una fase di analisi, con la partecipazione di tutti gli interessati “per arrivare a una regolamentazione che valuti costi e benefici, sanitari ed economici”.

E’ dunque nuovamente all’ordine del giorno l’idea di procedere con l’introduzione di un balzello relativo alle nuove sigarette. L’Associazione di categoria vuole però chiarezza. Fissare l’imposta sul consumo in misura pari a quella sulle sigarette tradizionali equivarrebbe in pratica a triplicare i prezzi dei “ricambi” usa e getta, che sono la parte più italiana della filiera. Un business da 175 milioni nel 2012. Oggi il mercato del tabacco tradizionale vale per lo Stato oltre 13 miliardi di euro

Rincaro del premio Rc Auto a maggio

 Crescono i premi Rc Auto. A Palermo l’aumento arriva all‘115. A Torino arriva fino al 13%. I risultati del focus trimestrale sui costi delle polizze non sono molto positivi.

Il campione preso in considerazione riguarda otto grandi città: Oltre alle già citate Palermo e Torino ci sono Milano, Verona, Bologna, Firenze, Roma e Napoli.

Il focus arriva dopo un confronto effettuato tra le tariffe di maggio e quelle di febbraio di quest’anno. In sostanza, si parla di cambiamenti limitati rispetto alle scottanti variazioni dei mesi passati.

A Napoli si registra un ribasso delle tariffe intorno all’8%, che fa ben sperae.Il rialzo di Palermo, invece, concerne in particolar modo i profili degli automobilisti più virtuosi.

I premi destinati al profilo 3, riguardante i giovani e i neopatentati, rimangono stabili eccezion fatta per la città di Roma in cui si registra un +2,5%.

Le variazioni riguardano sia gli uomini che le donne. Gli uomini, a Bologna, hanno uno sconto del 3,3%, a Verona del 5,5,%, a Milano del 4,9%.

L’aumento dei prezzi riguarda anche Firenze, con un +4,2%.

Nessuna modifica al Premio per le donne nelle città di Milano e Verona. Sempre per quanto concerne il profilo femminile, a Firenze i prezzi sono diminuiti del 2,6%.

Un ultimo dato riguarda la copertura extra su incendio e furto. A febbraio era del 21,18%. A Marzo del 12,86%.

In Italia 3,3 milioni di precari

 3.315.580. Questo è il numero esatto dei precari italiani: in media guadagnano 836 euro netti al mese. 927 euro mensili per i maschi e 759 euro per le donne. La maggior parte di costoro lavora nel meridione.

Il 15% è laureato e la pubblica amministrazione è il principale datore di lavoro.

Cifre che si evincono dal ‘Rapporto sui diritti globali 2013‘, che fornisce una panoramica approfondita dei giovani precari in Italia. Per quanto concerne il titolo di studio, i dati evidenziano che il 46% ha un diploma di scuola media superiore, il 39% circa ha concluso il percorso scolastico con il conseguimento della licenza media e solo il 15,1% e in possesso di una laurea. La più alta concentrazione di lavoratori precari italiani è, appunto, nel pubblico impiego. Infatti, nella scuola e nella sanità ne troviamo 514.814, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. Se includiamo anche i 119.000 circa che sono occupati direttamente nella pubblica amministrazione (Stato, Regioni, enti locali, ecc.), il 34% del totale dei precari italiani risulta alle dipendenze del pubblico (praticamente uno su tre). Gli altri settori che mettono in evidenza una presenza massiccia di precari sono il commercio (436.842), i servizi alle imprese (414.672) e gli alberghi e i ristoranti (337.379).

Il rapporto è stato rilasciato da Ediesse e a cura di Associazione Società Informazione Onlus, promosso da Cgil, di concerto con ActionAid, Antigone, Arci, Cnca, Comisiones Obreras Catalogna, Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente, Sbilanciamoci!. Secondo il lavoro di ricerca, è il Sud l’area geografica che conta il numero maggiore di precari. Se oltre 1.108.000 precari lavorano nel Mezzogiorno (pari al 35,18% del totale), le realtà piu coinvolte, prendendo come riferimento l’incidenza percentuale di questi lavoratori sul totale degli occupati a livello regionale, sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%)

Rata Imu giugno 2013: come si paga

 Manacano pochi giorni al pagamento della prima rata dell’IMU per l’anno 2013. La scadenza è stata stabilita per il giorno lunedì 17 giugno.

Resta da capire come si paga

Il versamento della rata può essere effettuato attraverso modello F24 o mediante bollettino postale. Per il calcolo dell’IMU è possibile consultare un simulatore in grado di permettere di generare il modello F24 precompilato e di stamparlo. In questo modo, i passaggi da seguire sono pochi: bisogna indicare il comune di appartenenza, il tipo di immobile, la rendita catastale, l’aliquota applicata, la quota di possesso, l’eventuale appartenenza dell’immobile nelle categorie storico o inagibile, i mesi di possesso e la presenza di pertinenze.

Detrazioni

In conclusione, per quanto concerne le detrazioni, è necessario segnalare il numero di conviventi cointestatari e la presenza di figli conviventi con meno di 27 anni.

Al momento è ancora in vigore la detrazione forfettaria di 200 euro e quella di 50 euro per ogni figlio convivente minore di 26 anni, sino a un massimo di 8 figli. Nel caso di figli nati nel corso del 2012 o di figli che compiono 26 anni nel 2012, fa fede la situazione al momento della richiesta di detrazione.

A meno di modifiche del Governo Letta nel corso dell’estate, l’Imu si paga in 3 rate.

Per il 2013, il pagamento della prima rata è stato sospeso, ad eccezione delle abitazioni di pregio (categorie catastali A/1, A/8 e A/9).

Rate

Per chi paga l’Imu, le rate da rispettare sono:

Prima rata – 17 giugno: si paga un terzo (33 per cento) di quanto dovuto, applicando l’aliquota fissata dal Comune nel 2012, tenendo in considerazione le detrazioni di 200 euro per la prima casa e di 50 euro a figlio, purché minore di 26 anni e residente con la famiglia, in numero massimo di 4 figli.

Seconda rata – 16 settembre: uguale all’acconto.

Terza rata – entro il 16 dicembre: a conguaglio e tiene conto dell’aliquota definitiva decisa dal Comune nel quale si trova l’immobile.

Rata Imu giugno 2013: chi paga

Rata Imu giugno 2013: chi non paga

Rata Imu giugno 2013: chi non paga

 Il prossimo 17 giugno 2013 è l’ultimo giorno disponibile per versare la prima rata dell’Imposta municipale unica.

Prima di farsi ‘ingannare’ dalle numerose voci che in questi giorni circolano in tv, sul web e sui giornali, è bene comprendere cosa dice la legge in proposito per sapere se si è destinati al pagamento o se si esenti.

Il 17 giugno non pagano l’Imu coloro che possiedono o sono residenti e dimorano con la propria famiglia in un’abitazione principale, a patto che essa sia classificata nelle categorie catastali contemplate tra A/2 ed A/6.

I suddetti proprietari sono stati esentati dal pagamento della prima rata, che è un acconto del 50% dell’Imu da versare nel 2013, in seguito alla sospensione per le suddette categorie per effetto del decreto del governo Letta.

Abitazioni esentate

Sono dunque esentate le abitazioni di:

– classe A/2 (Abitazioni di tipo civile),

– A/3 (abitazioni di tipo economico),

– A/4 (abitazioni di tipo popolare),

– A/5 (abitazioni di tipo ultrapopolare),

– A/6 (abitazioni di tipo rurale)

Non dovranno pagare l’Imu il 17 giugno le case (con relative pertinenze) delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, che i soci assegnatari utilizzano come abitazione principale.

Sono inoltre esonerati dalla prima rata dell’Imu 2013 coloro che possiedono case popolari (con relative pertinenze). Sono esentati sia se si tratta di alloggi regolarmente assegnati dall’Istituto autonomo case popolari (Iacp), sia se tratta di alloggi assegnati da altri istituti di case popolari, con qualsiasi denominazione.

Casi specifici

Per quanto concerne i coniugi separati, nel caso in cui il giudice assegni una casa alla moglie, anche se l’abitazione è del marito, apparirà come abitazione principale dell’assegnatario. Di conseguenza la moglie non pagherà l’acconto Imu il 17 giugno.

Nel caso in cui i coniugi dovessero avere residenze in due Comuni diverse, entrambe le abitazioni apparirebbero come principali e sarebbero di conseguenza esonerate dalla prima rata Imu.

Disabilità e anziani

Una casa sfitta, qualora sia di proprietà di un anziano o disabile ricoverato in pianta stabile in un istituto di cura o in un ospizio, appare come abitazione principale e non pagherà il 17 giugno.

Sono considerate come abitazione principale anche le case costituite da due unità abitative accatastate insieme, da due alloggi “uniti di fatto a fini fiscali”.

L’ultimo punto riguarda però la modalità di sospensione: “sospensione” non vuol dire “eliminazione“. L’appuntamento, qualora il governo Letta non dovesse riformare l’Imu entro il 31 agosto è solo rinviato al 16 settembre. A scanso di modifiche estive l’acconto andrà versato con le regole attualmente in vigore.

Rata Imu giugno 2013: chi paga

Rata Imu giugno 2013: come si paga