I termini dell’accordo tra sindacati e Confindustria

 Dopo anni di liti, discussioni e intese separate, ecco arrivare finalmente, salutata con soddisfazione anche dallo stesso premier Enrico Letta, la stipula di una intesa tra Confindustria e le principali sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – che d’ ora in avanti dovranno attenersi a regole condivise per la rappresentanza sindacale e l’ applicazione delle norme dei contratti firmati.

>Susanna Camusso cerca l’accordo con Confindustria

D’ ora in avanti, dunque, in sede di trattative, si dovrà tenere conto delle deleghe sindacali che il datore di lavoro, su richiesta del lavoratore stesso, comunica di volta in volta all’ INPS, per una loro ufficiale certificazione.

Per le Regioni alla Cig manca almeno un miliardo

 Solo qualche settimana fa il Governo ha stanziato, attraverso l’ approvazione dell’ apposito decreto legge IMU – Cig, un miliardo di euro per rifinanziare, per l’anno 2013, la Cassa integrazione in deroga (CIG), uno degli ammortizzatori sociali di maggiore urgenza per il Paese. Ma dalla Conferenza delle Regioni, nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Lavoro e Finanze della Camera, arriva ora un nuovo allarme: per coprire il reale fabbisogno dei lavoratori in cassa integrazione manca almeno un altro miliardo di euro.

>Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

Ecobonus e ricostruzione in Abruzzo finanziati dall’aumento delle tasse

 Il Governo sta predisponendo una redistribuzione del carico fiscale per trovare le risorse per il finanziamento degli sgravi fiscali per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione ambientale degli immobili e anche per gli interventi privati di ricostruzione in Abruzzo.

► Prolungati i bonus ristrutturazioni

Una redistribuzione delle tasse e del loro ammontare che colpirà i cittadini con l’aumento del prezzo di alcuni prodotti di largo consumo e dell’imposta di bollo per atti e ricevute. Aumenti pesanti e applicati su prodotti e imposte così comuni diventano una ottima fonte per le casse dello Stato.

Ad essere colpiti dall’aumento delle tasse per questi finanziamenti saranno bevande e merendine acquistate ai distributori automatici, sui quali sarà aumentata l’Iva dal 4% attuale al 10%, per garantire allo Stato una entrata extra stimata in circa 100 milioni di euro all’anno (l’aumento Iva è previsto per 10 anni).

Aliquota Iva alle stelle anche per i gadget che si acquistano in edicola con giornali e riviste. Questi oggetti non saranno più categorizzati come prodotti editoriali e, quindi, l’aliquota Iva applicata sarà quella standard del 21%, e non quella agevolata dell’editoria (4%). Lo Stato conti di ricavare 125 milioni di euro all’anno.

► L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie più numerose

Ultimo aumento, questo finalizzato alla detassazione degli interventi di ricostruzione privata in Abruzzo, è quello dell’imposta di bollo che si paga per ricevute e atti (da 1,81 a 2 euro per l’una e da 14,62 a 16 euro per gli altri). Questo aumento dovrebbe portare allo Stato 197,2 milioni di euro per ogni anno dal 2014 al 2019 e quasi 100 milioni per i restanti mesi del 2013.

Zanonato sulle misure per il rilancio dell’occupazione

 Il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato è tornato in questi ultimi giorni a parlare di occupazione, puntualizzando sui provvedimenti presi dal Governo per il suo rilancio e sulle misure a favore che sono in programma nell’ immediato futuro.

>I 5 punti di Van Rompuy per l’occupazione

Il Ministro ha infatti ricordato in primis i provvedimenti già attuati dal Governo Letta per favorire, anche in via indiretta, il rilancio dell’ occupazione in Italia, come il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, che hanno dato un po’ di ossigeno alle imprese, il rinvio della rata IMU sulla pirma casa, per il mercato dei privati, il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga (CIG), nonché il varo dell’ ecobonus.

200 poltrone libere nelle società pubbliche

 Per le amministrazioni pubbliche, ed in particolare per le società, i consorzi, le agenzie, gli istituti, le Autorità e le Fondazioni che, in un modo o nell’ altro, fanno comunque capo allo Stato, è tempo di rinnovi. Rinnovi, cioè, delle ambitissime cariche al loro vertice e dei rispettivi consigli di amministrazione: una torta da circa 200 poltrone che aspetta solo di essere equamente – si spera – spartita.

>Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni

Casero parla del nuovo Fisco

 Il viceministro dell’ Economia e delle Finanze Luigi Casero, in alcune interviste rilasciate in questi giorni, ha svelato il volto del nuovo Fisco, quello che a partire proprio da questo mese prenderà gradualmente forma con l’ entrata in vigore di una serie di provvedimenti che andranno a caratterizzare il dopo Equitalia.

>Lotta all’ evasione fiscale ancora in alto mare

La doppia faccia del lavoro: cresce al Nord ma crolla al Sud

 Quello che sembra ormai essere un clichet della nostra Italia viene costantemente confermato dai numeri. La disoccupazione è una spina nel fianco, molto più lunga in quello del Sud e sempre più corta in quello del Nord.

Se si tengono in considerazione gli ultimi anni di crisi si noterà che al Sud e sulle Isole sono stati distrutti più di 335.500 posti di lavoro.

Nel settentrione, invece, ne sono stati creati circa tredici mila.

I dati sono stati forniti durante il ventiquattresimo Report Sud, a cura di Diste Consulting-Fondazione Curella.

Mai come oggi, dunque, il Paese è spaccato in due, con un Mezzogiorno ‘alla frutta’ e un Nord in risalita.

Qualcuno, forse, non si fiderà delle statistiche, ma il dato è palese.

Spaccatura profonda

Non è solo il dato occupazionale a distinguere in maniera pesante Nord e Sud. In ogni comparto importante la differenza è netta.

Ad esempio, durante lo scorso anno. Il Prodotto interno lordo è diminuito del 3,4% a fronte di un calo del 2% nel Centro/Nord. Per l’economia meridionale si parlava della quinta diminuzione consecutiva nell’arco degli ultimi cinque anni, che ha fatto tornare il livello del Pil indietro di oltre il 10%, mentre per l’area centro settentrionale il consuntivo 2012 rappresenta una inversione di tendenza, al termine di un biennio di parziale recupero delle perdite subite nel 2008/2010, per cui la flessione del Pil in confronto al 2007 ha toccato il 6%.

In Italia chiudono anche le aziende straniere

 La crisi colpisce (inevitabilmente) anche le imprese edili create dai lavoratori romeni presenti in Italia. Stesso dicasi per i negozi che vendono frutta e verdura in mano ai cingalesi, o per i negozi gestiti dai cinesi o dai marocchini.

Non c’è scampo per nessuno. Un tempo l’Italia era considerata la ‘terra promessa‘ in cui creare il proprio business. Oggi, con sommo dispiacere, non c’è più gloria neanche per gli immigrati.

Le piccole imprese soffrono come non mai per via della recessione. La caduta dei consumi, dunque, si abbatte anche sulle piccole aziende guidate da extracomunitari.

In dodici mesi, dal 2011 al 2012, la presenza di queste attività imprenditoriali in Italia è diminuita del 6,7 per cento.

Le numerose piccole aziende straniere presenti sul territorio si basavano sul basso costo del lavoro per contrastare la crisi. Ma la crisi ha avuto il sopravvento.

Un calo progressivo

Così, mentre sino al 2011 la presenza di ditte straniere regolarmente iscritte all’albo faceva registrare una continua crescita, dall’anno scorso la tendenza si è invertita. Nel 2007 erano 167.000, nel 2011 erano 249.000, ma nel 2012 sono scese a 232.000.

Sono dunque 16.796 le imprese con titolare straniero che hanno chiuso in un anno.

Conto alla rovescia per il Redditometro

 Il processo di revisione e di semplificazione del cosiddetto Redditometro, lo strumento messo a punto dall’ Agenzia delle Entrate per porre fine al problema dell’ evasione fiscale, è giunto ormai alla sua fase definitiva e a breve, forse già nel corso di questa settimana o al massimo della prossima, lo strumento potrebbe entrare in funzione.

>Arriva la versione definitiva del redditometro

I dati dei contribuenti italiani nel 2011

 Il Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha recentemente pubblicato le tabelle relative alle dichiarazioni dei redditi dell’ anno 2012, le quali, come è noto, hanno fotografato la situazione reddituale degli italiani relativa all’ anno precedente, ovvero al 2011. Anche questa volta, tuttavia, si può dire che le sorprese non sono affatto mancate.