700 milioni di euro in meno a causa delle sigarette elettroniche

 Sono circa 700 i milioni di euro che nel 2013 mancheranno all’ erario italiano, cioè ai Monopoli di Stato, dal gettito delle accise sul tabacco. Da quando, infatti, il mercato del fumo è stato letteralmente invaso dalle cosiddette  e-cig, le sigarette elettroniche, il gettito delle imposte sulle sigarette tradizionali ha subito un tracollo verticale.

E la situazione italiana non dà speranza di segni di miglioramento, perché le vendite delle e-cig raddoppiano di anno in anno.

Una nuova tassa sulle sigarette elettroniche?

E’ per questo motivo che, mentre il fatturato del settore elettronico aumenta e ogni giorno nascono nuovi punti vendita sul territorio, lo Stato ragiona incessantemente su come far fronte alle perdite subite.

> I tagli all’editoria salveranno le sigarette elettroniche

Così l’ unica soluzione possibile sembra proprio quella di introdurre una nuova tassazione anche sulle sigarette elettroniche, un tentativo che, tuttavia, è stato disatteso già almeno tre volte. Si era pensato, infatti, di introdurre un balzello già nel Decreto Sviluppo e nella legge di Stabilità del 2012 e, quest’ anno, nel recente decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione.

Ma niente da fare. Sulla spinosa questione grava inesorabile un problema di definizione del prodotto stesso, che, se succedaneo del tabacco – come non è – dovrebbe essere regolarmente soggetto all’ accisa, se invece dispositivo medico, dovrebbe essere venduto in farmacia.

Ma i tecnici del Ministero della Salute ancora non hanno trovato una soluzione.

Sei raccomandazioni per la promozione sui conti pubblici

 Il prossimo 29  Maggio sarà, probabilmente, per l’ Italia, giorno di risanamento: la Commissione Europea sembra infatti ormai favorevole ad approvare gli sforzi compiuti dal nostro Paese per l’ uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo e per la riammissione formale tra le nazioni europee “virtuose”.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Come controparte, tuttavia, ci saranno per l’ Italia da sostenere sei raccomandazioni, sei nuove misure economiche e politiche da mettere in atto per  conservare la posizione faticosamente raggiunta. Tra i provvedimenti presenti nella bozza della Commissione vi sono, ad esempio:

> Squinzi pessimista sull’Italia

  • il proseguimento dell’ opera di consolidamento dei conti pubblici
  • l’ ottimizzazione dei meccanismi della macchina burocratica statale,cioè della Pubblica Amministrazione
  • la riforma del sistema bancario in vista di una sua migliore efficienza
  • l’ introduzione di maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, sulla strada già tracciata dalla riforma Fornero
  • il rilancio dei progetti formativi del mondo professionale, in modo da riavvicinare lavoratori e imprese
  • la riduzione delle pressione fiscale sul settore produttivo italiano e sul costo del lavoro, in modo da attribuire una maggiore competitività al mondo dei servizi.

La chiusura della procedure europea, quindi, significherà per l’ esecutivo anche l’ apertura di una lunga stagione di impegno sulle riforme strutturali del Paese e sui negoziati con l’ Europa.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

 L’ Italia si avvia a piccoli passi verso la sospirata chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo imposta ai nostri bilanci dall’ Unione Europea. Gli italiani potranno infatti tirare forse un sospiro di sollievo mercoledì 29 Maggio, quando la Commissione Europea annuncerà in via ufficiale se l’ Italia ha effettivamente rimesso a posto la precaria situazione dei propri conti pubblici.

Vertice europeo sull’ occupazione giovanile previsto per giugno

Per quella stessa data, tuttavia, si aspettano anche, da parte dell’ Europa, delle specifiche raccomandazioni – Paese, che costituiranno la fase due dell’ intervento della Commissione. L’ Unione Europea, infatti, pur abbastanza indulgente sul fronte deficit – alla Francia e ad altre nazioni sono stati concessi , ad esempio, due anni di tempo in più per sistemare i bilanci pubblici – non ha affatto intenzione di mollare la presa sull’ attuazione delle necessarie riforme economiche strutturali che sia aspetta dai singoli stati membri.

> Lo scenario finanziario europeo va migliorando

Per il nostro Paese l’ Europa sta preparando un pacchetto di sei o sette raccomandazioni, all’ interno del quale si ripresenteranno, probabilmente, anche le misure dell’ anno precedente che ancora non sono state attuate, come, ad esempio, la riforma del mercato del lavoro e quella del mercato dei servizi.

Accanto alle nuove urgenze, tuttavia, rimarrà comunque il monito di continuare a ridurre il debito, cosa che non può fare altro che contribuire a rafforzare l’ economia italiana.

Possibile proroga per la presentazione del 730

 Per chi ha deciso di presentare il modello 730 ai Caf il termine ultimo è fissato al 31 maggio. Ma i Caf in questo periodo si sono trovati a gestire un carico di lavoro maggiore dopo il decreto per il congelamento della prima rata dell’Imu – circa 100 mila dichiarazioni già presentate da rivedere – e hanno così manifestato l’esigenza di avere più tempo a disposizione per poter adempiere a questo compito.

► 100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

Il Governo ha così accolto la richiesta e ha approntato un Dpcm che proroga questa scadenza al 10 giugno.

La motivazione di questa proroga sta nel fatto che il credito Irpef per i lavoratori dipendenti e per i pensionati che sono proprietari di un immobile potrebbe essere diverso dato il non pagamento della relativa imposta.

Per coloro che hanno scelto di presentare il modello 730 al sostituto d’imposta, la cui scadenza era stata fissata prima al 30 aprile e poi spostata al 16 maggio – la compensazione del credito sarà ammortizzata nella busta paga di luglio.

► Calendario scadenze dichiarazioni dei redditi

I Caf, inoltre, consigliano di non presentare il modello integrativo in quanto se il governo non dovesse riuscire nell’intento di rivedere le modalità di prelievo dell’Imu, la dichiarazione precedentemente fatta sarebbe ancora valida.

 

 

Promozioni per vendere casa

Cosa non si fa per vendere casa in questo periodo di grossa crisi. C’è chi è davvero disposto a tutto.

Negli ultimi tempi, così critici, gli annunci di vendita di casa con ‘regalo’ sono in nettissimo incremento.

C’è chi propone casa con un arredo già incorporato. C’è chi invece propone un fine settimana di prova per verificare se è tutto apposto, in caso si tratti di una casa situata in montagna.

C’è chi poi garantisce la quota dell’Imu già pagata o ancora l’auto elettrica in dotazione.

Al giorno d’oggi, dunque, i venditori di case hanno attivato delle vere e proprie promozioni al fine di stimolare e agevolare gli utenti all’acquisto di nuovi immobili.

Vincenzo de Tommaso, responsabile nel settore immobiliare, ha dichiarato che “Nel giro di un anno l’offerta di case con regalo è più che raddoppiata. Quella della promozione è una formula nuova per il mercato immobiliare che consente di distinguersi dagli altri operatori. Venire incontro alle esigenze del proprio pubblico di riferimento, correggere il tiro quando il listino prezzi non è aggiornato ai valori attuali di mercato, si evita così di svalutare l’immobile“.

Gli analisti hanno individuato più di cento annunci in promozione, segno incontrovertibile di una crisi che ha paralizzato le compravendite, ma anche segnale di vitalità di un mercato che per fronteggiare le difficoltà dà fondo alle energie creative.

Dalla Sicilia al Trentino le iniziative “stile 3×2” si sono moltiplicate a vista d’occhio.

Stiamo parlando nella fattispecie di abitazioni in edifici di nuova costruzione rimasti invenduti per via della crisi, situati in piccoli comuni o in aree cittadine di recente edificazione e con un valore inferiore ai 200mila euro (nel 60% dei casi) trattabili. La lista dei regali è lunga e gli esempi sono molti: se il garage compreso nel prezzo di listino è l’idea più frequente e più generosa dei promotori, non mancano le proposte curiose, per esempio l’auto elettrica per metropolitani dagli stili di vita eco-friendly, il parquet per gli amanti dell’eleganza, il televisore 3d per gli appassionati di hi-tech.

250 emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione

 E’ scaduto questa mattina il termine ultimo di presentazione degli eventuali emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, con cui il Governo ha intenzione di sbloccare la situazione dei mancati pagamenti alle imprese creditrici dello Stato.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

In commissione Bilancio sono state dunque presentate 252 proposte di modifica, sulle quali il Senato sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni a partire da martedì prossimo, per poi arrivare alla lettura definitiva da parte della Camera entro il 4 di Giugno.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

Le possibilità sostanziali di modifica, tuttavia, a detta di fonti governative, sono piuttosto ristrette, a causa dei limiti di bilancio che fissano le risorse disponibili per il momento a 40 miliardi per i prossimi due anni e alla necessità di mantenere il giusto rapporto tra debito e PIL.

Gli emendamenti su cui sembra però più certa la discussione sono la semplificazione della certificazione del debito attraverso la norma del silenzio – assenso; l’estensione della compensazione tra crediti commerciali e debiti; la proposta di estendere il pagamento dei debiti anche a quelli contratti nella prima parte del 2013, dal momento che per ora il decreto copre solo quelli fino a dicembre 2012. Altre proposte riguardano, infine, la non sanzionabilità degli enti locali che hanno pagato le imprese creditrici.

Il Governo proroga fino a dicembre la detrazione ‘verde’

Con l’obiettivo di trovare fondi e far quadrare i conti, il Consiglio dei ministri del giorno dovrebbe procrastinare sino a dicembre di quest’anno il bonus del 55% per gli interventi atti a migliorare l’efficienza energetica delle case, in scadenza alla fine di giugno.

Di contro, malgrado le pressioni e i tentativi di mediazione, il bonus per le ristrutturazioni semplici, che è uno sgravio del 50% richiesto a gran voce dal settore dell’edilizia, non dovrebbe essere prorogato. Stabilità anche per un’altra misura allo studio, l’incentivo per l’acquisto di cucine e mobili da parte delle giovani coppie del quale si sta occupando il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi.

Attualmente sono stati trovati solo i fondi necessari al bonus sull’efficienza energetica. Un’agevolazione che, negli ultimi tre anni, è stata adottata da quasi un milione e mezzo di famiglie per interventi che diminuiscono i consumi di energia, quali ad esempio l’istallazione di nuovi infissi o di una caldaia a basso consumo, e che hanno portato a 50.000 nuovi posti di lavoro l’anno.

Al fine di coprire anche le ristrutturazioni semplici, ad esempio chi rifà il bagno senza migliorare l’impatto ambientale dell’appartamento, occorrerebbe trovare altri 120 milioni solo per gli ultimi sei mesi di quest’anno. Per il bonus giovani coppie forse ne servirebbero ancora di più.

Ma per il momento tutto si concluderà con un ‘nulla di fatto’. Anche perché a bloccare la caccia ai soldi per il bonus è arrivato il richiamo del Premier Letta. Il presidente del Consiglio chiede di dare la precedenza assoluta ai 2 miliardi di euro che si devono trovare subito per fermare l’aumento dell’Iva previsto per l’inizio di luglio. I tempi sono stetti, i soldi pochi ed è su questo obiettivo, per nulla scontato, che il governo ha deciso di concentrare gli sforzi. Di tutto il resto si parlerà poi.

Fiducia dei consumatori in calo a maggio

 Dopo la parentesi positiva del mese di aprile, in cui la fiducia dei consumatori aveva fatto registrare, in Italia, un piccolo incremento positivo, nel mese di maggio la stessa è tornata a calare e gli italiani oggi si dicono preoccupati per il quadro economico del Paese.

I cittadini europei sono sempre più scettici

Lo ha rilevato, infatti, l’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – che ha sottolineato come l’ indice sia sceso dal valore di 86,3 che si era potuto registrare ad aprile 2013, a quello odierno di 85,9.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

Nello specifico, inoltre, la componente riferita al quadro economico è passata questo mese ad un valore di 70,5 da un precedente valore di 73,3. Gli Italiani sembrano infatti preoccupati dalla situazione economica generale, anche se paradossalmente, l’ indice della fiducia personale si è trovato invece in questo mese a salire da un 90,5 che si era potuto registrare ad aprile, al valore di 92,0 del mese di maggio.

A livello geografico, invece, si può dire che in generale il clima di fiducia della popolazione italiana aumenta nel Nord Ovest e diminuisce nella altre regioni del Paese.

Per quanto riguarda, infine, le attese relative alla disoccupazione, è stato possibile registrare un calo, con un passaggio dal valore di 109 all’ attuale 105.

Ad aprile le retribuzioni sono cresciute più dell’inflazione

 Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Istat, il mese di aprile ha fatto registrare almeno un dato positivo per l’ economia del nostro Paese. Per la prima volta dal mese di agosto 2010, nel mese di aprile le retribuzioni dei lavoratori italiani sono aumentate più dell’ inflazione.

> Per gli statali 3000 euro in meno in tre anni

Per gli stipendi si è infatti avuto un rialzo dell’ 1,4% su base annuale, mentre il rincaro dei prezzi ha subito, nello stesso periodo, una battuta d’ arresto che ha fatto  stazionare il valore dell’ inflazione sull’ 1,1%.

Le retribuzioni a marzo 2013

Per quanto riguarda, invece, la variazione congiunturale delle retribuzioni, rispetto al mese di marzo 2013, si è potuto registrare un rialzo dello 0,3%, che ha contribuito a realizzare quel rialzo dell’ 1,4% dei primi quattro mesi dell’ anno.

Andando ad analizzare la situazione più da vicino, gli incrementi tendenziali maggiori si sono avuti nel mercato privato, ed in particolare nel settore degli alimentari, delle bevande e del tabacco, con un +5,8%, seguiti poi da esercizi ed alberghi con un rialzo del 2,6%, e dagli stipendi del settore dei rifiuti (+2,9).

Sono rimasti ancora per il momento congelati gli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che non hanno subito alcuna rivalutazione in attesa dei rinnovi di contratto.

In Italia 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca

 L’ ultimo rapporto pubblicato dall’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – sulla situazione del lavoro in Italia ha fornito, tra le altre cose, anche un dato decisamente in controtendenza rispetto agli allarmi sul fenomeno della disoccupazione che vengono in continuazione lanciati.

> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

In base ai dati del 2012, infatti, in Italia ci sarebbero 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca o sarebbe disposto a fare. Le mansioni interessate, rilevate  dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, sono quelle del

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

Secondo gli analisti, dunque, che hanno tentato di trovare una spiegazione al fenomeno, si tratta di professioni poco ricercate perché presuppongono una buona dose di fatica e lo svolgimento di turni anche notturni.

Ma accanto a queste mansioni vi sono anche una serie di lavori che gli italiani sembrano considerare poco appetibili per il lungo percorso formativo richiesto o per lo scarso livello di attrazione: tra queste la professione di infermiere, tecnico informatico e quella di operaio specializzato, per le quali l’ offerta supera quasi sempre la domanda.

 Insomma, ad un bilancio generale, in Italia manca ancora una grande fetta di manodopera specializzata che siamo costretti ad importare.