Letta non dà tregua agli evasori fiscali

 Il tema dell’elusione delle tasse, nel giorno in cui un rapporto del Senato Usa inchioda Apple, il Premier Enrico Letta ha voluto dire la sua sulla questione. E lo ha fatto illustrando ai parlamentari che domani si parlerà anche del grande tema della lotta alla frode e all’evasione fiscale internazionale.

Così il Premier: “In questa difficile stagione in cui tutti i Paesi membri chiedono sacrifici pesanti ai propri cittadini per il risanamento delle finanze pubbliche, la lotta all’evasione e alla frode fiscale è anzitutto imperativo morale, dovere ineludibile, senza dimenticare che si tratta di un elemento essenziale per assicurare l’equità e la fiducia nell’efficienza del sistema fiscale”.

Il nodo focale della discussione di domani verterà sull’affermazione del principio dello scambio automatico d’informazioni fiscali come standard di trasparenza nelle relazioni tra Stati membri all’interno dell’Unione e tra l’Unione e i Paesi terzi. Si tratta di estendere in questo campo la collaborazione tra autorità fiscali, includendo tutte le tipologie di redditi attraverso una revisione della direttiva del 2011 sulla cooperazione amministrativa.

Il Consiglio europeo dovrà fornire alla Commissione il mandato ad avviare negoziati con Paesi terzi per rafforzare gli accordi in materia di cooperazione fiscale.

Letta ha sottolineato che il Governo vuole che il Consiglio opti per una serie di priorità d’azione per il futuro nel campo dell’evasione e della frode fiscale.

Italo attacca Trenitalia: ipotesi di Dumping

Italo non ci sta e chiama l’Antitrust. Nei giorni scorsi Ferrovie dello Stato ha dichiarato che la società per il quinto anno consecutivo ha fatto registrare utili per 380 milioni di euro. Ma, secondo Ntv (società che rappresenta Italo) sulle tratte ad alta velocità Ferrovie avrebbe fatto attività di Dumping: “Quanto al cosiddetto dumping, ovvero al ribasso eccessivo dei prezzi da parte dell’ex monopolista per stroncare sul nascere la concorrenza noi pensiamo che ci sia, in forma molto grave. Sarà comunque l’Antitrust, cui ci siamo rivolti con una specifica segnalazione, a dire come stanno effettivamente le cose”.

Un attacco ben preciso, che Ntv motiva dicendo che i prezzi adottati da Trenitalia sulle linee tradizionali sono molto più elevati rispetto a quelli sulle linee ad alta velocità.

Una situazione, questa, cambiata rispetto a quando Italo non esisteva. L’arrivo della concorrenza, dunque, avrebbe indotto Trenitalia ad abbassare i prezzi sulle tratte suddette, alzando quelli sui vecchi treni Intercity.

Una sorta di azione da “Robin Hood al contrario“.

Così, al giorno d’oggi, chi viaggia su Intercity paga di più e paga per coloro che viaggiano molto più comodamente sui Freccia d’Argento.

Naturalmente, adesso, toccherà all’Antitrust decidere se il Dumping è avvenuto oppure no.

Quali cambiamenti per Equitalia?

 Alla Commissione Finanze della Camera si sta discutendo per dare un nuovo volto ad Equitalia, la società che, fino ad ora, è stata utilizzata dallo Stato e dalle amministrazioni locali per la riscossione dei debiti insoluti dei cittadini italiani.

► Le conseguenze dell’uscita di Equitalia dai Comuni

Tutte le forze politiche coinvolte si sono trovate d’accordo sulla necessità di cambiarne le regole, in primis per cercare di  ridurre i costi, tanto per lo Stato quanto per i cittadini. Equitalia dovrà cambiare.

Per prima cosa, se le proposte saranno tutte accolte, la società di riscossione non potrà più esigere ipoteche ed espropriazioni sulla prima casa quando questa è l’unico patrimonio che possiede il contribuente. Poi la possibilità di una rateizzazione dei pagamenti più a lungo termine e la sospensione, nei casi di reale difficoltà accertata, di sospensione del pagamento per sei mesi.

Si potrebbe dire addio anche al solve et repete, ossia all’obbligo del cittadino di pagare quanto chiesto e poi di vederselo restituire in caso di vittoria del ricorso.

► Equitalia punta su sensibilità e dialogo

Altri cambiamenti potrebbero riguardare il massimale di pignorabilità dei beni – non più di un quinto – per gli imprenditori.

Nella risoluzione presentata oggi, inoltre, si parla anche della possibilità di revisione del compenso che la società di riscossione prende per il suo operato – al momento dell’8% – e degli interessi di mora applicati, attualmente al 5,2%.

Il lavoro per i giovani è la priorità italiana in Europa

 Il problema dell’ occupazione giovanile risulta sicuramente centrale e di primaria importanza per l’ Italia e l’ esecutivo ne farà il proprio cavallo di battaglia al vertice europeo in programma per fine giugno.

> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

I dati diffusi dal rapporto annuale 2013 dell’ Istat in merito al mercato del lavoro italiano e alla situazione giovanile, però, non sono affatto entusiasmanti.

In Italia, infatti, dimora il più alto numero di giovani che, in Europa, non studiano né sono alla ricerca di un lavoro: sono i cosiddetti Neet, che raggiungono il 23,9% dell’ intera popolazione giovanile, cioè 2 milioni e 250 mila – stando alle stime 2012.

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

Per quanto riguarda po le cifre vive della disoccupazione, il tasso di giovani senza lavoro nel 2012 è ulteriormente aumentato, raggiungendo il 25,2%: la maggior parte di essi, inoltre, il 37,3% si concentra nel Mezzogiorno. L’ Istat afferma inoltre che ad essere più colpiti dal fenomeno sono stati i giovani con il titolo di studio più basso.

Ma se si guarda anche alla condizione dei laureati, si scopre che solo il 57,6% dei giovani laureati o diplomati lavora entro tre anni dal completamento del ciclo di studi, mentre il target europeo sarebbe fissato all’ 82% per il 2020. Mentre si aspetta di migliorare gli obiettivi, dunque, il numero degli inattivi è salito a quasi 3 milioni.

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

 L’ Istat ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale 2013 e all’ interno di quest’ ultimo un’ attenzione particolare è stata data alla descrizione del mondo del lavoro italiano, che appare sempre di più penalizzato dal problema della disoccupazione.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

L’ Istat ha rilevato, ad esempio, che in Italia il numero delle persone inattive, ovvero coloro che sarebbero disposti a lavorare ma non sono in cerca di una occupazione ha raggiunto oggi i 3 milioni, cifra che, se sommata al numero ufficiale dei disoccupati, altri 3 milioni, dà come risultato un totale di 6 milioni di persone che potrebbero essere impiegate nei processi produttivi.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

L’ Istituto ha inoltre sottolineato che, soprattutto nel Mezzogiorno, è in aumento il numero delle persone che pur essendo abili al lavoro, non lo cercano più in modo attivo, causa la sfiducia e lo scoraggiamento conseguenti ai numerosi tentativi non andati a buon fine.

La disoccupazione, del resto, nel 2012, è aumentata del 30,2% e la metà dei nuovi disoccupati ha un’ età compresa tra i 30 e i 49 anni. Il 53% dei disoccupati, inoltre, cerca lavoro almeno da un anno, mentre la durata media della ricerca di un nuovo si è allungata fino a 21 mesi. Per le prime occupazioni si aspetta fino a 30 mesi. Anche il numero dei cassaintegrati è salito nel 2012.

Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

 Il gettito previsto dal Governo con l’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva è di circa tre miliardi di euro. Una buona entrata che però potrebbe portare anche ad una contrazione dei consumi – i beni di consumo costerebbero di più e quindi se ne acquisterebbero di meno – il che sarebbe comunque un danno per l’economia italiana.

► Epifani discute di IMU e di IVA

Per evitare sia l’uno che l’latro rischio è necessario trovare questi tre miliardi da qualche altra parte. Dove?

Una soluzione è quella proposta dal viceministro dell’Economia, il democratico Stefano Fassina, che ha messo sul tavolo del governo una soluzione che rientrerebbe nella revisione della tassazione sugli immobili – già allo studio del governo e che dovrebbe essere pronta entro agosto: l’Imu non dovrebbe essere eliminata per tutti, ma si dovrebbe lasciare almeno per i ricchi e per i proprietari di case di lusso, prevedendo delle detrazioni di almeno 450 euro per chi non rientra in queste categorie.

In questo modo sarebbe già possibile recuperare almeno 2 miliardi.

► Aumento dell’Iva: quali prezzi saliranno e di quanto

Altra soluzione è quella proposta da Confesercenti: i tre miliardi necessari dovrebbero arrivare da una dieta dimagrante delle istituzioni, tagliando le spese non necessarie al loro mantenimento, e con una maggiore concentrazione su lotta alla corruzione e al lavoro sommerso.

 

Crolla il potere d’ acquisto delle famiglie italiane

 Il potere d’ acquisto delle famiglie italiane, nel giro di un quadriennio, è sceso del 4,8% e per l’ Istat non si tratta più di una percentuale qualsiasi, ma di un vero e proprio crollo.

Aumentano i pasti fuori casa mentre calano gli alimentari

L’ Istituto nazionale di Statistica ha infatti pubblicato il rapporto annuale 2013, in cui ha sottolineato come il crollo del potere d’ acquisto delle famiglie italiane sia stato essenzialmente causato dall’ inasprimento del prelievo fiscale e la forte riduzione del reddito da attività imprenditoriale.

Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

E come conseguenza diretta di questa situazione si è avuto, afferma l’ Istat nel suo rapporto, anche un anomalo calo dei consumi, o meglio la più forte riduzione dei consumi dagli anni Novanta ad oggi.

Per affrontare il consistente calo del reddito a disposizione, infatti, le famiglie italiane hanno ridotto la spesa per i consumi dell’ 1,6%, riduzione che, tradotta in volume di merce acquistata, rappresenta una flessione del 4,3% rispetto ai più floridi anni ’90.

Nello specifico, quindi, le famiglie italiane sembrano aver ridotto drasticamente la quantità dei prodotti acquistati, ma una percentuale non trascurabile, che oggi sembra in costante aumento, ha anche abbassato la qualità dei prodotti che acquista.

Possibile proroga per bonus energia e ristrutturazioni

 L’ intenzione del Governo Letta sembra proprio quella di prorogare, almeno fino al prossimo 31 dicembre 2013, i provvedimenti di defiscalizzazione per le ristrutturazioni edilizie e i bonus energia del 50 – 55% che sono in scadenza a fine giugno. Lo ha anticipato ieri, in un discorso alla Camera, il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Maurizio Lupi, affermando che l’ esecutivo ha allo studio anche un piano per estendere tali sconti fiscali.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

A ben guardare, però, anche questi provvedimenti sono essenzialmente soggetti al recupero delle risorse necessarie alle coperture. E il problema delle risorse, in Italia, in questo momento, appare di fondamentale importanza. Proprio oggi, infatti, è entrato ufficialmente in vigore il decreto IMU che ha sospeso il pagamento dell’ Imposta Municipale per un totale di 2,4 miliardi di gettito.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

A luglio, poi, è previsto l’ aumento dell’ aliquota IVA dal 21 al 22%, che ha già suscitato numerose voci di dissenso nella maggioranza: tra queste quella di Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera, che ha chiesto l’ emissione di un altro decreto entro il mese di giugno per evitare che il provvedimento si traduca in realtà, con numerose conseguenze negative per l’ economia.

Ma la sterilizzazione dell’ IVA ha un valore di almeno 2 miliardi. Che andrebbero comunque recuperati: e di questi tempi non è cosa semplice.

Nel 2013 le banche tornano all’utile

 Ancora troppo presto per dirlo, ma la crisi sembra ormai avviarsi ad una felice conclusione. Almeno per le banche.

Il segno d questa prima e flebile inversione di tendenza lo danno i bilanci delle banche italiane, ai quali molti istituti di credito italiani hanno potuto mettere un segno positivo. Le banche, quindi, tornano all’utile e questo fa ben sperare che anche per il resto dell’economia ci possano essere, presto, dei segnali positivi.

► Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare, Ubi e Popolare di Milano hanno chiuso i bilanci del primo trimestre del 2013 con il ritorno all’utile, mentre quelle che già erano in questa situazione – Bper, Carige, Credem e Banco di Desio – hanno confermato il loro stato di salute.

Solo il Monte dei Paschi di Siena è ancora in rosso, ma comunque le sue performance sono state migliori di quanto previsto.

► Le banche puntano sui Titoli di Stato

Certo, non tutto è rose e fiori come sembra. Rispetto allo scorso anno, infatti, si nota come manchino 1.210 milioni di utili netti, mentre i crediti deteriorati netti continuano ad aumentare da 114,2 miliardi a 131,1 miliardi. Comunque sia, anche se ancora presto per cantare vittoria, la situazione sta migliorando: ora è necessario che le banche trasferiscano questa rinnovata prosperità nell’economia reale.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

 E’ stato firmato proprio ieri, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il decreto –  approvato lo scorso venerdì  17 Maggio dal Consiglio dei Ministri – sulla sospensione della rata IMU di giugno per i possessori di prima casa e sul rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga ed è da oggi ufficialmente in vigore, a seguito della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

Nonostante tutto questo, però, i nodi da sciogliere, per il Governo Letta non sono ancora finiti. A partire dal prossimo primo luglio è infatti previsto il passaggio dell’ aliquota dell’ IVA dall’ attuale 21 al 22%, provvedimento che tutta la maggioranza chiede più o meno compatta di scongiurare, data la precaria situazione in cui già versa l’ economia italiana quanto a PIL e mondo dei consumi.

Epifani discute di IMU e di IVA

L’ aumento dell’ IVA, tuttavia, potrebbe fruttare allo Stato 4 miliardi di euro, e qualora si volesse evitarlo, con una Italia ancora non del tutto fuori da problemi di bilancio,  si dovrebbero trovare altrove le risorse necessarie.

E ciò, avverte il sottosegretario all’ Economia, Pierpaolo Baretta, sembra piuttosto difficile, sia per il tempo a disposizione, sia per le coperture concrete.  Senza considerare che sono anche in scadenza i bonus per le ristrutturazioni edilizie e i budget delle missioni di pace. Dove trovare, quindi, tutti i soldi necessari?