15esimo calo del fatturato per l’industria italiana

 Non si vede ancora via d’ uscita dalla perdurante crisi economica per l’ intero settore dell’ industria italiana. L’ Istituto nazionale di statistica, l’ Istat, ha infatti recentemente diffuso i dati e le rilevazioni ufficiali relativi al mese di marzo 2013 e i risultati sono stati per lo più negativi.

E’ rimasto fortemente negativo, ad esempio, l’ ammontare totale del fatturato industriale per il mese di marzo, che ha subito un calo dello 0,9% rispetto al mese di febbraio e ha addirittura perso un importante 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente.

Crolla la produzione industriale italiana

Per l’ industria italiana, infatti, questo rappresenta, mese dopo mese, il 15esimo calo consecutivo: in poche parole, con una perdita del 10,9% sul dato grezzo, si tratta del peggiore risultato conseguito a partire dal 2009.

> A marzo negativo l’export italiano

Un unico, quasi effimero, spiraglio di luce, arriva dalle quote relative agli ordinativi industriali, che, dopo quattro mesi in negativo, a marzo hanno fatto registrare un incremento dell’ 1,6%, dato che nasce dalla somma degli ordini interni – + 0,2% – con quelli esteri – +3,6%.

Riferendo il dato degli ordinativi agli ultimi tre mesi del 2013, invece, le cifre relative alla media si volgono ancora ai numeri negativi, con un calo del 3,2%.

Nella produzione, infine, l’ unico dato positivo è pervenuto dai prodotti e dai preparati farmaceutici di base, con un incremento dell’ 1,0%. Il peggior risultato dalla siderurgia: -17%.

Sale la domanda di carburanti ad aprile

 Per la prima volta a partire dal lontano 2011 in Italia ad aprile torna a salire la domanda relativa alla vendita di carburanti ed è come un timido raggio di sole nel mare buio dei consumi in negativo. Una timida inversione di tendenza, dunque, dovuta principalmente, dicono gli esperti dell’ Unione Petrolifera, ad una discreta crescita dei consumi per il gasolio da autotrazione.

>Aumentano i carburanti Eni e no logo

Solo nel mese di aprile, infatti, la domanda totale di carburanti è salita dello 0,6%, dato che si rileva sulla base dei numeri realizzati nel corso dell’ anno precedente. E’ il primo rialzo dopo due anni, forse ancora episodico, per cui è ancora presto per parlare di vera ripresa. Ma il dato di fatto è che nel mese di aprile il consumo del gasolio da autotrazione è salito dello 0,9%, mentre quello della benzina è rimasto invariato.

>Finalmente il prezzo dei carburanti inizia a scendere

Il gasolio di autotrazione è il carburante in genere usato da camion e furgoni, quindi questo dato potrebbe significare anche una lieve ripresa del commercio su gomma. Non bisogna tuttavia pensare che il dato positivo abbia influenzato tutto il comparto dei carburanti, dal momento che questo ultimo ha subito nei primi quattro mesi dell’anno una diminuzione abbastanza forte del 7,2%.

Asse bipartisan tra le Regioni contro il patto di stabilità

 Le politiche di rigore applicate agli enti locali stanno piano piano uccidendo gli enti locali. E’ per questo che quattro governatori di quattro regioni italiane si sono riuniti in un asse bipartisan per chiedere al Governo Letta di allentare la rigidità delle politiche di austerity connesse con il patto di stabilità.

I Comuni non subiranno alcun deficit di liquidità

L’ iniziativa è stata presa dai presidenti delle Regioni Lazio, Nicola Zingaretti, Puglia Nichi Vendola, Lombardia Roberto Maroni e Veneto, Luca Zaia, come confermato anche nel corso di una conferenza stampa congiunta, al fine di limitare la compressione delle spese imposta dal patto di stabilità , e sarà seguita da una campagna di informazione e di mobilitazione.

L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

Per Vendola, ad esempio, l’ idea principale è quella di raccogliere tutti gli alleati possibili e costituire al più presto un movimento istituzionale. Un movimento che si opponga alla cecità dei tagli lineari e del contenimento delle spese volute dall’ Europa, e che dimostri che, procedendo di questo passo sarà molto difficile arrivare anche solo al 2014.

Anche per Zingaretti il patto di stabilità europeo sta colpendo in maniera non corretta le amministrazioni locali, bloccando in maniera non utile i patrimoni. E’ necessario quindi allentarne i cordoni che riducono le possibilità di spesa.

Le conseguenze dell’uscita di Equitalia dai Comuni

 In un post pubblicato in precedenza è stato segnalato che a partire da lunedì prossimo, 20 Maggio, in 6000 Comuni italiani, l’ azienda di recupero crediti dell’ Agenzia delle Entrate, Equitalia S.p.a., non sarà più autorizzata alla riscossione coatta dei tributi.

Equitalia fuori da 6 mila comuni italiani

Da lunedì prossimo, dunque, i cittadini in contravvenzione potranno certo strappare finalmente le loro multe, ma questa uscita di Equitalia S.p.a. dai Comuni rischia di costare agli enti locali almeno 2,5 miliardi di euro. Sì, perché sebbene si tratti di un provvedimento annunciato almeno con due anni di anticipo, nel 2011, la maggior parte dei Comuni – cioè più di 4000 – non hanno ancora provveduto a rimpiazzare la società di recupero crediti e quindi tutto fa pensare che presto, senza gli introiti delle multe, le casse delle amministrazioni  locali potranno ritrovarsi completamente vuote.

A questo si deve aggiungere, poi, anche la recente mancanza del gettito della rata IMU, la cui sospensione per i possessori di prima casa e di terreni agricoli e fabbricati rurali è stata ratificata proprio oggi per decreto.

>Ecco il decreto per la sospensione dell’IMU

Un’altra conseguenza , infine, ricadrà inevitabilmente sulle spalle delle amministrazioni, sarà quella del personale: 2000 esuberi negli impiegati di Equitalia addetti agli enti locali significano altri costi – da rimpiazzare – per i Comuni.

Crolla il settore dell’edilizia

 Il primo trimestre del 2013 in Italia si è dimostrato un periodo particolarmente difficile per numerosi settori economici: è rimasto negativo, infatti, il mercato dell’ auto, come anche quello delle compravendite immobiliari. Non vanno meglio le cose sul fronte del Pil e dei consumi, le cui stime, anzi sono state riviste a ribasso dall’ Istat nelle ultime settimane.

>Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Ma a questa serie di dati economici non entusiasmanti se ne deve aggiungere anche un altro particolarmente rilevante per il nostro paese. Nel primo trimestre del 2013 è stato infatti possibile registrare in Italia un decisivo crollo anche nel settore dell’ edilizia.

>Mercato immobiliare italiano ai minimi storici dal 1985

L’ Istat ha infatti rilevato che nei primi tre mesi dell’ anno c’è stata nel settore una flessione media del 7,2% rispetto agli ultimi tre mesi dell’ anno scorso, mentre per quanto riguarda il mese precedente, cioè febbraio 2013, la flessione rilevata è stata del 4,1%.

Dal punto di vista dell’ indice destagionalizzato, quindi, l’ intero mercato delle costruzioni ha subito, nel giro di un anno, un crollo verticale pari al 20,9%, che gli aggiustamenti relativi agli effetti di calendario – il fatto che vi siano stati meno giorni lavorativi a marzo rispetto a febbraio 2013 – non hanno contribuito a modificare. Analoghi cali, dunque, anche nelle cifre relative alle produzioni.

Raggiunto l’accordo tra i Sindacati e Gucci

 Nel pomeriggio è stato raggiunto l’accordo preventivo per l’assunzione di 230 impiegati in GRG e per il reintegro di almeno 47 addetti a tempo indeterminato nei servizi accessori di manifattura.

A dare la notizia sono Filctem-Cgil Femca-Cisl Uiltec-Uil. L’accordo contempla anche percorsi possibili di pensionabilità, volontarietà e outplacement.

I sindacati spiegano che il loro lavoro è stato finalizzato il più possibile alla rioccupazione al fine di minimizzare le ricadute sociali che il fallimento della Ginori ha lasciato.

Per i sindacati, il risultato “è complessivamente positivo e sarà sottoposto all’Assemblea dei lavoratori, convocata per domani mattina in azienda a Sesto Fiorentino, chiamata a validare l’ipotesi d’accordo raggiunto”.

Durante le trattative Gucci ha ribadito “l’obiettivo dell’operazione e la volontà di valorizzare il Made in Italy, la qualità e l’artigianalità italiana e del territorio fiorentino nel mondo, le radici storico-artistiche toscane di Richard Ginori e l’obiettivo di preservare il patrimonio di competenze e conoscenze e di valore della storica manifattura fiorentina”.

Gucci ha rammentato di aver effettuato un’attenta analisi sulla fabbrica Richard Ginori, rilevando che “il corretto dimensionamento della manifattura sarebbe pari ad un organico di centottanta persone. Gucci ha cercato di fare uno sforzo al fine di garantire l’occupazione di ulteriori cinquanta addetti, con l’obiettivo, palesato sin dal principio, di minimizzare il piu’ possibile le ricadute occupazionali, dichiarandosi disponibile a verificare, congiuntamente alle parti sociali, la fattibilita’ di costruire un percorso articolato e teso ad esplorare soluzioni volte a massimizzare i livelli occupazionali complessivi e a minimizzare gli impatti sociali, anche attraverso il coinvolgimento di consolidati partner di comprovata esperienza e serietà”.

Gucci, nel corso delle trattative,”ha preso atto dell’interesse delle Organizzazioni Sindacali a continuare insieme nel suddetto percorso e nella concreta analisi della fattibilità di adottare tutti gli strumenti necessari a permettere di assicurare i più alti livelli occupazionali complessivi possibili”.

L’ipotesi di accordo statuisce che, condizionatamente e subordinatamente al perfezionamento dell’atto di trasferimento dell’Azienda Richard Ginori dal Fallimento Richard Ginori a Gucci, i 230 lavoratori, parte dell’organico individuato, verranno assunti nuovamente con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, a condizioni economico-normative coerenti con quelle attualmente godute e con riconoscimento convenzionale dell’anzianita’ accumulata presso la Richard Ginori.

 

Abrogati gli stipendi da ministro

 E’ stato approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il decreto che ha dato l’ ok per la sospensione ufficiale della rata IMU sulla prima casa prevista per giugno e per il rifinanziamento della Cig, la cassa integrazione in deroga, per la quale è stato stanziato un miliardo di euro.

>Ecco il decreto per la sospensione dell’IMU

>Stanziato per decreto 1 miliardo per la Cassa Integrazione

Ma questi, sebbene siano stati i più attesi, non sono gli unici provvedimenti contenuti all’ interno del decreto. Un terzo provvedimento, infatti, riguarda la riduzione dei costi della politica. E’ stato dunque ufficialmente abrogato il doppio stipendio per ministri e sottosegretari che già percepiscano l’ indennità parlamentare o il normale stipendio da dipendenti pubblici.

>Le risorse per il rifinanziamento della Cig

Tale misura, che era già stata annunciata dal Governo e dallo stesso Presidente del Consiglio, fornirà allo stato italiano un totale di 60o mila euro, che verranno subito impiegati per finanziare le spese per interessi derivanti dalle anticipazioni ai Comuni, che, sempre sulla base dello stesso decreto, perderanno per il momento il gettito previsto dal pagamento dell’ IMU.

Il premier aveva inizialmente ipotizzato che il taglio alle spese della politica potesse servire a finanziare la Cig, per la quale sono state tuttavia annunciate altre coperture.

Stanziato per decreto 1 miliardo per la Cassa Integrazione

 E’ stato approvato questa mattina in Consiglio dei Ministri il decreto che si aspettava da giorni per risolvere, una volta per tutte, la questione IMU e quella relativa alla Cig, la Cassa Integrazione in deroga. E se sul fronte IMU è stata decisa la sospensione della rata di giugno per la prima casa fino al prossimo 16 settembre, sul fronte degli ammortizzatori sociali sono state definite le risorse disponibili al provvedimento.

>Le risorse per il rifinanziamento della Cig

E’ stato infatti approvato lo stanziamento di un miliardo di euro per la ulteriore copertura delle mobilità dei lavoratori in cassa integrazione, miliardo che, come ha precisato anche lo stesso premier, Enrico Letta, saranno in parte presi dai fondi di produttività non utilizzati, con l’ impegno del Governo, però a ripristinare in un secondo momento i fondi stessi.

Giovannini fa il punto sul rifinanziamento della Cig

Sulla questione del reperimento delle coperture è intervenuto poi anche il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, che ha aggiunto che si tratta in realtà di fondi di produttività destinati all’ erogazione nel 2014, e derivanti da accordi presi con le parti nel 2013. Ma il governo ne utilizzerà per il momento solo una parte che poi sarà reintegrata.

Della soluzione, però, si è dichiarato scontento Angeletti, segretario generale della UIL, che ha parlato di una Cig autofinanziata dai lavoratori stessi.

Ecco il decreto per la sospensione dell’IMU

 E’ stato approvato oggi, dopo lunghi giorni di attesa, il decreto che sancisce la sospensione ufficiale della rata IMU di giugno sulla prima casa. Il pagamento dell’ Imposta Municipale Unica sulla prima casa, infatti, è stato sospeso, questa mattina in Consiglio dei Ministri, fino al prossimo 16 settembre. Non ci sono state dilazioni, invece, per le seconde case e gli immobili di pregio.

>Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

Il decreto prevede inoltre che il Governo si impegni a varare la promessa riforma dell’ IMU entro il prossimo 31 agosto, o, in alternativa, sempre il 16 settembre, si pagherà quanto dovuto.

Per quanto riguarda poi la questione degli immobili destinati alle attività produttive, che nei giorni passati ha impegnato le pagine principali dei quotidiani, i fabbricati rurali hanno avuto la meglio sui capannoni industriali. Il decreto prevede infatti che la sospensione della rata IMU di giugno riguardi anche i terreni agricoli e i fabbricati rurali.

>Lo stop Imu solo sulla prima casa anche se…

Il premier ha però precisato che la futura riforma dell’ IMU dedicherà una attenzione molto forte al mondo delle imprese, per le quali saranno previste forme di deducibilità dell’ imposta pagata sugli immobili. Per i Comuni, inoltre, è stato applicato un meccanismo di salvaguardia, che consente di avere il 50% del gettito previsto dell’ IMU e l’ autorizzazione ad accrescere le anticipazioni di tesoreria il cui costo sarà a carico dello Stato.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

 I primi beneficiari degli effetti del decreto che sblocca i fondi per il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni saranno gli enti locali ai quali è stato concesso tutto il plafond disponibile del governo come primo anticipo.

► Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

Le 1.500 richieste pervenute al Ministero dell’Economia entro il 30 aprile 2013 sono state tutte accolte e, in totale, ai comuni che ne hanno fatto richiesta, saranno elargiti 3,6 miliardi di euro con i quali poter pagare quanto dovuto alle imprese e ai professionisti italiani.

Con questa prima elargizione il Ministero ha così rispettato il termine del 15 maggio previsto dalla norma.

Ma, se da un lato tutte le richieste arrivate al Mef sono state soddisfatte, il plafond a disposizione del Ministero – ammontante a 3,6 miliardi di euro – non è stato sufficiente a coprire l’intero debito stimato. Quindi, quanto disponibile sarà elargito, come prevede la norma, in base ad un criterio proporzionale per una percentuale pari a circa il 62% dell’importo richiesto.

► L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

Le erogazioni di questi anticipi saranno effettuate dalla Cassa Depositi e Prestiti per un ammontare di 1,8 miliardi durante quest’anno e i restanti per il 2014.