La proposta di Giovannini per le pensioni: uscita anticipata con penalizzazione

 Già da ieri Enrico Giovannini ha parlato della possibilità di una revisione della Riforma Fornero, precisando, però, che qualsiasi intervento sarebbe dovuto essere ben oculato e non mirato a stravolgere quanto fatto fino adesso.

► Giovannini frena sulla Riforma del Lavoro

Oggi, il nuovo ministro del Lavoro, in audizione al Senato, ribadisce il concetto e propone il suo piano per risollevare le sorti del mondo del lavoro e del welfare italiano. Il suo è un piano che prende in considerazione sia i primi risultati che stanno arrivando dalla Riforma Fornero sia le risorse che lo Stato ha nelle casse per un possibile intervento.

Quindi, nessuna possibilità di defiscalizzazione o decontribuzione, non ci sono le risorse per attuarle e i vincoli di bilancio sono troppo stretti, ma un pacchetto realistico per risolvere il problema dell’inclusione dei giovani nel mondo del lavoro che preveda la riduzione delle tasse per il lavoro stabile e le nuove assunzioni, defiscalizzazione dell’assunzione di giovani lavoratori e sviluppo dell’apprendistato.

Stesso discorso anche per le pensioni, perché l’obiettivo è sempre lo stesso: rimettere in moto il mondo del lavoro.

► Inps al collasso: secondo Mastrapasqua nel 2015 non ci saranno soldi per pagare le pensioni

Per la previdenza, quindi, il Ministro Giovannini pensa di mantenere l’innalzamento dell’età pensionabile previsto dalla  Riforma Fornero, ma con l’introduzione della flessibilità in uscita: chi vuole potrà andare in pensione prima del previsto, rinunciando, però, ad una parte della pensione.

 

Settimo calo consecutivo del PIL italiano

 L’ economia italiana continua a sprofondare nella spirale della recessione. Tanto che il PIL del nostro Paese, rilevano oggi gli analisti, ha fatto registrare il suo settimo calo consecutivo. Un record negativo con pochi precedenti. Il prodotto interno lordo italiano, infatti, nel corso dei primi tre mesi dell’ anno 2013, è calato del 2,3% rispetto al 2012 e dello 0,5% rispetto ai dati congiunturali.

Per la BCE il PIL europeo diminuirà dello 0,4% nel 2013

Sono dunque sette trimestri consecutivi che in Italia non si registrano risalite nelle percentuali del PIL, che continua a mostrare una flessione duratura così lunga che è ormai entrata a far parte delle serie storiche negative. E i dati dell’ economia reale sono addirittura peggiori di quelli previsti dall’ Istat che in precedenza aveva ipotizzato un calo congiunturale limitato allo 0,3% su un decremento del 2,3%.

L’economia italiana sommersa è pari al 21% del PIL

Gli economisti, allora, sulla base dei dati effettivi, si esprimono in maniera scettica rispetto alle possibilità di una futura ripresa: è maggiormente ipotizzabile una ulteriore flessione dell’ 1,5% anche nei prossimi mesi, dal momento che l’ economia italiana è solita rimanere in negativo nei trimestri centrali dell’ anno e dal momento che non si può neanche escludere addirittura un peggioramento.

Calo investimenti pubblici per alloggi a studenti

 Arriva la relazione dello scorso anno riguardante gli interventi per gli alloggi e le residenze degli studenti universitari.

I dati contemplano un progressivo calo degli investimenti pubblici. Dai 450 milioni di cofinanziamento nazionale contemplati nel primo bando e dai 420 del secondo si è calati ai 287 milioni del terzo bando. Nel complesso, la domanda è di 380 milioni. Al momento, dunque, con le risorse a disposizione si riuscirà a eseguire meno della metà delle opere ammesse ai fondi.

La relazione annuale 2012 inerente agli interventi di edilizia per gli alloggi universitari, la quale verrà sottoposta alla prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni (probabilmente già domani), inizia con il riassunto delle puntate precedenti. E rammenta che gli effetti sin qui ottenuti in virtù della legge 338 del 2000 che permette ad alcuni soggetti pubblici (Regioni, Province autonome, università statali e non statali) o privati (cooperative di studenti, fondazioni e istituzioni senza scopo di lucro) di fare richiesta per un cofinanziamento statale pari massimo al 50% dell’importo messo in conto per ammodernare o ampliare le case dello studente esistenti, programmarne di nuove o ancora comprare immobili da utilizzare come residenze o alloggi universitari.

Se è vero che dal 2001 a oggi sono stati finanziati 260 progetti per circa 37mila posti e che lo Stato ha messo a disposizione più di un miliardo di euro, gli investimenti nel settore sono in continua diminuzione. Le 139 iniziative (per 13.031 posti alloggio) realizzate con i 450 milioni del primo bando risalente a 12 anni fa sono diventati, con il secondo bando del 2007, 110 (per 11.386 posti) per 420 milioni di cofinanziamento.

L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

L’Ance avverte il Governo: pericolosissimo abbassare la guardia per quanto concerne i debiti della Pubblica amministrazione. Un passo è stato fatto con l’approvazione alla Camera del decreto ma non è sufficiente.

Non basta perché il Dl sblocca solo 7,5 dei 19 miliardi necessari nel 2013. All’appello ne mancherebbero dunque circa dodici. Risorse che se venissero rimesse in circolo, farebbero aumentare il Pil dell’1 per cento.

In un dossier esposto oggi a Roma i costruttori edili hanno messo in fila una serie di numeri relativi ai pagamenti.

In ballo, nello specifico, ci sono 19 miliardi di pagamenti in ritardo per quanto riguarda i lavori pubblici. Di questi, sette sono a livello statale e dodici sono a livello locale.

A fronte di ciò, come ha messo in evidenza l’Ance, il piano contempla “Soltanto 7,5 miliardi di pagamenti in conto capitale nel 2013 e nessun pagamento nel 2014”. Ne consegue che rimarrebbero non pagati 12 miliardi di euro di crediti delle imprese nel settore costruzioni.

Ai 7,5 miliardi si arriva mettendo insieme i 4,5 miliardi riconosciuti a Comuni e Province (su 5,2 miliardi di richieste), i 2,2 spettanti alle Regioni e i 500 milioni (su domande per 1,2 miliardi) distribuiti alle Pa centrali.

Male anche il piano di certificazione dei crediti, che procede a rilento. Secondo il decreto pagamenti, il piano bloccarsi entro il 29 aprile. Tuttavia, stando all’Ance si protrarrà almeno fino al prossimo mese.

Arrivano ai Comuni i primi soldi dal decreto attuativo

 Mentre sul fronte del decreto sblocca – debiti delle PA si aspetta, dopo il sì dell’ Aula di Montecitorio, anche il  via libero del Senato che dovrà trasformare il provvedimento in legge entro il prossimo 7 giugno, sul fonte del decreto attuativo le cose procedono a vele spiegate.

> Venerdì il decreto su IMU e Cig

E’ stato infatti approvato contestualmente il provvedimento che liquida i primi 4,5 miliardi che finiranno nelle mani di Comuni e Province, ripartiti però nella misura di 3,5 e di 1 milione – circa, sulla base delle richieste pervenute entro il 30 aprile scorso.

Verrà dunque presto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il testo del Decreto attuativo in questione che era in effetti atteso entro il 15 di maggio e che, rispetto alle attese, deluderà solo per un ammanco di 700 milioni. Mancheranno, infatti, circa 500 milioni ai Comuni e circa 200 milioni alle Province.

> Il decreto sui debiti delle PA passa al Senato

Ma l’ assenza dei 700 milioni, assicurano, sarà solo temporanea, poiché entro il prossimo 15 luglio, attraverso il decreto ministeriale che distribuirà i 500 milioni di allentamento del Patto di stabilità si arriverà ad una ulteriore copertura. L’ ultimo step, infine, sarà assicurato dal Patto verticale incentivato da 1,2 miliardi, che dovrà fornire nuovi spazi di liquidità e coprire le nuove richieste delle PA pervenute entro il prossimo 5 luglio.

La proposta di Saccomanni a Bruxelles contro frode ed evasione fiscale

Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni si è espresso questa mattina a Bruxelles a favore delle leggi finalizzate alla lotta contro riciclaggio di denaro sporco e finanziamento delle attività di terrorismo.

Saccomanni, dopo aver analizzato in più occasioni la situazione del nostro Paese, vuole porsi l’obiettivo di far si che tutti gli Stati membri dell’Unione europea siano capaci di arominzzare le proprie norme in merito alla frode e all’evasione fiscale.

Il ministro italiano dell’economia, si è dichiarato in particolar modo favorevole alla posizione espressa dai ministri di Francia e Germania. I suoi ‘colleghi’ nei giorni scorsi hanno presentato una lettera alla Commissione europea.

Saccomanni si è dichiarato pertanto favorevole all’incremento del livello di armonizzazione tra politica e legislazione per quanto riguarda la lotta a riciclaggio e finanziamento di attività terroristiche e ha reso nota la sua posizione anche nel corso di una riunione del Consiglio Ecofin.

Il ministro ha aggiunto anche che è fondamentale esplorare ogni eventuale sinergia tra “Legislazioni nazionali e mezzi di contrasto, per gli obiettivi condivisi”.

La lettera inviata da Francia a Germania lo scorso 24 aprile al Parlamento europeo alla quale Saccomanni fa riferimento parla della possibilità per gli Stati Membri di costringere a rivelare i beneficiari ultimi di qualunque entità legale o fondazione, e di assegnare a Bruxelles il compito di analizzare e monitorare l’attuazione dei regimi anti riciclaggio in tutti gli Stati membri.

 

 

Venerdì il decreto su IMU e Cig

 Bisognerà aspettare fino a venerdì prossimo, 17 maggio, per sapere se il decreto che renderà effettivi la sospensione del pagamento della rata IMU prevista per giugno e il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga, Cig, sarà veramente approvato.

Un piano casa al posto dell’IMU?

Per ora si discute ancora su alcune caratteristiche e particolarità del testo definitivo: il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni ha infatti dichiarato che il discreto potrebbe spingersi oltre il congelamento dell’ IMU per la prima casa, andando ad inglobare anche capannoni industriali e fabbricati e terreni agricoli, per la grande gioia del ramo produttivo italiano.

Per quanto riguarda invece la Cig, il Governo è attualmente alla ricerca di ulteriori coperture e risorse, dal momento che la strada più certa al momento, come confermato anche dallo stesso Ministro del Welfare, Enrico Giovannini, sembra essere quella di un intervento “tampone”. Un primo intervento, cioè, volto a fornire, in prima istanza, circa 800 milioni di euro, che potrà però essere integrato da una una seconda tranche, qualora il perdurare della crisi richiedesse ulteriori interventi.

> Per l’ANCE l’IMU va tolta anche su capannoni e invenduto

Il vero nodo di tutta la questione, dunque, sia quella dell’ Imposta Municipale, sia quella della Cig, poggia sul reperimento delle coperture, come evidenziato anche dal  viceministro all’Economia, Luigi Casero, che ha parlato di possibili tagli alle spese.

Il decreto sui debiti delle PA passa al Senato

 Nella giornata di ieri l’ Aula di Montecitorio ha finalmente approvato il decreto sui debiti delle Pubbliche Amministrazioni, grazie al quale saranno erogati, nel giro di due anni, i primi 40 miliardi a copertura dei crediti delle imprese. Ora quindi il provvedimento, che ha ottenuto il voto di 450 parlamentari – di parte Pd, Pdl, Scelta civica, Lega, Sel e Fratelli d’Italia, passerà al vaglio del Senato, che avrà il compito di trasformarlo in legge entro il prossimo 7 giugno.

> Oggi alla Camera il decreto sui debiti delle PA

Ci sono stati, tuttavia, rispetto all’ esito della votazione, anche 107 astenuti: si è trattato dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che si sono detti contrari all’ impianto della futura legge.

Ad ogni modo il governo già pensa ad un secondo sblocco dei debiti, una fase due in cui liquidare altri 20 miliardi, recuperati però solo attraverso la legge di stabilità 2014, che dovrà anche indicare dove reperire le risorse.

Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

Intanto, tuttavia, ecco i principali contenuti del decreto: Comuni e Province avranno un mese di tempo per pagare i loro debiti, così come le società in house. Il credito, inoltre, potrà essere accettato per compensare i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012.

Crolla l’inflazione ad aprile 2013

 L’ istituto di statistica – Istat – ha elaborato i dati sul caro prezzi relativi al mese di aprile 2013 e ha corretto a ribasso le stime rilasciate in precedenza. Se infatti secondo le previsioni elaborate nei mesi passati l’ inflazione per il mese di aprile 2013 era stata fissata ad un livello dell’ 1,2%, alla luce dei risultati e delle analisi effettive l’ istituto si è visto costretto ad abbassare il tasso all’ 1,1%.

L’inflazione pesa su chi spende meno

Il dato più preoccupante, però, rivelano gli analisti dell’ istituto, è il fatto che un tale tasso di inflazione è il più basso che si è potuto registrare a partire dal 2009, quando il livello era sceso all’ 1,0%. Crolla dunque ancora una volta l’ inflazione, scendendo rispetto il precedente valore di marzo 2013 – 1,6% – probabilmente a causa della improvvisa frenata dei prezzi dei beni energetici, che rispetto al mese di marzo hanno perso il 2,1%.

> Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

Per quanto riguarda invece i beni di maggiore consumo che vanno a costituire il cosiddetto carrello della spesa, i prezzi stanno crescendo dell’ 1,5% su base annua anche se diminuiscono su base mensile dello 0,1%. Anche qui, purtroppo, un dato tendenziale così basso che l’ analogo risale al 2009.

Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

In Italia prosegue la crisi relativa alla qualità del credito bancario, per via della precaria situazione economica e delle difficoltà delle imprese tricolori. Le aziende sono scoraggiate, al punto da non chiedere più finanziamenti, nello specifico se sono di dimensioni ridotte.

Ciò è contemplato nel rapporto mensile dell’Abi, all’interno del quale si ricorda che il numero di finanziamenti richiesti dalle imprese ha provocato in marzo una diminuzione superiore al 3% (-1% secondo le prime stime ad aprile).

Il trend negativo, stando al rapporto, è da attribuire soprattutto “alle imprese individuali, con una variazione annua di -9%, cui si contrappone una lieve crescita delle società di capitali e di persone (+1%)”.

Gli impieghi bancari, ovvero i soldi che gli istituti prestano ai clienti, hanno fatto registrare una dinamica ancora in peggioramento in aprile.

In questo mese è stata fatta registrare una contrazione complessiva del 2,12% annuo a 1,91 miliardi, dopo il -1,94% visto in marzo. Si tratta del nono ribasso consecutivo. Nello stesso mese si è confermato negativo il trend dei finanziamenti a famiglie e imprese: -3,1% dopo il -2,55% di marzo. L’andamento, ha rilevato Gianfranco Torriero, responsabile dell’ufficio studi dell’Abi, è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (pil e investimenti).